Langue français ancien (842-ca.1400)
Le déserteur
Seignor, sachiés : qui or ne s’en ira
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envoyé par Flavio Poltronieri 9/7/2017 - 08:26
Complainte (Gentilz gallans de France)
anonyme
Il testo originale della Complainte, di autore anonimo, risalente al XV° secolo.
Trovato su Bartleby come tratto da "The Oxford Book of French Verse", 1920
Se ne trova una versione in:
Judith R. Cohen, Tamar Ilana Cohen Adams, Eduardo Paniagua, Wafir Shaikeldine, William Cooley - Sefarad En Diáspora (2006)
Trovato su Bartleby come tratto da "The Oxford Book of French Verse", 1920
Se ne trova una versione in:
Judith R. Cohen, Tamar Ilana Cohen Adams, Eduardo Paniagua, Wafir Shaikeldine, William Cooley - Sefarad En Diáspora (2006)
« Gentilz gallans de France,
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envoyé par Bernart Bartleby 8/7/2017 - 07:50
Ballade LXIV: Au jour d'ui veult chascun guerre mener
[XIV° secolo]
Una ballata composta da Eustache Deschamps, o Eustache Morel [1345-1405]
Testo trovato su Diachronie, sito belga dedicato alla poesia medievale.
Eustache Deschamps, poeta e uomo d'armi (fu poeta di corte ma anche ufficiale d'armi, scudiero e balivo) conobbe da vicino il potere e le sue lusinghe ma ebbe pure il destino di nascere alla vigilia dello scoppio della “Guerra dei 100 anni” e vide per tutta la vita anche le devastazioni, i saccheggi, la miseria, la morte. Forse parlare di un suo ripudio della guerra – come ho fatto nel'introduzione ad altre sue ballate – è improprio, ma certamente Eustache Deschamps, uomo colto ed intelligente, capiva che quella guerra, così prolungata, così feroce, era una guerra profondamente ingiusta dove i potenti e le loro soldataglie (e in particolare i “routiers”, i mercenari soldati di ventura) facevano il bello ed il cattivo tempo, disponendo... (continuer)
Una ballata composta da Eustache Deschamps, o Eustache Morel [1345-1405]
Testo trovato su Diachronie, sito belga dedicato alla poesia medievale.
Eustache Deschamps, poeta e uomo d'armi (fu poeta di corte ma anche ufficiale d'armi, scudiero e balivo) conobbe da vicino il potere e le sue lusinghe ma ebbe pure il destino di nascere alla vigilia dello scoppio della “Guerra dei 100 anni” e vide per tutta la vita anche le devastazioni, i saccheggi, la miseria, la morte. Forse parlare di un suo ripudio della guerra – come ho fatto nel'introduzione ad altre sue ballate – è improprio, ma certamente Eustache Deschamps, uomo colto ed intelligente, capiva che quella guerra, così prolungata, così feroce, era una guerra profondamente ingiusta dove i potenti e le loro soldataglie (e in particolare i “routiers”, i mercenari soldati di ventura) facevano il bello ed il cattivo tempo, disponendo... (continuer)
Au jour d'ui veult chascun guerre mener
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envoyé par Bernart Bartleby 28/6/2017 - 17:34
Ballade VII: Je mercy Dieu de ses biens de sa grace
[XIV° secolo]
Una ballata composta da Eustache Deschamps, o Eustache Morel [1345-1405]
Testo trovato su Diachronie, sito belga dedicato alla poesia medievale.
Eustache Deschamps, poeta e uomo d'armi, conobbe da vicino il potere e le sue lusinghe ma ebbe pure il destino di nascere alla vigilia dello scoppio della “Guerra dei 100 anni” e vide per tutta la vita anche le devastazioni, i saccheggi, la miseria, la morte. Da questa esperienza deriva il suo ripudio verso la guerra e, in questa ballata in particolare (alla fine del secondo decasillabo), forse addirittura una certa riserva rispetto alle crociate contro i musulmani, conclusesi soltanto nel secolo precedente (almeno così sostiene Tania Van Hemelryck nella sua ricerca Christine de Pizan et la paix : la rhétorique et les mots pour le dire)
“Jamais ne quier suir guerre ne ost” potrebbe tradursi – ma meglio saprà dirci Riccardo – come “Non ho mai voluto seguire guerra né eserciti”, dove “ost” sta per “armée” in francese medievale.
