Que nuestras manos se unan
[1981]
Parole e musica di Ángel Parra
Nel disco “Isabel et Ángel Parra”, con la sorella Isabel Parra, realizzato in Francia dove i due erano esuli.
Parole e musica di Ángel Parra
Nel disco “Isabel et Ángel Parra”, con la sorella Isabel Parra, realizzato in Francia dove i due erano esuli.
Alabado sea el niño
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 16/9/2014 - 22:16
El campesino del sur
[1981]
Parole e musica di Ángel Parra
Nel disco “Isabel et Ángel Parra”, con la sorella Isabel Parra, realizzato in Francia dove i due erano esuli.
Parole e musica di Ángel Parra
Nel disco “Isabel et Ángel Parra”, con la sorella Isabel Parra, realizzato in Francia dove i due erano esuli.
El campesino del sur
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 16/9/2014 - 22:08
Por cantar con alegría
[1981]
Parole e musica di Ángel Parra
Nel disco “Isabel et Ángel Parra”, con la sorella Isabel Parra, realizzato in Francia dove i due erano esuli.
Parole e musica di Ángel Parra
Nel disco “Isabel et Ángel Parra”, con la sorella Isabel Parra, realizzato in Francia dove i due erano esuli.
Qué largo se me ha hecho el viaje
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 16/9/2014 - 21:47
I Am What I Am
[1983]
Parole e musica di Jerry Herman
Dal musical intitolato “La Cage Aux Folles”, su libretto di Harvey Fierstein, basato sull’omonimo spettacolo scritto dal francese Jean Poiret nel 1973.
Da noi è meglio noto col titolo “Piume di struzzo” e per la riduzione cinematografica “Il vizietto”.
Pochi mesi dopo l'esordio del musical a Broadway, Gloria Gaynor incise il brano, trasformandolo in un successo globale. Il produttore Joel Diamon riconobbe il potenziale della canzone durante una rappresentazione dello show a Broadway e decise di trarne una versione disco per Gloria Gaynor, che la incise nell'album I Am Gloria Gaynor.
Parole e musica di Jerry Herman
Dal musical intitolato “La Cage Aux Folles”, su libretto di Harvey Fierstein, basato sull’omonimo spettacolo scritto dal francese Jean Poiret nel 1973.
Da noi è meglio noto col titolo “Piume di struzzo” e per la riduzione cinematografica “Il vizietto”.
Pochi mesi dopo l'esordio del musical a Broadway, Gloria Gaynor incise il brano, trasformandolo in un successo globale. Il produttore Joel Diamon riconobbe il potenziale della canzone durante una rappresentazione dello show a Broadway e decise di trarne una versione disco per Gloria Gaynor, che la incise nell'album I Am Gloria Gaynor.
I am what I am, I am my own special creation
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 16/9/2014 - 15:17
Five Nights of Bleeding
[1978]
Testo di Linton Kwesi Johnson
Musica di Poet And The Roots
Dall'album "Dread Beat an' Blood"
Da http://www.mtv.it/
Johnson's first published poem was "Five Nights of Bleeding" which was later included in “Voices of the Living and the Dead” and in his second book, “Dread Beat and Blood”. It was written for Leroy Harris, a black youth stabbed at a party in South London. The poem was transitional. Its focus on the local, on the particulars of black life and struggle in London, would become typical of the poetry that his audience would read and hear in his books, performances, and recordings. And the rhythm is strongly that of the sound-system reggae that is the imaginative sound track for the events that occur in the poem's narrative, much in the way that the actual music would become integral with Johnson's performances. Yet the carefully chosen diction in the poem and the straightforward... (continuer)
Testo di Linton Kwesi Johnson
Musica di Poet And The Roots
Dall'album "Dread Beat an' Blood"
Da http://www.mtv.it/
Johnson's first published poem was "Five Nights of Bleeding" which was later included in “Voices of the Living and the Dead” and in his second book, “Dread Beat and Blood”. It was written for Leroy Harris, a black youth stabbed at a party in South London. The poem was transitional. Its focus on the local, on the particulars of black life and struggle in London, would become typical of the poetry that his audience would read and hear in his books, performances, and recordings. And the rhythm is strongly that of the sound-system reggae that is the imaginative sound track for the events that occur in the poem's narrative, much in the way that the actual music would become integral with Johnson's performances. Yet the carefully chosen diction in the poem and the straightforward... (continuer)
Madness, madness
(continuer)
(continuer)
envoyé par Krzysiek Wrona 16/9/2014 - 02:34
Private Property
[1984]
Parole e musica di Laurie Anderson
Nel quadruplo “United States, Live”
William F. Buckley, Jr. (1925-2008) è stato un importante intellettuale conservatore americano, fautore del totale laissez-faire in economia e ferocemente anticomunista. Fu un grande sostenitore di Barry Goldwater e di Ronald Reagan durante le loro campagne presidenziali.
