Ho riascoltato questa canzone sia nella versione originale di Pietrangeli che in quella dei Gang e nel testo riportato dal Deposito e anche da noi fino a pochi minuti fa c'erano varie inesattezze, alcune secondo me non di poco conto. Ora il testo dovrebbe essere quello corretto. Forse Marco Valdo può aggiornare la sua versione francese.
Lorenzo 2024/2/18 - 22:42
Stasera davanti al cantiere qualcuno ha lasciato un cartello con le parole di questa canzone (all'inizio nella versione di Caterina Bueno)
Florence, Italy, 16 February 2024. A construction site for the building of yet another big, useless supermarket. A beam weighing twenty tons breaks, the construction site collapses and five workers remain under the rubble. Five more workers victims of capitalist profit: it happens every day, all over the world.
The lyrics of this song were written in 1968 by Pietro Bianconi, an Anarchist partisan who wrote a number of books about trade and workers’ struggles in the 1960/70s. The music was composed by Paolo Pietrangeli and Giovanna Marini. The song was also sung in a shorter version by Caterina Bueno for Dario Fo’s folksong show Ci ragiono e canto n° 2. Also sung by Gang in “Calibro 77” (2016).
FACCIAMOCI un parco! - Sabato 23 marzo tuttɜ in piazza.
Manifestazione ore 15:30 - via di Novoli.
SÌ PARCO PUBBLICO – NO CENTRO COMMERCIALE IN VIA MARITI – BASTA MORTI SUL LAVORO
Per definire quello che è successo il 16 febbraio scorso in via Mariti ci rifiutiamo di parlare di tragedia: le morti degli operai sono state una strage, il risultato inevitabile di politiche scellerate, che considerano la perdita di vite umane come un costo accettabile e preventivato per la ricerca del profitto di pochissimi.
Le morti sul lavoro in Italia sono circa mille ogni anno; una carneficina silenziosa che si consuma nella completa indifferenza delle istituzioni, fino al giorno in cui una morte è meno ignorabile delle altre, per esempio perché a morire sono tante persone insieme, e non se ne vanno nel silenzio ma con un boato che fa tremare le finestre di un intero quartiere, costringendo a guardare anche... (Continues)
Ciao 3 anni fa nel CPR di Torino, poi chiuso dopo le denunce, si suicidò Moussa Bolde, anche lui 23 enne proveniente da Guinea come
Ousmane Sylla. Anche traumatizzato dopo un pestaggio a Ventimiglia curato e in fretta rinchiuso nel CPR.
De Andrè cantava "Quando hanno aperto la porta era già tardi perché con una corda sul collo si era impiccato Michè".
Questi due ragazzi non avevano commesso reati e non avevano 20 anni da scontare volevano solo vivere normalmente o tornare al paese che li aveva costretti a fuggire.
Ousmane era in Italia Da 6 anni non dal 2021 era arrivato minorenne.. ne parla Internazionale.
Prima di Trapani era vissuto presso una casa famiglia a Sant'Angelo Cassino, credo la stessa a cui si riferisce nel messaggio scritto sul muro
Vitaliano Trevisan: il calvario di un dissidente
Gianni Sartori
Di Trevisan, pur conoscendolo di fama (inevitabile a Vicenza), in passato non mi ero voluto interessare più di tanto. A parlarmene erano state persone - buone, brave, colte, di sinistra e beneducate - ma, dal mio punto di vista, comunque “borghesi”. Scherzando, ma non troppo, lo definivo un “Mauro Corona” di pianura. Ossia un “personaggio” folcloristico, pittoresco e deviante quanto basta. Falsamente “autentico” e “genuino” come in genere piace appunto a certa borghesia progressista.
Solo pochi mesi fa, intervistando un vecchio compagno, impegnato da una vita non solamente nel “sociale”, ma nella lotta di classe (Luciano Orio), mi era stato citato in relazione agli incidenti (omicidi) sul lavoro. Nel suo “Works” (Einaudi editore) Trevisan denunciava apertamente quello che magari conoscono in molti, ma su cui in genere si... (Continues)