Una ballata composta da Eustache Deschamps, o Eustache Morel [1345-1405]
Testo trovato su Diachronie, sito belga dedicato alla poesia medievale.
Eustache Deschamps, poeta e uomo d'armi, conobbe da vicino il potere e le sue lusinghe ma ebbe pure il destino di nascere alla vigilia dello scoppio della “Guerra dei 100 anni” e vide per tutta la vita anche le devastazioni, i saccheggi, la miseria, la morte. Da questa esperienza deriva il suo ripudio verso la guerra e, in questa ballata in particolare (alla fine del secondo decasillabo), forse addirittura una certa riserva rispetto alle crociate contro i musulmani, conclusesi soltanto nel secolo precedente (almeno così sostiene Tania Van Hemelryck nella sua ricerca Christine de Pizan et la paix : la rhétorique et les mots pour le dire)
“Jamais ne quier suir guerre ne ost” potrebbe tradursi – ma meglio saprà dirci Riccardo – come “Non ho mai voluto seguire guerra né eserciti”, dove “ost” sta per “armée” in francese medievale.
Je mercy Dieu de ses biens, de sa grace,
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envoyé par Bernart Bartleby 28/6/2017 - 16:33
Chançon royale IV bis: Ballade moult morale
[XIV° secolo]
Un “canto reale” composto da Eustache Deschamps, o Eustache Morel [1345-1405]
Testo trovato su questo sito belga dedicato alla poesia medievale.
Il “chant royal” è stato un genere poetico, prossimo alla “ballade”, in voga in Francia tra il XIV ed il XVI secolo. Si chiamava così perchè originariamente i decasillabi venivano composti in onore del re, dei nobili, ma in seguito furono introdotti temi di tutt'altro genere, come questo trattato da Eustache Deschamps, che pure nella dispedita finale rivolge il suo appello morale al nobile di turno (Carlo VI, o Luigi I d'Orléans?).
Si tratta infatti di una feroce satira contro i potenti feudatari dell'epoca – quella sanguinosa e tetra della Guerra dei 100 anni, di cui Deschamps fu testimone diretto – paragonati a scimmie, lupi, orsi e leoni, fiere insaziabili che hanno letteralmente tosato, spelato, divorato, annientato il loro... (continuer)
Un “canto reale” composto da Eustache Deschamps, o Eustache Morel [1345-1405]
Testo trovato su questo sito belga dedicato alla poesia medievale.
Il “chant royal” è stato un genere poetico, prossimo alla “ballade”, in voga in Francia tra il XIV ed il XVI secolo. Si chiamava così perchè originariamente i decasillabi venivano composti in onore del re, dei nobili, ma in seguito furono introdotti temi di tutt'altro genere, come questo trattato da Eustache Deschamps, che pure nella dispedita finale rivolge il suo appello morale al nobile di turno (Carlo VI, o Luigi I d'Orléans?).
Si tratta infatti di una feroce satira contro i potenti feudatari dell'epoca – quella sanguinosa e tetra della Guerra dei 100 anni, di cui Deschamps fu testimone diretto – paragonati a scimmie, lupi, orsi e leoni, fiere insaziabili che hanno letteralmente tosato, spelato, divorato, annientato il loro... (continuer)
Une brebis, une chievre, un cheval
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envoyé par Bernart Bartleby 27/6/2017 - 16:43
Ballade LVIII: Je treuve qu'entre les souris
[XIV° secolo]
Una ballata composta da Eustache Deschamps, o Eustache Morel [1345-1405]
Testo trovato su Imago Mundi, encyclopédie gratuite en ligne e controllato su questo sito belga dedicato alla poesia medievale
Ho sempre pensato che “Le conseil tenu par les rats” fosse una favola di Jean de La Fontaine ispirata ad una delle favolette morali di Esopo, quella che inizia con “Ἔν τινι οἰκίᾳ πολλοὶ μύες ἦσαν.”
Invece scopro oggi che lo scrittore seicentesco più che ad Esopo si era rifatto ad una ballata di Deschamps, già di per sé un apologo su oppressione e resistenza composto da un poeta che conobbe da vicino il potere e le sue lusinghe ma che ebbe anche il destino di nascere alla vigilia dello scoppio della “Guerra dei 100 anni” e vide per tutta la vita anche le devastazioni, i saccheggi, la miseria, la morte.
