Barcelone
Cenerentola
C’era una volta una bella ragazza, figlia di un gentiluomo chiamato Libero Pensiero, che conviveva insieme alla matrigna, il cui nome era Ideologia Marxista, e a due sorellastre: Socialdemocrazia e Dittatura Bolscevica.
Le sorellastre erano brutte e cattive e maltrattavano la povera fanciulla, che era costretta a fare ogni giorno i lavori di casa, pulire i pavimenti e badare al fuoco, mentre loro passavano il tempo a pavoneggiarsi. In più, tutte le volte che potevano, le facevano ogni sorta di dispetto. Quando alla sera era stanca, la ragazza si riposava davanti al camino della cucina, e per questo la chiamavano, con disprezzo, Cenerentola.
All’inizio del ‘900 il Genere Umano, sentendo vicino il momento di emanciparsi, organizzò una festa. Le sorellastre di Cenerentola, dopo grandi preparativi, vi si recarono; mentre alla povera ragazza, stanca e avvilita, sprovvista di un... (continuer)
C’era una volta una bella ragazza, figlia di un gentiluomo chiamato Libero Pensiero, che conviveva insieme alla matrigna, il cui nome era Ideologia Marxista, e a due sorellastre: Socialdemocrazia e Dittatura Bolscevica.
Le sorellastre erano brutte e cattive e maltrattavano la povera fanciulla, che era costretta a fare ogni giorno i lavori di casa, pulire i pavimenti e badare al fuoco, mentre loro passavano il tempo a pavoneggiarsi. In più, tutte le volte che potevano, le facevano ogni sorta di dispetto. Quando alla sera era stanca, la ragazza si riposava davanti al camino della cucina, e per questo la chiamavano, con disprezzo, Cenerentola.
All’inizio del ‘900 il Genere Umano, sentendo vicino il momento di emanciparsi, organizzò una festa. Le sorellastre di Cenerentola, dopo grandi preparativi, vi si recarono; mentre alla povera ragazza, stanca e avvilita, sprovvista di un... (continuer)
daniela -k.d.- 2/9/2015 - 23:21
Corrandes d'exili
enyorança in italiano significa nostalgia, non ignoranza.
ramon mantovani 2/9/2015 - 19:06
Do generałów
[2010]
Parole di Julian Tuwim https://it.wikipedia.org/wiki/Julian_Tuwim
Musica di Buldog
Dall'album "Chrystus miasta"
Da http://www.tekstowo.pl/piosenka,buldog...
Parole di Julian Tuwim https://it.wikipedia.org/wiki/Julian_Tuwim
Musica di Buldog
Dall'album "Chrystus miasta"
Da http://www.tekstowo.pl/piosenka,buldog...
Warczy, straszy, groźnie ściąga brwi,
(continuer)
(continuer)
envoyé par Krzysiek Wrona 2/9/2015 - 18:58
I padroni de le filande [Coragio ancor, putele]
anonyme
Ciao, vi mando i link ai pdf della cpertina del cd in cui sono contenute le registrazioni dei brani raccolti dalle testimoni, negli anni '80, da Lucano Zanonato e dal Canzoniere Vicentino
http://static.soraimar.it/639/836.pdf
http://static.soraimar.it/639/837.pdf
Un caro saluto
Roberta
http://static.soraimar.it/639/836.pdf
http://static.soraimar.it/639/837.pdf
Un caro saluto
Roberta
Roberta 2/9/2015 - 17:41
Olur/Olmaz
"Ispirata da uno degli slogan creati alla fine degli anni '90 dal movimento femminista in Turchia, questa canzone è una maliziosa ribellione contro la dominazione maschile che permea la vita di ogni giorno; contro il sessismo e il "lavoro casalingo" che esso impone; contro il "nucleo familiare" come sede di oppressione, sessismo, moralismo violenza e sfruttamento. È una chiamata all'organizzazione ed alla lotta; una richiamo a scendere in strada ed in piazza contro chi vuole scrivere le nostre storie."
Inspired by one of the slogans coined at the end of the 90’s by the feminist movement in Turkey, this song is a mischievous rebellion against the male dominance that infuses everyday practices; against sexism and the “household work” it imposes; against the “nuclear family” as the site of oppression, sexism, moralism, violence and exploitation. It is a call to organizing and struggle; a call to the street and the square towards writing our own histories.
