Chanson italienne – I Cinque Fiori della Speranza – Casa del Vento – 2004
Le long de la route de la Libye, qui d'Arezzo conduit à Anghiari, furent pendus avec du fil de fer, cinq jeunes de 18 à 20 ans, dont trois de Monterchi, qui auraient voulu rejoindre les partisans. On les laissa pendus pendant un mois, exposés comme exemple pour les « rebelles ».
Le lieu porte un nom particulier : la Speranza.
Voir le commentaire à la chanson du même disque : Alberi, rami e foglie
LES CINQ FLEURS DE L'ESPÉRANCE (continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 15/1/2010 - 16:57
Località La Speranza, comune di Anghiari, provincia di Arezzo.
Il 26 giugno 1944, dopo uno scontro a fuoco, i tedeschi catturano un partigiano e poi rastrellano altri cinque giovani nei dintorni. Li impiccano al tramonto vicino al Passo della Scheggia, lungo la rotabile di Libbiano.
Trascrivo i nomi dei giovani trucidati:
Mazzi Sabatino, anni 22, di Giovi
Franceschi Francesco, anni 20, di Monterchi
Checcaglini Pasquale, anni 19, di Monterchi
Riponi Enrico, anni 19, di Monterchi
Calabresi Tommaso, anni 18, di Monterchi
La canzone (originariamente attribuita al Canzoniere Pisano) potrebbe invece essere di Franco Trincale, stando a quanto riportato a pagina 15 del numero 3 di A-Rivista Anarchica dell'aprile 1971:
" Franco Trincale denunciato.
Il noto cantautore popolare Franco Trincale è stato denunciato alla magistratura di Livorno per il reato di "vilipendio alle forze armate". La denuncia si riferisce ad una o più canzoni del repertorio dell'ex-cantastorie siciliano, che negli ultimi anni si è venuto sempre più politicizzando, a diretto contatto con le lotte degli sfruttati; questo fatto non è certamente gradito alle autorità, che già più volte hanno cercato di intimidirlo. Durante il festival-pop di Palermo, per esempio, alcuni poliziotti bloccarono l'impianto microfonico, impedendo così ai 10.000 giovani convenuti di ascoltare le ballate politiche di Trincale, e "sequestrarono" il cantautore preannunciandogli... (continuer)
Alessandro 14/1/2010 - 16:37
Sì, la canzone è proprio di Trincale e si trova nell'album autoprodotto dall'autore nel 1970 intitolato "Canzoni in piazza", lo stesso in cui c'è pure Lamento per la morte di Giuseppe Pinelli
Poi entrambe furono inserite nel disco intitolato "Le ballate di Franco Trincale" edito da da Feltrinelli sempre nel 1970.
La canzone di Franco Trincale est commentée en ces termes à la page 15 de la revue A-Rivista Anarchica ( n° 3) d'avril 1971 :
" Franco Trincale inculpé.
Le chanteur populaire connu Franco Trincale a été inculpé auprès du juge de Livourne pour le délit d' « outrage aux forces armées ». Cette dénonciation porte sur une ou plusieurs chansons du répertoire de l'ex-chantauteur sicilien, qui dans les dernières années s'est toujours plus politisé au contact direct des exploités; ce fait n'a certainement pas plu aux autorités, qui ont déjà cherché plusieurs fois à l'intimider. Durant le festival-pop de Palerme, par exemple, des policiers bloquèrent la sono, en empêchant ainsi les 10.000 jeunes spectateurs d'écouter les ballades politiques de Trincale et ils « séquestrèrent » l'artiste en lui annonçant une plainte pour son... (continuer)
Forse non è un caso che nello stesso anno, il 1959, José Agustín Goytisolo scrisse un’altra splendida poesia in cui è condensata la sua memoria della guerra civile:
LA GUERRA (continuer)
envoyé par Alessandro 15/1/2010 - 09:56
Propongo qui l’intero articolo di Alessandro Scuro “Paco Ibáñez all’Olympia. 40 anni fa” comparso sul numero 348 di A – Rivista Anarchica del novembre 2009.
Paco Ibañez all’Olimpya. 40 anni fa
di Alessandro Scuro
Una pagina musicale che è anche un momento di lotta contro il regime franchista. E per la libertà. In filigrana, la lezione anarchica di Georges Brassens.
Il concerto all’Olympia, come ogni esibizione e ogni disco di Paco Ibáñez, è un’antologia in lingua spagnola che raccoglie testi poetici dal medioevo fino all’epoca contemporanea, oltre a un testo di Brassens tradotto in spagnolo da Pierre Pascal (1). I temi sviluppati sono molteplici: si va dalla critica della chiesa a quella del potere, dall’esperienza della guerra civile spagnola a quella dell’esilio repubblicano, dal tono rassegnato di parole “heridas de muerte” fino al grido di battaglia che dà titolo a quest’articolo.... (continuer)
De l'inquiétante « vocation » de la Pucelle d'Orléans, paysanne de Domrémy et soldate « avant la lettre »
Et Jeanne la bonne Lorraine qu'Anglais brûlèrent à Rouen..., disait François Villon. C'est bien d'elle qu'il s'agit ici...
Voir aussi la version de Fabrizio De André et celle de Leonard Cohen, la seconde ayant inspiré la première.
Pour en revenir à Jeanne, une fameuse timbrée, une qui entendait des voix et qui rêvait d'en découdre au nom d'une monarchie de droit divin, crois-moi mon cher Marco Valdo M.I.. J'en sais quelque chose moi qui l'ai croisée là-bas en Lorraine, jeune enfant encore et qui l'ai revue plus tard, chef de bande et pillarde. Et dire qu'on en a fait une héroïne nationale, une Madame Propre qui allait balayer tout sur son passage, avec l'aide des voix divines. Ce symbole de pureté de la France me pique au nez pire que la moutarde dijonnaise la plus rude. Pas étonnant... (continuer)
Libertà per il popolo Palestinese!
Contro ogni forma di violenza da qualsiasi parte provenga, per un mondo migliore in cui TUTTI gli uomini siano UGUALI.
Basta con tante parole che vogliono dire tutto e niente, il significato della non violenza è UNICO.
Chiunque esercita violenza nei confronti di altri uomini è da condannare.
Non esistono atteggiamenti giustificabili se hanno come fine la morte di persone, nessuno può incitare a compiere atti violenti contro qualcuno. L'unica cosa da "estirpare" è la GUERRA.