La riva bianca, la riva nera
БЕЛА ОБАЛА, ЦРНА ОБАЛА
(Continues)
(Continues)
Contributed by Tomislav 2015/9/7 - 12:22
Donde Voy
Ovviamente nella canzone non è una donna che sta passando la frontiera, ma il suo uomo, mentre lei resta ad aspettare il suo ritorno in Messico. Mi scuso per l'errore.
Piersante Sestini 2015/9/6 - 23:25
Fils de...
Adattamento di Eric Blau e Mort Shuman da Jacques Brel is Alive and Well and Living in Paris presentato a Brodway nel 1968
Questa versione inglese è stata interpretata anche da Judy Collins nell'album Whales & Nightingales del 1970
SONS OF
(Continues)
(Continues)
2015/9/6 - 00:18
Classe '58
canzone bellissima, nel 1989 anche io ho buttato un anno per lo stato italiano per fare la leva obbligatoria, certo che comunque è stato un anno bellissimo perche' ho conosciuto molti amici di tutta italia, forse stavamo meglio prima...grazie x il testo
cosimo 70TA0756
cosimo 70TA0756
cosimo laneve 2015/9/5 - 16:56
Aqualung
Grazie per questa traduzione,ascoltavo aqualung 30 anni fa,quando mori mio marito,e non sapevo l inglese,mi sembrava un pezzo che doveva accompagnarlo,perche un po ignorante,mi ero lasciata andare al sentimento della musica,e non alle parole..
Oggi mi chiedo perche....
Oggi mi chiedo perche....
Lory 2015/9/4 - 21:29
For the Rich Man
Di Steve Hill e Chris Hillman, dall'album Running, dei Desert Rose Band (1988)
Run in the night, hide in the shadows
(Continues)
(Continues)
Contributed by Piersante Sestini 2015/9/4 - 19:47
Bandera del sol / Flag of the sun
[1992]
Album: Culture Swing
In tempi di estremo nazionalismo, l'unica bandiera che significa vita per tutti noi
Album: Culture Swing
In tempi di estremo nazionalismo, l'unica bandiera che significa vita per tutti noi
Brínde a ti brínde a mi que estamos aquí
(Continues)
(Continues)
Contributed by Piersante Sestini 2015/9/4 - 18:37
Song Itineraries:
Anti War Love Songs
Sara e Francesca
Milano. Sara e Francesca si amano, perciò si tengono per mano, vivendo con leggerezza e felicità la propria relazione. Sfidano, in questo modo, il pregiudizio e il "dibattito costante" del nostro paese, contrapponendo coraggio e amore.
La valigia pronta
(Continues)
(Continues)
Contributed by Sab.4 2015/9/4 - 18:18
Song Itineraries:
LGBTQIA+ community and homophobia: love against violence and prejudice
Αρκαδία IV - ᾩδαί
Scusate se mi inserisco, ma Odai non deve avere spirito dolce?
Un saluto.
Un saluto.
Vasiloukos 2015/9/4 - 12:20
Nuyol
(Federico García Lorca “Poesie”. Milano : RCS Quotidiani, 2004)
I versi tra parentesi quadre sono quelli non inclusi nella canzone.
I versi tra parentesi quadre sono quelli non inclusi nella canzone.
NEW YORK
(Continues)
(Continues)
Contributed by Maria Cristina Costantini 2015/9/3 - 14:12
Corrandes d'exili
enyorança in italiano significa nostalgia, non ignoranza.
ramon mantovani 2015/9/2 - 19:06
Do generałów
[2010]
Parole di Julian Tuwim https://it.wikipedia.org/wiki/Julian_Tuwim
Musica di Buldog
Dall'album "Chrystus miasta"
Da http://www.tekstowo.pl/piosenka,buldog...
Parole di Julian Tuwim https://it.wikipedia.org/wiki/Julian_Tuwim
Musica di Buldog
Dall'album "Chrystus miasta"
Da http://www.tekstowo.pl/piosenka,buldog...