(http://tayfabandista.org/bandsista/)
Inspired by one of the slogans coined at the end of the 90’s by the feminist movement in Turkey, this song is a mischievous rebellion against the male dominance that infuses everyday practices; against sexism and the “household work” it imposes; against the “nuclear family” as the site of oppression, sexism, moralism, violence and exploitation. It is a call to organizing and struggle; a call to the street and the square towards writing our own histories.
(http://tayfabandista.org/bandsista/)
Gelsin baba gelsin koca gelsin
(continuer)
(continuer)
envoyé par Andrea 2/9/2015 - 15:20
There Must Be Something Wrong
[1847]
Parole e musica di Isaac Baker Woodbury (1819-1858), compositore originario del Massachusetts.
L’interrogativo è antico assai…
La risposta è evidente e scontata: “la guerra che da 100.000 anni i ricchi fanno ai poveri”…
La soluzione non è mai stata trovata, anche se in molti ci hanno provato anche a prezzo della vita…
Parole e musica di Isaac Baker Woodbury (1819-1858), compositore originario del Massachusetts.
L’interrogativo è antico assai…
La risposta è evidente e scontata: “la guerra che da 100.000 anni i ricchi fanno ai poveri”…
La soluzione non è mai stata trovata, anche se in molti ci hanno provato anche a prezzo della vita…
When earth produces, free and fair, the golden waving corn;
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 2/9/2015 - 15:00
Right Over Wrong, Coming Right Along
[1855]
Parole di Jesse Hutchinson
Musica degli Hutchinson Family Singers
Una canzone intrisa di ottimismo e di fiducia in Dio e negli uomini, la certezza che la schiavitù sarebbe finita, come anche lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e le guerre, e la pace e la solidarietà avrebbero trionfato sul suolo patrio… Una bella utopia che si sarebbe infranta pochi anni dopo sui campi di battaglia di Bull Run e di Gettysburg…
Parole di Jesse Hutchinson
Musica degli Hutchinson Family Singers
Una canzone intrisa di ottimismo e di fiducia in Dio e negli uomini, la certezza che la schiavitù sarebbe finita, come anche lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e le guerre, e la pace e la solidarietà avrebbero trionfato sul suolo patrio… Una bella utopia che si sarebbe infranta pochi anni dopo sui campi di battaglia di Bull Run e di Gettysburg…
Behold the day of promise comes, full of inspiration:
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 2/9/2015 - 14:21
Loro
2015
La la la
soffermatevi invece sui passaggi cupo-sarcastici di Loro (mescalina.it)
fino a toccare problematiche di carattere sociale, come nel caso della profonda riflessione sul razzismo di “Loro”. (blogfoolk.com)
La la la
soffermatevi invece sui passaggi cupo-sarcastici di Loro (mescalina.it)
fino a toccare problematiche di carattere sociale, come nel caso della profonda riflessione sul razzismo di “Loro”. (blogfoolk.com)
Però dopo dopo poco sono arrivati loro
(continuer)
(continuer)
envoyé par dq82 2/9/2015 - 12:48
Slavery Is a Hard Foe to Battle
[1855]
Scritta da Judson Hutchinson sulla melodia di “Jordan is a Hard Road to Travel” di Dan Emmet (1815-1904), songwriter e fondatore alla metà del secolo del più importante “blackface minstrel group”, i Virginia Minstrels.
Testo trovato su The Hardtacks. Folk music of the Civil War era
Interpretata da Peter Janovsky (ricercatore e docente newyorkese, nonchè chitarrista e folksinger) nel disco intitolato “Winners and Losers: Campaign Songs from the Critical Elections in American History, Vol. 1” pubblicato dalla Folkways Records nel 1978.
Davvero curioso che gli Hutchinsons, originari del nord e convinti abolizionisti, abbiano adottato per questa loro canzone una melodia composta dall’autore di “Dixie”, vero e proprio inno degli Stati schiavisti del sud, quel Dan Emmet che aveva fondato il primo ed il più famoso gruppo musicale di bianchi che, travisati da “niggers”, da “darkies”, da... (continuer)
Scritta da Judson Hutchinson sulla melodia di “Jordan is a Hard Road to Travel” di Dan Emmet (1815-1904), songwriter e fondatore alla metà del secolo del più importante “blackface minstrel group”, i Virginia Minstrels.
Testo trovato su The Hardtacks. Folk music of the Civil War era
Interpretata da Peter Janovsky (ricercatore e docente newyorkese, nonchè chitarrista e folksinger) nel disco intitolato “Winners and Losers: Campaign Songs from the Critical Elections in American History, Vol. 1” pubblicato dalla Folkways Records nel 1978.
