Scopro su "Hanns Eisler: A Miscellany" a cura di David Blake (parzialmente reperibile su http://books.google.it) che l'autore delle canzoncine satiriche che poi Eisler musicò è Walter Benjamin (1892-1940), grandissimo e poliedrico intellettuale ebreo tedesco, morto suicida il 25 settembre del 1940 a Portbou, in Catalogna, per non essere catturato dalla polizia franchista che l'avrebbe consegnato ai nazisti.
Walter Benjamin pubblicò questa e altre "filastrocche" sul Frankfurter Zeitung nell'estate del 1925.
CANTATA DELLA GUERRA, DELLA PACE E DELL'INFLAZIONE (continuer)
28/4/2014 - 18:33
Chi ha visto nel Kaufmann von Berlin di Mehring una „declinazione comunista dell'antisemitismo“ si divide a mio parere in due categorie: a) chi è in perfetta malafede; b) chi ignora l'ABC del marxismo. Mehring non „indulge“ affatto, ma non ignora la storia, e dà una semplicissima analisi marxista degli eventi, nella particolare forma di canzone. Nel Kaufmann è contenuto l'intero capitalismo tedesco, e non bisognerebbe scordarsi che esistette anche un capitalismo ebraico i cui meccanismi non differivano affatto da tutto il resto. Esisteva una borghesia e un'alta borghesia ebraica, che, perlomeno all'inizio, si oppose pesantemente ai ceti popolari e che appoggiò i circoli ultranazionalisti; si ricordi anche quel che accadde in Italia, dove l'ebraismo sostenne in massima parte il fascismo ritrovandosi poi con le leggi razziali del 1938. Poiché il marxista Mehring analizza gli eventi basandosi... (continuer)
Grazie di tutto, Riccardo, della traduzione, delle note e delle precisazioni.
Però non sono completamente d'accordo con te. Esistono infatti una terza e anche una quarta categoria di persone che hanno malinteso il Kaufmann von Berlin: quelle che non l'hanno letto e nemmeno visto a teatro e quelli che non conoscono il tedesco. Il sottoscritto (mea culpa) appartiene ad entrambe e pure a quella degli ignoranti del marxismo... 3 su 4: un bel punteggio, non c'è che dire!
Quel che ho scritto in introduzione potete anche eliminarlo, se scorretto. L'avevo scritto piluccando qua e là su siti in inglese, visto che tutti confermavano che quell'opera di Mehring era piuttosto controversa sul tema specifico dell'antisemitismo...
Mi asterrò in futuro da introduzioni che potrebbero risultare un po' "campate in aria" per via della mia non conoscenza del tedesco...
Non sono abituato né favorevole a modificare le introduzioni, anche perché spesso proprio loro danno l'avvio alle discussioni sulle varie pagine. La mia osservazione era rivolta comunque escusivamente a chi si è occupato specificamente di quest'opera; e torno a dire che vagliarla alla luce di un presupposto "antisemitismo" è veramente scandaloso, non ho mezzi termini. Per il resto non avrei da modificare e/o eliminare nulla nell'introduzione; anzi, l'accenno alla cosa fatto da Bernart Bartleby è parecchio utile per inquadrare meglio certi tentativi. Per farla ancor più breve e chiara: il discorso di Mehring è un discorso di classe, e altro non poteva essere in un marxista. Tentare di far passare per "antisemitismo rosso" ciò che è soltanto un discorso di classe, di rapporti di forza e di sfruttamento di una classe subalterna (comprendente anche il proletariato ebraico) da parte di una classe... (continuer)
Io ho un 45 giri originale con copertina,il disco è integro e perfettamente funzionante ed è edito dal movimento studentesco di Milano. Il fronte con la canzone "Compagno Franceschi" ed il retro con "E se il nemico attacca".
Nel 1973 io e mia moglie abbiamo anche partecipato ai funerali a Dorga.
Se volete potete inviarmi l'indirizzo della Sig.ra Lydia.
No, ma capisco che non volevi scherzare sul ragazzo morto, e sono d'accordo sull'ironia del fatto che nei processi di canonizzazione andrebbero considerati allora anche i miracoli all'incontrario... :) questo è in effetti assurdo e fa ridere, ha poco da ridere però chi era responsabile della sicurezza di quel posto visto che non crediamo agli interventi divini né nel bene né nel male.
