Piu di mille studenti delle scuole di Sarajevo hanno reso omaggio il 10 maggio scorso ai 1601 bambini uccisi durante l'assedio della città, durato 1.425 giorni, cantando questa canzone.
El 19 de marzo de 1967 son capturados heridos en combate, el poeta revolucionario Otto René Castillo y Nora Paiz Cárcamo, ambos militantes de las Fuerzas Armadas Rebeldes. Fueron trasladados a la base militar de Zacapa, en donde fueron sometidos a crueles torturas, junto a otros trece campesinos que habían sido capturados. A Otto René un capitán del ejército con una hoja de afeitar le cortó los ojos, la boca, las mejillas, los brazos, y el cuello. Nora fue torturada y violada por los soldados. A los campesinos les quebraron las piernas. El 23 de marzo todos fueron quemados en la finca Quebrada Seca de la aldea Santiago en Gualan, Zacapa.
una canzone esiste perché qualcuno l'ha creata;
sicché, quando si cita una canzone, sarebbe DOVEROSO indicare gli autori, PRIMA degl'interpreti
purtroppo qui Franco e Mino Reitano NON sono citati, il che è brutto, grave, scorretto
giovanni 12/5/2019 - 16:46
Caro Giovanni, la paternità del brano è stata indicata più volte nei commenti, a partire dal 2009.
Ora gli autori sono indicati anche in testa.
Agli albori del sito si aveva meno rigore di oggi, ma si è cercato di rimediare nel tempo.
Ti faccio anche presente che questa è una "CCG primitiva", cioè contenuta in database pre-CCG che poi furono travasati nel nuovo sito a partire dal 2003, cioè più di 16 anni fa.
Il fatto che la canzone sia stata attribuita ai Camaleonti è solo per il fatto che la incisero per primi, nel 1968. La versione dell'autore è del 1971.
Prima di gridare "vergogna, vergogna", bisognerebbe calarsi un po' dentro alle storie e anche chiedersi "che contributo ho dato io in tutti questi anni?"...
Caro Riccardo, certo che nel rispondere a Francesco Grieco nel 2010 fosti proprio cattivo... Disse che leggeva sempre "Aane" Frank ma che non trascurava i compiti, quindi doveva essere un bimbetto, e tu me l'hai traumatizzato...
Ma perchè il video nè la canzone sono indisponibili? A seguito di quello scellerato intervento della madre di Giulio al Salone del Libro? Incomprensibile come non abbia colto l'affetto, la dolcezza,la poesia del testo di Vecchioni.....che sarebbe un pensionato???? Poeta da Nobel, altro che storie
Scrivere una canzone su una vicenda recente e su una persona vivente che la può ascoltare è sempre difficile. Vecchioni ha sicuramente dimostrato coraggio nell'osare mettersi nei panni della madre di Giulio, ma doveva pur tenere presente che l'interessata poteva non apprezzare o non riconoscersi in quelle parole. Oppure poteva avere l'accortezza chiedere l'approvazione prima. Per esempio credo che Guccini abbia fatto ascoltare ai genitori di Carlo Giuliani Piazza Alimonda (che non è neanche una canzone particolarmente riuscita, secondo me) prima di pubblicarla.
Oidhche Mhath Leibh (The Goodnight Song) - Mary Ann Kennedy & Anna Massie Live.
Nel video vengono cantate in gaelico tutte le strofe originali.
THE GOODNIGHT SONG (continuer)
envoyé par Krzysiek 10/5/2019 - 15:55
Intanto mi scuso un po'; ieri sera avevo un momento un po' così, di quelli che pigliano per vari motivi. Non ho nemmeno messo un po' di dati discografici; la versione degli Ossian viene dal loro primo album, intitolato Ossian, del 1977; quella di Alan Stivell è anteriore, viene da Chemins de Terre del 1973. Qua sotto una versione assolutamente felina:
Credo che l'autore del video la abbia dedicata a una sua gatta o gatto, Rainbow Bridge, che ha finito le sue sette vite e se n'è andato sulla Luna a tenere compagnia al mio (se nelle notti di Luna piena vedete una coda nera che penzola, sappiate che è la sua). La versione è eseguita dai Sòlastas, un trio che ha una discreta particolarità: sta a Atene e è formato da tre greci, la cantante Labrini Gioti (Λαμπρίνη Γιώτη) e gli strumentisti Giorgios Tsimbouxis (Γιώργος Τσιμπούξης) e Andonis Pandazis (Αντώνης Παντάζης). Sentire una greca che canta (benissimo) in gaelico scozzese è qualcosa di assolutamente gattesco. Auguro di nuovo a tutte e tutti buona notte e tanta felicità.
