Se ci penso a quante volte me la son fatta in treno, quella galleria, quella rovina della gioventù. Sebbene tu sia il piemontese e io il foresto, ho come il sospetto che Iselle e Briga, caro BB, li abbia visti parecchie volte più di te; e che ricordi mi vai a suscitare. Felice che ti sia un po' tornato lo sgurz.
Avevo 23 anni quando comprai il 45 giri di "State of the Nation" che ancora conservo gelosamente assieme ad altri 700. Quando si dice "non è mai troppo tardi"... Scopro solo ora il significato del testo: davvero un'autentica rarità per quel tempo, nel mondo del "pop"
paolo 2018/11/12 - 23:08
Non potrebbe essere una metafora su come giornalmente riceviamo rassicurazioni circa una societa' ormai compromessa?
Complete Italian translation by Riccardo Venturi
Traduction italienne intégrale de Riccardo Venturi
Täydellinen italiankielinen käännös: Riccardo Venturi
14-11-2018
Un tardivo intervento - buttato giù come viene - da NON addetto ai lavori (ho girato la Bretagna in bici, ma non me ne sono occupato "politicamente", peccato mortale).
Nella canzone di Servat non vedo particolari richiami alle "vandee". Non solo per ragioni geografiche (anche se la "Vandea militare" arrivò sicuramente fino a Nantes), ma proprio ideologiche.
Caso mai si richiama alla rivolta dei "Berretti rossi" che insorsero contro Luigi XIV, ossia contro la monarchia assoluta e per questo vennero duramente repressi (impiccati a centinaia, campanili abbattuti per rappresaglia...). Mi risulta che quando Servat la scrisse c'era in Bretagna una forte mobilitazione popolare (e contadina in particolare) per esempio contro la distruzione del bocage, una lotta a cui hanno fatto esplicito riferimento i resistenti di Notre Dame des Landes (contro la costruzione di un - devastante - nuovo aeroporto... (Continues)
Gianni Sartori 2018/11/12 - 17:00
Solidarietà bretone per i curdi del campo autogestito di Lavrio in Grecia
(Gianni Sartori)
Curdi e Bretoni: due popoli che in epoche diverse e con metodi talvolta simili, hanno lottato per difendere la propria dignità e libertà.
Si era parlato recentemente di militanti bretoni antifascisti andati a combattere con le YPG contro Isis. Meno noto invece l'impegno solidale e umanitario che la popolazione di Breizh ha indirizzato verso un campo di rifugiati greco dove migliaia di donne, uomini e bambini curdi hanno trovato asilo. Gran parte di loro proviene dal Nord della Siria, in fuga dalle persecuzioni di Isis e dagli attacchi dell'esercito turco e delle milizie sue alleate. Soprattutto dopo l'attacco contro Afrin - poi invasa - avviato da Ankara nel gennaio del 2018.
Recentemente – tra il 21 e il 30 ottobre 2018 - un convoglio stipato di medicinali e apparecchiature sanitarie ha raggiunto... (Continues)