Non sarà proprio questo che, in fondo in fondo, non si perdona a Cantat: un mestiere privato (attenzione: Cantat non svolge una professione in rappresentanza dello Stato francese)che a molti piacerebbe svolgere perché farebbe uscire dall'anonimato. Vero incubo dei nostri tempi.
Chi ha commesso un atto perseguibile dalla legge (e dalla propria stessa coscienza) ha diritto a svolgere il proprio lavoro e ad essere socialmente reinserito o no?
In Italia molti ergastolani lavorano in progetti teatrali e artistici. Basta ricordare lo straordinario lavoro del gruppo della Fortezza.
Se Cantat fosse un avvocato, un medico o un idraulico potrebbe svolgere il suo mestiere di nuovo. Se il suo mestiere è la musica, no.
Le ultime righe di B.B. fanno accapponare la pelle e svelano la questione di fondo: mi è antipatico ogni uomo che ha successo mentre io sono un ANONIMO. E di ogni persona che ha successo... (continuer)
F. Moroni 10/6/2019 - 12:06
"Le ultime righe di B.B. fanno accapponare la pelle e svelano la questione di fondo: mi è antipatico ogni uomo che ha successo mentre io sono un ANONIMO"
F. Moroni, io rispetto il suo punto di vista.
Non ho mai messo in discussione il fatto che Cantat possa e debba tornare al suo mestiere, alla musica. Quello che contesto è la sua sovraesposizione mediatica, la sua deliberata ricerca di nuovi allori, di nuova fama, di nuovo pubblico. Io semplicemente non credo che uno debba e possa farlo, se si è macchiato di un crimine orrendo come quello.
Ma io rispetto il suo punto di vista...
Lei invece non solo non ha nessuno rispetto del mio ma si è addirittura lanciato in un'interpretazione psicologica per cui il problema qui non è più l'assassino di donne che se ne vorrebbe tornare alla ribalta come se nulla fosse stato ma il sottoscritto, un anonimo frustrato che da sempre per invidia non vede... (continuer)
Io credo che a Cantat venga rimproverato il particolare crimine che ha commesso: quello di avere preso e massacrato di botte una donna inerme fino a ammazzarla, perdipiù colei che allora era la sua compagna. E che gli venga rimproverato senza possibilità di perdono (al di là della “pena” che gli è stata comminata dallo stato francese, e di quella che poi ha effettivamente scontato). Gli viene rimproverato ancora di più, perché monsieur Cantat, sarà bene ricordarlo, non era nemmeno un artista qualsiasi e non scriveva e cantava cose qualsiasi: facciamo un po' una specie di paragone di massima. E' come se un Fabrizio De André avesse ammazzato di cazzotti Dori Ghezzi o Brassens avesse preso la Püppchen per la collottola e le avesse fatto sbattere la testa su uno spigolo o su un mobile lasciandola secca. Non si perdona a Cantat, e lo si danna in aeternum e ancora in vita, perché non scriveva... (continuer)
Caro Riccardo, per prima cosa ti ringrazio per tuo "sproloquio".
Come sai, non amo molto il genere umano, ma non odio nessuno, nemmeno Cantat.
Volerlo vedere alle presse era un paradosso.
Per me può fare quello che vuole, il signor Cantat.
Se fossi in lui, io probabilmente mi sarei già suicidato, ma se lo spirito di autoconservazione me l'avesse impedito, sarei comunque semplicemente sparito, come dici che avresti fatto anche tu.
Tutto qua.
Il signor Cantat, che evidentemente ha un ego ben più enorme del mio - io che, secondo il Moroni sono solo un anonimo frustrato rancoroso e invidioso dell'altrui celebrità - lui ci ha messo un bel po' di tempo a capirlo, tanti anni quanto quelli che a Vilnius (non a Parigi) gli hanno comminato per aver massacrato la Trintignant, abbandonandola pure in agonia.
Ora sembra che abbia deciso di farsi un po' da parte e io spero che sia vero. Magari... (continuer)
Beh, BB, se mi parli di demoni, dimmi un po' chi non ne ha e a chi non fanno visita, anche senza aver commesso cose minimamente paragonabili a quella di Cantat. Fanno visita anche in una forma sottilmente subdola: quella di aver fatto del male senza essertene reso nemmeno conto, oppure di averlo fatto pure rendendotene conto ma obbedendo a quella particolare forma che si manifesta prima con l'autoassoluzione, e poi addirittura con la trasformazione in "vittima".
Come forse avrai notato, sebbene questa cosa di Cantat si ripresenti periodicamente su questo sito, non ero mai intervenuto prima ma non per menefreghismo. Perché è una cosa di cui avverto la complessità e la generalità. Non sto parlando per simboli, ma per l'intreccio di realtà che va sotto il nome di "genere umano".
Sì, è cosa complessa e di tutti.
E ho anche riconsiderato molte cose riflettendoci sopra, anche grazie al tuo "sproloquio".
Io però di demoni davvero non ne ho, non quelli dovuti al male che si è fatto ad altri, volontariamente o meno.
Anche per questo davvero non capisco i mostri come Cantat come fanno a non provare il desiderio di nascondersi nel più profondo della terra, il desiderio di morire (come nella canzone di Merle Haggard che ho appena contribuito), di sparire e, anzi, avvertono il bisogno di vivere ancora alla luce del sole e dei riflettori.
E' come se il loro voler vivere nella luce uccidesse ancora chi hanno ridotto per sempre ingiustamente nelle tenebre.
Se poi penso a Cantat, col suo fisico possente e quel collo taurino, che massacra la sua compagna e poi se ne va a dormire il sonno dell'ubriaco, lasciandola agonizzante, beh, devo dirti che un moto d'odio lo devo reprimere a forza.
Io invece, per concludere la cosa (almeno per quel che mi riguarda, cosciente di essermi intrufolato nel colorito scambio tra B.B. e F. Moroni...), vorrei raccontare una storia che ha a che fare con canzoni, anonimi, demoni e quant'altro. È un fatto realmente accaduto in Francia diversi anni fa. L'avevo raccontato sul mio blogghino giusto un anno fa, il 24 maggio 2018; riportarlo qui mi permette di inserire dei link e dei video più facilmente, così a mo' di completezza.
Joël
di R.V.
Quel che segue è di notevole lunghezza. Come sempre ho fatto e sempre farò, suggerisco a chi lo desiderasse leggere di farlo con calma e di prendersi il suo tempo.
Ecco, nonostante tutti gli sforzi per evitare di iniziare con “tutto comincia” eccetera, non ce l'ho fatta, maledizione.
1.
Tutto comincia nella tardissima serata del 6 giugno 1987, su una strada secondaria, in piena campagna, che mena al paese... (continuer)
Sai cosa mi dispiace molto, Riccardo? Di non aver trovato in Rete una foto di Joël Hipeau. Mi piacerebbe pensarlo vivo e invece mi vengono solo in mente quei tre grammi virgola sette d'ossa della sua mascella...
Per quel che riguarda invece Marie Trintignant, per fortuna tutti possiamo immaginarla, bella com'era, e a me piace ricordarla qui in una foto insieme ad un uomo che l'ha sicuramente amata molto e protetta:
Da segnalare che, caso pressoché unico data la contrapposizione tra punk e heavy metal, la canzone è stata ripresa nel 2000 dai Motörhead nel disco We Are Motörhead. Ma d'altra parte i Motörhead hanno sempre rifiutato l'etichetta di metal e hanno sempre definito la loro musica come rock'n'roll...
Lorenzo 9/6/2019 - 23:31
"Aaaaa che bei tempi!!!"
Bravo Andrea, che invidia che pogavi con i Clash! Ma proprio insieme a Joe Strummer o sotto al palco, insieme a tutti gli altri?
E dopo aver incessantemente distrutto, dal 1984 od oggi hai ricostruito anche qualcosa? E cosa?
Cito dall'introduzione: "... balzò immediatamente ai vertici delle classifiche di vendita dei singoli, anche se la BBC decise di retrocederla al secondo posto dietro una melensa ballata di Rod Stewart."
Premesso che è sempre difficile leggere le classifiche, perchè dipende dalle variabili che vengono adottate nel comporle, però, se leggo UK Charts Top Source, nel 1977 trovo gli ABBA al primo posto (inevitabile!), Rod Stewart al quarto (non con una "melensa ballata", ma con "First Cut Is The Deepest", cover di un brano di Cat Stevens di 10 anni prima), mentre i Sex Pistols si piazzano al 60° posto...
Non è che allora tutto ruotasse intorno al punk iconoclasta e alla protesta...
Ciao B.B. nella settimana dal 5 all'11 giugno (proprio 42 anni fa) God Save The Queen si piazzò seconda dopo Rod Stewart. The First Cut Is The Deepest, bella canzone di Cat Stevens, era il lato B del singolo mentre il lato A era I Don't Want To Talk About It che personalmente trovo abbastanza melensa e scontata.
Intanto Sid Vicious non c'è più, Johnny Rotten partecipa ai reality show, il punk è morto, dio è morto, l'unica che è sempre viva è la regina Elisabetta con i suoi improbabili vestiti...
Lusingato. La dedica mi lusinga, ma. Su Antonello il Venditti mi permetto di restare della mia opinione.
Quanti sono partiti bene e son finiti male? Tanti. Soprattutto chi ha attraversato un’epoca irripetibile.
Che non paia esagerato... Morirò disperato. “Cerco un centro di gravità permanente che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose sulla gente. Avrei bisogno di”, Franco Battiato.
sergio falcone 9/6/2019 - 22:34
"Quanti sono partiti bene e son finiti male? Tanti. Soprattutto chi ha attraversato un’epoca irripetibile."
Strofa 1
E' finita la cuccagna,
gl'imboscati fan partenza,
vanno a fare conoscenza
con il fronte che li aspetta già.
Or non più privilegiati
non più figli di papà.
Rit:
Addio, cuccagna addio
addio sogni beati.
La veglia degli imboscati
tutti pe 'l fronte
li farà partir.
2- Chi faceva lo scrivano,
l'attendente o l'infermiere,
chi il fornaio, chi l'usciere
per restare a fianco di mammà.
Oh la vita di trincea
molto bene a lor farà:
Rit:
Addio, cuccagna addio
addio sogni beati.
La veglia degli imboscati
tutti pe 'l fronte
li farà partir.
3- Quando è pronta la tradotta
che trasporta gli imboscati,
tutti afflitti e desolati
nei vagoni stanno a sospirar.
Mentre chi è già stato al fronte
sorridendo canterà:
Rit:
Addio, cuccagna addio
addio sogni beati.
La veglia degli imboscati
tutti pe 'l fronte
li farà partir.