Nato il 15 febbraio a Bucarest, Petre Solomon è un poeta rumeno di religione ebraica. E' stato amico personale di Paul Celan; in questa traduzione ha mantenuto il titolo originale che Celan stesso diede alla sua poesia, ovvero "Tango di morte". Il testo in grafia rumena corretta, adattato però all'ortografia fissata nel 1993, è stato reperito da questa pagina in forma di documento ODF. (RV)
La poesia di Celan tradotta in rumeno da Petre Solomon, pubblicata sul giornale Contemporanul nel 1953.
TANGOUL MORŢII (Continues)
Contributed by DonQuijote82 2011/10/23 - 16:24
NEERLANDESE / DUTCH / NÉERLANDAIS / HOLLANTI
Versione neerlandese di Peter Nijmeijer
Nederlandse vertaling van Peter Nijmeijer Dutch version by Peter Nijmeijer
Version néerlandaise de Peter Nijmeijer
Peter Nijmeijerin hollanninkielinen versio
Tratta da Celan Projekt. Reca un titolo, Sirene, totalmente differente da quello originale.
Versione ungherese di György Faludy
György Faludy magyar fordítása Hungarian version by György Faludy
Version hongroise de György Faludy
György Faludyn unkarinkielinen versio
Ciao, sono Giulio...ogni tanto capito qua...e non vi ho mai ringraziato se non in privato...colgo ora l'occasione per ringraziarvi per la diffusione di questo mio riadattamento che è piano piano diventato un inno...anche dopo il referendum sia chiaro: il nucleare lo vogliamo no!
2003
Non è mai troppo tardi per avere un'infanzia felice
Buonasera a tutti quanti, vorrei cantare gentilmente una canzone con l'accompagnamento del maestro e la vorrei dedicare al signor Giovanni, il ttiolo della canzone è qua si campa d'aria", perché al Sud si campa d'aria (Continues)
Non mi sembra una canzone anticlericale, anzi mi sembra provenire da uno spirito profondamente religioso che cerca di stare dalla parte di Dio (adeguando la propria condotta alla volontà del Dio della pace che "fermerà la prossima guerra) piuttosto che porre "Dio dalla sua parte", strumentalizzandolo. (Come sta quel mangiapreti del Venturi? :)
Allora glielo concediamo. Il fatto è che i Greci hanno già raggiunto quello che i Romani (nel senso dei Romaneschi) si sforzano con tutti i mezzi di imporre al resto del Paese: il dileguamento del Congiuntivo. Chi scrive(va) in "katharévusa", cioè nella lingua colta, può (poteva) rispettare la differenza tra i due modi, la quale, tuttavia, non giunge all'orecchio, essendo perfettamente uguali le due pronunce. Intendendo "pethano"come un congiuntivo, il senso sarebbe: "quando muoia, quando dovessi morire" e si giustificherebbe, allora, la traduzione con l'ipotetica. Se invece lo si sente come come indicativo, allora vale "quando morirò". La scelta, a questo punto, è di chi, come me, preferisce pensare che il navigante sia rassegnato a un tragico destino, o di chi invece lo immagina arrovellarsi nel dubbio. Ma aspettiamo cosa sentenzierà Riccardo.