Davvero curioso che gli Hutchinsons, originari del nord e convinti abolizionisti, abbiano adottato per questa loro canzone una melodia composta dall’autore di “Dixie”, vero e proprio inno degli Stati schiavisti del sud, quel Dan Emmet che aveva fondato il primo ed il più famoso gruppo musicale di bianchi che, travisati da “niggers”, da “darkies”, da... (continuer)
I looked to the South and I looked to the West,
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 2/9/2015 - 11:35
Coltan
Coltan
Pagina nata da un'idea di Andrea Sigona e di Salvatore Augusto Tonti, per sensibilizzare su questo tema drammatico ancora sconosciuto ai più.
Pagina nata da un'idea di Andrea Sigona e di Salvatore Augusto Tonti, per sensibilizzare su questo tema drammatico ancora sconosciuto ai più.
adriana 2/9/2015 - 09:17
John Brown's Body
anonyme
Il testo considerato originale della celeberrima canzone.
Datato 1861, sulla melodia de “Brothers, Will You Meet Me”
Da The Hardtacks. Folk music of the Civil War era
Datato 1861, sulla melodia de “Brothers, Will You Meet Me”
Da The Hardtacks. Folk music of the Civil War era
JOHN BROWN’S ORIGINAL MARCHING SONG
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 2/9/2015 - 08:48
Gracias a la vida
Da noi nelle chiese cantano qualche inno religioso sulle note della "The Ballad of Nick & Bart"... : D
Behhh... grrr
Tanto, tutto il mondo è un paese.
E la musica non ha frontiere :)
E viva Argentina!!!
Saludos
Behhh... grrr
Tanto, tutto il mondo è un paese.
E la musica non ha frontiere :)
E viva Argentina!!!
Saludos
Krzysiek 1/9/2015 - 20:42
On a soif !
On a soif !
Chanson française – On a soif ! – Grand Jojo – 1979
La voilà cette chanson dont je disais l'autre jour : « Quant ... à ce petit refrain ironique et rageur, il trottait dans ma tête dès le départ, car c'est celui d'une chanson fort connue et appréciée dans nos régions. Il suffit que quelqu'un l'entame dans une soirée pour que tout le monde (ou presque) reprenne ce refrain : « Chef, un petit verre, on a soif ! » ; le titre de la chanson est d'ailleurs tout bêtement : « On a soif ! ». Je l’insérerai ici prochainement, car c'est aussi une chanson dite « du légionnaire ». Toute une histoire ! ».
Du point de vue du « légionnaire », c'est un peu comme pour le « Le Sergent Flagada », une fameuse mise en boîte.
Disons que la gloire de la Légion est assez malmenée. La critique sociétale du Grand Jojo prend toujours des biais étonnants, mais elle est assez efficace avec son air de... (continuer)
Chanson française – On a soif ! – Grand Jojo – 1979
La voilà cette chanson dont je disais l'autre jour : « Quant ... à ce petit refrain ironique et rageur, il trottait dans ma tête dès le départ, car c'est celui d'une chanson fort connue et appréciée dans nos régions. Il suffit que quelqu'un l'entame dans une soirée pour que tout le monde (ou presque) reprenne ce refrain : « Chef, un petit verre, on a soif ! » ; le titre de la chanson est d'ailleurs tout bêtement : « On a soif ! ». Je l’insérerai ici prochainement, car c'est aussi une chanson dite « du légionnaire ». Toute une histoire ! ».
Du point de vue du « légionnaire », c'est un peu comme pour le « Le Sergent Flagada », une fameuse mise en boîte.
Disons que la gloire de la Légion est assez malmenée. La critique sociétale du Grand Jojo prend toujours des biais étonnants, mais elle est assez efficace avec son air de... (continuer)
Chef, un petit verre, on a soif !