Qui Laurie Anderson racconta di come nei primi anni 80 lo stesso William F. Buckley, Jr. avesse provato un giorno sulla propria pelle le sue teorie sulla deregulation selvaggia: recatosi per fare un comizio nel centro di una cittadina dell’Illinois e scoperto che il centro-città non c’era più, sostituito da un mega centro commerciale, provò a abbozzare un comizio proprio lì ma fu immediatamente invitato ad andarsene dalla security... “Mi dispiace, questa è proprietà privata”...
La Anderson continua raccontando che, tornata nella sua Glen Ellyn,... (continuer)
Parole e musica di Laurie Anderson
Nel quadruplo “United States, Live”
William F. Buckley, Jr. (1925-2008) è stato un importante intellettuale conservatore americano, fautore del totale laissez-faire in economia e ferocemente anticomunista. Fu un grande sostenitore di Barry Goldwater e di Ronald Reagan durante le loro campagne presidenziali.
Qui Laurie Anderson racconta di come nei primi anni 80 lo stesso William F. Buckley, Jr. avesse provato un giorno sulla propria pelle le sue teorie sulla deregulation selvaggia: recatosi per fare un comizio nel centro di una cittadina dell’Illinois e scoperto che il centro-città non c’era più, sostituito da un mega centro commerciale, provò a abbozzare un comizio proprio lì ma fu immediatamente invitato ad andarsene dalla security... “Mi dispiace, questa è proprietà privata”...
La Anderson continua raccontando che, tornata nella sua Glen Ellyn,... (continuer)
William F. Buckley, Jr., Mr. Private Property, planned to give a little talk, a political speech, in a small town in Illinois. His advance men discovered that the center of town had disappeared, and that all the commercial action was out at the mall. When Buckley arrived at the mall, he set up his microphone near a little fountain and began to hand out leaflets and autograph copies of his latest book. Just as a small crowd of shoppers gathered, the owners of the mall ran out and said: Excuse us. This is private property, we’re afraid you’ll have to leave ...
(continuer)
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envoyé par Bernart Bartleby 15/9/2014 - 22:31
Free Fire Zone
[1992]
Parole e musica di Kerry Livgren, membro dei Kansas e poi fondatore degli AD e dei Proto-Kaw.
Nel disco compilativo intitolato “Decade”
Una canzone che mi ha riportato alla mente una delle tante celebri sequenze di “Full Metal Jacket” di Stanley Kubrick, quella in cui durante un trasporto in elicottero un mitragliere continua a sparare senza sosta sui civili vietnamiti nelle risaie sottostanti urlando come un pazzo, “Get some! Get some! Get some, get some! Yeah, YEAH! C'mon, C'mon! Get some!”.
Ecco il dialogo completo tra il “door gunner”, interpretato da Tim Colceri, e il soldato-giornalista Joker, interpretato da Matthew Modine:
Door Gunner: Git some! Git some! Git some, yeah, yeah, yeah! Anyone who runs is a VC. Anyone who stands still is a well-disciplined VC! You should do a story about me sometime!
Joker: Why should we do a story about you?
Door Gunner: 'Cause I'm so... (continuer)
Parole e musica di Kerry Livgren, membro dei Kansas e poi fondatore degli AD e dei Proto-Kaw.
Nel disco compilativo intitolato “Decade”
Una canzone che mi ha riportato alla mente una delle tante celebri sequenze di “Full Metal Jacket” di Stanley Kubrick, quella in cui durante un trasporto in elicottero un mitragliere continua a sparare senza sosta sui civili vietnamiti nelle risaie sottostanti urlando come un pazzo, “Get some! Get some! Get some, get some! Yeah, YEAH! C'mon, C'mon! Get some!”.
Ecco il dialogo completo tra il “door gunner”, interpretato da Tim Colceri, e il soldato-giornalista Joker, interpretato da Matthew Modine:
Door Gunner: Git some! Git some! Git some, yeah, yeah, yeah! Anyone who runs is a VC. Anyone who stands still is a well-disciplined VC! You should do a story about me sometime!
Joker: Why should we do a story about you?
Door Gunner: 'Cause I'm so... (continuer)
Fear for your life, just when you thought you were safe inside,
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 15/9/2014 - 09:47
The Only Life You Have
[2014]
Parole e musica di Justin “J” Capaldi e Kristen Falso
Nell’album intitolato “Things That Are Not”
Il video che accompagna questa canzone è stato girato al Vietnam Memorial, al Korean Memorial e al World War Two Memorial in Washington DC.
Parole e musica di Justin “J” Capaldi e Kristen Falso
Nell’album intitolato “Things That Are Not”
Il video che accompagna questa canzone è stato girato al Vietnam Memorial, al Korean Memorial e al World War Two Memorial in Washington DC.
When you tried to grow up
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 14/9/2014 - 21:01
The Negro Speaks of Rivers
[1920]
Versi di Langston Hughes, nella raccolta intitolata “The Weary Blues”, pubblicata nel 1926.
Molti compositori si sono cimentati con questa poesia, prima fra tutti, nel 1942, Margaret Bonds (1913-1972), compositrice e pianista afroamericana che collaborò spesso con Hughes.
Una poesia che Hughes scrisse a 17 anni mentre il treno su cui viaggiava attraversava il Mississippi.
E’ dedicata a William Edward Burghardt Du Bois (1868-1963) attivista, storico, saggista, editore e poeta statunitense, di padre bianco e di madre nera ma proveniente da una delle poche comunità di neri liberi esistenti negli USA prima della guerra civile. Antirazzista, pacifista e comunista, W. E. B. Du Bois fu a lungo perseguitato dal governo USA che nel 1961, essendosi lui recato in Ghana su invito del presidente Nkrumah, non gli rinnovò il passaporto per il rientro. Du Bois e la moglie divennero cittadini ghanesi e lui morì ad Accra poco tempo dopo, nell’agosto del 1963.
Versi di Langston Hughes, nella raccolta intitolata “The Weary Blues”, pubblicata nel 1926.
Molti compositori si sono cimentati con questa poesia, prima fra tutti, nel 1942, Margaret Bonds (1913-1972), compositrice e pianista afroamericana che collaborò spesso con Hughes.
Una poesia che Hughes scrisse a 17 anni mentre il treno su cui viaggiava attraversava il Mississippi.
E’ dedicata a William Edward Burghardt Du Bois (1868-1963) attivista, storico, saggista, editore e poeta statunitense, di padre bianco e di madre nera ma proveniente da una delle poche comunità di neri liberi esistenti negli USA prima della guerra civile. Antirazzista, pacifista e comunista, W. E. B. Du Bois fu a lungo perseguitato dal governo USA che nel 1961, essendosi lui recato in Ghana su invito del presidente Nkrumah, non gli rinnovò il passaporto per il rientro. Du Bois e la moglie divennero cittadini ghanesi e lui morì ad Accra poco tempo dopo, nell’agosto del 1963.
