Bez názvu (Chtěla bych jít sama)
d’après la version italienne trouvée sur I pensieri di Protagora
SENZA TITOLO (VORREI ANDARE SOLA)
d’une chanson tchèque – Bez názvu (Chtěla bych jít sama) – Alena Synková – 1942-45
Poème d'Alena Synková (1926-2008), journaliste, écrivain, scénariste et dramaturge tchèque, juive, née à Prague. En 1942, elle fut internée dans le ghetto de Terezín et en fut l'une des rares survivantes. Son poème a été mis en musique par plusieurs auteurs, dont le pianiste et compositeur Leonard J. Lehrman dans sa Suite #2 pour Quatuor à cordes : Souvenir, op. 197, composée en 2010.
SENZA TITOLO (VORREI ANDARE SOLA)
d’une chanson tchèque – Bez názvu (Chtěla bych jít sama) – Alena Synková – 1942-45
Poème d'Alena Synková (1926-2008), journaliste, écrivain, scénariste et dramaturge tchèque, juive, née à Prague. En 1942, elle fut internée dans le ghetto de Terezín et en fut l'une des rares survivantes. Son poème a été mis en musique par plusieurs auteurs, dont le pianiste et compositeur Leonard J. Lehrman dans sa Suite #2 pour Quatuor à cordes : Souvenir, op. 197, composée en 2010.
JE VOUDRAIS PARTIR SEULE
(Continues)
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2019/10/22 - 21:36
The Emperor in his War-Room
Taduzione italiana contribuita senza firma
L’IMPERATORE NELLA SUA SALA DI GUERRA
(Continues)
(Continues)
2019/10/22 - 15:15
Tammurriata nera
"Addò pastin' 'o grano, 'o grano cresce
riesce o nun riesce, semp'è grano chello ch'esce"
riesce o nun riesce, semp'è grano chello ch'esce"
può essere inteso in modo romantico ed antirazzista dove il grano rappresenta l'umanità (dove semini quel che ne esce è pur sempre grano indipendentemente dal colore) ma potrebbe, contestualizzandolo al periodo storico, avere un'interpretazione razzista, intendendo "dove si pianta il grano, il grano cresce" come un'esclusione della possibilità che nasca ad esempio "farro", quindi in questo caso si insinuerebbe che qualcuno non si sia limitato/a a piantare solo "grano" (facendosi fecondare da individui con il colore della pelle più simile alla propria) ma dalla germogliazione d'una piantina di "farro" si svela la scelta del cereale piantato (facendosi fecondare da un simile con la pelle scura e pure caratteristiche genetiche dominanti...).
Personalmente amo la prima visione ma non posso negare che contestualizzando la canzone con la conoscenza e l'approccio alla diversità diffusi a quell'epoca mi rimangano dei dubbi.
2019/10/22 - 09:53
Criminals
[1992]
Scritta da Jay Farrar (Uncle Tupelo, Son Volt, Gob Iron e parecchi lavori da solista)
Nell'album "March 16–20, 1992"
Siamo tutti criminali in attesa di giudizio e le catene della legge le hanno forgiate uomini che hanno comprato e venduto loro stessi e che ci vorrebbero più calmi e tranquilli, ai loro piedi...
"I want a kinder, gentler nation", fu uno degli slogan di Bush Senior nella campagna del 1988 che lo portò alla presidenza degli USA l'anno seguente...
Scritta da Jay Farrar (Uncle Tupelo, Son Volt, Gob Iron e parecchi lavori da solista)
Nell'album "March 16–20, 1992"
Siamo tutti criminali in attesa di giudizio e le catene della legge le hanno forgiate uomini che hanno comprato e venduto loro stessi e che ci vorrebbero più calmi e tranquilli, ai loro piedi...
"I want a kinder, gentler nation", fu uno degli slogan di Bush Senior nella campagna del 1988 che lo portò alla presidenza degli USA l'anno seguente...
We've got two kinds here:
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2019/10/21 - 21:46
Grindstone
[1992]
Scritta da Jay Farrar (Uncle Tupelo, Son Volt, Gob Iron e parecchi lavori da solista)
Nell'album "March 16–20, 1992"
No, grazie, alla routine. No, grazie al lavorare sodo (letteralmente, la mola). No al "Prendi posto al fondo della coda, figliolo". No all'orologio della distruzione appeso sopra la testa. No ad una vita trascorsa in una nuvola di fumo, come morti viventi. No alla repressione se appena osi alzare la testa, e quelle manette strette che fanno ancora più male se non hai fatto nulla...