Warczy, straszy, groźnie ściąga brwi,
(Continues)
(Continues)
Contributed by Krzysiek Wrona 2015/9/2 - 18:58
I padroni de le filande [Coragio ancor, putele]
Anonymous
Ciao, vi mando i link ai pdf della cpertina del cd in cui sono contenute le registrazioni dei brani raccolti dalle testimoni, negli anni '80, da Lucano Zanonato e dal Canzoniere Vicentino
http://static.soraimar.it/639/836.pdf
http://static.soraimar.it/639/837.pdf
Un caro saluto
Roberta
http://static.soraimar.it/639/836.pdf
http://static.soraimar.it/639/837.pdf
Un caro saluto
Roberta
Roberta 2015/9/2 - 17:41
Olur/Olmaz
"Ispirata da uno degli slogan creati alla fine degli anni '90 dal movimento femminista in Turchia, questa canzone è una maliziosa ribellione contro la dominazione maschile che permea la vita di ogni giorno; contro il sessismo e il "lavoro casalingo" che esso impone; contro il "nucleo familiare" come sede di oppressione, sessismo, moralismo violenza e sfruttamento. È una chiamata all'organizzazione ed alla lotta; una richiamo a scendere in strada ed in piazza contro chi vuole scrivere le nostre storie."
Inspired by one of the slogans coined at the end of the 90’s by the feminist movement in Turkey, this song is a mischievous rebellion against the male dominance that infuses everyday practices; against sexism and the “household work” it imposes; against the “nuclear family” as the site of oppression, sexism, moralism, violence and exploitation. It is a call to organizing and struggle; a call to the street and the square towards writing our own histories.
(http://tayfabandista.org/bandsista/)
Inspired by one of the slogans coined at the end of the 90’s by the feminist movement in Turkey, this song is a mischievous rebellion against the male dominance that infuses everyday practices; against sexism and the “household work” it imposes; against the “nuclear family” as the site of oppression, sexism, moralism, violence and exploitation. It is a call to organizing and struggle; a call to the street and the square towards writing our own histories.
(http://tayfabandista.org/bandsista/)
Gelsin baba gelsin koca gelsin
(Continues)
(Continues)
Contributed by Andrea 2015/9/2 - 15:20
Song Itineraries:
Violence on Women: just like and worse than war
There Must Be Something Wrong
[1847]
Parole e musica di Isaac Baker Woodbury (1819-1858), compositore originario del Massachusetts.
L’interrogativo è antico assai…
La risposta è evidente e scontata: “la guerra che da 100.000 anni i ricchi fanno ai poveri”…
La soluzione non è mai stata trovata, anche se in molti ci hanno provato anche a prezzo della vita…
Parole e musica di Isaac Baker Woodbury (1819-1858), compositore originario del Massachusetts.
L’interrogativo è antico assai…
La risposta è evidente e scontata: “la guerra che da 100.000 anni i ricchi fanno ai poveri”…
La soluzione non è mai stata trovata, anche se in molti ci hanno provato anche a prezzo della vita…
When earth produces, free and fair, the golden waving corn;
(Continues)
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Contributed by Bernart Bartleby 2015/9/2 - 15:00
Song Itineraries:
The War of Labour: Emigration, Immigration, Exploitation, Slavery
Right Over Wrong, Coming Right Along
[1855]
Parole di Jesse Hutchinson
Musica degli Hutchinson Family Singers
Una canzone intrisa di ottimismo e di fiducia in Dio e negli uomini, la certezza che la schiavitù sarebbe finita, come anche lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e le guerre, e la pace e la solidarietà avrebbero trionfato sul suolo patrio… Una bella utopia che si sarebbe infranta pochi anni dopo sui campi di battaglia di Bull Run e di Gettysburg…
Parole di Jesse Hutchinson
Musica degli Hutchinson Family Singers
Una canzone intrisa di ottimismo e di fiducia in Dio e negli uomini, la certezza che la schiavitù sarebbe finita, come anche lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e le guerre, e la pace e la solidarietà avrebbero trionfato sul suolo patrio… Una bella utopia che si sarebbe infranta pochi anni dopo sui campi di battaglia di Bull Run e di Gettysburg…
Behold the day of promise comes, full of inspiration:
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/9/2 - 14:21
Loro
2015
La la la
soffermatevi invece sui passaggi cupo-sarcastici di Loro (mescalina.it)
fino a toccare problematiche di carattere sociale, come nel caso della profonda riflessione sul razzismo di “Loro”. (blogfoolk.com)
La la la
soffermatevi invece sui passaggi cupo-sarcastici di Loro (mescalina.it)
fino a toccare problematiche di carattere sociale, come nel caso della profonda riflessione sul razzismo di “Loro”. (blogfoolk.com)
Però dopo dopo poco sono arrivati loro
(Continues)
(Continues)
Contributed by dq82 2015/9/2 - 12:48
Song Itineraries:
The War of Labour: Emigration, Immigration, Exploitation, Slavery
Slavery Is a Hard Foe to Battle
[1855]
Scritta da Judson Hutchinson sulla melodia di “Jordan is a Hard Road to Travel” di Dan Emmet (1815-1904), songwriter e fondatore alla metà del secolo del più importante “blackface minstrel group”, i Virginia Minstrels.
