Fin dal luglio del 1943 – quando l'alleanza tra Italia e Germania è ancora pienamente in vigore – si manifesta la violenza, nelle sue forme più brutali, da parte dei tedeschi, che si rendono responsabili di stragi ed eccidi di “inermi”. Nei 20 mesi in cui si sviluppa la lotta resistenziale, gli occupanti tedeschi, spesso assistiti attivamente dai collaborazionisti fascisti – i quali non esitano, in numerose occasioni, a rendersi protagonisti in modo autonomo dell'esercizio della brutalità –, infieriscono nei confronti della popolazione, dei partigiani, dei soldati disarmati, delle minoranze religiose, degli ex prigionieri di guerra in mani italiane.
Le ragioni della violenza sono le più varie; le vittime, secondo l'analisi dettagliata che ha prodotto l'Atlante delle stragi naziste e fasciste in Italia – al quale si rimanda – sono più di 23.000 in circa 5.550 episodi, compresi nell'arco cronologico che va dal luglio 1943 al maggio 1945. L'Atlante è il prodotto di una ricerca voluta dall'ANPI e dall'INSMLI (Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia) e finanziata dal governo della Repubblica Federale Tedesca. È stato reso disponibile online il 7 aprile 2016.
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Al di là degli episodi noti – Fosse Ardeatine, Sant'Anna di Stazzema, Marzabotto-Monte Sole etc. – quello delle stragi naziste e fasciste risulta un fenomeno diffuso e capillare sul territorio nazionale. I reparti responsabili appartengono sia alle forze armate regolari del Reich (la Wehrmacht), sia alle SS, sia alle formazioni della RSI.
Oltre agli eccidi in Italia, rientrano nel fenomeno delle stragi, le violenze ai danni dei militari italiani all'estero, avvenute soprattutto nella fase immediatamente post-armistiziale, e quelle che hanno come vittime gli internati in Germania e nell'Europa orientale.
Tutti gli episodi di violenza, che avrebbero dovuto, nell'immediato dopoguerra, essere indagati dall'autorità giudiziaria al fine di giungere all'individuazione di presunti responsabili da sottoporre a processo, sono stati illecitamente tenuti nascosti, con i fascicoli d'indagine occultati nei locali della procura generale militare, a Roma. Tali fascicoli, rinvenuti nel 1994, rappresentano uno dei più imponenti e gravi occultamenti avvenuti nella storia dell'Italia repubblicana. Le cause del loro nascondimento sono state oggetto di indagini da parte di una commissione interna alla magistratura militare e di una commissione parlamentare d'inchiesta, nonché di approfondite analisi da parte della storiografia. Secondo le teorie più accreditate1, condivise peraltro dal Consiglio della magistratura militare (1999), dalla II Commissione Giustizia della Camera dei deputati (2001) e da parte della Commissione Parlamentare d'Inchiesta (quest'ultima ha concluso i suoi lavori, nel 2006, in modo non univoco, con una relazione di maggioranza e una di minoranza), tali cause fanno riferimento a sostanziali ragioni politiche: nel mondo diviso della guerra fredda, inchieste e processi a criminali nazisti avrebbero “disturbato” una Repubblica Federale Tedesca in fase di ricostruzione materiale e politica, nonché baluardo del mondo occidentale. Inoltre, richieste italiane relative a criminali tedeschi avrebbero rinnovato le istanze di paesi terzi – Jugoslavia, Grecia, Albania, Francia, Urss, Etiopia, Libia – relative a criminali italiani, mai sottoposti a giudizio, né all'estero né in Italia, per gli eccidi e le violenze commessi nei territori d'occupazione dal 1935-36 al 1943 (e oltre, per ciò che riguarda i militi della RSI).
Dopo il 1994, e soprattutto dall'inizio degli anni 2000 presso la Procura Militare di La Spezia, sono state finalmente portate avanti le indagini e celebrati i processi – con gli imputati regolarmente contumaci – relativi ad alcuni degli eccidi più gravi avvenuti nell'Italia centro-settentrionale (le sentenze sono disponibili qui). Nel 2013, presso il Tribunale Militare di Roma, è giunto a sentenza anche il procedimento relativo alla strage di Cefalonia. Molti altri casi, però, non sono mai stati indagati, finendo frettolosamente archiviati, di nuovo, tra la metà e la fine degli anni Novanta del secolo scorso
Le ragioni della violenza sono le più varie; le vittime, secondo l'analisi dettagliata che ha prodotto l'Atlante delle stragi naziste e fasciste in Italia – al quale si rimanda – sono più di 23.000 in circa 5.550 episodi, compresi nell'arco cronologico che va dal luglio 1943 al maggio 1945. L'Atlante è il prodotto di una ricerca voluta dall'ANPI e dall'INSMLI (Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia) e finanziata dal governo della Repubblica Federale Tedesca. È stato reso disponibile online il 7 aprile 2016.
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Al di là degli episodi noti – Fosse Ardeatine, Sant'Anna di Stazzema, Marzabotto-Monte Sole etc. – quello delle stragi naziste e fasciste risulta un fenomeno diffuso e capillare sul territorio nazionale. I reparti responsabili appartengono sia alle forze armate regolari del Reich (la Wehrmacht), sia alle SS, sia alle formazioni della RSI.
Oltre agli eccidi in Italia, rientrano nel fenomeno delle stragi, le violenze ai danni dei militari italiani all'estero, avvenute soprattutto nella fase immediatamente post-armistiziale, e quelle che hanno come vittime gli internati in Germania e nell'Europa orientale.
Tutti gli episodi di violenza, che avrebbero dovuto, nell'immediato dopoguerra, essere indagati dall'autorità giudiziaria al fine di giungere all'individuazione di presunti responsabili da sottoporre a processo, sono stati illecitamente tenuti nascosti, con i fascicoli d'indagine occultati nei locali della procura generale militare, a Roma. Tali fascicoli, rinvenuti nel 1994, rappresentano uno dei più imponenti e gravi occultamenti avvenuti nella storia dell'Italia repubblicana. Le cause del loro nascondimento sono state oggetto di indagini da parte di una commissione interna alla magistratura militare e di una commissione parlamentare d'inchiesta, nonché di approfondite analisi da parte della storiografia. Secondo le teorie più accreditate1, condivise peraltro dal Consiglio della magistratura militare (1999), dalla II Commissione Giustizia della Camera dei deputati (2001) e da parte della Commissione Parlamentare d'Inchiesta (quest'ultima ha concluso i suoi lavori, nel 2006, in modo non univoco, con una relazione di maggioranza e una di minoranza), tali cause fanno riferimento a sostanziali ragioni politiche: nel mondo diviso della guerra fredda, inchieste e processi a criminali nazisti avrebbero “disturbato” una Repubblica Federale Tedesca in fase di ricostruzione materiale e politica, nonché baluardo del mondo occidentale. Inoltre, richieste italiane relative a criminali tedeschi avrebbero rinnovato le istanze di paesi terzi – Jugoslavia, Grecia, Albania, Francia, Urss, Etiopia, Libia – relative a criminali italiani, mai sottoposti a giudizio, né all'estero né in Italia, per gli eccidi e le violenze commessi nei territori d'occupazione dal 1935-36 al 1943 (e oltre, per ciò che riguarda i militi della RSI).
Dopo il 1994, e soprattutto dall'inizio degli anni 2000 presso la Procura Militare di La Spezia, sono state finalmente portate avanti le indagini e celebrati i processi – con gli imputati regolarmente contumaci – relativi ad alcuni degli eccidi più gravi avvenuti nell'Italia centro-settentrionale (le sentenze sono disponibili qui). Nel 2013, presso il Tribunale Militare di Roma, è giunto a sentenza anche il procedimento relativo alla strage di Cefalonia. Molti altri casi, però, non sono mai stati indagati, finendo frettolosamente archiviati, di nuovo, tra la metà e la fine degli anni Novanta del secolo scorso
137 canzoni in questo gruppo
(Hervé Chaduteau)
(Aldo Poeta)
(Beniamino Gigli)
(L' Armata Brancaleone)
(Gang)
(Terre del Sud)
(Malavida)
(Mara Luzietti)
(Gianni Parmiani & Nicola Nieddu)
(La bottega di musica e parole)
(anonimo)
(Federico Botti)
(GLI EXTRA DELLE CCG / AWS EXTRAS / LES EXTRAS DES CCG)
(Tullio Bugari)
(Gasparazzo)
(Banana Tacos)
(KPNB | Katsushiro perso nel bosco)
(Beppe Gambetta)
(Nabla Operator)
(E. Macario / G. Maccario)
(Gasparazzo)
(Davide Giromini)
(Federico Berti)
(Lea Ferranti)
(Raffaella Tito)
(La bottega di musica e parole)
(Giorgio Cordini)
(I Luf)
(Gasparazzo)
(Fronte Unico)
(Stormy Six)
(Airesis)
(Vittorio Merlo)
(Silvio Marata)
(Silvio Omizzolo)
(Yo Yo Mundi)
(Terre del Sud)
(GLI EXTRA DELLE CCG / AWS EXTRAS / LES EXTRAS DES CCG)
(Terry Allen)
(Casa del Vento)
(Europall)
(Frankie HI-NRG MC)
(Pierpaolo Adda)
(Renato Franchi & Orchestrina del Suonatore Jones)
(anonimo)
(Giorgio Cordini)
(Suonatori Terra Terra)
(Santo Catanuto)
(Casa del Vento)
(Claudio Sala)
(anonimo)
(Stefano "Cisco" Bellotti)
(Leda)
(Sambene)
(Ivan “Goran” Kovačić)
(René Guy Cadou)
(Daniele Biacchessi)
(anonimo)
(anonimo)
(Modena City Ramblers)
(Eugenio Bennato)
(Gianni Siviero)
(Piero Milanese)
(anonimo)
(Giorgio Cordini)
(Gasparazzo)
(Gilberto Boschesi)
(Marco Del Giudice)
(Ignazio Buttitta)
(Carlo Piras)
(Giovanna Marini)
(Alessandro Colpani)
(BeFolk)
(René Guy Cadou)
(Simone Avincola)
(René Guy Cadou)
(Arturo Moretti, detto Renzo)
(Sauro Lanzi)
(Toninu Sanna)
(Daniele Biacchessi)
(Mulini a Vento)
(P.G.R.)
(Giorgio Canali & Rossofuoco)
(Gasparazzo)
(Falce e Vinello (FEV))
(Casa del Vento)
(Stormy Six)
(I Saltamartin)
(Richard Aubert)
(Luca Baiada)
(anonimo)
(Jerzy Artur Kostecki)
(Sun Kil Moon)
(Casa del Vento)
(BandaJorona)
(Il Muro del Canto)
(Giacomo Lariccia)
(John Carroll Kirby)
(Fabio Concato)
(Daniele Biacchessi)
(Yo Yo Mundi)
(Valeria Tron)
(Casa del Vento)
(Tullio Bugari)
(Arbitri Elegantiae)
(Saverio Grandi)
(anonimo)
(Andrea Sigona)
(Casa del Vento)
(Rocco Rosignoli)
(Luca Bussoletti)
(William Schuman)
(Moder)
(Canzoniere del Valdarno)
(Deborah Kooperman)
(Pardo Fornaciari)
(Ivan Della Mea)
(Stormy Six)
(Francesca Amati)
(Fronte Unico)
(Federico Marchioro)
(Gasparazzo)
(Nebenjob)
(Nikos Kavvadias / Νίκος Καββαδίας)
(Nikos Kavvadias / Νίκος Καββαδίας)
(Kostas Varnalis / Κώστας Βάρναλης)
(Vasilis Tsitsanis / Βασίλης Τσιτσάνης)
(Nikos Dimopoulos (Tountas) / Νίκος Δημόπουλος (Τούντας))
(Dmitrij Dmitrievič Šostakovič / Дмитрий Дмитриевич Шостакович)
(Mykola Vіtalіjovyč Lysenko / Микола Віталійович Лисенко)
(Dmitrij Dmitrievič Šostakovič / Дмитрий Дмитриевич Шостакович)
(Ashot Satyan / աշոտ սաթյան)
(Shike Driz / שיקע דריז)
(anonimo)
(Moisej Beregovskij / משה אהרן בערעגאָווסקי)
(Moisej Beregovskij / משה אהרן בערעגאָווסקי)
(Zygmunt Białostocki)
Altri percorsi