Scritta da Jay Farrar (Uncle Tupelo, Son Volt, Gob Iron e parecchi lavori da solista)
Nell'album "March 16–20, 1992"
No, grazie, alla routine. No, grazie al lavorare sodo (letteralmente, la mola). No al "Prendi posto al fondo della coda, figliolo". No all'orologio della distruzione appeso sopra la testa. No ad una vita trascorsa in una nuvola di fumo, come morti viventi. No alla repressione se appena osi alzare la testa, e quelle manette strette che fanno ancora più male se non hai fatto nulla...
If you find yourself standing
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2019/10/21 - 21:26
Song Itineraries:
The War of Labour: Emigration, Immigration, Exploitation, Slavery
Whiskey Bottle
[1989]
Scritta da Jay Farrar, Jeff Tweedy e Mike Heidorn
Nell'album "No Depression", 1990.
Un'altra splendida e molto politica canzone dai signori dell'alternative country... Bastano due versi, "Liquor & Guns, the sign says quite plain / Somehow life goes on in a place so insane”, ed il sogno americano è definitivamente sepolto...
C'è anche una foto sgranata che ritrae i nostri all'uscita da uno di questi empori dell'American Dream...
Jeff Tweedy, genio assoluto, lo sguardo sempre intenso, nonostante sia invecchiato parecchio...
Scritta da Jay Farrar, Jeff Tweedy e Mike Heidorn
Nell'album "No Depression", 1990.
Un'altra splendida e molto politica canzone dai signori dell'alternative country... Bastano due versi, "Liquor & Guns, the sign says quite plain / Somehow life goes on in a place so insane”, ed il sogno americano è definitivamente sepolto...
C'è anche una foto sgranata che ritrae i nostri all'uscita da uno di questi empori dell'American Dream...
Jeff Tweedy, genio assoluto, lo sguardo sempre intenso, nonostante sia invecchiato parecchio...
Persuaded, paraded, inebriated, in doubt
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2019/10/21 - 21:00
Graveyard Shift
[1989]
Scritta da Jay Farrar, Jeff Tweedy e Mike Heidorn
Nell'album "No Depression", 1990.
Una canzone potente e bellissima, nel testo e nella musica, per questi pionieri assoluti del nuovo country, poi battezzato alternative country... "Graveyard Shift" credo si traduca come "turno di notte"...
Jeff Tweedy, a fuckin' genius!
Scritta da Jay Farrar, Jeff Tweedy e Mike Heidorn
Nell'album "No Depression", 1990.
Una canzone potente e bellissima, nel testo e nella musica, per questi pionieri assoluti del nuovo country, poi battezzato alternative country... "Graveyard Shift" credo si traduca come "turno di notte"...
Jeff Tweedy, a fuckin' genius!
Hometown, same town blues
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2019/10/21 - 20:30
Song Itineraries:
The War of Labour: Emigration, Immigration, Exploitation, Slavery
Is It Because I'm Black?
Versione dei Ramiccia con Begoña Bang-Matu dall'album Ramiccia meet Begoña
Dq82 2019/10/21 - 14:36
Go on Home British Soldiers
Tommy Skelly
(1972)
interpretata da The Wolfe Tones e da noi dalla Banda Bassotti
Canzone che "invita" l'esercito britannico a lasciare l'Irlanda del Nord, dopo gli eventi del 30 gennaio 1972, noti come Bloody Sunday
Qualcuno nel 2019 ne ha realizzata una versione dedicata alla resistenza curda in Rojava, versione rilanciata sui social dalla giovanile dello Sinn Féin
interpretata da The Wolfe Tones e da noi dalla Banda Bassotti
Canzone che "invita" l'esercito britannico a lasciare l'Irlanda del Nord, dopo gli eventi del 30 gennaio 1972, noti come Bloody Sunday
Qualcuno nel 2019 ne ha realizzata una versione dedicata alla resistenza curda in Rojava, versione rilanciata sui social dalla giovanile dello Sinn Féin
Go on home British soldiers, go on home.
