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Before 2017-2-19

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Woodstock

Woodstock
piccola curiosità, anche se forse poco inerente: la prima strofa è stata cantata in diversi concerti dei Led Zeppelin durante il Medley di Dazed and Confused per omaggiare la controcultura degli anni '60 da cui il gruppo prendeva ispirazione. Nonostante con le sonorità dei Led Zeppelin la canzone risulti più e stravolga completamente sia l'armonia che la melodia cupa, in realtà la loro interpretazione riesce a rendere molto bene il senso e le emozioni che trasmette la versione originale.

Anemos 2017/2/19 - 23:25
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Himne galàctic

Himne galàctic
(2000)
Album: Visca la llibertat
amb Pascal Comelade
Habitant de terrestres confins,
(Continues)
2017/2/19 - 22:19
Song Itineraries: Anthems and Anti-Anthems
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Why? (Am I Treated So Bad)

Why? (Am I Treated So Bad)
[1965]
Parole e musica di Roebuck "Pops" Staples (1914–2000), il patriarca del gruppo
Nell'album intitolato “Why”

Una canzone dedicata ai cosiddetti Little Rock Nine, un gruppetto di nove studenti afroamericani che nel 1957 si iscrissero alla scuola superiore di Little Rock, Arkansas.

Il governatore segregazionista Orval E. Faubus mandò i soldati ad impedire l'ingresso ai nuovi alunni, ma il presidente Eisenhower mandò l'esercito federale a scortarli affinchè potessero entrare. Finalmente ammessi, i nove furono costretti a subire ogni sorta di violenze ed angherie inflitte loro dai compagni bianchi. Particolarmente accanite furono le ragazze, che arrivarono a gettare dell'acido in faccia a Melba Joy Pattillo, una dei nove.

Per un'introduzione più accurata alla vicenda dei Little Rock Nine rimando a State of Arkansas (My Name Is Terry Roberts) di Pete Seeger.
Why, am I treated so bad?
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2017/2/19 - 21:43
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Sins of the Father

Sins of the Father
Questa lunga, ossessiva, biblica, visionaria canzone, contenuta in Real Gone del 2004, contiene allusioni ai brogli elettorali di Jeb Bush, fratello di George W.
God said: don't give me your tin horn prayers
(Continues)
Contributed by Flavio Poltronieri 2017/2/19 - 20:51
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Chocolate City

Chocolate City
[1975]
Scritta da George Clinton, Bootsy Collins e Bernie Worrell
Title track dell'album del 1975
La voce nella parti recitate è quella di George Clinton
Testo ripreso da Genius

Le “Chocolate Cities” sono le città statunitensi a maggioranza nera. Quelle che George Clinton citava a metà degli anni 70 erano Washington, D.C., Newark, New Jersey, Gary, Indiana, Los Angeles, California, Atlanta, Georgia e New York City, New York.
I Parliament, alfieri del funk e del black pride, immaginavano il potere in mano agli afroamericani ed un governo con Muhammad Ali presidente, Aretha Franklin first lady e Stevie Wonder ministro della cultura..
Uh, what's happening CC?
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2017/2/19 - 18:22
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Blues for Martin Luther King

Blues for Martin Luther King
[1968]
Il pianista e cantante di Chicago Otis Spann scrisse questo struggente blues all'indomani dell'assassinio di MLK
Il brano si trova in alcune raccolte, a partire da “Rare Gems” del 1977.