(continuer)
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 1/9/2015 - 20:20
Biały krzyż
[1968]
Testo di Janusz Kondratowicz
Musica di Krzysztof Klenczon
Da qui tekstowo.pl
La canzone fu presentata al VII Krajowy Festiwal Piosenki Polskiej w Opolu (VII Festival della canzone polacca a Opole) nel 1969 e si è aggiudicato il premio del ministro delle belle arti. Il pezzo fu composto da Krzysztof Klenczon in memoria del suo padre che durante il secondo conflitto mondiale faceva parte della resistenza polacca nelle fila della AK (Armata nazionale) e uno dei cosidetti "soldati maledetti", ex partigiani che furono perseguitati fino 1956 dal governo comunista polacco. Era nell'uso di segnare i posti della sepoltura dei combattenti partigiani con una croce bianca, visto che di solito veniva fatta dai tronchi di bettula. Nel finale del pezzo viene intonata una canzone partigiana "Rozszumiały się wierzby płaczące" che è già presente nel sito
Testo di Janusz Kondratowicz
Musica di Krzysztof Klenczon
Da qui tekstowo.pl
La canzone fu presentata al VII Krajowy Festiwal Piosenki Polskiej w Opolu (VII Festival della canzone polacca a Opole) nel 1969 e si è aggiudicato il premio del ministro delle belle arti. Il pezzo fu composto da Krzysztof Klenczon in memoria del suo padre che durante il secondo conflitto mondiale faceva parte della resistenza polacca nelle fila della AK (Armata nazionale) e uno dei cosidetti "soldati maledetti", ex partigiani che furono perseguitati fino 1956 dal governo comunista polacco. Era nell'uso di segnare i posti della sepoltura dei combattenti partigiani con una croce bianca, visto che di solito veniva fatta dai tronchi di bettula. Nel finale del pezzo viene intonata una canzone partigiana "Rozszumiały się wierzby płaczące" che è già presente nel sito
Gdy zapłonął nagle świat,
(continuer)
(continuer)
envoyé par Krzysiek Wrona 1/9/2015 - 20:14
La Guerre de l'Eau
La Guerre de l'Eau
Chanson française – La Guerre de l'Eau – Marco Valdo M.I. – 2015
Ah, Lucien l'âne mon ami, en ces temps de grandes migrations – quelles qu'en soient les raisons, elles sont toujours une fuite devant un danger ; un repli stratégique, dirait le militaire ; une tentative de trouver un lieu où il est possible de vivre à peu près correctement… Donc, en ces temps de migrations, qui bouleversent l'ordre établi chez les « assis » de ce monde et même parfois les consciences, on n'entend parler que de barrages et d'endiguements. Comme si on pouvait arrêter la pluie.
On le peut, ça s'est déjà vu… dit Lucien l'âne, un peu interloqué tout de même. En usant d'un parapluie ou en mettant un toit. C'est assez efficace…
Je ne l'ignore pas, mais un parapluie ou un toit de la taille d'un continent, ça me paraît difficile à mettre en œuvre. Ce que je voulais dire avec ces métaphores... (continuer)
Chanson française – La Guerre de l'Eau – Marco Valdo M.I. – 2015
Ah, Lucien l'âne mon ami, en ces temps de grandes migrations – quelles qu'en soient les raisons, elles sont toujours une fuite devant un danger ; un repli stratégique, dirait le militaire ; une tentative de trouver un lieu où il est possible de vivre à peu près correctement… Donc, en ces temps de migrations, qui bouleversent l'ordre établi chez les « assis » de ce monde et même parfois les consciences, on n'entend parler que de barrages et d'endiguements. Comme si on pouvait arrêter la pluie.
On le peut, ça s'est déjà vu… dit Lucien l'âne, un peu interloqué tout de même. En usant d'un parapluie ou en mettant un toit. C'est assez efficace…
Je ne l'ignore pas, mais un parapluie ou un toit de la taille d'un continent, ça me paraît difficile à mettre en œuvre. Ce que je voulais dire avec ces métaphores... (continuer)
Après avoir marché pendant des mois,
(continuer)
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 1/9/2015 - 16:31
The Contraband's Song of Freedom
[1865]
Parole e musica di Joseph Eastburn Winner (1837-1918), compositore.
Testo trovato su Public Domain Music, nella sezione “American Civil War Music (1861-1865)”
Parole e musica di Joseph Eastburn Winner (1837-1918), compositore.
Testo trovato su Public Domain Music, nella sezione “American Civil War Music (1861-1865)”
See the light now gently glowing,
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 1/9/2015 - 14:47
The Contraband of Port-Royal
[1862]
Versi di John Greenleaf Whittier (1807-1892), poeta e militante abolizionista di religione quacchera
Musica di tal Ferdinand Mayer.
Testo trovato su Public Domain Music, nella sezione “American Civil War Music (1861-1865)”.
“Finalmente la zappa e l’aratro sono nostri, nostre le mani che li stringono. Ora potremo comprare e vendere un maiale, o una mucca, ma mai più un bambino potrà essere comprato e venduto….”
Port-Royal potrebbe essere una cittadina del South Carolina, come pure un piccolissimo paesino della Virginia, famoso perché nei suoi pressi il 26 aprile del 1865 fu intercettato e ucciso l’assassino del presidente Abraham Lincoln, tal John Wilkes Booth.