I’ve known rivers:
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 14/9/2014 - 20:32
L'Internationale
Solo mezz'ora fa ho tolto il cellophane da un libro che dormiva da sette od otto mesi su un ripiano, e ne ho lette finora solo le due pagine di introduzione. E questo ho letto:
"Cento e cinquanta anni fa, quel sogno diventò un inno: l'Internazionale, che poi è risuonato in ogni parte del mondo e che era nato tra queste montagne e in queste valli intorno al Macigno Bianco, dove si svolge la nostra storia. Anche se l'autore delle parole è un certo Pierre Degeyter, di nazionalità francese: la musica, nella sua parte essenziale, esisteva prima delle parole ed era un inno alle Alpi. Era una «marcia per banda» del maestro Vincenzo Petrali, e si intitolava Orobia. Come abbia poi fatto l'inno delle Alpi a diventare l'inno del genere umano («E' la lotta finale:| Uniamoci, e domani | L'Internazionale | Sarà il genere umano») resterà un mistero, che nessuno probabilmente potrà mai spiegare. La musica,... (continuer)
"Cento e cinquanta anni fa, quel sogno diventò un inno: l'Internazionale, che poi è risuonato in ogni parte del mondo e che era nato tra queste montagne e in queste valli intorno al Macigno Bianco, dove si svolge la nostra storia. Anche se l'autore delle parole è un certo Pierre Degeyter, di nazionalità francese: la musica, nella sua parte essenziale, esisteva prima delle parole ed era un inno alle Alpi. Era una «marcia per banda» del maestro Vincenzo Petrali, e si intitolava Orobia. Come abbia poi fatto l'inno delle Alpi a diventare l'inno del genere umano («E' la lotta finale:| Uniamoci, e domani | L'Internazionale | Sarà il genere umano») resterà un mistero, che nessuno probabilmente potrà mai spiegare. La musica,... (continuer)
Gian Piero Testa 14/9/2014 - 15:15
La pianura dei sette fratelli
LA EBENAĴO DE LA SEP FRATOJ
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envoyé par ZugNachPankow 14/9/2014 - 00:58
Him
Album: It's Not Me, It's You (2009)
Il fanatismo religioso non è cosa nuova, e molti sono già morti e hanno ucciso in nome di Dio, ben prima dell'11 settembre 2001.
Il fanatismo religioso non è cosa nuova, e molti sono già morti e hanno ucciso in nome di Dio, ben prima dell'11 settembre 2001.
Would you please take me away from this place?
(continuer)
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13/9/2014 - 23:57
Parcours:
11 septembre: terrorisme à New York
Boeing 737
(2011)
Album: Smart Flesh
I think the song is contrasting two methods to find "heaven" and inspire others. The tightrope walker does something peaceful and wonderful to achieve heaven and inspire (see above comment about Petit's tightrope walk); whereas the "prophets" (terrorists) do something violent and awful. The narrator seems to be in the bar trying to figure out his own way to achieve heaven ("I was in a bar when they rigged the towers/Trying to leave all my sins"). He seems to want to emulate the tightrope walker, but his thoughts are interrupted by the bold entrance of the prophets. That is, often our attempts to better ourselves are interrupted or stymied by the violent actions of others. This is corroborated by the fact that most people will have to google Philippe Petit's name to get the reference to his tightrope walk between the twin towers, but almost everyone probably thought... (continuer)
Album: Smart Flesh
I think the song is contrasting two methods to find "heaven" and inspire others. The tightrope walker does something peaceful and wonderful to achieve heaven and inspire (see above comment about Petit's tightrope walk); whereas the "prophets" (terrorists) do something violent and awful. The narrator seems to be in the bar trying to figure out his own way to achieve heaven ("I was in a bar when they rigged the towers/Trying to leave all my sins"). He seems to want to emulate the tightrope walker, but his thoughts are interrupted by the bold entrance of the prophets. That is, often our attempts to better ourselves are interrupted or stymied by the violent actions of others. This is corroborated by the fact that most people will have to google Philippe Petit's name to get the reference to his tightrope walk between the twin towers, but almost everyone probably thought... (continuer)
I was in the air when the towers came down
(continuer)
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13/9/2014 - 14:35
Parcours:
11 septembre: terrorisme à New York
Lamento di Marinetta per la morte di Masaniello suo marito
anonyme
[1647]
Cantata in stile recitativo che viene attribuita a Francesco Melosio (Città della Pieve, Perugia, 1609-1670) poeta e magistrato italiano, ma che egli certamente trasse da una o più cantate forse opera del grande compositore ed insegnante napoletano Francesco Provenzale (1624-1704), il quale potrebbe averne composto testo e musica.
