Tu non sai quanto ho cercato questa poesia, Gian Piero. Avevo le "Poesie nascoste" di Kavafis tradotte dal Pontani, ma le ho perse. Maledizione a me e ai miei diciottomila traslochi, così si capisce meglio perché da anni non mi muovo più da dove abito ora e perché non abbia più intenzione di farlo. Ricordavo questa poesia, e anche il suo essere un "unicum" per Kavafis in quanto ispirata da un episodio attuale; ti devo quindi ringraziare per averla messa qui. Quanti libri persi, quanti...
Sono felice che qualcuno l'abbia trovata, Riccardo: ma non sono stato io!
Io non ho quelle "segrete" pubblicate dal Pontani. Ho un'edizione greca curata da G.P. Savvidis in due volumi, che credevo completa: ma questa poesia non c'è proprio.
Siamo quindi grati a L.L., ma io lo sono in modo speciale, perché la leggo per la prima volta.
Chiedo scusa a L.L., davvero di cuore; il fatto è che sono talmente abituato a che ogni cosa in greco qui dentro sia trovata da Gian Piero Testa, che sono andato in "automatico" senza controllare. Una leggerezza di cui chiedo ancora scusa, anche per l'entusiasmo di aver ritrovato questa cosa...
Grazie a tutti e due, Riccardo e Gian Piero. Gian Piero, il Pontani nell'introduzione scrive che il testo è quello di Savvidis. Se non ho capito male, l'edizione di riferimento è questa: Καβάφης, Ποιήματα, 2 voll., Atene I 1963, 1965², II 1963. Riccardo, ho inviato a antiwarsongs@gmail.com una foto che raffigura uno dei quattro condannati di Densuai nell'atto di 'salire la scala della forca'. La fonte è questa. Per chi legge il greco moderno - io ho utilizzato un traduttore - altre informazioni si trovano qui e qui
E anche nel blog Diamartiries si dice che la poesia fu trovata dal Savvidis; mentre Rizospastis ne dà anche il titolo originale - "Densuai 27 Giugno 1906, ore 2 postmeridiane" - e aggiunge che la composizione è del 1908 (Το Φλεβάρη του 1908 ο Καβάφης με αφορμή αυτό το γεγονός γράφει το ποίημα «Ντενσουάι 27 Ιουνίου 1906 2μ.μ.»): però il Savvidis non sembra averla inserita nella sua raccolta. L'edizione in mio possesso è un reprint del 2011 dell'edizione ateniese di Ikaros (che suppongo sia quella del 1963 citata dal Pontani), stampato e distribuito dal quotidiano Ta Nea. Che dire? ora cercherò di leggere più attentamente la nota introduttiva del Savvidis (è del 1991), che a una veloce scorsa non contiene spiegazioni circa l'eventuale esclusione di un reperto innegabilmente importante come questo. Grazie a Leonardo e per il contributo ad AWS e per i link. Se scopro qualcosa, mi rifaccio vivo. Intanto, Buon Anno a tutti.
Il testo di questa canzone non è di Yannis Ritsos: è antico e ha un legame profondo con la storia dei Greci moderni.
Esso viene già testimoniato nel capitolo IX delle Ricordanze (Απομνημονεύματα/Apomnimonèvmata) del generale Yannis Makriyannis, che lo trascrive per intero, in quanto lui stesso lo ebbe a cantare durante la sfortunata difesa dell'Acropoli, una sera di settembre del 1826 - sesto anno della guerra d'indipendenza - durante una commovente riconciliazione con Yannis Gouras (1771 - 1826), Comandante Generale della Grecia Continentale, che da alcuni anni spadroneggiava sugli Ateniesi come custode della mitica rocca.
Gouras era piuttosto inviso a Makriyannis che, rispetto a molti capitani della guerra di indipendenza, aveva vedute e comportamenti etici e politici nettamente contrapposti a quelli di molti suoi colleghi d'arme, di... (Continues)
Gian Piero Testa 2013/12/28 - 20:00
[Aggiunta alla nota alla 2a canzone / Sto completando la trascrizione dei testi mancanti, tre recitati e uno cantato. Arriveranno presto, con altre note]
E' lecito chiedersi come mai la canzone di Makriyannis sia finita in questo disco. Nel testo di Ritsos non appare trascritta: però il poeta riesce a introdurre la figura del grande combattente
della libertà greca. Questo accade verso la fine del poemetto, quando - rievocata la guerra civile, e la parte che vi hanno avuto John, l'inglese, e Tom, l'americano, Ritsos prende personalmente la parola apostrofando Tom da Ai-Stratis, il luogo di confino dove si trova costretto. E' una bella sera d'estate, e la penna del poeta "pesa come un fucile", perché "Makriyannis è stato di nuovo condannato a morte":
"E questa sera Makriyannis dentro la mia stamberga
riunisce i suoi compagni e pone loro domande:
- Dove l'hai maciullata questa mano?
-... (Continues)
[ Con questo contributo "I quartieri del mondo" di Theodorakis-Ritsos sono completi: resta, credo, un po' di lavoro a RV per ricomporre la pagina. Poi, magari, faremo un buon trattamento anche a quelli di Samoilis. Vanno ancora cercati gli eventuali link alle letture di Ritsos, che era un ottimo interprete dei propri testi; e anche alla canzone n.11, che mi sembra introvabile in You Tube ]
1) Τούτη την άνοιξη
(Τραγουδάει ο Γιάννης Θωμόπουλος)
Τούτη την άνοιξη
ραγιάδες, ραγιάδες
4) Οι γειτονιές είναι έρημες
(Απαγγέλλει ο Γιάννης Ρίτσος)
Οι γειτονιές είναι έρημες. Είναι γυμνές οι γειτονιές.
Τα σπίτια είναι καμένα. Κείνο το ηρώο
με τις ασβεστωμένες πέτρες , με τις γλάστρες που κουβάλαγαν οι γριούλες
έγινε στάχτη τώρα. Το ξύλινο σταυρό
με πολλά τα ονόματα των λαϊκών ηρώων
τον κάψαν στην πλατεία. Μοναχά το κράνος [το ελασίτικο]
δεν έλιωσε στην φλώγα - απόμεινε
πεταμένο στο δρόμο... (Continues)