E ci ho ragione io ma.. mâ manciu squarata, diciamo laggiù in Africa.. (se non hai afferrato ti do poi la traduzione :-)
Informazioni sbagliate = doppio lavoro (parlo della mia attività alieutica naturalmente, ossia del "pescaggio"..), sic! :-((
Salut !
giorgio 2011/10/6 - 08:28
Giorgio, che ti devo dire più che c'hai ragione?
Mi spiace per il tuo doppio lavoro, ma 'l di' d'ancoj meglio avercelo doppio che non avercelo affatto!
Ciao!
Eh no, quando il lavoro è mal pagato o, come nel nostro caso, non pagato affatto, avercene uno, due, quattro o otto è proprio la stessa cosa... Per cui, "LAVORATORIII... prrr!!!"
Dal catalogo Eleuthera, per voialtri - i perfidi Admins + Giorgio - fancazzisti e scansafatiche o - come si direbbe qui nella alacre e produttiva Padania piemontese - "scapatravajchemi'rivu"...
Philippe Godard
CONTRO IL LAVORO
2011 - 128 pp. - euro 10,00
traduzione di Guido Lagomarsino
prefazione di Andrea Staid
http://www.eleuthera.it/scheda_libro.p...
"Il lavoro come tale costituisce la migliore polizia e tiene ciascuno a freno… Esso logora straordinariamente una gran quantità d'energia nervosa e la sottrae al riflettere, allo scervellarsi, al sognare, al preoccuparsi, all'amare, all'odiare."
Friedrich Nietzsche
Mettere in discussione il lavoro significa mettere in discussione il senso della vita. Il lavoro, infatti, concorre in modo prioritario a definire l'identità del singolo e il suo posto nel mondo. Eppure, nonostante questa invadente presenza nella vita e nei rapporti sociali,... (Continues)
No, ragazzi, per favore, non arriviamo fino all'auto-derisione.. Anche perché se un lavoro, come nel caso nostro -non remunerato- è anche doppio o addirittura triplo, non credo affatto sia la stessa cosa, ma è, secondo il punto di vista più accreditato e comune, proprio roba da fessi (o a ghjri 'i đđà) :-))).. o da “matti” appassionati, secondo una visuale più indulgente.
Ma giacché rendiamo -comunque sia- un servizio, speriamo che gli utenti appassionati come noi ce ne siano almeno un po' grati.
Appassionati ma non pagati, la parola d'ordine dovrebbe forse essere "Lavorare pochissimo, con-laborare tutti". Ma valla a tradurre in pratica, viste la diversità di prestazioni, disponibilità e capacità di ciascuno..!
Per favore, Bartleby.. un po' più attento agli errori (almeno tu), abbi con-passione.
Scusa ancora, Giorgio, per tutto il lavoro supplementare che ti ho dato... Siccome insisti nel farmelo notare, si vede che la cosa ti ha davvero disturbato... Vedi, sotto le mie varie identità ho contribuito più di tre migliaia di canzoni e qualche errore può esserci scappato, specie in quelle - come questa "12 ottobre" - postate un po' di tempo fa... Per quanto uno cerchi di essere preciso e di fare attenzione l'errore incombe sempre...
Vedrò di stare più attento in futuro...
Va bene così?
Passo & chiudo.
Caro Bartleby..
..Oddìo come siamo suscettibili ! :-)
Molto probabilmente hai ragione perché in realtà intendevo prender spunto da te (che sei indubbiamente fra i collaboratori migliori) e dal tuo errore (dai migliori ce lo si aspetta meno) per un invito generale alla correttezza sui dati di una determinata canzone, onde io "impazzire" meno nel reperimento degli MP3 in questione, come mi tocca più spesso di quanto non credi, con date di composizione, album e persino titoli diversi ! (→ doppio lavoro!). Non me ne sono mai lamentato finora. Se ti ho utilizzato ti chiedo scusa. Non intendevo neanche insistere a fartelo notare, ritornavo semplicemente sull'argomento principale visto che avevamo divagato e che in primis mi avevi risposto che "'l di' d'ancoj è meglio il lavoro doppio" (?!?!), spernacchiando pure i poveri lavoratori che saremmo o siamo. ;-(
Ciao!