Testo trovato su The Hardtacks. Folk music of the Civil War era
Interpretata da Peter Janovsky (ricercatore e docente newyorkese, nonchè chitarrista e folksinger) nel disco intitolato “Winners and Losers: Campaign Songs from the Critical Elections in American History, Vol. 1” pubblicato dalla Folkways Records nel 1978.
Davvero curioso che gli Hutchinsons, originari del nord e convinti abolizionisti, abbiano adottato per questa loro canzone una melodia composta dall’autore di “Dixie”, vero e proprio inno degli Stati schiavisti del sud, quel Dan Emmet che aveva fondato il primo ed il più famoso gruppo musicale di bianchi che, travisati da “niggers”, da “darkies”, da... (Continues)
Scritta da Judson Hutchinson sulla melodia di “Jordan is a Hard Road to Travel” di Dan Emmet (1815-1904), songwriter e fondatore alla metà del secolo del più importante “blackface minstrel group”, i Virginia Minstrels.
Testo trovato su The Hardtacks. Folk music of the Civil War era
Interpretata da Peter Janovsky (ricercatore e docente newyorkese, nonchè chitarrista e folksinger) nel disco intitolato “Winners and Losers: Campaign Songs from the Critical Elections in American History, Vol. 1” pubblicato dalla Folkways Records nel 1978.
Davvero curioso che gli Hutchinsons, originari del nord e convinti abolizionisti, abbiano adottato per questa loro canzone una melodia composta dall’autore di “Dixie”, vero e proprio inno degli Stati schiavisti del sud, quel Dan Emmet che aveva fondato il primo ed il più famoso gruppo musicale di bianchi che, travisati da “niggers”, da “darkies”, da... (Continues)
I looked to the South and I looked to the West,
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/9/2 - 11:35
Song Itineraries:
Racism and Slavery in the USA
Coltan
Coltan
Pagina nata da un'idea di Andrea Sigona e di Salvatore Augusto Tonti, per sensibilizzare su questo tema drammatico ancora sconosciuto ai più.
Pagina nata da un'idea di Andrea Sigona e di Salvatore Augusto Tonti, per sensibilizzare su questo tema drammatico ancora sconosciuto ai più.
adriana 2015/9/2 - 09:17
John Brown's Body
Anonymous
Il testo considerato originale della celeberrima canzone.
Datato 1861, sulla melodia de “Brothers, Will You Meet Me”
Da The Hardtacks. Folk music of the Civil War era
Datato 1861, sulla melodia de “Brothers, Will You Meet Me”
Da The Hardtacks. Folk music of the Civil War era
JOHN BROWN’S ORIGINAL MARCHING SONG
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/9/2 - 08:48
Gracias a la vida
Da noi nelle chiese cantano qualche inno religioso sulle note della "The Ballad of Nick & Bart"... : D
Behhh... grrr
Tanto, tutto il mondo è un paese.
E la musica non ha frontiere :)
E viva Argentina!!!
Saludos
Behhh... grrr
Tanto, tutto il mondo è un paese.
E la musica non ha frontiere :)
E viva Argentina!!!
Saludos
Krzysiek 2015/9/1 - 20:42
On a soif !
On a soif !
