Ciao Riccardo ti do del tu anche se non credo ci conosciamo (eppure vissi a Firenze in un periodo in cui anche tu ci fosti). Era da un anno circa che non consultavo più il tuo sito persa dietro a revisioni generali ed altro..
Il mio approccio ai canti tradizionali non è da linguista, ma da semplice amatrice (o amante fai te)anche se alla lunga si finisce per imparare un po' di cose, entrare in una traduzione del testo è come entrare nella testa di un'altra cultura e quando questo è antico, come spesso accada per le ballate o i canti tradizionali della Scozia, la sfida è ancora più appassionante. Più studio e più mi rendo conto che le cose non sono cambiate molto dal Medioevo giusto la pelle ma nel profondo siamo sempre a ripetere la stessa storia.
Il mio parere te lo do volentieri, lusingata di essere chiamata in merito..
Prendila così tra di noi, ma io mi sono fatta un'idea dei vari... (Continues)
cattia salto 2016/8/14 - 22:34
Carissima Cattia, mi sembra che parlando dei Tannahill Weavers e di un concerto in Santa Croce nel 1982 era già saltato fuori da qualche parte che c'eravamo tutti e due, e che quindi, magari, ci siamo “incrociati” senza conoscerci. Che dirti; io allora ero un ragazzo di 19 anni, altissimo, che girava con un registratore a pile per concerti più che improbabili. Mi fa davvero piacere che tu sia tornata “da queste parti” (intendo il sito), anche se vorrei specificarti che il sito non è “mio”: io sono soltanto una specie di amministratore che continua a farci dentro, come del resto in tutta la sua vita, cose perlopiù improbabili. Sulla mia tomba scriveranno, penso, “qui giace un improbabile”. Io, invece, le tue cose sulle Terre Celtiche continuo a seguirle e a leggerle e rileggerle, e non mi sembra affatto che il tuo approccio sia da semplice amante (o amatrice, o amatora). Le tue considerazioni... (Continues)
Scusa ti leggo solo oggi, mi sembra di essere come Dante con l'uovo (ma io mi ricordavo fosse una querelle tra Leonardo e Michelangelo) del genere uno ti chiede "come ti piace mangiare l'uovo?" e l'altro dopo un anno a rincontrarsi risponde "con il sale". beh all'epoca io ne avevo 22, ma della serata non ricordo più niente evidentemente avevo bevuto molto più di te!!
Ho approfondito ulteriormente la figura del capo indiano citato in Shenandoah..
henandoah, è il nome del capo indiano degli Oneida, che morì centenario nel 1816.
“Oskanondonha, known as Skenandoah, the Oneida War Chief also known as “the Deer” was born, according to tradition, to the Susquehannock and was adopted into the Wolf Clan of the Oneida. He eventually became the War Chief, a position chosen on the basis of merit and ability, not heredity. “(tratto da https://nativeheritageproject.com/2012...)
Ho rispolverato il tomo sugli Indiani d’America e cercato la tribù Oneida nella mappa: era stanziata nelle Pianure del san Lorenzo (nel territorio coincidente con l’attuale stato di New York) insieme ad una serie di tribù alleate e accomunate dalla lingua, ovvero la Confederazione Irochese o Lega degli Irochesi (il Popolo dalla Casa Lunga), gente tutto sommato pacifica, dedita alla pesca... (Continues)
Il brano è diventato subito popolare tra i marinai americani come capstan shanty e nel 1882 fu pubblicato per la prima volta lo spartito dalla rivista Harper’s Magazine, in un articolo intitolato “Le canzoni dei marinai”. Come shanty il racconto del capo indiano e del rapimento della figlia viene perduto, ed è qui che molto probabilmente si aggiunge la strofa con il nome della bella Sally, così tutto il canto diventa un po’ una nostalgica dichiarazione d’amore.
À l’avènement d’Hitler, Lommer – comme une partie des intellectuels et des artistes – s’inscrivit au parti nazi et pendant des années, il travailla au théâtre en gardant un profil très bas. Mais à l’éclatement de la guerre, les choses changèrent et Lommer manifesta ouvertement son désaccord au travers de textes satiriques comme « Das Tausendjährige Reich » (« Le Reich millénaire »). Recherché par la Gestapo, en 1944, il fut contraint de disparaître de la circulation, caché dans la maison d’un ami jusqu’à la fin de la guerre.
Dans cette chanson – intitulée des « Considérations nurembergeoises » – Lommer parle du célèbre procès (1945-46) qui aurait dû « dénazifier » radicalement l’Allemagne et qui se réduisit par contre à un événement de propagande au cours duquel, entre les dénégations des prévenus, leurs « je ne sais pas »,... (Continues)