Una ballata composta da Eustache Deschamps, o Eustache Morel [1345-1405]
Testo trovato su Imago Mundi, encyclopédie gratuite en ligne e controllato su questo sito belga dedicato alla poesia medievale
Ho sempre pensato che “Le conseil tenu par les rats” fosse una favola di Jean de La Fontaine ispirata ad una delle favolette morali di Esopo, quella che inizia con “Ἔν τινι οἰκίᾳ πολλοὶ μύες ἦσαν.”
Invece scopro oggi che lo scrittore seicentesco più che ad Esopo si era rifatto ad una ballata di Deschamps, già di per sé un apologo su oppressione e resistenza composto da un poeta che conobbe da vicino il potere e le sue lusinghe ma che ebbe anche il destino di nascere alla vigilia dello scoppio della “Guerra dei 100 anni” e vide per tutta la vita anche le devastazioni, i saccheggi, la miseria, la morte.
Je treuve qu'entre les souris
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envoyé par Bernart Bartleby 22/6/2017 - 21:36
Roman de Rou, vv. 845-932 [N'aveit encor gueres regne]
[ca. 1174]
Dal Roman de Rou, vv. 845-932
D'après le Roman de Rou, verses 845-932
From the Roman de Rou, lines 845-932
Musica/Musique/Music: Ignota / Inconnue / Unknown
(Vedi introduzione/ Voir introduction / See Introduction)
La Comune dei contadini normanni
Il brano che state per leggere proviene dal Roman de Rou, una cronaca in versi scritta in normanno da Wace (chiamato anche Robert Wace o Maistre Wace attorno al 1174 (Wace visse tra circa il 1110 e morì sicuramente dopo il 1174; ma le uniche scarne notizie biografiche sulla sua figura provengono dalla sua cronaca, dalla quale sappiamo anche che era nato nell'isola di Jersey). Il Roman de Rou copre la storia e gli avvenimenti del Ducato di Normandia dai tempi del capostipite Rollone, conte di Rouen, (845-932; Rollone era nato a Ålesund, in Norvegia, parlava ancora l'antico norvegese e il suo nome è la latinizzazione di Hrólfr) fino... (continuer)
Dal Roman de Rou, vv. 845-932
D'après le Roman de Rou, verses 845-932
From the Roman de Rou, lines 845-932
Musica/Musique/Music: Ignota / Inconnue / Unknown
(Vedi introduzione/ Voir introduction / See Introduction)
La Comune dei contadini normanni
Il brano che state per leggere proviene dal Roman de Rou, una cronaca in versi scritta in normanno da Wace (chiamato anche Robert Wace o Maistre Wace attorno al 1174 (Wace visse tra circa il 1110 e morì sicuramente dopo il 1174; ma le uniche scarne notizie biografiche sulla sua figura provengono dalla sua cronaca, dalla quale sappiamo anche che era nato nell'isola di Jersey). Il Roman de Rou copre la storia e gli avvenimenti del Ducato di Normandia dai tempi del capostipite Rollone, conte di Rouen, (845-932; Rollone era nato a Ålesund, in Norvegia, parlava ancora l'antico norvegese e il suo nome è la latinizzazione di Hrólfr) fino... (continuer)
N'aveit encor gueres regne
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envoyé par Riccardo Venturi 20/10/2014 - 20:26
Toz jorz dras de soie tristrons
[1180 ca.]
Da Yvain il Cavaliere del Leone
Canto popolare
D'après Yvain ou le Chevalier au Lion
Chanson populaire
Si veda anche la pagina Complainte des tisserandes di Marco Valdo M.I.
Voir aussi la page Complainte des tisserandes de Marco Valdo M.I.
Il romanzo Yvain il Cavaliere del Leone (Yvain ou le Chevalier au Lion), scritto da Chrétien de Troyes tra il 1170 e il 1180, è un poema cavalleresco il cui protagonista, Yvain, deriva dal personaggio storico di Owain mab Urien.
Nel poema, Yvain cerca di vendicare il cugino Calogrenant sconfitto da un cavaliere nella foresta di Brocelianda. Yvain uccide questo cavaliere, Esclados, e si innamora della sua vedova, Laudine. Con l'aiuto della damigella di Laudine, Lunete, Yvain riesce a sposarla, ma Gawain lo convince a imbarcarsi in un'avventura cavalleresca. La moglie acconsente, a patto che lui ritorni dopo un anno, promessa che però Yvain... (continuer)
Da Yvain il Cavaliere del Leone
Canto popolare
D'après Yvain ou le Chevalier au Lion
Chanson populaire
Si veda anche la pagina Complainte des tisserandes di Marco Valdo M.I.