Chanson française – On a soif ! – Grand Jojo – 1979
La voilà cette chanson dont je disais l'autre jour : « Quant ... à ce petit refrain ironique et rageur, il trottait dans ma tête dès le départ, car c'est celui d'une chanson fort connue et appréciée dans nos régions. Il suffit que quelqu'un l'entame dans une soirée pour que tout le monde (ou presque) reprenne ce refrain : « Chef, un petit verre, on a soif ! » ; le titre de la chanson est d'ailleurs tout bêtement : « On a soif ! ». Je l’insérerai ici prochainement, car c'est aussi une chanson dite « du légionnaire ». Toute une histoire ! ».
Du point de vue du « légionnaire », c'est un peu comme pour le « Le Sergent Flagada », une fameuse mise en boîte.
Disons que la gloire de la Légion est assez malmenée. La critique sociétale du Grand Jojo prend toujours des biais étonnants, mais elle est assez efficace avec son air de... (Continues)
Chanson française – On a soif ! – Grand Jojo – 1979
La voilà cette chanson dont je disais l'autre jour : « Quant ... à ce petit refrain ironique et rageur, il trottait dans ma tête dès le départ, car c'est celui d'une chanson fort connue et appréciée dans nos régions. Il suffit que quelqu'un l'entame dans une soirée pour que tout le monde (ou presque) reprenne ce refrain : « Chef, un petit verre, on a soif ! » ; le titre de la chanson est d'ailleurs tout bêtement : « On a soif ! ». Je l’insérerai ici prochainement, car c'est aussi une chanson dite « du légionnaire ». Toute une histoire ! ».
Du point de vue du « légionnaire », c'est un peu comme pour le « Le Sergent Flagada », une fameuse mise en boîte.
Disons que la gloire de la Légion est assez malmenée. La critique sociétale du Grand Jojo prend toujours des biais étonnants, mais elle est assez efficace avec son air de... (Continues)
Chef, un petit verre, on a soif !
(Continues)
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2015/9/1 - 20:20
Biały krzyż
[1968]
Testo di Janusz Kondratowicz
Musica di Krzysztof Klenczon
Da qui tekstowo.pl
La canzone fu presentata al VII Krajowy Festiwal Piosenki Polskiej w Opolu (VII Festival della canzone polacca a Opole) nel 1969 e si è aggiudicato il premio del ministro delle belle arti. Il pezzo fu composto da Krzysztof Klenczon in memoria del suo padre che durante il secondo conflitto mondiale faceva parte della resistenza polacca nelle fila della AK (Armata nazionale) e uno dei cosidetti "soldati maledetti", ex partigiani che furono perseguitati fino 1956 dal governo comunista polacco. Era nell'uso di segnare i posti della sepoltura dei combattenti partigiani con una croce bianca, visto che di solito veniva fatta dai tronchi di bettula. Nel finale del pezzo viene intonata una canzone partigiana "Rozszumiały się wierzby płaczące" che è già presente nel sito
Testo di Janusz Kondratowicz
Musica di Krzysztof Klenczon
Da qui tekstowo.pl
La canzone fu presentata al VII Krajowy Festiwal Piosenki Polskiej w Opolu (VII Festival della canzone polacca a Opole) nel 1969 e si è aggiudicato il premio del ministro delle belle arti. Il pezzo fu composto da Krzysztof Klenczon in memoria del suo padre che durante il secondo conflitto mondiale faceva parte della resistenza polacca nelle fila della AK (Armata nazionale) e uno dei cosidetti "soldati maledetti", ex partigiani che furono perseguitati fino 1956 dal governo comunista polacco. Era nell'uso di segnare i posti della sepoltura dei combattenti partigiani con una croce bianca, visto che di solito veniva fatta dai tronchi di bettula. Nel finale del pezzo viene intonata una canzone partigiana "Rozszumiały się wierzby płaczące" che è già presente nel sito
Gdy zapłonął nagle świat,
(Continues)
(Continues)
Contributed by Krzysiek Wrona 2015/9/1 - 20:14
Świadkowie
Appendix alle note:
La parola russa "допрос" usata nel testo originale polacco (terza lettera) significa "interrogatorio" in italiano.
La parola russa "допрос" usata nel testo originale polacco (terza lettera) significa "interrogatorio" in italiano.