Otis Spann è stato uno dei più grandi pianisti blues di sempre ma nel 1970, quando se lo portò via prematuramente un cancro al fegato, venne sepolto in una tomba anonima... Ci vollero 30 anni e una colletta tra i suoi estimatori prima che il bluesman ricevesse una lapide. Fu inaugurata nel 1999 e recita: “Otis played the deepest blues we ever heard – He'll play forever in our hearts” (en.wikipedia)
Oh, did you hear the news
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2017/2/19 - 17:54
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Ramblin' Round

Ramblin' Round
[1941]
Parole di Woody Guthrie
Sulla melodia di "Goodnight, Irene" incisa da Leadbelly nel 1933.
Il brano si trova in parecchie raccolte, a partire da “Columbia River Ballads” (o “Columbia River Collection”)
Interpretata anche da Bob Dylan, Odetta e Barbara Dane.
Testo trovato su woodyguthrie.org
Ramblin' around your city,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2017/2/19 - 17:25
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We're a Winner

We're a Winner
[1967]
Parole di Curtis Mayfield
Musica di Curtis Mayfield e Johnny Pate
Singolo del 1967, poi title track di un album del 1968.

Il testo di questo inno fondamentale del black pride si trova in Rete riportato da un mucchio di siti di lyrics e immancabilmente con svariati strafalcioni... Sono dovuto andare sul numero del 15 febbraio 1968 della rivista musicale “Jet” (su Google Books) per trovare il testo corretto...
We're a winner
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2017/2/19 - 15:38
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Carbone

Carbone
Poesia di Erri De Luca dalla raccolta "Solo Andata" (2005)

Musicata da Ilaria Bocchino, pubblicata dai Secondamarea nel disco Canzoni a Carburo (2009)
Raschiato con l’esplosivo e il ferro
(Continues)
Contributed by dq82 2017/2/19 - 14:47
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Where's the Revolution

Where's the Revolution
[2017]
Scritta da Martin Lee Gore
Primo singolo estratto dall'album “Spirit”, di prossima uscita
You've been kept down
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2017/2/19 - 14:12
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Il vecchio e il bambino

Il vecchio e il bambino
Un vecchio e un bambino si preser per mano...

PIACENZA. Alcuni hanno quasi un secolo, altri soltanto tre anni. Sono l'inizio e l'autunno della vita. A Piacenza c'è un asilo dove gli estremi si incontrano e vecchi e bambini "crescono" insieme. Dove la lentezza è un dono. C'è Fiorella che ha 87 anni e Stefano e Carlo che vanno al nido. Lei spinge il deambulatore e loro la precedono. "Guardate - ride Fiorella - ho tanti cavalieri, non sembro una regina?". Poi tutti a sporcarsi di farina e a impastare torte. Divertendosi non poco. Mano nella mano. Perché i più anziani e i più piccoli hanno lo stesso passo, si sa, e basta uno sguardo per essere complici e diventare amici.

Aurora, 36 mesi, taglia pezzetti di mela e Maria, 90 anni, che è mamma, nonna e bisnonna e da giovane faceva la "bottonaia", mescola farina e zucchero, mentre Franco, classe 1933, legge le fiabe a Noemi, e Olga, nata nel 1927,... (Continues)
daniela -k.d.- 2017/2/19 - 13:21
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Cease the Bombing

Cease the Bombing
[1969]
Scritta da Earl Neal Creque (1940–2000), organista e compositore jazz afroamericano
Nell'album del chitarrista Grant Green intitolato “Carryin' On”, pubblicato nel 1970, con Jimmy Lewis (basso), Idris Muhammad (batteria), Earl Neal Creque e Clarence Palmer (piano elettrico), Claude Bartee (sax tenore) e Willie Bivens (vibrafono).
[strumentale]
Contributed by Bernart Bartleby 2017/2/19 - 11:35
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The Selma March

The Selma March
[1965]
Scritta dal grande chitarrista jazz afroamericano Grant Green, prematuramente scomparso nel 1979 per un attacco cardiaco
Nel disco intitolato “His Majesty King Funk”, con Harold Vick (sax tenore), Larry Young (organo), Ben Dixon (batteria), Candido Camero (bongo, conga).

Come March on Selma di Blue Mitchell, un altro tributo di una grande maestro del jazz alle marce da Selma a Montgomery del 1965, punto di svolta nella lotta degli afroamericani per il riconoscimento dei diritti civili e la fine del segregazionismo.