(Continues)
(Continues)
Contributed by Lucone 2019/10/21 - 14:15
Song Itineraries:
Conflicts in Ireland
Santiago penando estás
Santiago penando está
Sarà un caso, ma c'è sempre qualcosa che inizia con Pin-, a Santiago: Pinochet, Piñera (anche se quest'ultimo ci ha la "tilde", speriamo gli vada diritta nel culo). Santiago di nuovo col coprifuoco e con l'esercito e i blindati per le strade. Quarantasei anni e non sentirli!
Sarà un caso, ma c'è sempre qualcosa che inizia con Pin-, a Santiago: Pinochet, Piñera (anche se quest'ultimo ci ha la "tilde", speriamo gli vada diritta nel culo). Santiago di nuovo col coprifuoco e con l'esercito e i blindati per le strade. Quarantasei anni e non sentirli!
Riccardo Venturi 2019/10/20 - 23:47
Macchinista
Anonymous
Andrea Breda, grazie per questo tuo ricordo, che trovo solo oggi, a due anni di distanza.
Anch'io feci qualche anno di colonia ad Arma di Taggia e, se il primo anno c'erano la monache, dal secondo c'erano le "monitrici", tutta un'altra musica!"
I primi turbamenti li conobbi lì, e la ragazzina che li condivise mi cercò poi - non so come - molti anni dopo... Si vede che anche a lei erano rimasti impressi...
La naja non l'ho fatta, e quindi non so se mi manchi, forse no...
Anch'io feci qualche anno di colonia ad Arma di Taggia e, se il primo anno c'erano la monache, dal secondo c'erano le "monitrici", tutta un'altra musica!"
I primi turbamenti li conobbi lì, e la ragazzina che li condivise mi cercò poi - non so come - molti anni dopo... Si vede che anche a lei erano rimasti impressi...
La naja non l'ho fatta, e quindi non so se mi manchi, forse no...
B.B. 2019/10/20 - 22:01
Nie patrz jak ja tańczę
Krzysiek, abbi pietà di me!
Cosa vuol dire questa song?
Cosa vuol dire questa song?
B.B. 2019/10/20 - 21:40
Der Baum
[1986]
Parole e musica di Konstantin Wecker
Album: Wieder dahoam
Parole e musica di Konstantin Wecker
Album: Wieder dahoam
Warum muaß a grad i in der vordersten Reih stehn? Hintn möcht i stehn, ganz weit hintn, so weit hintn, daß mi koaner sicht, mittendrin im Wald. Jetzt muaß i mir des ois mit oschaugn aus nächster Näh. Unbeweglich schaugns aus, und trotzdem schiabn sie sich unaufhaltsam vor mit ihre Schilder und Knüppeln, Traktoren und Kreissägen. - Manchmal werdns a bisserl aufghoitn von a paar, aber des San ja vui zwenig, und die in ihre Uniformen, die werdn immer mehrer. Wo´s die bloß oiwei auftreibn? Na ja, ma hat ja scho immer Armeen ankarren müassen, wenn ma was verteidigen wollt, an des ma selber scho gar nimmer glauben ko.
(Continues)
(Continues)
Contributed by hmmwv 2019/10/20 - 21:29
Song Itineraries:
War on Earth
Frieden im Land
[1977]
Parole e musica di Konstantin Wecker
Album: Genug ist nicht genug
Parole e musica di Konstantin Wecker
Album: Genug ist nicht genug
Das Land steht stolz im Feiertagsgewand.
(Continues)
(Continues)
Contributed by hmmwv 2019/10/20 - 21:21
Ach, du mein schauriges Vaterland
[1982]
Parole e musica di Konstantin Wecker
Album: Das macht mir Mut
Parole e musica di Konstantin Wecker
Album: Das macht mir Mut
Ach, du mein schauriges Vaterland,
(Continues)
(Continues)
Contributed by hmmwv 2019/10/20 - 21:00
Nur dafür laßt uns leben
[1982]
Parole e musica di Konstantin Wecker
Album: Wecker
Parole e musica di Konstantin Wecker
Album: Wecker
Daß dieser Mai nie ende!
(Continues)
(Continues)
Contributed by hmmwv 2019/10/20 - 20:55
Al di là dell’amore
(Settembre 2019)
Al di là dell’amore è un canto etico e poetico a tre voci che, partendo da una riflessione sociale, si interroga sulla sempiterna contesa fra ciò che pensiamo sia Bene e ciò che pensiamo sia Male.