Versi di John Greenleaf Whittier (1807-1892), poeta e militante abolizionista di religione quacchera
Musica di tal Ferdinand Mayer.
Testo trovato su Public Domain Music, nella sezione “American Civil War Music (1861-1865)”.
“Finalmente la zappa e l’aratro sono nostri, nostre le mani che li stringono. Ora potremo comprare e vendere un maiale, o una mucca, ma mai più un bambino potrà essere comprato e venduto….”
Port-Royal potrebbe essere una cittadina del South Carolina, come pure un piccolissimo paesino della Virginia, famoso perché nei suoi pressi il 26 aprile del 1865 fu intercettato e ucciso l’assassino del presidente Abraham Lincoln, tal John Wilkes Booth.
Oh, praise an’ tanks! De Lord he come
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 1/9/2015 - 12:19
Go down, Moses
anonyme
Il testo che segue è stato reperito su Public Domain Music, nella sezione “American Civil War Music (1861-1865)”, e potrebbe ben trattarsi della versione originale di “Go Down, Moses”, databile al decennio 1850-1861.
Su sito citato si annota che: “This Song, originated among the Contrabands, was first heard sung by them on their arrival at Fort Monroe; and was introduced here by their Chaplain, Rev. L. C. Lockwood. This song has been sung for about nine years by the slaves of Virginia.”
Dunque, la canzone sarebbe nata a metà 800 tra gli schiavi neri nelle piantagioni della Virginia. All’inizio della Guerra Civile il testo sarebbe poi stato cristallizzato dal reverendo L.C. Lockwood, cappellano dei cosiddetti Contrabands, gli schiavi fuggiaschi che si erano messi sotto la protezione dell’esercito dell’Unione, o addirittura arruolativisi. La melodia originale sarebbe stata arrangiata in ballata in 6/8 da Thomas Baker, violinista e compositore.
La canzone sarebbe stata intonata da Lockwood e da un corteo di Contrabands al loro ingresso in Fort Monroe, Hampton, Virginia, un fortino strappato ai sudisti... (continuer)
Dunque, la canzone sarebbe nata a metà 800 tra gli schiavi neri nelle piantagioni della Virginia. All’inizio della Guerra Civile il testo sarebbe poi stato cristallizzato dal reverendo L.C. Lockwood, cappellano dei cosiddetti Contrabands, gli schiavi fuggiaschi che si erano messi sotto la protezione dell’esercito dell’Unione, o addirittura arruolativisi. La melodia originale sarebbe stata arrangiata in ballata in 6/8 da Thomas Baker, violinista e compositore.
La canzone sarebbe stata intonata da Lockwood e da un corteo di Contrabands al loro ingresso in Fort Monroe, Hampton, Virginia, un fortino strappato ai sudisti... (continuer)
O LET MY PEOPLE GO (THE SONG OF THE CONTRABANDS)
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 1/9/2015 - 11:43
La procedura
[2015]
Album:La staffetta
Album:La staffetta
Come un automa
(continuer)
(continuer)
envoyé par adriana 1/9/2015 - 09:56
Guerra
[2015]
Testo e musica di Germano Bonaveri
Album:La staffetta
Testo e musica di Germano Bonaveri
Album:La staffetta
L’altra notte era qui, l’ho sentito arrivare
(continuer)
(continuer)
envoyé par adriana 1/9/2015 - 09:47
Sobibor (Letter from Gaza)
[2015]
Album:La staffetta
“Sobibor (letter from Gaza)” un campo di concentramento nazista, è il luogo da cui parte questa lettera, che potrebbe partire oggi da Gaza, o dai mille luoghi illiberali di questo tempo e di tutti i tempi uguali che l’uomo ha comunque segnato d’orrore, è introdotta da suoni che rimandano a“Distopia” , a chiudere un cerchio e a negare un ritorno, una lettera pregna di sofferenza e amore, di bellezza contrapposta all’orrore e all’errore, “Ti scrivo un saluto da qui / (c’è così tanto orrore / che vorrei gridare). / Ferocia e bellezza / si confondono in me… / non smetterai mai di aspettare / un tramonto / per vedermi tornare".
Da:Bielle
Album:La staffetta
“Sobibor (letter from Gaza)” un campo di concentramento nazista, è il luogo da cui parte questa lettera, che potrebbe partire oggi da Gaza, o dai mille luoghi illiberali di questo tempo e di tutti i tempi uguali che l’uomo ha comunque segnato d’orrore, è introdotta da suoni che rimandano a“Distopia” , a chiudere un cerchio e a negare un ritorno, una lettera pregna di sofferenza e amore, di bellezza contrapposta all’orrore e all’errore, “Ti scrivo un saluto da qui / (c’è così tanto orrore / che vorrei gridare). / Ferocia e bellezza / si confondono in me… / non smetterai mai di aspettare / un tramonto / per vedermi tornare".
Da:Bielle
Ti scrivo un saluto da qui.
(continuer)
(continuer)
envoyé par adriana 1/9/2015 - 09:30
Parcours:
Camps d'extermination, L'Holocauste palestinien
Detonazione
[2015]
Album:La staffetta
Album:La staffetta
Nessuno ce l’ ha detto,
(continuer)
(continuer)
envoyé par adriana 1/9/2015 - 09:21
Mo Ghile Mear
La traduzione in italiano della versione di Sting & the Chieftains, l'altra traduzione in italiano è invece una traduzione del testo in gaelico come cantato ad esempio da Mary Black
in Terre Celtiche
in Terre Celtiche
Lui è il mio eroe, la mia sola luce,
(continuer)
(continuer)
envoyé par Cattia Salto 1/9/2015 - 07:34
Guerra a la burguesía
anonyme
Chanson argentine (espagnol) – Guerra a la burguesía – Anonimo – 1901
de « Los Anarquistas - Marchas y canciónes de lucha de los obreros anarquistas argentinos (1904 - 1936) » [« Les Anarchistes – Marches et chansons de lutte des ouvriers anarchistes argentins (1904-1936) ], édition d' Osvaldo Bayer, interprétation Virgilio Expósito (1972)
Le tango a aussi eu ses tonalités anarchistes et il était chanté dans les pique-niques typiques que les anarchistes faisaient dans l'île Maciel, un quartier du Dock Sud (El Docke) de Avellaneda, zone sud du Grand Buenos Aires (Osvaldo Bayer)
de « Los Anarquistas - Marchas y canciónes de lucha de los obreros anarquistas argentinos (1904 - 1936) » [« Les Anarchistes – Marches et chansons de lutte des ouvriers anarchistes argentins (1904-1936) ], édition d' Osvaldo Bayer, interprétation Virgilio Expósito (1972)
Le tango a aussi eu ses tonalités anarchistes et il était chanté dans les pique-niques typiques que les anarchistes faisaient dans l'île Maciel, un quartier du Dock Sud (El Docke) de Avellaneda, zone sud du Grand Buenos Aires (Osvaldo Bayer)
GUERRE À LA BOURGEOISIE
(continuer)
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 31/8/2015 - 21:39
20 de Diciembre
[1999]
Parole e musica di Rubén Blades
Nell’album intitolato “Tiempos”
10 anni dopo l’invasione nordamericana di Panama, iniziata il 20 dicembre 1989…
Nella canzone Blades si chiede quanti furono i morti e si risponde che Dio solo lo sa: infatti, secondo gli USA furono 250 i panamensi uccisi, secondo l’ONU il doppio, ma secondo la Comisión de Derechos Humanos de Centroamérica (CODEHUCA) a morire furono tra i 2.500 ed i 3.000…
Parole e musica di Rubén Blades
Nell’album intitolato “Tiempos”
10 anni dopo l’invasione nordamericana di Panama, iniziata il 20 dicembre 1989…
Nella canzone Blades si chiede quanti furono i morti e si risponde che Dio solo lo sa: infatti, secondo gli USA furono 250 i panamensi uccisi, secondo l’ONU il doppio, ma secondo la Comisión de Derechos Humanos de Centroamérica (CODEHUCA) a morire furono tra i 2.500 ed i 3.000…
Chorrillo ardió, como Berlín. Un fuego intenso,
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 31/8/2015 - 15:42
La carta perdida
gracias a todos los que difunden estos temas gracias italia x mis antepasados que siempre estan en mis canciones
31/8/2015 - 15:30
El apagón
[1992]
Parole e musica di Rubén Blades
La traccia che apre l’album intitolato “Amor y control”
Parole e musica di Rubén Blades
La traccia che apre l’album intitolato “Amor y control”
La electricidad, se interrumpió y, por el apagón,
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 31/8/2015 - 15:20
Adán García
[1992]
Parole e musica di Rubén Blades
Nell’album intitolato “Amor y control”
Parole e musica di Rubén Blades
Nell’album intitolato “Amor y control”
El último día en la vida de Adán García
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 31/8/2015 - 14:37
Plantación adentro
Parole di Catalino “Tite” Curet Alonso (1926-2003), compositore portoricano
Musica di Curet Alonso e Rubén Blades
Nel disco del 1977 intitolato “Metiendo mano!”, con Willie Colón (1950-), musicista statunitense di origine portoricana.
Anche oggi nelle campagne, tanto al nord quanto al sud, “Sombra son la gente camará’”, “Le persone non sono che ombre, compagno… Terra, sole, vento, bastone e caporale…”
Musica di Curet Alonso e Rubén Blades
Nel disco del 1977 intitolato “Metiendo mano!”, con Willie Colón (1950-), musicista statunitense di origine portoricana.
Anche oggi nelle campagne, tanto al nord quanto al sud, “Sombra son la gente camará’”, “Le persone non sono che ombre, compagno… Terra, sole, vento, bastone e caporale…”
Es el año 1745
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 31/8/2015 - 14:12
Argentina
Chanson italienne – Argentina – Francesco Guccini – 1983
Voici, Lucien l'âne mon ami, une chanson de Francesco Guccini qui raconte l'Argentine. Enfin, une certaine Argentine ou une chanson qui raconte une histoire où il est question de l'Argentine. En soi, le récit d'une émigration exotique, d'un voyage au bout du monde donnerait déjà à la chanson toute son importance et sa place ici-même.
En effet, il y a une longue, forte et nombreuse tradition d’émigration italienne vers l'Argentine. J'ai entendu dire qu'on estime actuellement qu'environ la moitié de la population argentine aurait une ascendance italienne.
En écoutant la chanson, on ressent cette prégnance, cette liaison transhistorique et transgéographique. Mais si je t'ai dit cela, c'est pour parler d'autre chose à propos de l'Argentine et ce que je voudrais souligner tient au moment où Francesco Guccini crée cette chanson. C'était... (continuer)
Voici, Lucien l'âne mon ami, une chanson de Francesco Guccini qui raconte l'Argentine. Enfin, une certaine Argentine ou une chanson qui raconte une histoire où il est question de l'Argentine. En soi, le récit d'une émigration exotique, d'un voyage au bout du monde donnerait déjà à la chanson toute son importance et sa place ici-même.
En effet, il y a une longue, forte et nombreuse tradition d’émigration italienne vers l'Argentine. J'ai entendu dire qu'on estime actuellement qu'environ la moitié de la population argentine aurait une ascendance italienne.
En écoutant la chanson, on ressent cette prégnance, cette liaison transhistorique et transgéographique. Mais si je t'ai dit cela, c'est pour parler d'autre chose à propos de l'Argentine et ce que je voudrais souligner tient au moment où Francesco Guccini crée cette chanson. C'était... (continuer)
ARGENTINE
(continuer)
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 31/8/2015 - 11:41
G.D.B.D.
[1984]
Parole e musica di Rubén Blades
Nell’album intitolato “Buscando América”
Pare che Rubén Blades abbia scritto questa canzone dopo una conversazione con Gabriel García Márquez…
Il titolo è acronimo per “Gente Despertando Bajo Dictaduras”, non credo ci sia bisogno di aggiungere altro: della banalità del male.
Parole e musica di Rubén Blades
Nell’album intitolato “Buscando América”
Pare che Rubén Blades abbia scritto questa canzone dopo una conversazione con Gabriel García Márquez…
Il titolo è acronimo per “Gente Despertando Bajo Dictaduras”, non credo ci sia bisogno di aggiungere altro: della banalità del male.
Despiertas.
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 31/8/2015 - 11:36
Prohibido olvidar
[1991]
Parole e musica di Rubén Blades
Nell’album intitolato “Caminando”
Canzone contro tutte le dittature, ma che nello specifico si riferisce certamente a Panama e a quello che il paese dovette passare prima sotto la dittatura militare di Omar Torrijos (morto nel 1981 in un “incidente” orchestrato dalla CIA nel 1981) e di Manuel Antonio Noriega (uomo della CIA e fortemente implicato col narcotraffico), poi con la sanguinosa occupazione militare statunitense, ufficialmente realizzata proprio per arrestare Noriega, che evidentemente era nel frattempo diventato uno scomodo fantoccio.
Al proposito consiglio a tutti la visione di “The Panama Deception”, film diretto nel 1992 dalla regista statunitense Barbara Trent, censuratissimo e misconosciuto nonostante abbia vinto l’Oscar per il miglior documentario.