Voir aussi la page Complainte des tisserandes de Marco Valdo M.I.
Il romanzo Yvain il Cavaliere del Leone (Yvain ou le Chevalier au Lion), scritto da Chrétien de Troyes tra il 1170 e il 1180, è un poema cavalleresco il cui protagonista, Yvain, deriva dal personaggio storico di Owain mab Urien.
Nel poema, Yvain cerca di vendicare il cugino Calogrenant sconfitto da un cavaliere nella foresta di Brocelianda. Yvain uccide questo cavaliere, Esclados, e si innamora della sua vedova, Laudine. Con l'aiuto della damigella di Laudine, Lunete, Yvain riesce a sposarla, ma Gawain lo convince a imbarcarsi in un'avventura cavalleresca. La moglie acconsente, a patto che lui ritorni dopo un anno, promessa che però Yvain... (continuer)
Toz jorz dras de soie tristrons
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envoyé par Riccardo Venturi 15/10/2014 - 23:42
Ballade LXV: J'ay les estas de ce monde advisser [Ballade contre la guerre]
Poème d'Eustache Deschamps, où Eustache Morel [1345-1405]
Interprétation récitée:
Lucie de Vienne Blanc / Henri Barras, dans: Six Centuries of Recited French, Smithsonian Folkways, 1962
Interprétation musicale: Anne Vanderlove
Musique: Anne Vanderlove
Album: La folle du bout du quai
Poesia di Eustache Deschamps, o Eustache Morel [1345-1405]
Interpretazione recitata:
Lucie de Vienne Blanc / Henri Barras, in: Six Centuries of Recited French, Smithsonian Folkways, 1962
Interpretazione musicale: Anne Vanderlove
Musica: Anne Vanderlove
Album: La folle du bout du quai
Que vos fill's et vos fils vont, la main dans la main / Faire l'amour ensemble et l'Europ' de demain / Qu'ils se soucient de vos batailles presque autant / Que l'on se souciait des guerres de Cent Ans, cantava Georges Brassens nella sua famosa (e controversa) Les deux oncles.
Certo è che, se adesso possiamo « preoccuparci... (continuer)
Interprétation récitée:
Lucie de Vienne Blanc / Henri Barras, dans: Six Centuries of Recited French, Smithsonian Folkways, 1962
Interprétation musicale: Anne Vanderlove
Musique: Anne Vanderlove
Album: La folle du bout du quai
Poesia di Eustache Deschamps, o Eustache Morel [1345-1405]
Interpretazione recitata:
Lucie de Vienne Blanc / Henri Barras, in: Six Centuries of Recited French, Smithsonian Folkways, 1962
Interpretazione musicale: Anne Vanderlove
Musica: Anne Vanderlove
Album: La folle du bout du quai
Que vos fill's et vos fils vont, la main dans la main / Faire l'amour ensemble et l'Europ' de demain / Qu'ils se soucient de vos batailles presque autant / Que l'on se souciait des guerres de Cent Ans, cantava Georges Brassens nella sua famosa (e controversa) Les deux oncles.
Certo è che, se adesso possiamo « preoccuparci... (continuer)
J'ay les estas de ce monde advisser
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envoyé par Riccardo Venturi 5/5/2009 - 16:47
Carlo Martello torna [o: ritorna] dalla battaglia di Poitiers; o Carlo Martello
Version "dans une espèce de langue d'oïl" par Riccardo Venturi, d'après le forum it.cultura.linguistica.francese [2002]
LY ROY CHARLES MARTEL
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Ja nus hons pris
[1194]
testo e musica di Riccardo Cuor di Leone
Re d'Inghilterra
Lyrics and music by Richard Lionheart
King of England
Riccardo Cuor di Leone (1157 – 1199) era figlio terzogenito di Enrico II Plantageneto e di Eleonora di Aquitania, conte di Poitou dal 1169 e duca di Aquitania dal 1171 infine re d’Inghilterra dal 1189 al 1199. Pochi sanno però della fama di poeta e compositore che accompagnava la sua figura, appartenente alla prima generazione dei trovieri, accresciuta senz’altro dalla leggenda della sua liberazione dalla prigionia in Austria compiuta da Blondel de Nesles, un altro nobile musicista.