Per questa difficoltà di attribuzione il “Lamento di Marinetta” viene solitamente indicato come di autore anonimo.
Nel repertorio, per esempio, del grande tenore, sopranista, attore e chitarrista Pino De Vittorio, che l’ha inclusa nel suo “Il canto della Sirena. Cantate napoletane dell’Età Barocca”, con l’ensemble di musica antica I Turchini di Antonio Florio. Riproduco il testo dal libretto del disco.
Sulla rivoluzione di Masaniello si vedano 'O cunto 'e Masaniello e 'A mugliera 'e Masaniello
Cantata in stile recitativo che viene attribuita a Francesco Melosio (Città della Pieve, Perugia, 1609-1670) poeta e magistrato italiano, ma che egli certamente trasse da una o più cantate forse opera del grande compositore ed insegnante napoletano Francesco Provenzale (1624-1704), il quale potrebbe averne composto testo e musica.
Per questa difficoltà di attribuzione il “Lamento di Marinetta” viene solitamente indicato come di autore anonimo.
Nel repertorio, per esempio, del grande tenore, sopranista, attore e chitarrista Pino De Vittorio, che l’ha inclusa nel suo “Il canto della Sirena. Cantate napoletane dell’Età Barocca”, con l’ensemble di musica antica I Turchini di Antonio Florio. Riproduco il testo dal libretto del disco.
Sulla rivoluzione di Masaniello si vedano 'O cunto 'e Masaniello e 'A mugliera 'e Masaniello
Correa l’ottavo giorno dal dì che sotto insopportabil soma lo cavallo di Napoli Fedele da ben mille ragazzi stimolato si pose a tirar calci com’un mulo arrabbiato, e parea volesse dire col feroce nitrire, che fedel la città più non vivea. Perché pagand’ ogn’ hor nuove gabelle all’ingordigia hispana s’era fatta pagana, e ch’ei magro, e distrutto com’uno storione, forzato al fin saria di lasciar la sua testa in pescaria. Né molto andò, che fu dal popol tutto chiamato per sua testa, e suo signore, Aniello il Pescatore, che se prendea si ben l’humor d’ognuno è forza ch’io lo nomini, un pescator degl’huomini. Marinetta di lui fida consorte, ch’in questo novo gioco sperava trionfando a poco a poco, poter di fante diventar regina, per più d’un fido messo spiarne ogni minuto evento, quando, ahi pen... (continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 13/9/2014 - 14:09
Gallo rojo, gallo negro
Keeps the music and the feeling... Its written during greek hunta and dedicated to Nikos Bellogiannis, a greek communist which executed as soviet spy (he wasn't) after the Greek Civil War. The title means "In memory (Oh my carnation) "
stixoi.
Στίχοι: Βαγγέλης Γκούφας
Μουσική: Αργύρης Κουνάδης
Ελένη Βιτάλη
Lyrics by Vangelis Goufas
Music by Argyris Kounadis
1st performed by Eleni Vitali
stixoi.
Στίχοι: Βαγγέλης Γκούφας
Μουσική: Αργύρης Κουνάδης
Ελένη Βιτάλη
Lyrics by Vangelis Goufas
Music by Argyris Kounadis
1st performed by Eleni Vitali
ΕΙΣ ΜΝΗΜΟΣΥΝΟΝ (ΆΙ, ΓΑΡΟΥΦΑΛΛΟ ΜΟΥ)
(continuer)
(continuer)
envoyé par Kakos Lykos 13/9/2014 - 14:04
Fimmine fimmine
anonyme
Concordo da testimonianze dirette, con Roberta. Naturalmente la grande dignità di queste donne e il bisogno di proteggere il proprio lavoro, esigevano di nascondere questa realtà. ..
13/9/2014 - 11:17
The Ballad of Nick & Bart [Here's To You]
Sei veramente il più cvudele e spretato di tutti gli Admins!
Ma come?!? Anni di alacve e silenzioso lavoro sulle CiCciGgì, migliaia di canzoni contribuite senza fallo (ohibò!) e tutta questa onorata carriera del sottoscritto B.B. ora macchiata indelebilmente da una canzonetta di quella (b)abbasciona della Fältskog! Sigh & Sniff! Onta e disonore su di me!
Quelle tristesse! Quelle amaresse!
Come direbbe il glande Julio Iglesias:
"Se la lasci, non vale. (Se la lasci, non vale)
Se la lasci, non vale. (Se la lasci, non vale)
Non ti sembra un po' caro il prezzo che adesso io sto per pagare?"
Ma come?!? Anni di alacve e silenzioso lavoro sulle CiCciGgì, migliaia di canzoni contribuite senza fallo (ohibò!) e tutta questa onorata carriera del sottoscritto B.B. ora macchiata indelebilmente da una canzonetta di quella (b)abbasciona della Fältskog! Sigh & Sniff! Onta e disonore su di me!
Quelle tristesse! Quelle amaresse!
Come direbbe il glande Julio Iglesias:
"Se la lasci, non vale. (Se la lasci, non vale)
Se la lasci, non vale. (Se la lasci, non vale)
Non ti sembra un po' caro il prezzo che adesso io sto per pagare?"
B.B. 13/9/2014 - 10:44
30 giugno 2011
Ho ascoltato per la prima volta la canzone della rivista Internazionale e mi sono commossa a tal punto che l'ho risen. tita e cantata con l'autore più volte fino ad ora.
Ortensiola 13/9/2014 - 06:24
Brescia, 28 maggio
Certamente! D'ora in poi cercherò di ricordarmene.
Per quanto riguarda la modifica, è benvenuta, ma permettimi di "contestare", per così dire, la tua interpretazione di "yet" in questo contesto. Ho usato "yet another" conscio del fatto che questa formula esprima irritazione, esasperazione per la lunghezza della lista (come l'italiano "ancora uno"), in opposizione al più neutrale "still another", che corrisponde all'incirca all'italiano "un altro" e che personalmente trovo meno utilizzato di "yet another".
Queste sono le mie impressioni, da utilizzatore abituale dell'inglese; una ricerca su Google sembra confermarle. Un'altra fonte empirica è il fatto che esistano diversi acronimi basati su "yet another", mentre non mi risulta che ne esista una controparte basata su "still another": https://en.wikipedia.org/wiki/Yet_another
(ZugNachPankow)
Per quanto riguarda la modifica, è benvenuta, ma permettimi di "contestare", per così dire, la tua interpretazione di "yet" in questo contesto. Ho usato "yet another" conscio del fatto che questa formula esprima irritazione, esasperazione per la lunghezza della lista (come l'italiano "ancora uno"), in opposizione al più neutrale "still another", che corrisponde all'incirca all'italiano "un altro" e che personalmente trovo meno utilizzato di "yet another".
Queste sono le mie impressioni, da utilizzatore abituale dell'inglese; una ricerca su Google sembra confermarle. Un'altra fonte empirica è il fatto che esistano diversi acronimi basati su "yet another", mentre non mi risulta che ne esista una controparte basata su "still another": https://en.wikipedia.org/wiki/Yet_another
(ZugNachPankow)
E io ho rimesso lo yet (l'abominevol' uom' delle nev'...?) Salud! [RV]
12/9/2014 - 21:37
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Adattamento de La chanson du déserteur, ballata francese del XV secolo.
Si tratta di 12 ballate tradizionali trasposte in lingua italiana da Luciano Noel Winderling ed eseguite per voce e due chitarre : una delle chitarre la riconoscerete perché è quella che accompagna Fabrizio De Andrè nella versione in studio della “Guerra di Piero” (la suona Vittorio Centanaro)
Della ballata del Volontario sono presenti molte varianti, ad esempio “Il disertore” presentato dal gruppo piemontese “Cantovivo” nel loro album “Leva la gamba”
Dalle note di copertina del disco
« Signore e signori Vi diamo il benvenuto alla prima di "Viva la Rosa" » con queste parole due anni fa fu presentata al pubblico genovese nel corso delle manifestazioni teatrali dello Stabile di Genova,... (continuer)