Segnalo che "Disobbedisco" è una citazione di D'Annunzio durante l'impresa di Fiume, non una berciata pacifista o pro diserzione.
Mettere gli Ianva, con le loro posizioni lucide e fuori dai facili schieramenti dualistici, tra gli autori di canzoni pacifiste o addirittura antifasciste e sintomo di poca sensibilità.
(con alcune correzioni di Krzysztof Wrona)
11/13 maggio 2016
Due parole del traduttore. Per farmi tradurre qualcosa dal polacco, ci vogliono notoriamente le binde. O meglio, ci vuole una canzone come questa, di quelle che fanno venire i bordoni. Eppure lo sapete che cos'è? Non è una „metafora”, è proprio la storia del figliol prodigo del Vangelo, ma il Vangelo a volte, come dire, è un po' vago. E' tutto incentrato sul ritorno del figliol prodigo a casa, dove verrà accolto a braccia aperte...ma non racconta molto bene, il Vangelo, quel che il figliol prodigo ha fatto e visto durante il suo vagabondare. Ce lo racconta Jacek Kaczmarski in questa canzone per la quale vorrei spendere l'appellativo di duramente straordinaria. Una canzone ispirata da due quadri, uno di Hieronymus Bosch e uno di Rembrandt, si pensi un po; ha un andamento che, almeno a me, ha ricordato quello di un grande film... (continuer)
This splendid song, written 1991 by the Polish songwriter Jacek Kaczmarski and sung by Przemysław Gintrowski (who is the author of the music, too) accompanied on the piano by Zbigniew Łapiński, was inspired to its author by two pictures, The Pedlar (also known as The Prodigal Son) by Hieronymus Bosch (ca. 1494) and The Return of the Prodigal Son by Rembrandt van Rijn (ca. 1668).
Ti ringrazio di cuore Rick, specialmente per la nota con la quale spieghi in maniera perfetta le circostanze in cui nacque quest'opera di Kaczmarski, l'ispirazione che ha tratto dalla situazione che si era creata nei primi anni 90' in Polonia, dove è ritornato dopo un lungo esilio.
È una canzone strana, quella di "Figiol prodigo", ripudiata dal suo autore, forse a causa del finale che non suona molto bene in polacco, ma cantata dopo spesso dal suo collaboratore Przemysław Gintrowski che ne ha composto la musica. Ecco, il finale. Lo hai reso bene, e come prevedevo, funziona meglio in italiano. Il motivo? Dire in polacco che "il panico è finito" non sia proprio il modo più felice per esprimersi correttamente, la parola "terror" ha invece da noi le connotazioni leggermente diverse.
Ti consiglierei soltanto tre correzioni che riguardano il senso del testo nelle rispettive strofe:
- il terzo... (continuer)
E io ora mi metto (pant pant, puff puff) a fare tutte le correzioni ma prima devo raccontare una cosa pressoché incredibile appena successa. Due ore fa sono andato a mangiare una pizza alla pizzeria qui all'angolo, cento metri da casa. Mentre stavo per andarmene, è entrato un tipo trafelato perché la pizzeria stava per chiudere; ebbene, giuro, era Jacek Kaczmarski in persona. Uguale. Non è una "suggestione" perché sono stato due giorni a tradurre, era veramente identico a Jacek Kaczmarski. Sono rimasto basito e, per la cronaca, Jacek Kaczmarski ha ordinato una prosciutto e funghi e due birre...
Mhm... è la fava nel senso del coglione... insomma :)
Confermo che francese dispregiativo "polac" (l'accento a parte) proviene dal polacco "polak". Sulle isole britaniche si usa anche un'espressione un po' più forte, tipo "polish scum".
Un saluto dalla Polonia.
La volevo mettere questa di Guy Béart, che è una canzone tragica e bellissima; ma ho visto che sono stata...preceduta da molto tempo. Però non c'era una traduzione, e anche se il francese non è certamente una di quelle lingue incredibili che maneggiate in questo sito (ma come fate a conoscere l'ungherese, lo sloveno, il finlandese...? A volte sono sbalordita), magari una traduzione anche se fatta male come le mie servirà comunque a capire meglio. E questa vecchia canzone di Béart lo merita davvero. Vi mando anche un video dove Guy Béart la canta proprio nel 1968, l'anno della sua composizione. Saluti dall'avv. Jeanne Auban Colvieil da Arles (Francia)
COLORI, SIETE LACRIME (continuer)
envoyé par Avv. Jeanne Auban Colvieil, Arles (Francia) 13/5/2016 - 16:25
Già, alla radio non la passarono molto, in compenso le "parolette" che vi sono contenute si sentono spesso in bocca a politici vari, in TV, in radio, sui social media...a ripensarci, il linguaggio non è molto dissimile da quello di certi esponenti del Front National, o della Lega in Italia...no? Che dire? Meglio non dire nulla...
Avv. Jeanne Auban Colvieil, Arles (Francia) 13/5/2016 - 15:43
Mettere gli Ianva, con le loro posizioni lucide e fuori dai facili schieramenti dualistici, tra gli autori di canzoni pacifiste o addirittura antifasciste e sintomo di poca sensibilità.