Non solo perchè sono un Bretonante Militante, ero certo non si potesse competere con la voce e l'arpa di Alan Stivell, raggiunte dal coro delle sorelle Elyane e Mireille Werneer e dall'organo di Pascal Stive...ma quando quattro anni dopo in Scozia, Billy Ross l'ha cantata con l'arpa di Billy Jackson, il violino di John Martin e il whistle di George Jackson mi sono arreso e ho capito che mai riuscirò a stabilire se sia più emozionante la versione di Stivell o quella degli Ossian...
Anch'io, Flavio, per dirti la verità conoscevo fino a non molto tempo fa (e da lungo tempo) solo la versione di Alan Stivell da Chemins de Terre; per dirti una curiosità personale, è sempre stata una delle mie "canzoni più canticchiate" perché ho fin da piccolo l'abitudine di canticchiare ovunque, mentre cammino, mentre sono sull'autobus, mentre sto in fila alla cassa del supermercato, mentre aspetto, in qualsiasi occasione. Poi ho scoperto la versione degli Ossian, e non mi riesce staccarmene, davvero.
E tu continua a canticchiare Oidhche anche alla fermata intermediaria dell'autobus che porta all'Apocalisse, io ti auguro di entrare in un supermercato dove gli autoparlanti ne inondino gli spazi, a me purtroppo non è mai successo....anzi mi viene in mente che a Carnac sono entrato dans un supermarché, che manco a dirlo si chiamava "I Menhir" e anche li imperversava l'hit americano di successo del momento: se, contro l'imbecillità dilagante e l'ignoranza smisurata, nulla possono neppure 3.000 misteriosi monoliti eretti 6.000 anni or sono....
PS.
con fiducia inalterata e smisurata aspetto sempre il cd di Carlo Ferrari, il Cremonese
Veramente ora, nei supermercati, imperversano le "radio interne", tipo Radio Esselunga o Radio Penny Market. La specialità: orrende "cover" di canzoni anni '60 e '70, l'altro giorno m'è successo di sentire un rifacimento del "Mondo" di Jimmy Fontana con batteria e una specie di mezzosoprano gorgheggiante. Quasi meglio gli "hit" americani (il "Cugino Hit" come lo chiamo io). In compenso, alle casse, ogni tanto qualcuno mi domanda cosa sto cantando con aria parecchio interrogativa...vabbé. Ma tu serba la tua fiducia: un giorno o l'altro riuscirò finalmente a mandarti quel CD. Un abbraccio.
Grazie per tutte queste notizie che mi sono giunte inaspettate, ma oltremodo gradite. Ho 80 anni, ricordo con angoscia i periodi neri della dittatura portoghese e spagnola. Ho potuto però vivere anche la gioia della liberazione. Grazie ancora
Paola Vezzolo 11/5/2019 - 18:18
Grazie a Lei, signora Paola, per questo commento semplice e bello, probabilmente ancor più bello proprio perché è semplice e dice tutto. Torni a trovarci, sarà sempre per noi un piacere.
Grazie Riccardo per la tua bella e doverosa traduzione di questa poesia imprescindibile.
Mi occorrono però delle precisazioni e correzioni.
Non c'è dubbio che parte della poesia di Hughes fosse proprio quella usata nella performance della Primus su musica di John Cage (1943). La cosa è confermata nelle note nel volume "Modern Dance, Negro Dance: Race in Motion", di Susan Manning (reperito su Google Libri). Però la poesia è del 1933, non del 1943, e la dedica è sicuramente da attribuire ai redattori di "The New Masses".
Hughes non incluse mai questa poesia in nessuna sua raccolta. Forse si trova solo in una raccolta di inediti che s'intitola come un'altra sua grande poesia politica, "Good Morning Revolution". So che anche questa è stata musicata e vado a contribuirla appena riesco.
La Primus si prese anche una licenza poetica – probabilmente perchè intendeva adattare la poesia alla causa dei diritti civili degli afroamericani: sostituì "revolution" con "freedom".
La poesia di Hughes è stata messa in musica anche dal grande Leonard Bernstein, in "Songfest - A Cycle Of American Poems For Six Singers And Orchestra" (1977)
Voda significa acqua in sloveno. In alcuni dialetti in zone vicine all'Italia, questa parola viene pronunciata esattamente come nella canzone dei Litfiba.
Luka 10/5/2019 - 15:33
Beh Luka, woda, voda, вода ecc. significa "acqua" in tutte le lingue slave, nessuna esclusa. E' parola, come si dice, "panslava" e anche pan-indoeuropea (imparentata da vicino con l'inglese water, con il latino unda "onda" e persino con l'ittita watar). Ignoro perché i Litfiba abbiano scelto la forma polacca.
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