PS: Bella la citazione del grande Friedrich.. Per caso ricordi da quale opera è tratta?
Chanson italienne – Dodici ottobre – Infezione – 1991
Texte (re)trouvé dans « Nel cuore della bestia », ouvrage fondamental de Stefano Giaccone et Marco Pandin sur le monde de l'autoproduction musicale en Italie des années 1980.
Le 12 octobre 1492, Christophe Colomb « découvrit » les Amériques ... Et les autochtones, lesquels ne savaient pas encore qu'ils étaient des « Indiens », criaient « Ciel ! Nous sommes découverts ! » et ils coururent se cacher dans la forêt, dit Lucien l'âne en riant de toutes ses blanches dents. D'ailleurs, Marco Valdo M.I., mon ami, tu devrais en faire une chanson...
Peut-être, un de ces jours... Car, en effet, il s'agit là d'un moment important de la Guerre de Cent Mille Ans que les riches font aux pauvres afin de les dominer, de les coloniser, de les exploiter, de les soumettre à leur vouloir – je n'ai pas dit leur « bon vouloir » - expression des rois de France... (Continues)
Ulteriori ricerche mi fanno precisare che si canta sull'aria delle sestine da cantastorie toscano, o aria della Giulia, conosciuta anche come aria del Batacchi.
Un paio di rettifiche: non proviene dalla Lucchesia ma dal Valdarno; non risale al 1849 ma a dopo l'Unità, quindi dopo il 1861.
Pardo Fornaciari
In questo librosi dovrebbero trovare le seguenti traduzioni:
in inglese da John Warre Tyndale nel 1849,
in francese da A. Boullier nel 1864
in tedesco da B. Granzer e B. Schütze nel 1979 con il titolo Die Tyrannei.
sono l'autore di questa canzone, apparsa sul primo disco SCORRIBANDE, compilation di gruppi rock milanesi.
I DINAMIC DANCERS sono nati a Lodi intorno al 1985 ed hanno suonato in club e rassegne varie fino al 1990.
Fabio
fabio aspetti 2011/10/7 - 22:58
Caro Fabio, grazie di aver risolto il mistero... se ci facessi avere un video o un mp3 di questa canzone saremo contentissimi di ascoltarla.
E bravo Bartleby. E' proprio vero: ogni popolo è disteso sul mare della sua linfa, come la terra racchiude i giacimenti di petrolio. Basta perforare qui o là e ne zampillano fontane di sangue e di musica. Io ho provato con i Greci: ma sono convinto che la stessa cosa può accadere dappertutto nel mondo.
Gian Piero Testa 2011/10/5 - 21:46
Caro Gian Piero, è solo grazie alle tue dritte che oggi i cangaceiros hanno espugnato le CCG/AWS!
Ecco il testo della tua amata "Mulher Rendeira", canzone che per davvero fu scritta da Lampião intorno al 1922 e intonata dalla sua banda di cangaceiros quando attaccavano fazendas, villaggi e città, sorta di “Cavalcata delle Valchirie” in salsa nordestigna. A rettifica di quanto scritto nell’introduzione, "Mulher Rendeira" non fu scritta per Maria Bonita – che Lampião conobbe solo nel 1929 – ma per qualche altra donna ed il coro che la intitola è probabilmente un omaggio alla nonna di lui, Tia Jacosa, che evidentemente era una brava tessitrice e merlettaia (si vedano nella terribile foto delle teste mozzate le bellissime sacche intessute che facevano parte del corredo della banda…)
Secondo l’accurata ricerca svolta da Rhythm 'n' Roots, di "Mulher Rendeira" esistono più di 120 versioni... (Continues)
manca una traduzione fatta bene