[strumentale]
Contributed by Bernart Bartleby 2017/2/19 - 11:21
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Песенка о бумажном солдатике

Песенка о бумажном солдатике
Μετέφρασε στα Ελληνικά ο Δημήτρης Ζορμπαλάς
Greek translation by Dimitris Zorbalas
ΤΟ ΤΡΑΓΟΥΔΑΚΙ ΓΙΑ ΤΟΝ ΧΑΡΤΙΝΟ ΣΤΡΑΤΙΩΤΗ
(Continues)
Contributed by Ζορμπαλάς Δημήτρης / Zormpalas Dimitris 2017/2/19 - 10:16
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Oliver Cromwell

Oliver Cromwell
[1969]
Parole di John Cleese
Sulle note di "Polonaise héroïque" Polonez As-dur op. 53 di Fryderyk Chopin
Da http://www.montypython.net/scripts/oli...

"Oliver Cromwell"" is a song released by Monty Python in 1989, and featured in their 1991 album Monty Python Sings. John Cleese, who wrote the lyric, originally debuted the song on February 2, 1969 in the radio show I'm Sorry, I'll Read That Again, where it was introduced as "The Ballad of Oliver Cromwell". It is sung to Frédéric Chopin's Heroic Polonaise, and documents the career of British statesman Oliver Cromwell, from his service as Member of Parliament (MP) for Huntingdon to his installation as Lord Protector of the Commonwealth of England. The main lyrics are performed by John Cleese, accompanied by a small chorus comprising Eric Idle and other singers.

"Oliver Cromwell" is sung to the first ("A") section of the Polonaise, including... (Continues)
Spoken: THE MOST INTERESTING THING ABOUT
(Continues)
Contributed by Krzysiek :) 2017/2/19 - 08:34
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March on Selma

March on Selma
[1965]
Brano composto dal trombettista afroamericano Richard Allen "Blue" Mitchell (1930-1979)
Nel suo album intitolato “Down with It!”, con una band composta da Gene Taylor (contrabbasso), Aloysius Foster (batteria), Chick Corea (pianoforte) e Junior Cook (sax tenore).

Un pezzo di “hard bop” che celebra le tre (anzi, quattro) marce di revindicazione per i diritti civili che nel marzo del 1965 partirono da Selma in Alabama, con l'obiettivo di raggiungere Montgomery, la capitale dello Stato.

Una prima marcia pacifica per i diritti civili fu organizzata il 26 febbraio 1965 nella vicina Marion, e si concluse con la morte di Jimmie Lee Jackson, un attivista nero che fu ucciso da un colpo sparato da un poliziotto - tal James Bonard Fowler che è stato condannato (simbolicamente) per quel delitto soltanto nel 2010 (all’età di 77 anni).
Una seconda marcia fu organizzata per il 7 marzo sul percorso... (Continues)
[strumentale]
Contributed by Bernart Bartleby 2017/2/17 - 23:04
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The Freedom Rider

The Freedom Rider
[1961]
Brano composto dal batterista e bandleader afroamericano Arthur "Art" Blakey (1919-1990)
Dà il titolo al suo album con la band de The Jazz Messengers, pubblicato nel 1964 (Blue Note)
Del gruppo facevano parte Wayne Shorter (sax tenore), Lee Morgan (tromba), Bobby Timmons (pianoforte) e Jymie Merritt (contrabbasso)

“The Freedom Rider” è un brano per sola batteria che celebra il convoglio del CORE (Congress of Racial Equality) che nel 1961 attraversò Virginia, Carolinas, Georgia, Alabama, Mississippi e Louisiana per denunciare che la segregazione razziale, bandita dalla Corte Suprema degli USA, continuava a persistere. Nonostante i continui, violentissimi attacchi armati da parte di segregazionisti e membri del KKK, i Freedom Riders portarono a termine con successo il loro viaggio a New Orleans.
[Strumentale]
Contributed by Bernart Bartleby 2017/2/17 - 21:46
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Oh Mary, Don't You Weep

Oh Mary, Don't You Weep
Aretha Franklin performes "Mary Don't You Weep" at New Temple Missionary Baptist Church, Los Angeles, January 14, 1972.

