Ciao Riccardo, non è la prima volta che i nostri ricordi si incrociano, tipo con "La exiliada del sur". Manca solo che tu mi dica che in un agosto del 1980 (o era il 1981?) ti sei visto i film di Peter Watkins e possiamo tranquillamente parlare di telepatia.
E per Bernart: grazie a te per il tuo lavoro di scavo nel canto e nella cultura ispanoamericana che, se ancora non si fosse capito, sono la mia grande passione.
Maria Cristina 31/3/2013 - 23:27
Forse sarà il caso di preoccuparci, allora, perché credo di aver visto "Punishment Park" proprio in quegli anni, ora non mi ricordo se fosse l'80/81 ma attorno a quegli anni sì. Poi ho visto anche il film sulla Comune di Parigi, ma molto tempo dopo...insomma, cara Maria Cristina, forse 'sta telepatia c'è sul serio. O, forse, è tutta questione di una data generazione, chissà...
Ma, curiosamente, ogni volta che ascolto non solo Vasija de barro, ma anche qualsiasi cosa dal "Canto de pueblos andinos II", mi vengono a mente le mie girate sugli autobus fiorentini da ragazzino. "Ojos azules" (ojos azules, no llores, no llores ni te enamores...) e le altre canzoni, e mi rivedo a esplorare tutta la rete ferrotranviaria fiorentina, da solo, percorrendo la città in ogni angolo come stessi esplorando una remota isola misteriosa.
Non ci credo! Ojos Azules era la mia preferita, me la canto anche ora, tra me e me perché non sono proprio intonata.
Quanto a Peter Watkins l'ho visto che avevo 16 anni, lo davano di pomeriggio, in lingua originale con i sottotitoli; ci sono inciampata per caso ed è stato come un battesimo del fuoco. Ricordo di aver pianto guardando "Evening land" quando la polizia attacca i manifestanti e non sai quanto ci ho ripensato nei giorni di Genova.
Dopo l'ho cercato ovunque - e non c'era internet! - ma nessuno sembrava conoscerlo, neppure un docente di storia del cinema a cui mi ero rivolta. Non credo che sia un fatto generazionale, sei appena la terza persona che ricorda quei film e, credimi, l'ho chiesto per anni a tutti quelli che conoscevo.
Chanson italienne – La fotografia – Enzo Jannacci – 1991
Une chanson sur nos « enfants soldats » dans les terres de mafia.
Très belle et glaçante, elle fut présentée – je ne sais comment – au Festival de Sanremo. Il eut le prix de la critique, juste parce qu'elle ne pouvait d'aucune manière être ignorée.
Sì, obbrava Sansuchì; intanto, già la si vede alle parate militari di regime, giusto giusto accanto ai generali medagliati:
"La leader dell'opposizione birmana Aung San Suu Kyi ha assistito oggi per la prima volta alle parate militari in occasione della "Giornata delle forze armate" in Birmania, organizzate dallo stesso esercito che l'ha mantenuta prigioniera per 15 anni, a conferma di un crescente riavvicinamento che non ha mancato di generare polemiche. Suu Kyi, ha spiegato un portavoce della sua "Lega nazionale per la democrazia", è stata invitata dall'esercito alla marcia di 6 mila soldati tenutasi nella capitale Naypyidaw, dove è rimasta seduta vicino ad alcuni generali. Lo scorso gennaio, la figlia del generale Aung San (padre dell'indipendenza) aveva rivelato di "avere un debole" per l'esercito, dichiarazione che non fu ben digerita da diversi dissidenti. Nella parata di oggi, l'influente... (continuer)
Eluwun: Ritual funerario mapuche
Lonko:Jefe de una comunidad mapuche
Neculmán: Cóndor veloz
Ngemann ülkantún: Canciones que expresan dolor.
Eltún: Cementerio mapuche
Koyagtún Saludo de condolencias.
Ulkantún: Canto.
Wenu mapu: La tierra de arriba, del más allá.
E per Bernart: grazie a te per il tuo lavoro di scavo nel canto e nella cultura ispanoamericana che, se ancora non si fosse capito, sono la mia grande passione.