Krzysiek 2015/9/1 - 19:41
La Guerre de l'Eau
La Guerre de l'Eau
Chanson française – La Guerre de l'Eau – Marco Valdo M.I. – 2015
Ah, Lucien l'âne mon ami, en ces temps de grandes migrations – quelles qu'en soient les raisons, elles sont toujours une fuite devant un danger ; un repli stratégique, dirait le militaire ; une tentative de trouver un lieu où il est possible de vivre à peu près correctement… Donc, en ces temps de migrations, qui bouleversent l'ordre établi chez les « assis » de ce monde et même parfois les consciences, on n'entend parler que de barrages et d'endiguements. Comme si on pouvait arrêter la pluie.
On le peut, ça s'est déjà vu… dit Lucien l'âne, un peu interloqué tout de même. En usant d'un parapluie ou en mettant un toit. C'est assez efficace…
Je ne l'ignore pas, mais un parapluie ou un toit de la taille d'un continent, ça me paraît difficile à mettre en œuvre. Ce que je voulais dire avec ces métaphores... (Continues)
Chanson française – La Guerre de l'Eau – Marco Valdo M.I. – 2015
Ah, Lucien l'âne mon ami, en ces temps de grandes migrations – quelles qu'en soient les raisons, elles sont toujours une fuite devant un danger ; un repli stratégique, dirait le militaire ; une tentative de trouver un lieu où il est possible de vivre à peu près correctement… Donc, en ces temps de migrations, qui bouleversent l'ordre établi chez les « assis » de ce monde et même parfois les consciences, on n'entend parler que de barrages et d'endiguements. Comme si on pouvait arrêter la pluie.
On le peut, ça s'est déjà vu… dit Lucien l'âne, un peu interloqué tout de même. En usant d'un parapluie ou en mettant un toit. C'est assez efficace…
Je ne l'ignore pas, mais un parapluie ou un toit de la taille d'un continent, ça me paraît difficile à mettre en œuvre. Ce que je voulais dire avec ces métaphores... (Continues)
Après avoir marché pendant des mois,
(Continues)
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2015/9/1 - 16:31
The Contraband's Song of Freedom
[1865]
Parole e musica di Joseph Eastburn Winner (1837-1918), compositore.
Testo trovato su Public Domain Music, nella sezione “American Civil War Music (1861-1865)”
Parole e musica di Joseph Eastburn Winner (1837-1918), compositore.
Testo trovato su Public Domain Music, nella sezione “American Civil War Music (1861-1865)”
See the light now gently glowing,
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/9/1 - 14:47
Song Itineraries:
Racism and Slavery in the USA
The Contraband of Port-Royal
[1862]
Versi di John Greenleaf Whittier (1807-1892), poeta e militante abolizionista di religione quacchera
Musica di tal Ferdinand Mayer.
Testo trovato su Public Domain Music, nella sezione “American Civil War Music (1861-1865)”.
“Finalmente la zappa e l’aratro sono nostri, nostre le mani che li stringono. Ora potremo comprare e vendere un maiale, o una mucca, ma mai più un bambino potrà essere comprato e venduto….”
Port-Royal potrebbe essere una cittadina del South Carolina, come pure un piccolissimo paesino della Virginia, famoso perché nei suoi pressi il 26 aprile del 1865 fu intercettato e ucciso l’assassino del presidente Abraham Lincoln, tal John Wilkes Booth.
Versi di John Greenleaf Whittier (1807-1892), poeta e militante abolizionista di religione quacchera
Musica di tal Ferdinand Mayer.
Testo trovato su Public Domain Music, nella sezione “American Civil War Music (1861-1865)”.
“Finalmente la zappa e l’aratro sono nostri, nostre le mani che li stringono. Ora potremo comprare e vendere un maiale, o una mucca, ma mai più un bambino potrà essere comprato e venduto….”
Port-Royal potrebbe essere una cittadina del South Carolina, come pure un piccolissimo paesino della Virginia, famoso perché nei suoi pressi il 26 aprile del 1865 fu intercettato e ucciso l’assassino del presidente Abraham Lincoln, tal John Wilkes Booth.
Oh, praise an’ tanks! De Lord he come
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/9/1 - 12:19
Song Itineraries:
Racism and Slavery in the USA
Go down, Moses
Anonymous
Il testo che segue è stato reperito su Public Domain Music, nella sezione “American Civil War Music (1861-1865)”, e potrebbe ben trattarsi della versione originale di “Go Down, Moses”, databile al decennio 1850-1861.
