A chi chiama rispondiamo NO
Testo ripreso da il Deposito
Autori:Michele Luciano Straniero
Fausto Amodei
Musica: We Shall Not Be Moved
Cantata da Fausto Amodei e Michele Straniero agli inizi degli anni Sessanta, la versione francese è di Pardo Fornaciari, che la cantava a Parigi nelle estati del 1965 e 66
Autori:Michele Luciano Straniero
Fausto Amodei
Musica: We Shall Not Be Moved
Cantata da Fausto Amodei e Michele Straniero agli inizi degli anni Sessanta, la versione francese è di Pardo Fornaciari, che la cantava a Parigi nelle estati del 1965 e 66
A chi chiama
(continuer)
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envoyé par adriana 25/3/2008 - 18:27
The Ballad Of Sacco And Vanzetti, Part One
Buona sera, avrei piacere di comunicare lo spettacolo Sacco e Vanzetti in programma al Fabbricone di Prato dal 26 al 30 marzo 2008.
La storia di Nick e Bart, ovverro Sacco e Vanzetti, dovrebbe far parte di ognuno di noi. I due anarchici italiani furono condannati a morte nonostante le prove che li scagionavano. Una storia di ordinaria ingiustizia, che divenne qualcosa di più grande e simbolico. Come lo stesso Bartolomeo Vanzetti comprese, quando rivolgendosi alla giuria che lo condannò alla pena di morte, disse: "Mai vivendo l'intera esistenza avremmo potuto sperare di fare così tanto per la tolleranza, la giustizia, la mutua comprensione fra gli uomini". Il destino dei due italiani, capri espiatori di un'ondata repressiva lanciata dal presidente W. Wilson contro la sovversione, non solo smosse la coscienza degli uomini dell'epoca, ma come un fantasma continuò ad agitare l'America per... (continuer)
La storia di Nick e Bart, ovverro Sacco e Vanzetti, dovrebbe far parte di ognuno di noi. I due anarchici italiani furono condannati a morte nonostante le prove che li scagionavano. Una storia di ordinaria ingiustizia, che divenne qualcosa di più grande e simbolico. Come lo stesso Bartolomeo Vanzetti comprese, quando rivolgendosi alla giuria che lo condannò alla pena di morte, disse: "Mai vivendo l'intera esistenza avremmo potuto sperare di fare così tanto per la tolleranza, la giustizia, la mutua comprensione fra gli uomini". Il destino dei due italiani, capri espiatori di un'ondata repressiva lanciata dal presidente W. Wilson contro la sovversione, non solo smosse la coscienza degli uomini dell'epoca, ma come un fantasma continuò ad agitare l'America per... (continuer)
gianna 25/3/2008 - 17:39
Al Dievel (La marcia del Diavolo)
vi segnalo questi link: il Comandante Diavolo che parla al raduno dei fans dei Modena City Ramblers nel 2005
matteo88 25/3/2008 - 14:34
Carcere
Da "Ghostwriters" (2008)
Stongo acussì
(continuer)
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envoyé par Alessandro 25/3/2008 - 08:36
Parcours:
Des prisons du monde
Kanzone su un detenuto politico
Da "K Album" (2001)
Conto l’anne ‘adinto e nun conto ll’anne ‘afore,
(continuer)
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envoyé par Alessandro 25/3/2008 - 08:34
Parcours:
Des prisons du monde
Wait For The Sun
grazie per la traduzione......peccato ke sto cercando le traduzioni di tutte le canzoni dei mitici VANILLA SKY ma dv le posso trovare..help me please!!!!!!thanks
martina 23/3/2008 - 18:36
Canto dei sanfedisti
anonyme
Molto semplice.
Scusa se sono secoli che non passo da qui.
Ma intendo dire che la discussione "se il canto dei sanfedisti" sia di destra o di sinistra mi appare proprio un voler "devoluire", come direbbe un mio amico, il canto dal suo contesto sociale.
I sanfedisti non erano di "destra"...cosa vuol dire affermare che il loro canto è "destrosso"?
Ridicolo.
Si tratta di voler forzare una serie di concetti che invece vanno, come Riccardo sa e fa, esclusivamente contestualizzati.
La vicenda dei Sanfedisti ha deit ratti in comune con il regno di Masaniello, ed i npaoletani lo sanno bene.
Perchè questi tratti nel "popolo basso" di oggi, si trovano ancora.
Si preferisce un sistema che garantisce dei servizi, a discapito di "idee" che si sentono "non porprie in appartenenza".
Si preferisce, ahinoi, il sistema (ad esempio) camorristico che garantisce servizi, protezione, lavoro (sapete che... (continuer)
Scusa se sono secoli che non passo da qui.
Ma intendo dire che la discussione "se il canto dei sanfedisti" sia di destra o di sinistra mi appare proprio un voler "devoluire", come direbbe un mio amico, il canto dal suo contesto sociale.
I sanfedisti non erano di "destra"...cosa vuol dire affermare che il loro canto è "destrosso"?
Ridicolo.
Si tratta di voler forzare una serie di concetti che invece vanno, come Riccardo sa e fa, esclusivamente contestualizzati.
La vicenda dei Sanfedisti ha deit ratti in comune con il regno di Masaniello, ed i npaoletani lo sanno bene.
Perchè questi tratti nel "popolo basso" di oggi, si trovano ancora.
Si preferisce un sistema che garantisce dei servizi, a discapito di "idee" che si sentono "non porprie in appartenenza".
Si preferisce, ahinoi, il sistema (ad esempio) camorristico che garantisce servizi, protezione, lavoro (sapete che... (continuer)
Francesco Chiantese 23/3/2008 - 12:26
La guerre de '14-'18
LA GUERRA DEL '15-'18
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envoyé par Mincio Attila Eugenio 22/3/2008 - 19:46
Cruel War
Ho scoperto che nel 1964 Harry Belafonte ha inciso questa canzone, con il testo parecchio differente (ero tentato quasi di inviarvela come se fosse un'altra canzone!).
Si tratta in realtà del testo originale della canzone tradizionale risalente alla guerra civile americana, The Cruel War Is Raging. [CCG/AWS Staff]
THE CRUEL WAR IS RAGING
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envoyé par Renato Stecca 22/3/2008 - 19:11
Novecento
2007
Novecento
Novecento
E mi svegliai un mattino in una vita sconosciuta,
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envoyé par Donquijote82 22/3/2008 - 10:27
O cancellier che tieni la penna in mano
dallo spettacolo "Ci ragiono e canto" (1966)
Rielaborazione di Dario Fo su un testo politico polesano del secondo dopoguerra. Il canto ha delle varianti di carcere. Caratteristico questo canto di banditi raccolto a San Pietro Capofiume (Bologna) da S. Ferrati (Canti popolari di San Pietro Capofiume in «Archivio delle tradizioni popolari», '89 e '91)
O cancellier che con la penna scrivi,
o scrivi pure una condanna giusta;
ho doi pistòl ch'io tengo carghc a bala
e una curtèla grida: — Scana, scana!
Rielaborazione di Dario Fo su un testo politico polesano del secondo dopoguerra. Il canto ha delle varianti di carcere. Caratteristico questo canto di banditi raccolto a San Pietro Capofiume (Bologna) da S. Ferrati (Canti popolari di San Pietro Capofiume in «Archivio delle tradizioni popolari», '89 e '91)
O cancellier che con la penna scrivi,
o scrivi pure una condanna giusta;
ho doi pistòl ch'io tengo carghc a bala
e una curtèla grida: — Scana, scana!
O cancellier che tieni la penna
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21/3/2008 - 19:21
Ero povero ma disertore
anonyme
parte dello spettacolo "Ci ragiono e canto" di Dario Fo
SONO POVERO MA DISERTORE
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21/3/2008 - 19:11
Sing Us One Of Your Songs, May
CANTACI UNA DELLE TUE CANZONI
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envoyé par Kiocciolina 21/3/2008 - 15:20
Pictures of Adolf Again
DI NUOVO IMMAGINI DI ADOLF
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envoyé par Kiocciolina 21/3/2008 - 15:17
Di ritorno dal campo di Dakhla
Questo brano nasce da un viaggio fatto da Marco con la sua famiglia nel campo di Dakhla (nella provincia di Tindouf, in Algeria, non va confuso con la vera città del Sahara Occidentale che è sotto occupazione marocchina), uno dei quattro campi profughi nel quale si è rifugiata la popolazione Sahrāwī.
L'impatto di quella visita fu molto forte e Francesco, il padre di Marco, sulla via del ritorno da Dakhla, scrisse una poesia, che poi è diventata il testo di questa canzone.
La Storia del Sahara Occidentale (ex-colonia spagnola che fu invasa dal Marocco nel 1975, al momento del ritiro della Spagna) è una storia angosciosa di sopraffazione e indifferenza per le legittime aspettative di un popolo e per le reiterate risoluzioni delle Nazioni Unite che condannano questa occupazione.
Chiesi alla donna della tenda:
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envoyé par adriana 21/3/2008 - 07:55
Manichini nudi
La canzone -che si intitola "manichini nudi", un modo in cui venivano chiamati i deportati sottoposti ai maltrattamenti nei lager- compie una lunga 'carrellata' fra i molti esempi di genocidi e persecuzioni che hanno costellato la storia, con molti riferimenti a volte espliciti a volte metaforici a ciascuno di essi. In rete si trovano anche dei riferimenti ad un libro con questo titolo: Bernadac, Christian- Manichini Nudi, Ginevra, 1976.
La frase ricorrente "cuore di cane" è un espressione che fu usata da un reduce durante il processo di Norimberga per indicare che non avrebbero mai pensato di 'contendere' il pane ad altre persone, anche familiari... ma la fame e l'abbruttimento del lager poterono anche questo.
Quando si parla di "ventre di rana" si adotta un'espressione che usa Primo Levi in "Se questo è un uomo" per descrivere quell'aspetto malaticcio e 'viscido' che avevano i deportati,... (continuer)
Cuore di cane
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envoyé par adriana 21/3/2008 - 07:38
Padroni di sorte
Il brano “Padroni di sorte” racconta una tragedia familiare realmente accaduta nelle campagne pisane durante l’occupazione tedesca. Delle SS presero "in ostaggio" una famiglia (scambiandola per una che, pochi giorni prima, gli aveva rifiutato ospitalità) e dopo aver sparato al padre costrinsero il giovane figlio a seppellirlo, nonostante il padre non fosse ancora morto.
Questa vicenda -molto nota nel pontederese- è sempre stata raccontata nella famiglia di Bettina, che ha scoperto anche di conoscere la nipote di quel capofamiglia dalla sorte così triste.
La vicenda l'ha colpita a tal punto da farle nascere spontanea l'urgenza di raccontarla con una canzone.
L'abbiamo immaginata un po' come una vicenda di draghi e cavalieri neri, dal sapore quasi medievale.
…avevano pelle chiara,
(continuer)
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envoyé par adriana 21/3/2008 - 07:25
Polish Requiem
Un'opera commissionata a Penderecky da Solidarność nel 1980 per celebrare i 10 anni dalla strage di Danzica, quando decine di operai portuali, in sciopero contro il regime del presidente Gomulka, furono uccisi negli scontri con l'esercito.
The Polish Requiem is a musical work written by Krzysztof Penderecki between 1980 and 1984, and revised in 1993. During 1980, Penderecki was commissioned by Solidarity to compose a piece to accompany the unveiling of a statue at the Gdańsk shipyards to commemorate those killed at anti-government riots there in 1970. Penderecki responded with the Lacrimosa, which he later expanded into this requiem, writing other parts in honour of different patriotic events. It has become one of the best known works of his later period.
A first version of the requiem was performed on 28 September 1984 by the Stuttgart Radio Symphony Orchestra under the direction of Mstislav... (continuer)
The Polish Requiem is a musical work written by Krzysztof Penderecki between 1980 and 1984, and revised in 1993. During 1980, Penderecki was commissioned by Solidarity to compose a piece to accompany the unveiling of a statue at the Gdańsk shipyards to commemorate those killed at anti-government riots there in 1970. Penderecki responded with the Lacrimosa, which he later expanded into this requiem, writing other parts in honour of different patriotic events. It has become one of the best known works of his later period.
A first version of the requiem was performed on 28 September 1984 by the Stuttgart Radio Symphony Orchestra under the direction of Mstislav... (continuer)
The text is in Latin, plus a traditional Polish hymn, Święty Boże.
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envoyé par Alessandro 20/3/2008 - 15:06
Bambini soldato
Guardate questo mondo senza religione…
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envoyé par filippo 20/3/2008 - 13:35
Cherokee
1987
La canzone manifesta un chiaro dissenso contro l'avidità dell'uomo occidentale, che ha causato la diaspora della tribù nativo-americana dei cherokee. Destino estendibile a tutte le altre tribù indiane.
La canzone manifesta un chiaro dissenso contro l'avidità dell'uomo occidentale, che ha causato la diaspora della tribù nativo-americana dei cherokee. Destino estendibile a tutte le altre tribù indiane.
They lived in peace, not long ago
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envoyé par Ivano 20/3/2008 - 12:15
Parcours:
Génocide des Amérindiens
Genre humain
[2007]
Paroles et musique: Didier Devos
Testo e musica: Didier Devos
Choeurs: Céline Devos - Corine Ralison
Violon: Simon Devos
Dall'album "Étoiles de Terre"
Testo da piazzacarlogiuliani.org
Paroles et musique: Didier Devos
Testo e musica: Didier Devos
Choeurs: Céline Devos - Corine Ralison
Violon: Simon Devos
Dall'album "Étoiles de Terre"
Testo da piazzacarlogiuliani.org
Je suis du signe du lion
(continuer)
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envoyé par adriana 20/3/2008 - 07:34
Parcours:
Gênes - G8
Follow The Leader
I was away from home during much of the first Gulf War. While staying in Atlanta, I heard a radio report that a Pakistani child, that was beaten up by her schoolmates. The other kids thought her father was an Iraqi spy...
Children learn from their parents and, in turn, we should examine the reflection of ourselves provided by children's' actions.
Children learn from their parents and, in turn, we should examine the reflection of ourselves provided by children's' actions.
We fled Pakistan to find a free land
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envoyé par Pete Kronowitt 20/3/2008 - 04:29
Justice and Independence '85
Non so, ci può stare nel sito?
Dall'album "Scarecrow" del 1985.
Dall'album "Scarecrow" del 1985.
He was born on the fourth day of July
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envoyé par Renato Stecca 19/3/2008 - 21:15
Fiume Sand Creek
sono una fan di de andre......6 un mito questa canzone bellissima
valeziano 19/3/2008 - 15:07
Gimme Hope Jo'anna
non lo sapevo di questa bella canzone cosa trattava grazie per la conoscenza
giuseppe 19/3/2008 - 13:33
Did You Hear What They Said?
Da "Free Will" (1972)
Did you hear what they said?
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envoyé par Alessandro 18/3/2008 - 08:39
Cuore malato
[2008]
Viento, lucha y sol
Viento, lucha y sol
(angelo conti)
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envoyé par adriana 17/3/2008 - 19:06
Angelita di Anzio
QUESTA CANZONE MI RICORDA UN PERIODO MOLTO TRISTE DELLA MIA INFAZIA.
ELENA 17/3/2008 - 10:08
Friedenspanzer
so geil!!!!!!!!!!!!! ich liebe das song und die aerzte und drollige gesichtchen
federoca 16/3/2008 - 19:42
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Lyrics & Music by Philip Chevron
Album: If I Should Fall from Grace with God
The song consists of two 16-line verses, and three occurrences of a chorus that varies each time.
The song opens in the third-person voice, setting the song's place and tone: "The island, it is silent now...." The torch referred to is clearly that of the Statue of Liberty, and therefore "the island" is likely Ellis Island.[1] The Ellis Island federal immigration station opened on January 1, 1892 and was closed in 1954, with twelve million immigrants processed there by the US Bureau of Immigration. "...but the ghosts still haunt the waves..." ghosts are the Irish immigrants who did not survive the long boat crossing to America and whose souls now "haunt the waves."
The first verse continues in the second-person voice, with a series of questions about post-immigration life, asked by a modern immigrant... (continuer)