Parole e musica di Rubén Blades
Nell’album intitolato “Caminando”
Canzone contro tutte le dittature, ma che nello specifico si riferisce certamente a Panama e a quello che il paese dovette passare prima sotto la dittatura militare di Omar Torrijos (morto nel 1981 in un “incidente” orchestrato dalla CIA nel 1981) e di Manuel Antonio Noriega (uomo della CIA e fortemente implicato col narcotraffico), poi con la sanguinosa occupazione militare statunitense, ufficialmente realizzata proprio per arrestare Noriega, che evidentemente era nel frattempo diventato uno scomodo fantoccio.
Al proposito consiglio a tutti la visione di “The Panama Deception”, film diretto nel 1992 dalla regista statunitense Barbara Trent, censuratissimo e misconosciuto nonostante abbia vinto l’Oscar per il miglior documentario.
Prohibieron ir a la escuela e ir a la universidad
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 31/8/2015 - 10:53
Corsica mea
Invio questo (tardivo) ricordo di Yves Stella, uno dei fondatori del FLNC. Su un vecchi numero ormai introvabile di "Frigidaire (fine 1989 o inizi 1990, non ricordo) una lunga intervista che avevo realizzato con Yves a Bozen
In memoria di un patriota Corso
di Gianni Sartori - 26/04/2013
Magro, affilato. Ironico e calmo, ma sprizzante energia. Fumatore.
Così ricordo Yves Stella. Ho avuto l'onore di conoscerlo nel 1989 a Bozen (Tirolo). Un convegno sull'Europa dei popoli a cui parteciparono, tra gli altri, i baschi José Antonio Egido (Takolo) e Txema Montero (all'epoca, rispettivamente, responsabile degli Esteri e parlamentare europeo di Herri Batasuna), Eva Klotz e il catalano Aureli Argemi del CIEMEN. Erano i giorni immediatamente successivi all'assassinio del deputato di Herri Batasuna Josu Muguruza e l'evento gli venne dedicato.
Yves Stella è morto l'anno scorso, il 15 luglio 2012,... (continuer)
In memoria di un patriota Corso
di Gianni Sartori - 26/04/2013
Magro, affilato. Ironico e calmo, ma sprizzante energia. Fumatore.
Così ricordo Yves Stella. Ho avuto l'onore di conoscerlo nel 1989 a Bozen (Tirolo). Un convegno sull'Europa dei popoli a cui parteciparono, tra gli altri, i baschi José Antonio Egido (Takolo) e Txema Montero (all'epoca, rispettivamente, responsabile degli Esteri e parlamentare europeo di Herri Batasuna), Eva Klotz e il catalano Aureli Argemi del CIEMEN. Erano i giorni immediatamente successivi all'assassinio del deputato di Herri Batasuna Josu Muguruza e l'evento gli venne dedicato.
Yves Stella è morto l'anno scorso, il 15 luglio 2012,... (continuer)
Gianni Sartori 31/8/2015 - 08:23
Bandiera rossa (Pankrti)
Dopo vent'anni il loro italiano sembra discretamente migliorato.
Versione live.
Versione live.
30/8/2015 - 22:48
Świadkowie
30 agosto 2015
Devo confessare che questo canto è stato uno di quelli che mi hanno segnato di più nei tempi della mia gioventù, quando si OCCULTAVA la gran parte della nostra storia moderna. È 'na "bella canzona" pure questa. Nell'attesa della versione cantabile ho aggiunto fra le parentesi la traduzione polacca della parte in russo che ho trovato qui
Devo confessare che questo canto è stato uno di quelli che mi hanno segnato di più nei tempi della mia gioventù, quando si OCCULTAVA la gran parte della nostra storia moderna. È 'na "bella canzona" pure questa. Nell'attesa della versione cantabile ho aggiunto fra le parentesi la traduzione polacca della parte in russo che ho trovato qui
I TESTIMONI
(continuer)
(continuer)
envoyé par Krzysztof Wrona 30/8/2015 - 20:21
Das Lied vom Klassenfeind
Trad. Salvo Lo Galbo
Un tentativo di versione italiana in versi alessandrini per rendere, chissà, a chi s'ingegnasse di musicarla, la "Canzone del nemico di classe", propriamente una canzone.
Un tentativo di versione italiana in versi alessandrini per rendere, chissà, a chi s'ingegnasse di musicarla, la "Canzone del nemico di classe", propriamente una canzone.
1.
(continuer)
(continuer)
envoyé par Salvo 30/8/2015 - 18:13
×