Vediamo se riesco a rispondere a tutto! Inanzitutto voglio rassicurare che no, non sono una di quei "pacifisti" a favore delle bombe NATO o dell'invasione dell'Iraq (anzi, la mia prima manifestazione è stata proprio contro quella guerra) è solo che credo che la violenza non sia MAI la soluzione. Possiamo non essere d'accordo, però per me "la pace ok, ma se non ci riusciamo facciamo la guerra" fa tanto "bombardiamo l'Iraq per portargli la democrazia" e sappiamo tutti come sta andando... L'esempio di Che Guevara e Gandhi mi è è piaciuto moltissimo perché è proprio così che la vedo; per me il fine non giustifica i mezzi, il Che per quanto nobile possa essere stato d'animo per me è un militare e quindi non potrà mai il mio "idolo" Lo rispetto e rispetto soprattutto i valori che difendeva, ma io sono il "tipo Gandhi". Poi certo, anche io ho i miei scatti "adesso lo faccio fuori" (sono un essere... (continuer)
Scusa Riccardo, ma hai letto bene il testo?
I soldati “che non fanno che pensare a casa e a Dio”, che “non lasceranno mai la bandiera”; i “traditori”, sicuramente i contrari alla guerra fratricida, “che con il loro parlare non fanno che aiutare il nemico, mentre i nostri muoiono sul campo di battaglia”… E ancora: “Si sentono le trombe suonare, è il segnale della battaglia… Ecco il ‘Battle-Cry of Freedom’ che si diffonde nell’aria. Sì, noi difenderemo la bandiera o moriremo nobilmente”.
Quella che tu hai definito “una delle più note e commoventi canzoni della guerra civile americana” secondo me è una canzone iper-patriottarda e militarista… D’altra parte George Frederick Root scrisse solo canzoni del genere, e non mi stupisce che ne esistano mote parodie sicuramente nate sui campi di battaglia e nelle trincee…
Ribadisco il mio suggerimento: ridurre il testo originale ad un semplice link e promuovere le parodie a testi principali.
che non è alla fine meno agiografica e/o patriottarda di "Just Before The Battle, Mother", ma almeno c'è un soldato moribondo che continua a ripetere nel refrain: Vabbè, caduto per la patria sarò presto fra gli angeli con l'aureola in fronte etc. Ma CHI si prenderà cura di mia madre, ora?
In effetti... invece quella di Root potrebbe averla benissimo scritta Ignazio La Russa, se solo sapesse l'inglese...
A proposito di La Russa... Non sapevo che avesse chiamato i suoi tre figli Geronimo, Lorenzo Cochis e Leonardo Apache...
Poveretti, non tanto per i nomi quanto per cotanto padre, davvero spiritoso.
Chanson italienne – La ballata di Pereira – Marco Valdo M.I. – 2010
Jusqu'à présent, mon ami Lucien l'âne aux sabots inusables, je t'avais fait connaître des chansons que j'avais écrites à partir de textes de Carlo Levi et je les avais appelées des canzones lévianes. Eh bien, voici une chanson tabucchiane, qui, comme son nom l'indique, vient tout droit d'une œuvre de l'écrivain Antonio Tabucchi, grand connaisseur du Portugal et traducteur de Pessoa, entre autres choses. Elle raconte à sa manière, il faudrait dire à ma manière, l'histoire rapportée par Tabucchi lui-même dans un roman intitulé « Sostiene Pereira », dont tu retrouveras la trace dans l'antienne (Prétend Pereira) qui ponctue et termine ainsi chacun des quartets. Comme l'indique le titre, ceci est la version française...
Qu'est-ce à dire ?, ce serait donc une chanson que tu as traduite ?
Exactement. Je l'ai composée directement... (continuer)
Assurdissima e integrale versione italiana di Gian Piero Testa
Si vedano le Note alla traduzione
"Per la lingua dei Vlahi, ho visto che Riccardo si è subito dato da fare. Io avevo ripreso in nota quanto passa il sito dei Vlahi stessi: videat Riccardo se mantenerlo nella pagina.(gpt)"
E' simpaticissima la nota di Hatzidakis che RV ha scovato per "Ta Paraloga" e vorrei che tutti potessero leggerla. Un po' frettolosa, ecco la mia traduzione:
«"Ta Paraloga" sono un ciclo di canzoni popolari da ascoltare in silenzio e in solitudine. Il tema delle canzoni è la Grecia immortale in tutto il suo glorioso percorso e per questo richiede dagli ascoltatori concentrazione, religiosità e se possibile digiuno - senza che ciò significhi che "Ta Paraloga" vadano ascoltati solo durante la Quaresima.
"Ta Paraloga" si indirizzano ad una silenziosa categoria di persone che è difficile incontrare nello spazio greco. Ed è qui che risiede l'audacia di questo lavoro.
E' superfluo aggiungere che la partecipazione di tanti tesori nazionali nell'interpretazione dell'opera, senza dubbio alcuno istituisce il disco come autentico esempio di patriottismo per il suo ethos ed i suoi pensieri. Dal punto di vista musicale l'opera appartiene alle più nuove concezioni della canzone e della musica». Manos Hatzidakis.