ANCORA ESPULSIONI DI MILITANTI CURDI DALLA GERMANIA
Gianni Sartori
Stando alle ultime informazioni il trentaduenne Muhammed Tunc si troverebbe ancora nel carcere di Pforzheim, ma la sua espulsione verso la Turchia potrebbe essere questione di giorni. Se non addirittura di ore.
Nonostante il suo avvocato, Thomas Oberhauser, abbia presentato una domanda di rilascio sotto controllo giudiziario al tribunale amministrativo di Sigmaringen così da evitarne la deportazione (. ma finora non ci sono stati riscontri positivi).
Nato e cresciuto in Germania (a Ulm, nel Baden-Wurttemberg) il giovane curdo è in possesso della cittadinanza turca. Per la sua militanza antifascista ha avuto qualche problema con la legge e in almeno un paio di occasioni è stato aggredito e gravemente ferito.
Il suo arresto è stato la conseguenza di una rissa, o meglio di uno scontro, con militanti turchi di estrema destra... (Continues)
Gianni Sartori 2022/4/7 - 22:12
Niente da fare. Muhammed Tunc è stato espulso
Gianni Sartori
Questione di giorni, forse di ore scrivevo solo ieri. Sperando di contribuire alla denuncia dell'ignobile espulsione annunciata (e già tentata almeno due volte) di Muhammed Tunc.
E invece era già troppo tardi, la Germania lo stava già spedendo direttamente in Turchia con un volo charter della compagnia aerea Sundair partito da Francoforte.
Malgrado l'antifascista curdo rischi - nella “migliore” delle ipotesi - l'arruolamento forzato nell'esercito turco. Per poi mandarlo dove? Contro i suoi fratelli in Bakur, Bashur o Rojava? Qualche tempo fa, quando aveva richiesto un passaporto al consolato turco di Stoccarda, si era sentito apostrofare con queste parole: “Adesso dovrai andare a sparare contro le tue sorelle e i tuoi fratelli curdi”.
O più probabilmente subirà l'imprigionamento, forse la tortura. Secondo l'avvocato la sua... (Continues)
Juste un mot à propos de cette fonction du « guide » – ici, Nathalie, mais aussi tous les autres du genre. Dans ces pays de tradition soviétique, le guide est en fait un agent des services chargé de guider (montrer ce qui peut être montré) et de surveiller l’étranger en visite, de lui présenter des gens à rencontrer et d’empêcher ses contacts avec la population ou avec des opposants. Par ailleurs, ces guides-agents de surveillance et de dénonciation n’avaient pas le choix : ça faisait partie de leur métier, c’était même leur rôle principal ; on ne pouvait être guide sans en référer aux « organes ». En cas de dérapage – par rapport aux « ordres » ou de dénonciation de sympathies avec l’étranger par un de leurs collègues ou de leurs amis, ils avaient intérêt à quitter le pays avant qu’on ne les sanctionne – sinon on les revoyait parfois longtemps après ou jamais.