"Stato status dominus subissus ammenus, dicevano i nostri padri
Lo Stato è da sempre incagliato nelle secche di Ebole
Lo Stato è un lupo di pietra
non morde perché non ha denti
ma rimane il lupo
e le povere pecorelle meridionali senza cibo e senza pastore ne hanno paura
Le stelle della Legge non possono proteggere le stalle"
Questa era l'introduzione parlata di Matteo che precedeva la canzone.
I tre volumi dal titolo " Canti e storie rurali e popolari-Puglia" sono raccolte assemblate traendo materiale da dischi precedenti, la canzone in questione è effettivamente rintracciabile solo nel cd citato da Bernart, che tuttavia non è una raccolta bensì un prodotto di grande valore, un prezioso documento inedito di nuove incisioni effettuate da Matteo con la voce che gli era rimasta in vecchiaia e che dobbiamo ad Angelo Cavallo, suo unico impresario, amico e consigliere degli ultimi anni... (continuer)
Flavio Poltronieri 26/10/2015 - 19:46
Ciao Flavio, grazie come al solito per le tue sempre preziose precisazioni, che si percepiscono sempre dettate da vera e profonda conoscenza e amore e non solo - come nel mio caso - da qualche frettolosa, anche se fruttuosa, ricerca in quel guazzabuglio che è la Rete.
I testi di Matteo Salvatore che ho inserito negli ultimi giorni sono: Lu core tosto, nella trascrizione trovata nell'articolo di Nicola Contegreco citato; I due fannulloni, trascritta all'ascolto dal "piemontuso" sottoscritto; La siccità, la cui trascrizione - da me faticosamente ricostruita da pdf, e per ben due volte, che l'avevo già contribuita anni fa a commento di Italia minore di Eugenio Bennato - è quella di Maria Luisa Scippa nel suo breve studio citato su Matteo Salvatore.
Caro Bernart, quando vedo che qualcuno si interessa a Matteo, cerco di dare anch'io il mio contributo, ad esempio volevo informarti che la Ballata di Teresina è da co-attribuire anche a Otello Profazio. Poi il titolo Lu core tosto non mi risulta appartenere a nessuna canzone di Matteo, in realtà la ballata sopracitata inizia proprio con i versi "lu core nu ce po cambià...se lo vonne magnà" per cui in realtà non sono due canzoni distinte ma una sola che comunque ha dei versi in più rispetto al testo inviato da Bartleby e tradotto da Maria Luisa Scippa.
L'ultima volta che ho sentito cantare Matteo Salvatore, a fine giugno del 2002 in un piccolo paese delle Marche, alla Chiusa del Convento di Torre S. Marco di Fratte Rosa in provincia di Pesaro e Urbino, era una notte da tregenda, c'erano due musicisti da Mattinata, Foggia: Leonardo Mansueto alla chitarra e Chiara Armiento alla voce e poi lui,... (continuer)
Perfetto. Basta andare a minuti 33.50. Questo è uno di quei dischi locali che si vendevano sulle bancarelle di mercato pugliesi, assieme alla verdura. C'erano anche qui nel Veneto una volta, si vendevano le musicassette dei cantanti famosi e i ballabili tipo Casadei. Ad ogni modo tornando alla canzone: con tutti quei bambini, la madre chiedeva l'elemosina nei paesi vicini e lo straziante e continuo ritornello che accompagnava quei tempi dell'infanzia era sempre l'assillo del cibo. In innumerevoli canzoni di Matteo questa tematica ritornerà ossessivamente, questa è una nenia che la povera donna cantava al figlio.
Non sono sicuro che fosse la versione raccomandata da Flavio ma ringrazio tanto il Webmastero che si è riuscito staccare per un momento dai suoi muoni : )
Grazie assai
Trovo la canzone su Youtube interpretata dal coro Le Vie del Canto nel loro spettacolo “Piuttost’ che fa ‘l soldato”.
Dalle note al video parrebbe che la canzone non sia che una versione di Ero povero ma disertore, canto di origine trentina risalente al 1835-1838, poi ripreso durante la Grande Guerra e quindi ulteriormente adattato durante la Resistenza...
Toutes les fois que je chante en public « Il ballo del matto » (le Bal du Fou), je prends quelques minutes pour raconter l'aventure de Franco Mastrogiovanni. Avant tout parce qu'en effet, si on ne connaît pas l'histoire, la chanson paraît un brin obscure. Et ensuite car c'est un événement qui doit être raconté.
Dès lors, il est juste que j'écrive quelques lignes ici.
Pour commencer, Francesco Mastrogiovanni, dit Franco, n'était pas du tout un fou. Il était instituteur. De lui, ses élèves disaient qu'il était l’instituteur le plus haut du monde. Ce devait être une personne à l’intelligence vive, curieuse, très sensible. Sa nièce, la journaliste Grazia Serra, m'a écrit qu'elle était heureuse qu'on écrive des chansons pour se remémorer son oncle, parce qu'il « vivait de musique ». Et il aimait les livres.... (continuer)
Traduzione italiana da La storia di Bella, documento non firmato presente sul sito dello spettacolo “Mille e ancora mille” patrocinato dal Comune di Bella e realizzato da Claudio Paternò e altri.
D'après la traduction italienne de Maria Luisa Scippa.
d'une chanson pugliese (italienne) – La siccità – Matteo Salvatore – 1970
Je l'avais déjà traduite une fois Italia minore, mais cette version-ci est bien meilleure.
Ainsi Parlait Marco Valdo M.I.
LA SÉCHERESSE (continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 26/10/2015 - 17:59
Ma pensa te, Marco Valdo, l'avevo già contribuita - e quindi l'avevo già trascritta, mannaggia a me la fatica che ho fatta! - e tu l'avevi già tradotta, ma non aveva mai acquistato dignità di CCG autonoma... Meglio così.
Grazie
Un abbraccio