La stessa struttura del testo è costruita come alternarsi di stati d’animo in attrito, seppur armoniosi. Il primo canto, quello delle strofe, è un disincanto, un ribollire di sarcasmo spazientito, amarezza e rimpianto. Un’invettiva d’impulso contro quella parte di umanità che sembra aver perso per strada i suoi connotati fondamentali. Il secondo, quello dei ritornelli, è la voce di una saggezza antica che invita alla riflessione, al prendere distanza senza distacco, a guardare le cose da una prospettiva più ampia, panoramica, un invito a lavorare anzitutto su se stessi piuttosto che limitarsi a scagliare ogni volta la prima pietra.
L’esortazione finale “difendimi... (Continues)
Al di là dell’amore è un canto etico e poetico a tre voci che, partendo da una riflessione sociale, si interroga sulla sempiterna contesa fra ciò che pensiamo sia Bene e ciò che pensiamo sia Male.
La stessa struttura del testo è costruita come alternarsi di stati d’animo in attrito, seppur armoniosi. Il primo canto, quello delle strofe, è un disincanto, un ribollire di sarcasmo spazientito, amarezza e rimpianto. Un’invettiva d’impulso contro quella parte di umanità che sembra aver perso per strada i suoi connotati fondamentali. Il secondo, quello dei ritornelli, è la voce di una saggezza antica che invita alla riflessione, al prendere distanza senza distacco, a guardare le cose da una prospettiva più ampia, panoramica, un invito a lavorare anzitutto su se stessi piuttosto che limitarsi a scagliare ogni volta la prima pietra.
L’esortazione finale “difendimi... (Continues)
Questi parlano come mangiano
(Continues)
(Continues)
2019/10/20 - 13:08
Song Itineraries:
The War of Labour: Emigration, Immigration, Exploitation, Slavery
Haberleri açma baba
A proposito di bambini, oggi 20 ottobre è un altro terribile anniversario:
Strage di Gorla
non so se esista qualche canto al riguardo questo che probabilmente è il più grosso crimine di guerra causato dai bombardamenti alleati sull'Italia e passerà nell'ignoranza e nell'ipocrisia generale, anzi andando addirittura a far visita di stato agli americani
Strage di Gorla
non so se esista qualche canto al riguardo questo che probabilmente è il più grosso crimine di guerra causato dai bombardamenti alleati sull'Italia e passerà nell'ignoranza e nell'ipocrisia generale, anzi andando addirittura a far visita di stato agli americani
Flavio Poltronieri 2019/10/20 - 10:27
Pocisk miłości
(1991)
Album: Pocisk miłości
Per quanto ho capito questo "proiettile d'amore" è del tutto in linea con la canzone in inglese dallo stesso album, Make Love Not War in the 90's
Album: Pocisk miłości
Per quanto ho capito questo "proiettile d'amore" è del tutto in linea con la canzone in inglese dallo stesso album, Make Love Not War in the 90's
Nadchodzi front, zbliża się
(Continues)
(Continues)
2019/10/20 - 09:46
Song Itineraries:
Make Love, Not War
Make Love Not War in the 90's
1991
Album Pocisk miłości
Album Pocisk miłości
This stupid world is like a cristall ball
(Continues)
(Continues)
2019/10/20 - 01:02
Song Itineraries:
Make Love, Not War
In a Free Land
[1982]
7" del 1982, agli esordi della band di Bob Mould, Greg Norton e Grant Hart (scomparso nel 2017)
Successivamente in una riedizione dell'album "Everything Falls Apart", 1983
7" del 1982, agli esordi della band di Bob Mould, Greg Norton e Grant Hart (scomparso nel 2017)
Successivamente in una riedizione dell'album "Everything Falls Apart", 1983
Government authorize education
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2019/10/20 - 00:46
In viaggio
L'ho ascoltata stasera dal vivo al Teatro Verdi con una bella introduzione. Ha cantato anche Povera patria cambiando i versi in "ma non vi danno un po' di dispiacere quei corpi IN MARE senza più calore?". Mi è sembrato molto significativo.