Bernart Bartleby 2017/2/17 - 21:25
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Hymn to Freedom

Hymn to Freedom
[1962]
Capolavoro del grande pianista jazz Oscar Emmanuel Peterson, detto semplicemente O.P., canadese ma figlio di genitori immigrati dai Caraibi.
Nel suo disco intitolato “Night Train”, pubblicato nel 1963, con Ray Brown al contrabbasso e Edmund Thigpen alla batteria.
“Hymn To Freedom” è il brano che chiude l'album.

Un inno alla libertà di una chiarezza e semplicità sconvolgenti, nonostante il virtuosismo della scrittura e dell'esecuzione.
Sulla copertina, realizzata dal fotografo Pete Turner, la motrice di un treno in corsa, un'immagine da sempre così importante ed evocativa per tutti quelli – come i neri d'America - allora come oggi in cerca del cambiamento e della libertà.
[Strumentale]
Contributed by Bernart Bartleby 2017/2/17 - 20:57
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Madame Hermann

Madame Hermann
Ce titre paru initialement sur l'album LE MARGINAL en 2008 (Midi 52 / Socadisc distribution) évoque la seconde guerre mondiale à travers les yeux d'une femme juive, avec cette idée que l'histoire peut se répéter pour le pire. Ce titre fut repris par Monique Hottier sur le disque ELLES ET EUX CHANTENT JANN HALEXANDER en 2015.
J'ai vu ce que je n'voulais pas voir
(Continues)
Contributed by Jeff Bonnenfant 2017/2/17 - 01:25
Song Itineraries: Extermination camps
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Papa et les singes fous

Papa et les singes fous
L'artiste évoque dans ce titre son enfance au Gabon, lors de la guerre civile larvée au Gabon, englué dans des émeutes pour la démocratie et contre la dictature d'Omar Bongo. La démocratie fut officialisée en 1991. Depuis août dernier et des élections sanglantes, les observateurs internationaux ont noté un brusque retour en arrière.
Souviens-toi Papa
(Continues)
Contributed by Jeff Bonnenfant 2017/2/17 - 01:19
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The Black Liberation Movement Suite

The Black Liberation Movement Suite
[1970]
Composizione jazz in nove movimenti scritta da Calvin “Cal” Massey (1928-1972), trombettista e compositore afroamericano

1 - Prayer (4:01)
2 - (Hey God-damn-it) Things Have Got to Change (7:10)
3 - Man at Peace in Algiers (for Eldridge Cleaver) (5:12)
4 - The Black Saint (for Malcolm X) (3:56)
5 - The Peaceful Warrior (for Martin Luther King, Jr.) (5:31)
6 - The Damned Don’t Cry (for Huey P. Newton) (4:50)
7 - Reminiscing About Dear John (for John Coltrane) (2:14)
8 - Babylon (2:00)
9 - Back to Africa (for Marcus Garvey) (6:21)

Cal Massey è oggi sconosciuto ai più, anche perchè morì giovane – un infarto, a 43 anni – nel pieno della sua migliore stagione artistica. Inoltre – com'è chiaro da questa sua composizione – fu molto vicino ai movimenti radicali e in particolare alle Black Panthers e per questo fu blacklisted (anzi, “whitelisted”) dal mondo della produzione musicale,... (Continues)
[Strumentale]
Contributed by Bernart Bartleby 2017/2/16 - 22:41
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The End of Silence

The End of Silence
[1969]
Parole e musica di Elaine Brown, l'unica donna ai vertici del Black Panthers Party tra il 1974 ed il 1977.
Nell'album “Seize The Time - Black Panther Party”, composto dalla Brown su richiesta del Movimento. Con The Pan-Afrikan Peoples Arkestra diretta da Horace Tapscott.

