Dulce muchacha
Tentativo di traduzione italiana di Bartleby e Lorenzo
Questo testo, abbastanza difficile e poetico, ha resistito ai nostri tentativi di interpretazione e traduzione. Ci abbiamo messo un po' di fantasia. Eventuali correzioni sono naturalmente benvenute.
DOLCE RAGAZZA
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9/3/2011 - 23:25
Annibale e l'elefante Aristide
è bellissima la canzone"ANNIBALE e L'ELEFANTE ARISTIDE" ma ci sono anche altre bellissime canzoni ad esempio io adoro anche "IL MIO MONDO" soprattutto la parte in straniero (non mi ricordo la lingua!!!!!!)è fanstasticaaaaaaaaaaaaa letteralmente fantasticaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!è da impazzire bellissimissimissimissimissimissimissimissima!!!!!!!!!!!Scusate l'abbondanza!!!!! beh... un saluto specalissimo alle mie 2 cantenti preferite e un ciao allo "ZECCHINO D'ORO"!!!Ciaissimo (ciao!!!!)da parte di Francesca Bossio e Famiglia!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Francesca Bossio 9/3/2011 - 20:53
Ballade von der Judenhure Marie Sanders
Versione inglese di Daniel Kahn & The Painted Bird, dall'album "The Broken Tongue" del 2006.
BALLAD OF THE JEWS' WHORE MARIE SANDERS
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envoyé par Bartleby 9/3/2011 - 15:44
אונטער די חורבֿות פֿון פּױלן (דאָליע)
Versione inglese di Daniel Kahn & The Painted Bird, dall'album "The Broken Tongue" del 2006.
UNDER THE RUINS OF POLAND
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envoyé par Bartleby 9/3/2011 - 15:20
גייען זיי אין די שוואַרצע רייען, אָדער נאַכט און רעגן
In un primo tempo, questa canzone era stata inserita a nome di Daniel Kahn and the Painted Bird, un'importante band kletzmer canadese che la ha eseguita e registrata nell'album Partisans and Parasites. La seguente traduzione proviene dal libretto dell'album. [CCG/AWS Staff]]
NIGHT AND RAIN
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envoyé par Bartleby 9/3/2011 - 15:01
Celestino Alfonso
Chanson espagnole – CELESTINO ALFONSO - Antonio Resines – Paroles d'Antonio Gómez – Musique de Antonio Resines – 1975
d'après la version italienne de Lorenzo Masetti – CELESTINO ALFONSO
« La Cantate de l'Exil » fut composée par Antonio Resines, un important chantauteur, membre du groupe folk-rock "Almas Humildes", et écrite par Antonio Gómez , fondateur du collectif madrilène.
Participèrent au projet beaucoup de chanteurs connus comme Teresa Cano, Pablo Guerrero, Luis Pastor et Quintín Cabrera.
Le sous-titre « ¿Cuándo llegaremos a Sevilla? » (Quand arriverons-nous à Séville ?) renvoie à la phrase que la vieille mère du poète républicain Antonio Machado continuait à répéter à son fils pendant qu'ils fuyaient en janvier 1939, en réalité, vers la France... ils mourront tous les deux quelques semaines plus tard, anéantis par la fatigue et par la douleur.
Cette cantate débute avec la fuite... (continuer)
d'après la version italienne de Lorenzo Masetti – CELESTINO ALFONSO
« La Cantate de l'Exil » fut composée par Antonio Resines, un important chantauteur, membre du groupe folk-rock "Almas Humildes", et écrite par Antonio Gómez , fondateur du collectif madrilène.
Participèrent au projet beaucoup de chanteurs connus comme Teresa Cano, Pablo Guerrero, Luis Pastor et Quintín Cabrera.
Le sous-titre « ¿Cuándo llegaremos a Sevilla? » (Quand arriverons-nous à Séville ?) renvoie à la phrase que la vieille mère du poète républicain Antonio Machado continuait à répéter à son fils pendant qu'ils fuyaient en janvier 1939, en réalité, vers la France... ils mourront tous les deux quelques semaines plus tard, anéantis par la fatigue et par la douleur.
Cette cantate débute avec la fuite... (continuer)
CELESTINO ALFONSO – ROUGE – 7 ATTENTATS
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envoyé par Marco Valdo M.I. 8/3/2011 - 16:02
אונטער די פּױלךשע גרינינקע בײמעלעך
Come sapete, mi piacciono le storie minime, quelle poco note, di gente poco nota, perchè è spesso in quelle piccole storie che stanno le radici del Bene e del Male seminati nella Storia con la S maiuscola...
Questa foto simbolo della distruzione del ghetto di Varsavia nella primavera del 1943 fu scattata da uno dei reporter del comandante tedesco Jürgen Stroop – poi impiccato dai polacchi nel 1952 – che doveva riferire, e con dovizia di particolari, direttamente ad Himmler dei "progressi" nell'annientamento del ghetto. La didascalia originale recitava: "Tirati fuori a forza dalle loro tane", come se quelle donne e quei bambini non fossero altro che topi da snidare e sterminare...
In quella foto mi hanno sempre colpito lo sgomento ed il terrore sui visi dei perseguitati, ma soprattutto l'espressione impassibile, dura, le labbra serrate e taglienti del soldato tedesco sulla destra, quello... (continuer)
Questa foto simbolo della distruzione del ghetto di Varsavia nella primavera del 1943 fu scattata da uno dei reporter del comandante tedesco Jürgen Stroop – poi impiccato dai polacchi nel 1952 – che doveva riferire, e con dovizia di particolari, direttamente ad Himmler dei "progressi" nell'annientamento del ghetto. La didascalia originale recitava: "Tirati fuori a forza dalle loro tane", come se quelle donne e quei bambini non fossero altro che topi da snidare e sterminare...
In quella foto mi hanno sempre colpito lo sgomento ed il terrore sui visi dei perseguitati, ma soprattutto l'espressione impassibile, dura, le labbra serrate e taglienti del soldato tedesco sulla destra, quello... (continuer)
Bartleby 8/3/2011 - 14:57
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