Lorenzo 2019/10/20 - 00:20
It Isn't Nice
"It Isn't Nice" è stata interpretata anche da Judy Collins, nel suo album del 1965 intitolato "Judy Collins' Fifth Album"
Quella che segue è invece la versione forse più famosa, quella di [[a1324|Barbara Dane] con i Chambers Brothers, 1966.
Quella che segue è invece la versione forse più famosa, quella di [[a1324|Barbara Dane] con i Chambers Brothers, 1966.
IT ISN’T NICE
(Continues)
(Continues)
Contributed by B.B. 2019/10/19 - 23:26
Michael, Andrew and James
[1965]
Scritta da Richard Fariña, musicalmente concepita come un'antica ballata inglese
Nel suo album intitolato " Celebrations for a Grey Day", con la moglie Mimi, sorella di Joan Baez
Con altre come Goodman and Schwerner and Chaney, Those Three Are On My Mind, In the Mississippi River e What's Goin' on Down There, ancora una canzone dedicata Michael Schwerner, Andrew Goodman e James Chaney.
James Chaney aveva 21 anni, era un afroamericano e veniva da Meridian, Mississippi.
Andrew Goodman, aveva 20 anni, era un bianco, ebreo, studiava antropologia a New York.
Anche Michael Schwerner veniva da New York. Pure lui era bianco ed ebreo. Aveva 24 anni.
I tre giovani facevano parte del Movimento per i diritti civili ed in particolare dell'organizzazione CORE (Congress of Racial Equality).
Nel giugno del 1964 si trovavano a Longdale, Mississippi, per fare un rapporto su uno dei tanti episodi... (Continues)
Scritta da Richard Fariña, musicalmente concepita come un'antica ballata inglese
Nel suo album intitolato " Celebrations for a Grey Day", con la moglie Mimi, sorella di Joan Baez
Con altre come Goodman and Schwerner and Chaney, Those Three Are On My Mind, In the Mississippi River e What's Goin' on Down There, ancora una canzone dedicata Michael Schwerner, Andrew Goodman e James Chaney.
James Chaney aveva 21 anni, era un afroamericano e veniva da Meridian, Mississippi.
Andrew Goodman, aveva 20 anni, era un bianco, ebreo, studiava antropologia a New York.
Anche Michael Schwerner veniva da New York. Pure lui era bianco ed ebreo. Aveva 24 anni.
I tre giovani facevano parte del Movimento per i diritti civili ed in particolare dell'organizzazione CORE (Congress of Racial Equality).
Nel giugno del 1964 si trovavano a Longdale, Mississippi, per fare un rapporto su uno dei tanti episodi... (Continues)
It's heard, the Klansmen galloping down
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2019/10/19 - 22:54
Song Itineraries:
Racism and Slavery in the USA
Jag hade en gång en båt
Da http://www.bludo.dk
Il sito della famiglia Richardt di Espergærde, pacifisti e ecologisti danesi
Il sito della famiglia Richardt di Espergærde, pacifisti e ecologisti danesi
JEG HAVDE ENGANG EN BÅD
(Continues)
(Continues)
2019/10/19 - 17:57
(Buon Tumore) Solvay
dal disco "Ballo Liscio Dal 1820 (Laura suda e si emoziona facilmente)" sulla Solvay di Rosignano e le Spiagge Bianche
Citata sul finale de La Ballata della Soda (Vai, vai..) delle De' Soda Sisters.
Citata sul finale de La Ballata della Soda (Vai, vai..) delle De' Soda Sisters.
Non c'è futuro per me (non c'è), buon tumore Solvay
(Continues)
(Continues)
2019/10/19 - 16:19
Song Itineraries:
War on Earth
Waiting For The Great Leap Forwards
Solo una precisazione su “The stakes are getting higher”.
