E voi continuate a credere che sono stati quelli famigerati sanguinari fascisti ucraini. Beati voi. Certo, dal vostro punto di vista meglio stare con PutinZar. E' se fosse una delle meglio riuscite provocazioni russe degli ultimi anni?
Ricordate chi ha cominciato questa rissa e chi veniva protetto dalla polizia filorussa. O tacete trombe belleciauesche.
Dicit
Qui nessuno sta dalla parte di PutinZar, caro Krzysiek, soltanto sappiamo chiamare il nazifascismo con il suo nome quando agisce da nazifascismo usando i simboli del nazifascismo. Punto.
Sorry to bother you with an issue like this: my Finnish translation above is written in Karelian dialect that was spoken on the Karelian Isthmus lost to the Soviet Union in World War II an is still being spoken in the southeast of Finland, but it's categorized under Careliano / Karelian which is not a dialect but a Finnic language spoken in the Republic of Karelia in the nortwest of Russia. So Karelian is a language and the Karelian dialect a regional variety of Finnish.
Scusa dq82, scusate perfidi Admins, se dico la mia sempre rompendo piuttosto il cazzo...
Non faccio solitamente le pulci se si tratta di una CCG qualunque ma qui si tratta di una canzone in Yiddish che parla della Shoah...
Quindi ritengo che a commento introduttivo non basti copiare e incollare di sana pianta il contenuto della scheda presente su Music and Holocaust, e senza nemmeno citare la fonte, ma sia necessario sbattersi un po' e metterci del proprio, magari anche a partire dalla nostra lingua, non per campanilismo ma per una questione di originalità e d'impegno.
Scusate, ma le pagine così partorite mi sanno di abuso, sono poco comprensibili e, in definitiva, mi fanno cagare.
Siccome non è la prima volta che lo faccio notare, spero che non si debba più ripetere in futuro, per rispetto di chi certi commenti li ha creati ben prima di noi (e sicuramente con maggiore competenza) e per mantenere quel livello di originalità, onestà e impegno che da sempre contraddistingue le CCG.
Aggiungo: per una questione di originalità e d'impegno e anche di rispetto della memoria di quei milioni di martiri che io sento ancora oggi urlare la loro sofferenza e la loro rabbia ogni volta che scopro una canzone del genere.
Vedi B.B. io ho sempre considerato e considero i contributi come delle pagine in divenire, aperte al contributo di tutti. Si da il caso che abbia scoperto il disco dei Klezroym e che stia pian piano inserendo i testi che mancano, che tra l'altro si trovano solo in caratteri latini e che quindi hanno bisogno della revisione di Riccardo. Una volta finito il lavoro farò un common con le fonti e il commento all'intero disco e le singole canzoni. L'urgenza di inserirle così era di risparmiare un po' di lavoro sporco a Riccardo. Tra l'altro in questo momento ho anche un accesso molto limitato alla rete.
Quindi addirittura parlare di mancanza di rispetto nei confronti dei morti mi sembra assolutamente fuori luogo.
Caro Dq82, la prima parte della tua risposta non è pertinente.
Non parlavo certo del testo. Tutti dipendiamo da Riccardo nella sistemazione delle pagine in Yiddish, Ebraico e non solo.
Mi riferivo, com'è chiaro, a ciò che accompagna eventualmente il testo, e che deve necessariamente accompagnare il testo nel caso di brani come questi. A mio avviso, non te la cavi con un copia incolla e senza nemmeno citare la fonte. Per me questo è un abuso bello e buono ed una mancanza di onestà e d'impegno. E lo è a maggior ragioni per brani come questi. Non un commento originale, non un minimo di apparato iconografico, non una serie di link di approfondimento, non qualche intuizione particolare: copy&past brutale, e nient'altro.
Dici che esagero ad invocare il rispetto dei morti? Io non credo, ma dipende dai punti di vista. Ricordo di una volta che trovai una canzone in Yiddish, Riccardo sistemò... (Continues)
Traduzione italiana trovata qui. Credo si tratti di quella di Giuliano Baioni e Roberto Fertonani per “Goethe – Cento poesie”, a cura di Siegfred Unseld, Einaudi.
Caro BB, il più lo hai fatto tu fornendo il link a Jewish Music and Modernity di Ph. Bohlman, col testo originale in caratteri ebraici che, stavolta, mi sono limitato a ricopiare. Che cosa ne è apparso? Due cose. La prima è che è redatto in un'ortografia (ebraica) diversa da quella standard, e più vicina all'ebraico biblico. Quando lo yiddish era veramente una lingua viva e diffusa nell'Europa orientale, aveva non soltanto le sue differenze dialettali (lo yiddish polacco era molto diverso da quello russo, ad esempio), ma non aveva nessuna ortografia standardizzata. Quella è venuta dopo, nel dopoguerra, quando lo yiddish è stato sterminato in Europa e ha dovuto emigrare negli Stati Uniti (e in Israele). La seconda, è che Ullmann, nella sua elaborazione, ha eliminato una strofa (la seconda), che qui ho ripristinato perché è quella da cui veramente appare la disperazione dell'esule in una terra... (Continues)
Riccardo Venturi 2016/7/27 - 10:13
Grazie Riccardo, una volta ancora!