Comunque non tolgo niente, volevo solo specificare che non volevamo fare ironia sulla tragedia di quella morte.
Lorenzo 27/4/2014 - 18:59
Lo confesso. Anch'io, che sono uomo naturaliter compassionevole - e che, tra l'altro, stavo svernando in bergamasca - ho dovuto registrare che la mia prima reazione è stata quella di pensare che lassù Qualcuno avesse voluto rovinare una indecorosa, insopportabile festa pagana. E magari proprio di questo si è trattato. Ma poi - quasi subito - ho pensato a quel povero figlio -incolpevole -, a quei poveri genitori che l'avevano perso a dispetto di tutta la loro confidenza nel loro buon Dio, e ho preferito attribuire al cieco caso, che normalmente ci governa, questo triste episodio che è fin troppo facile caricare beffardamente di reconditi sensi. Insomma, se non ci sono miracoli, non devono nemmeno esserci antimiracoli: e allora assolviamo il buon Dio, sempre che sia un dio, e sempre che sia buono, da una atrocità che si giustificherebbe solo ad majorem sui gloriam, senza concludere che... (continuer)
Lo ripeto, anche se mi sembrava evidente: non era mia intenzione ironizzare sulla morte di un povero ragazzo.
L'ironia, piena di indignazione, era per i "miracoli" a fondamento della canonizzazione di due semplici uomini come tanti altri, con le loro grandezze e le loro miserie, santificati nemmeno in virtù di una certificazione "ISO 900*" da parte di un soggetto super partes ma dai loro stessi "compagni di merende" e successori. Un sistema paramafioso che andrebbe denunciato per truffa e abuso della credulità popolare.
Che i "miracoli" che hanno fatto sì quei quei due papi assurgessero alla gloria degli altari sono due guarigioni spontanee, una di una suora, con tanto d'imposizione di reliquia e conseguente visione, e l'altra di una laica, quasta addirittura via TV (per modernità).
Ho trovato quindi che fosse ben più pregnante, come prova che di miracoli e di santi non si tratta affatto,... (continuer)
Penso che Bernart abbia avuto l'intenzione di mettere un po' alla luce certi mecchanismi che portino alla superstizione. Ho passato la notizia a qualche amico proprio in quel senso. Una tragedia rimane una tragedia, sempre e ovunque. Ma ci ricorda anche come può essere beffardo, percepito dagli antichi, cosidetto destino.
«Le superbe porte egizie del grandissimo tempio erano spalancate, come suolsi nelle feste solenni, e dall'immenso colonnato perittero si poteva scorgere il modesto erede del povero pescatore di Palestina, assiso sul suo trono d'ebano, tempestato di diamanti e d'oro, e vestito con tanto lusso quanto ne poté inventare l'orientale magnificenza.
Civettava, il massimo dei sacerdoti, squadrandosi nella ricchissima sua tenuta con donnesca compiacenza, sorrideva alla stupida moltitudine, massime quando lo sguardo lascivo posavasi su qualche bella figura.
Polpute eminenze e monsignori formavano la destra e sinistra, su tre di fondo e seduti pure sui banchi riccamente adorni in anfiteatro.
All'aria compunta e solenne di tutti questi magnati della malizia, avresti creduto eglino nell'atto di decidere qualche opera benefica a profitto dell'umanità sofferente - quando invece quei perversi eran lì... (continuer)
Mi sa che l'Arma si potrebbe offendere per parecchie altre pagine in questo sito. Lasciamo stare le sentenze definitive se no bisognerebbe scrivere che quello di Pinelli fu un malore attivo. La conclusione in questo caso è che quando una persona in stato confusionale chiede aiuto bisogna chiamare il 118 - sperando che arrivino dei professionisti capaci di aiutarlo - e non certo i carabinieri, che nel mondo reale non sono quelli delle fiction.
Stasera ho potuto ascoltare la versione polacca di questo celeberrimo pezzo eseguito in maniera eccellente da Arek Zawiliński. Purtroppo non c'è il video ma mando un asaggio delle capacità di Arek : )