Chanson italienne – C'è forse vita sulla terra? – Pier Paolo Pasolini – 1974
Adaptation du texte : Dacia Maraini
Musique : Manos Hatzidakis / Μάνος Χατζιδάκις
Du film Sweet Movie, du réalisateur Dušan Makavejev, 1974
Interprétation : Daniela Davoli
Interprétée aussi par Grazia De Marchi dans "Grazia De Marchi canta Pier Paolo Pasolini"
Grazie Krzysztof per questo contributo. Vedremo poi se spostarlo negli extra o no, e di aggiungere altre versioni e commenti. Per la tua traduzione polacca il nostro consiglio e': pubblicala, anche prima di raggiungere la perfezione... potrai sempre migliorarla in seguito!
CCG Staff 10/1/2014 - 10:42
In omaggio, come premesso, un monologo di Giorgio Gaber dallo spettacolo "Io se fossi Gaber" del 1984. Un piccolo assaggio di come il maestro indiscusso della scena teatrale italiana, era capace di buttarsi anche sul comico, in questo caso rifacendo il verso a se stesso, e prendendo si per i fondelli, dare prova che tutto si può ribaltare usando le parole, riuscendo a pija in giro se medesimi e un po' tutti.
Vorrei, d'altra parte, ringraziare in particolare Riccardo che, con il suo recente articolo sulle pagine del Ἐκβλόγγηθι Σεαυτόν BLOG, intitolato "Quando sarò Re", a fatto scattare la mola che mi a spinto di tradurre finalmente questo testo suberbo. Grazie Riccardo. L'intervento, il tuo, è stato apprezzato moltissimo da me, essendo l'esempio della tua sensibilità fuor del comune.
MONOLOGO
Io se fossi la Rai comprerei Berlusconi... tac!
Io se fossi Ornella Muti non parlerei neanche... (continuer)
A proposito del finale: non è vero che non si trovano versioni con il finale non rassegnato: ho comprato a Parigi, una ventina di anni fa, un nastrino di Claude Reboul (che cantava in strada con l'orgue de barbarie) che finisce così: "si vous me poursuivez, prevenez vos gendarmes que je possède une arme et que je sais tirer"
Si trovano versioni di questa canzone, personalizzate, in dedica a questo o quel caduto, a dimostrazione che il canto era molto diffuso tra le formazioni partigiane, almeno in Emilia Romagna.
Per esempio, l'imolesina ed il suo Rino si trovano sostituiti da Vanna e Stoppa... "Stoppa" era il nome di battaglia di Guido Boscherini di Santa Sofia, Forlì, classe 1920, mitragliere dell'8a Brigata Garibaldi, ucciso il 5 febbraio 1944 a Premilcuore, durante uno scontro a fuoco coi repubblichini... (fonte: A.N.P.I.)
Trovo questo canto sia su Il Deposito che su “Il Canzoniere Ribelle dell’Emilia Romagna”. In entrambe le fonti viene citato un nome, quello di Ernesto Venzi, che di questo canto potrebbe essere se non l’autore sicuramente l’informatore. Risulterebbe infatti raccolto nel bolognese nel corso degli anni 60 dai giovani (tra i quali Janna Carioli e Gianfranco Ginestri) che poi nel 1967 fondarono il gruppo de Canzoniere delle Lame.
Ernesto “Nino” Venzi è invece sicuramente l’autore della canzone Primavera giovanile già presente sulle CCG.
E visto questo precedente, azzarderei di attribuirgli in pieno anche la paternità di “Son proletari i partigiani”, canzone di sapore sicuramente comunista, quale l’autore era.
Suggerisco quindi di inserire la biografia del Venzi ed il testo della canzone meglio formattato.
Bernart Bartleby 10/1/2014 - 09:29
Un errore nella biografia del Venzi...
I fratelli Moscardini erano bolognesi e sono quattro martiri della Resistenza, ma non morirono insieme nell'eccidio di San Ruffillo, ciascuno di loro perse la vita in circostanze diverse...
"Son proletari i partigiani: Le parole sono state scritte nel luglio 1944 da Ernesto Venzi, vicecomandante della 36ª Brigata Bianconcini operante sull’Appennino tosco-romagnolo, nella sede del comando di Cà di Vestro, adattandole sull’aria di un canto militare sovietico spesso zufolato dai partigiani russi che combattevano nelle formazioni partigiane italiane. La melodia viene utilizzata anche per la canzone Armata Rossa, assai diffusa tra i partigiani del Nord Italia." dalla Rivista Choraliter, n.36, 2011
Bisognerebbe controllare in “Canti socialisti e comunisti” (a cura di Leoncarlo Settimelli e Laura Falavolti, 1973), dove appare il testo di questo canto, ma non credo che sia da attribuirsi a Spartacus Picenus… Secondo quanto riportato su questa pagina dell’A.N.P.I. e su “Il Canzoniere Ribelle dell’Emilia Romagna”, “La Comune di Parigi” risalirebbe al 1944 ed il suo autore sarebbe Arturo Pedroni (1907-1977), militante antifascista di Reggio Emilia, operaio, comunista, imprigionato dai fascisti per quasi tutti gli anni 30. Nel 1943 fu tra gli organizzatori delle prime bande partigiane nel Reggiano e fu commissario ed ispettore di diverse brigate garibaldine. Il suo nome di battaglia era “Spartaco”, e forse sta qui la ragione della confusione con Spartacus Picenus…
Fu Arturo “Spartaco” Pedroni a comporre “Non siam più la Comune di Parigi”, questo il titolo vero e proprio del canto.