Hai ragione sull'attribuzione, solo che di David Einhorn non ho trovato quasi nessuna notizia e così... Come vedi, per quanto riguarda Gideon Klein, ho attribuito le sue composizioni sempre agli autori dei testi.
Dopo magari voglio vedere se trovo qualche notizia su David Einhorn cercando in (eventuali) siti in yiddish. Qualcosa di "mitico" lo ha persino nel suo nome: significherebbe "David Unicorno". Saluti!
Qualche cosa su David Einhorn si comincia a trovare. Nell'immagine, la copertina dei suoi Gezamelte shriften (Raccolta di scritti), 1° volume (erster band). Si deve trattare di ricordi di gioventù, dato che il volume si intitola Shtile yugent, vale a dire "Gioventù tranquilla", o "serena". Da notare che nell'illustrazione ci sono palesemente due betulle che stormiscono al vento.
Secondo Kedem Auctions (in lingua ebraica) si tratta di un libro raro pubblicato attorno al 1920 e che raccoglie le poesie e le canzoni scritte tra il 1905 e il 1912.
Io l'avevo lasciata in sospeso in attesa di un intervento del buon Riccardo.
Dq82 2016/7/27 - 11:58
Va tutto bene, però magari ricordati (ricordatevi) di togliere lo stile "direction:rtl" se mettete un testo in trascrizione, sennò viene il testo in caratteri latini allineato a destra.... (saluti dal buon Riccardo)
Trascrizione del testo in caratteri latini. Romanized Yiddish lyrics
Nota sulla trascrizione. Avendo ripristinato il testo in caratteri ebraici, si è posto il problema se mantenere o meno la trascrizione con cui questa pagina è stata aperta. Tale trascrizione sembra mostrare caratteri dialettali o locali (ad es. fin per fun, e la chiusura in “u” di molte “o” (ungefangen, ungehoybn, milkhume per on-, milkhome). Si tratta comunque di pronunce che erano largamente diffuse tra i parlanti dello yiddish. La trascrizione è stata quindi rifatta (anche per alcune incongruenze, come forydine per frayndine “amica”, probabilmente per un refuso, oppure fabricant con una "c" non prevista dagli standard YIVO) seguendo il testo in caratteri ebraici, ma dando qui conto dell'aspetto che ha la trascrizione qui presentata in origine. [RV]
Yankele nel Ghetto è l'elaborazione originale in forma di suite delle Canzoni del Ghetto di Łódź raccolte nel libro di Gila Flam: "Singing for survival, Songs of the Łódź Ghetto,1940-45", University of Illinois Press.
L’album dei KlezRoym raccoglie e rielabora le canzoni che Gila Flam, direttrice del Dipartimento di Musica e della Fonoteca di Stato dell’Università di Gerusalemme, ha ricostruito insieme ai superstiti, intervistandoli, accogliendo i loro ricordi, riannodando liriche e note preservate nella memoria di chi le ha cantate per sopravvivere. Molte di queste canzoni erano inedite, altre erano già state eseguite in pubblico.
I KlezRoym hanno così lavorato sulle liriche e le melodie di Yankele Hershkowitz, cantore di strada, di Miriam Harel, membro di un’organizzazione giovanile, e di David Beygelman, direttore musicale del teatro della Casa... (Continues)
Yankele nel Ghetto è l'elaborazione originale in forma di suite delle Canzoni del Ghetto di Łódź raccolte nel libro di Gila Flam: "Singing for survival, Songs of the Łódź Ghetto,1940-45", University of Illinois Press.
L’album dei KlezRoym raccoglie e rielabora le canzoni che Gila Flam, direttrice del Dipartimento di Musica e della Fonoteca di Stato dell’Università di Gerusalemme, ha ricostruito insieme ai superstiti, intervistandoli, accogliendo i loro ricordi, riannodando liriche e note preservate nella memoria di chi le ha cantate per sopravvivere. Molte di queste canzoni erano inedite, altre erano già state eseguite in pubblico.
I KlezRoym hanno così lavorato sulle liriche e le melodie di Yankele Hershkowitz, cantore di strada, di Miriam Harel, membro di un’organizzazione giovanile, e di David Beygelman, direttore musicale del teatro della Casa... (Continues)
La chanson a été inspiré par la mort en 1967 de Rafael Guijarro Moreno, un jeune antifranquiste. Détenu par la police, il a été ramené à la maison pour assister à une perquisition; là, il s’est jeté par la fenêtre (on dit aussi qu’il a été poussé par la fenêtre par les policiers).
A me sembra che la canzone condanni l'imperialismo colonizzatore ed esalti il diritto dei popoli ad autodeterminarsi e a vivere liberamente e senza costrizioni nella propria terra d'origine. Non vedo come tutto questo possa essere in contraddizione con gli ideali leghisti.
Detto questo non è affatto importante la collocazione politica di Davide, ma certamente è ridicolo il tentativo di ricondurre sempre tutto al pensiero unico dominante.