Su sito citato si annota che: “This Song, originated among the Contrabands, was first heard sung by them on their arrival at Fort Monroe; and was introduced here by their Chaplain, Rev. L. C. Lockwood. This song has been sung for about nine years by the slaves of Virginia.”
Dunque, la canzone sarebbe nata a metà 800 tra gli schiavi neri nelle piantagioni della Virginia. All’inizio della Guerra Civile il testo sarebbe poi stato cristallizzato dal reverendo L.C. Lockwood, cappellano dei cosiddetti Contrabands, gli schiavi fuggiaschi che si erano messi sotto la protezione dell’esercito dell’Unione, o addirittura arruolativisi. La melodia originale sarebbe stata arrangiata in ballata in 6/8 da Thomas Baker, violinista e compositore.
La canzone sarebbe stata intonata da Lockwood e da un corteo di Contrabands al loro ingresso in Fort Monroe, Hampton, Virginia, un fortino strappato ai sudisti... (Continues)
Dunque, la canzone sarebbe nata a metà 800 tra gli schiavi neri nelle piantagioni della Virginia. All’inizio della Guerra Civile il testo sarebbe poi stato cristallizzato dal reverendo L.C. Lockwood, cappellano dei cosiddetti Contrabands, gli schiavi fuggiaschi che si erano messi sotto la protezione dell’esercito dell’Unione, o addirittura arruolativisi. La melodia originale sarebbe stata arrangiata in ballata in 6/8 da Thomas Baker, violinista e compositore.
La canzone sarebbe stata intonata da Lockwood e da un corteo di Contrabands al loro ingresso in Fort Monroe, Hampton, Virginia, un fortino strappato ai sudisti... (Continues)
O LET MY PEOPLE GO (THE SONG OF THE CONTRABANDS)
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/9/1 - 11:43
La procedura
[2015]
Album:La staffetta
Album:La staffetta
Come un automa
(Continues)
(Continues)
Contributed by adriana 2015/9/1 - 09:56
Song Itineraries:
The War of Labour: Emigration, Immigration, Exploitation, Slavery
Guerra
[2015]
Testo e musica di Germano Bonaveri
Album:La staffetta
Testo e musica di Germano Bonaveri
Album:La staffetta
L’altra notte era qui, l’ho sentito arrivare
(Continues)
(Continues)
Contributed by adriana 2015/9/1 - 09:47
Sobibor (Letter from Gaza)
[2015]
Album:La staffetta
“Sobibor (letter from Gaza)” un campo di concentramento nazista, è il luogo da cui parte questa lettera, che potrebbe partire oggi da Gaza, o dai mille luoghi illiberali di questo tempo e di tutti i tempi uguali che l’uomo ha comunque segnato d’orrore, è introdotta da suoni che rimandano a“Distopia” , a chiudere un cerchio e a negare un ritorno, una lettera pregna di sofferenza e amore, di bellezza contrapposta all’orrore e all’errore, “Ti scrivo un saluto da qui / (c’è così tanto orrore / che vorrei gridare). / Ferocia e bellezza / si confondono in me… / non smetterai mai di aspettare / un tramonto / per vedermi tornare".
Da:Bielle
Album:La staffetta
“Sobibor (letter from Gaza)” un campo di concentramento nazista, è il luogo da cui parte questa lettera, che potrebbe partire oggi da Gaza, o dai mille luoghi illiberali di questo tempo e di tutti i tempi uguali che l’uomo ha comunque segnato d’orrore, è introdotta da suoni che rimandano a“Distopia” , a chiudere un cerchio e a negare un ritorno, una lettera pregna di sofferenza e amore, di bellezza contrapposta all’orrore e all’errore, “Ti scrivo un saluto da qui / (c’è così tanto orrore / che vorrei gridare). / Ferocia e bellezza / si confondono in me… / non smetterai mai di aspettare / un tramonto / per vedermi tornare".
Da:Bielle
Ti scrivo un saluto da qui.
(Continues)
(Continues)
Contributed by adriana 2015/9/1 - 09:30
Song Itineraries:
Extermination camps, The Palestinian Holocaust
×
An anti-famine song urging for unity among peoples and for action through compassion and the arts.
(From official website)
Song also recorded by:
Cathie Ryan