Non è certo una CCG questa, che il BPP aveva dichiarato guerra allo Stato razzista e alla sua polizia, ma è una canzone di resistenza: “Tutto questo silenzio finirà, non ci resta che prendere le armi e comportarci da uomini”. Allora era un'opzione che che divenne legittima per molti afroamericani, soprattutto dopo l'assassinio il 4 aprile del 1968 di Martin Luther King, emblema dell'altra via, quella non violenta.

Elaine Brown – abbandonata dal padre in tenera infanzia e cresciuta con grande fatica e dignità dalla madre - fu una dirigente delle Black Panthers, prima una sorta di ministro della cultura, poi la referente... (Continues)
Have you ever stood
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2017/2/16 - 20:53
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Richard and Linda Thompson: The Great Valerio

Richard and Linda Thompson: The Great Valerio
Interpretata da Madou [2005]
Musica: Richard Thompson, 1974
Album: Madou / Madouce
Comprende una traduzione italiana





La segnalazione di Flavio Poltronieri sull'esistenza della versione di Madou non solo mi ha fatto un enorme piacere, ma non è rimasta neppure inascoltata. Il testo di Jan Devos, in lingua neerlandese, è stato interpretato da Madou nell'album Madou/Madouce del 2005 e dev'essere senz'altro organico ad un album dove, sulle copertine recto/verso, si vede una ragazza che cade da una finestra in due modalità differenti. Flavio parlava di suggestioni nelle quali non si è mai soli: debbo dargli ragione. Il testo neerlandese di Jan Devos, pur cantato sulla musica di The Great Valerio, non è propriamente una "traduzione": è una canzone autonoma, ed è, soprattutto, la storia esatta, la descrizione della caduta mortale di Karl Wallenda. A tale riguardo mi è sembrato opportuno accompagnare il testo con una traduzione italiana. [RV]
VALERIO / WALLENDA
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2017/2/16 - 17:37
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1947

1947
LA STORIA INTORNO ALLE FOIBE
di Nicoletta Bourbaki, Gruppo di lavoro sul revisionismo storiografico
Internazionale, 10 febbraio 2017

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Loška Dolina, Slovenia meridionale, il 31 luglio 1942. Soldati italiani fucilano Franc Žnidaršič, Janez Kranjc, Franc Škerbec, Feliks Žnidaršič ed Edvard Škerbec, cinque abitanti del villaggio di Dane presi in ostaggio qualche giorno prima. Nell’Italia degli ultimi anni, un’interpretazione frettolosa e “capovolta” di questa foto ne ha innescato la proliferazione virale in rete e sui giornali, sino a farne l’illustrazione per eccellenza di articoli sulle foibe e le vittime italiane della “violenza slava”.
CCG/AWS Staff 2017/2/16 - 13:28
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The Fires of Napalm

The Fires of Napalm
Dal volume: Veleno di piombo sul muro, Le canzoni del Black Power, Editori Laterza, Tempi nuovi 30, ottobre 1969, pp.207 / 209. Così Alessandro Portelli introduceva la canzone: "Un'altra eccellente canzone sulla guerra in Vietnam. È interessante il riferimento agli indiani d'America: esistono alcune correnti nel movimento negro che tendono a rivalutare anche l'eredità indiana e a ricollegarvisi come a quella di popolo di colore che per primo fu padrone dell'America. Da Everybody's Got a Right to Live cit.; trascritta per "Broadside" da Barbara Dane." (p. 205) Nel volume, l'autore è presentato come "Jim" Collier (non "Jimmy"); la notazione sugli Indiani sembra far credere al fatto che Collier fosse figlio di una indiana Choctaw. [RV]
LE FIAMME DEL NAPALM
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2017/2/16 - 12:27




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