Direi che il senso sia invece “La posta in gioco si fa sempre più alta” (The stakes are high è frase idiomatica), con un doppio senso che fa riferimento alle azioni societarie (stakes) e quindi alla Borsa, come sarà esplicitato ampiamente in un’altra delle molte versioni live, con il testo sempre aggiornato all’evoluzione degli eventi che richiama anche Occupy Wall Street
Direi che il senso sia invece “La posta in gioco si fa sempre più alta” (The stakes are high è frase idiomatica), con un doppio senso che fa riferimento alle azioni societarie (stakes) e quindi alla Borsa, come sarà esplicitato ampiamente in un’altra delle molte versioni live, con il testo sempre aggiornato all’evoluzione degli eventi che richiama anche Occupy Wall Street
Alberto 2019/10/19 - 10:42
Paname
(1988)
da Litfiba 3
Piero Pelù - voce
Antonio Aiazzi - tastiera
Ghigo Renzulli - chitarra
Gianni Maroccolo - basso
Ringo De Palma - batteria
Francesco Magnelli - magnellophoni
Chi sono i protagonisti di questa sfilata che percorre i viali della capitale francese?
Forse (riprendiamo un commento di Gianpaolo Papa su youtube) sono i clochard, i senzatetto parigini, che Pelù chiama anche "corteo di maschere", ovvero le maschere delle loro facce ormai sfigurate da anni di sofferenze. E proprio per questo bloccate in smorfie che sembrano sorrisi. Quando dice "è carnevale" non si riferisce veramente al carnevale, ma al fatto che i gruppi di senzatetto guardati nelle strade sono così sfigurati, ma allo stesso tempo coloratissimi da sembrare un carnevale. Un carnevale di persone che gridano vendetta e guerra ("et guerre" viene detto nella versione originale). La classe... (Continues)
da Litfiba 3
Piero Pelù - voce
Antonio Aiazzi - tastiera
Ghigo Renzulli - chitarra
Gianni Maroccolo - basso
Ringo De Palma - batteria
Francesco Magnelli - magnellophoni
Chi sono i protagonisti di questa sfilata che percorre i viali della capitale francese?
Forse (riprendiamo un commento di Gianpaolo Papa su youtube) sono i clochard, i senzatetto parigini, che Pelù chiama anche "corteo di maschere", ovvero le maschere delle loro facce ormai sfigurate da anni di sofferenze. E proprio per questo bloccate in smorfie che sembrano sorrisi. Quando dice "è carnevale" non si riferisce veramente al carnevale, ma al fatto che i gruppi di senzatetto guardati nelle strade sono così sfigurati, ma allo stesso tempo coloratissimi da sembrare un carnevale. Un carnevale di persone che gridano vendetta e guerra ("et guerre" viene detto nella versione originale). La classe... (Continues)
Oh, boulevards de Paris
(Continues)
(Continues)
Contributed by Lorenzo 2019/10/18 - 23:42
Война
О, Аллах, что за боль, что за напасть?!
(Continues)
(Continues)
2019/10/18 - 21:49
Song Itineraries:
Chechenian Wars
Picnic all’inferno
(2019)
“Da sempre sensibile alle tematiche dell’ambiente e del clima, Piero Pelù riprende in modo musicalmente inaspettato il discorso che Greta Thunberg fece nel dicembre 2018 a Katowice (Polonia) in occasione della COP24, elaborando un brano in cui la sua eclettica voce si incontra e si alterna con quella della giovane attivista svedese, in una sorta di “originalissimo duetto”. La potenza e il ritmo del rock, del blues e del gospel si fondono per creare un brano assolutamente innovativo, in cui il rocker conferma la sua eterna voglia di sperimentare e di allargare gli orizzonti della sua musica, senza mai perdere il suo marchio di fabbrica.”
Che dire... il brano non è esattamente memorabile, Piero, ma ti si vuol bene uguale.
“Da sempre sensibile alle tematiche dell’ambiente e del clima, Piero Pelù riprende in modo musicalmente inaspettato il discorso che Greta Thunberg fece nel dicembre 2018 a Katowice (Polonia) in occasione della COP24, elaborando un brano in cui la sua eclettica voce si incontra e si alterna con quella della giovane attivista svedese, in una sorta di “originalissimo duetto”. La potenza e il ritmo del rock, del blues e del gospel si fondono per creare un brano assolutamente innovativo, in cui il rocker conferma la sua eterna voglia di sperimentare e di allargare gli orizzonti della sua musica, senza mai perdere il suo marchio di fabbrica.”
Che dire... il brano non è esattamente memorabile, Piero, ma ti si vuol bene uguale.
My name is Greta Thunberg. I am 15 years old. And I am from Sweden.
(Continues)
(Continues)
Contributed by Lorenzo 2019/10/18 - 21:10
Song Itineraries:
War on Earth
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