Purtroppo dei due poemi superstiti di carattere politico di Riccardo, “Je us voill deresnier” e “Ja nus hons pris ne dira sa raison”, soltanto il secondo è corredato di melodia. Si tratta di uno dei più antichi esempi di “rotrouenge”, composizione poetica e musicale in lingua d’oil forse... (continuer)
testo e musica di Riccardo Cuor di Leone
Re d'Inghilterra
Lyrics and music by Richard Lionheart
King of England
Riccardo Cuor di Leone (1157 – 1199) era figlio terzogenito di Enrico II Plantageneto e di Eleonora di Aquitania, conte di Poitou dal 1169 e duca di Aquitania dal 1171 infine re d’Inghilterra dal 1189 al 1199. Pochi sanno però della fama di poeta e compositore che accompagnava la sua figura, appartenente alla prima generazione dei trovieri, accresciuta senz’altro dalla leggenda della sua liberazione dalla prigionia in Austria compiuta da Blondel de Nesles, un altro nobile musicista.
Purtroppo dei due poemi superstiti di carattere politico di Riccardo, “Je us voill deresnier” e “Ja nus hons pris ne dira sa raison”, soltanto il secondo è corredato di melodia. Si tratta di uno dei più antichi esempi di “rotrouenge”, composizione poetica e musicale in lingua d’oil forse... (continuer)
I
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envoyé par Riccardo Venturi
Arthur Plantagenest
[ca. XV sec./century/siècle]
Si tratta di un "Lai" bretone anonimo, di origine quattrocentesca, che i Tri Yann hanno registrato dal vivo presso la Reale Abbazia di Fontevraud nel 1995 ed inserito nell'album "Portraits" (del medesimo anno).
Nella stessa abbazia riposano le spoglie mortali della regina Eleonora d'Aquitania, di Enrico II d'Inghilterra e, più che altro, del loro figlio Riccardo Cuor di Leone (a sua volta autore di "Lais", tra i quali, celeberrimo per essere stato tramandato con la notazione musicale, "Ja nuns hons pris"). Tutti facevano parte della dinastia dei Plantageneti; e la canzone parla appunto di Arturo Plantageneto, duca di Bretagna e figlio postumo di Goffredo Plantageneto, lo sposo di Costanza di Bretagna.
Nato nel 1187 e nipote di Eleonora di Aquitania e di Enrico II, Arturo ricevette il ducato di Bretagna dal nonno Enrico II, con la speranza di riuscire a ricostituire... (continuer)
Si tratta di un "Lai" bretone anonimo, di origine quattrocentesca, che i Tri Yann hanno registrato dal vivo presso la Reale Abbazia di Fontevraud nel 1995 ed inserito nell'album "Portraits" (del medesimo anno).
Nella stessa abbazia riposano le spoglie mortali della regina Eleonora d'Aquitania, di Enrico II d'Inghilterra e, più che altro, del loro figlio Riccardo Cuor di Leone (a sua volta autore di "Lais", tra i quali, celeberrimo per essere stato tramandato con la notazione musicale, "Ja nuns hons pris"). Tutti facevano parte della dinastia dei Plantageneti; e la canzone parla appunto di Arturo Plantageneto, duca di Bretagna e figlio postumo di Goffredo Plantageneto, lo sposo di Costanza di Bretagna.
Nato nel 1187 e nipote di Eleonora di Aquitania e di Enrico II, Arturo ricevette il ducato di Bretagna dal nonno Enrico II, con la speranza di riuscire a ricostituire... (continuer)
Sont en Orient le Roy franceis
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envoyé par Riccardo Venturi
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Gabriel Yacoub in questa canzone ha utilizzato come base un canto di crociata intitolato "Seigneurs, sachiez qui or ne s'en ira" di Thibaut le chansonnier, Comte de Champagne et de Brie et roi de Navarre, lo stesso che sarà molto tempo dopo utilizzato anche dai Tri Yann, per la canzone "Aloïda" sul disco "Portraits" anch'essa presente nel sito. Recandovi là troverete le note di Riccardo. Thibaut fu uno dei grandi poeti e troubadours francesi del tredicesimo secolo.
Questo era il testo originale completo del canto in langue d’Oil: