Spero che Paolo Jannacci bravissimo saltimbanco, come dice di essere, continui a saltare senza farsi mai male sulle scale del pentagramma e a correre senza inciampare sulla tastiera del pianoforte. Il suo papà per fortuna non ha avuto incidenti sul lavoro, ma ogni tanto guardo una sua foto e mi manca tanto
novantanove mi ha chiamato,
ma chiamato ma chiamato militar,
ai confini mi ha mandato,
mia ha mandato mi ha mandato a bombardar,
bombardieri tra le rondini
una palla una palla mi colpi,
una palla luccicante
che nel petto che nel petto mi colpi.
Son venuti quattro amici
per portarmi per portarmi all'ospedal
ma il medico mi disse
non c'e' nulla non c'e' nulla da sperar.
Croce Rossa Croce Rossa
per amore per amore e carita'
dai un bacio alla mia mamma
ed un altro ed un altro al mio papa'.
Richard Gwenndour, 12-2-2024 22:47
(Con alcuni interventi di Flavio Poltronieri)
Due parole del traduttore. Traduzione frutto di un cocktail micidiale: la mia progressiva cecàgna, o cegueira per dirla alla saramàga, e un deciso arrugginimento col bretone. Ciononostante, poiché ovviamente non v’è traccia di una qualsiasi traduzione di questa canzone in rete, mi sono messo all’opera in attesa di tempi migliori. Ci sono un paio di note esplicative, però avverto che ho avuto la tentazione di rendere sia emgann che emsav con “guerra”: no alla guerra per il denaro, no alla guerra dei preti. La traduzione, per il resto, è letterale.
No, ma sì (continuer)
12/2/2024 - 22:48
Non cambia ovviamente nulla ma personalmente avrei tradotto: "Diremo no al combattimento nel nome dei soldi" "Diremo no all'ondata montante dei preti" "Si all'insurrezione, si al fuoco" "Noi diremo si al combattimento e all'insurrezione"
Premetto che, parere del tutto personale, non considero Eric Le Lann "un grande compositore e trombettista jazz bretone" come dichiara l'illustre Richard Gwenndour. Reputo che anche quello che compone e suona in questo cd non sfugga al suo consueto e confortevole suono "di maniera" che in un lontano passato lo fece perfino partecipare a un film di Tavernier. La Bretagna ha offerto e offre ben altro!!...Però...c'è un però!! Ben due dei miei più grandi idoli bretoni viventi prestano le loro parole e le loro voci a questo disco: oltre a cantare, Marthe Vassallo compone "Ar Vatezhig" e "Finale", Manu Lann huel in aggiunta al brano trattato da Riccardo, riprende... (continuer)
Ma io, infatti, lo avevo detto che mi sto arrugginendo col bretone e, forse, anche con l’italiano perché, tra le varie possibilità per l’emsav, non mi era proprio venuta quella più plausibile (“insurrezione”). Rimedio accogliendo senz’altro le proposte poltronieriane e le integro nella traduzione senza nemmeno passare dal Via. Quanto alle mie parole su Eric Le Lann, un po’ erano anche per rimediare allo “scippo” che gli ho fatto della pagina. In realtà, devo confessare che io detesto cordialmente il jazz, e che non mi vergogno nemmeno di dirlo accettando l’eventuale crocifissione (in sala mensa, ovviamente). Non ci posso fare nulla, il jazz mi fa venire l’orchite e, in più, non ho nemmeno il caminetto di prammatica davanti al quale passare serate solitarie col grammofono, il bicchiere di whisky d’annata e la pipa. Detto questo, si capisce ancora meglio perché ho attribuito la pagina a Manu... (continuer)
Caro Richard, magari gli "arrugginiti" avessero la tua penna e il tuo cervello...non farti problemi morali nei confronti del Le Lann musicista poiché non gli hai scippato niente, senza Marthe e Manu questo dischetto sparirebbe dai radar...come sai conosco discretamente la scena musicale bretone e posso affermarti che nell'intera sua discografia l'aspetto "popolare" è irrisorio, tocca rivolgersi decisamente altrove...se il jazz è quello melenso, patinato e americaneggiante mi troverai sempre accanto a te a condividere sbadigli e noia, per fortuna qualche illuminato jazzista esiste ancora anche se non ci sono più Don Cherry o Mbizo. Sovente però è mimetizzato peggio di un camaleonte, anzi (visto l'argomento creativo), peggio di un gufo vestito da tronco d'albero, di un bruco che si finge un serpente o di un serpente che fa credere di essere una foglia. Prometto che verrò a farteli ascoltare in sogno davanti a grammofono e caminetto acceso...
Ci sono dei piccoli errori di traduzione, "y mi furia se come la gente aunque no tenga dientes", è anche se non HA DENTI, non "ho" (è la furia che non ha i denti). Inoltre nel verso "Soy el boquete que dejó la bomba que cayó" la traduzione corretta è "sono la fossa/lo spacco che lasciò la bomba quando cadde (in senso figurato, quando la bomba cade lascia un buco).
Chiara Galentino 12/2/2024 - 18:37
Grazie Chiara, ho corretto la mia traduzione seguendo i tuoi suggerimenti
Mi sono permesso di correggere un po' la grafia del canto liturgico ortodosso; in realtà, avevo visto che -per motivi che mi sono ignoti- la versione qui riportata presentava degli accenti tonici su alcune lettere, che, oltre a non essere assolutamente mai utilizzati nella grafia cirillica, sballano la visualizzazione dei caratteri. Quindi li ho tolti senza pietà. Il canto liturgico russo è la traduzione dell'analogo e originale canto in greco bizantino intitolato Βασιλεῦ Οὐράνιε "Re del Cielo", o "Celeste Re":
Scusate ma alla Ursula non so come ho dato il cognome di Fonderlain invece di Von der Leyen.
Mi dicono che se dovevo sbagliare a scrivere era meglio digitare Von den Leiden che tradotto vuol dire .. Ursula dei dolori
Sanremo 2024 tutti ad esaltare il messaggio della canzone di Ghali contro le guerre, per altro lanciato con una poetica di una modestia imbarazzante, ho voluto quindi ricordare lo splendido testo dei Tazenda che cantavano in tempi non sospetti le stesse tematiche antimilitaristiche. Mi dispiace ma nessuna canzone del festival di quest'anno regge il confronto con questa
In base a tutti gli interventi presenti su questa pagina (tra i quali, quello di Alex Devezoglu stesso), ho modificato leggermente l’introduzione e ho aggiunto qualche dato. Mi scuso ovviamente con tutti per non avere risposto a suo tempo durante la mia “latitanza” dal sito. Per Alex Devezoglu, se legge: la mia considerazione sul tuo cognome era ovviamente scherzosa e affettuosa, senza ombra di sarcasmo. Conosco bene la storia dell’esodo greco da Smirne e dall’Asia Minore nel 1922, e so ugualmente bene che migliaia di persone, ancora oggi, in Grecia recano cognomi in -όγλου oppure -ογλού, che peraltro sono patronimici (oğlu significa “suo figlio” in turco, forma possessiva di oğul); e sono tutti talmente antichi da aver mantenuto in greco la pronuncia col -γ- che era quella del turco antico (in turco moderno non si pronuncia più, si dice oolù). Qui in Italia abbiamo persino un comico genovese... (continuer)
Pjesma bez osvete i zavisti, jednostavno ogledalo jednog dramatičnog i tužnog ljudskog iskustva.
Il traduttore giustamente sottolinea che si tratta di una canzone senza recriminazioni né vendette, solo lo specchio di una drammatica e triste vicenda umana.