La canzone dei dinosauri
Tanti milioni di anni fa
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envoyé par Riccardo Venturi 3/4/2024 - 20:08
Hildebrandslied
anonyme
[ca. VIII secolo]
Ms. 2 ms. theol. 54
Murhardsche Bibliothek, Kassel, Deutschland
LA CANZONE DI ILDEBRANDO
Ogni tanto mi ricordo di essere stato, nel secolo passato, un cosiddetto "filologo germanico" di formazione. Così oggi mi è venuto a mente il vecchio Hildebrandslied, uno dei capisaldi di qualsiasi corso universitario in filologia germanica, e mi sono detto: Ha delle tematiche che… ma non andiamo troppo oltre, e vediamo prima che cosa è esattamente, la Canzone di Ildebrando. Vedremo poi dopo come può andare a rifinire nelle "Canzoni contro la guerra".
Lo Hildebrandslied è una delle più antiche testimonianze poetiche in lingua tedesca. Si tratta di un frammento di poesia epico-eroica allitterativa consistente in sessantotto versi; racconta un episodio del ciclo di Teodorico. Già da questo nome avrete sicuramente capito in quali remote epoche ci stiamo spingendo; non sappiamo ovviamente... (continuer)
Ms. 2 ms. theol. 54
Murhardsche Bibliothek, Kassel, Deutschland
LA CANZONE DI ILDEBRANDO
Ogni tanto mi ricordo di essere stato, nel secolo passato, un cosiddetto "filologo germanico" di formazione. Così oggi mi è venuto a mente il vecchio Hildebrandslied, uno dei capisaldi di qualsiasi corso universitario in filologia germanica, e mi sono detto: Ha delle tematiche che… ma non andiamo troppo oltre, e vediamo prima che cosa è esattamente, la Canzone di Ildebrando. Vedremo poi dopo come può andare a rifinire nelle "Canzoni contro la guerra".
Lo Hildebrandslied è una delle più antiche testimonianze poetiche in lingua tedesca. Si tratta di un frammento di poesia epico-eroica allitterativa consistente in sessantotto versi; racconta un episodio del ciclo di Teodorico. Già da questo nome avrete sicuramente capito in quali remote epoche ci stiamo spingendo; non sappiamo ovviamente... (continuer)
Ik gıhorta dat ſeggen
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envoyé par Riccardo Venturi 21/3/2007 - 21:27
Riprodotta da:
PER UN'INTERPRETAZIONE DEL CARME DI ILDEBRANDO
Università degli Studi di Firenze, Facoltà di Lettere e Filosofia
Seminario di Filologia Germanica
Anno Accademico 1972-1973
Edizioni C.L.U.S.F., Firenze 1973
Traduzione al cura del III Gruppo - Linguistica Sincronica
Patrizia Bettarini
Ivana Bevacqua
Massimo Giachi
Edith Heidegger-Moroder
Annemarie Krahl-Vacca
Manuela Pagni
Beatrice Romano
Valeria Villani
Seminario coordinato dal prof. Piergiuseppe Scardigli.
PER UN'INTERPRETAZIONE DEL CARME DI ILDEBRANDO
Università degli Studi di Firenze, Facoltà di Lettere e Filosofia
Seminario di Filologia Germanica
Anno Accademico 1972-1973
Edizioni C.L.U.S.F., Firenze 1973
Traduzione al cura del III Gruppo - Linguistica Sincronica
Patrizia Bettarini
Ivana Bevacqua
Massimo Giachi
Edith Heidegger-Moroder
Annemarie Krahl-Vacca
Manuela Pagni
Beatrice Romano
Valeria Villani
Seminario coordinato dal prof. Piergiuseppe Scardigli.
CARME DI ILDEBRANDO
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envoyé par Riccardo Venturi 19/9/2007 - 14:59
Grazie per la segnalazione: Così lo Hildebrandslied diviene canzone a pieno titolo in questo sito. Anche una soddisfazione personale per il sottoscritto e per la sua vecchia "intuizione" nell'inserire questo splendido e venerabile carme. Oltretutto la versione musicale dei Menhir è veramente molto bella.
Riccardo Venturi 8/7/2009 - 23:00
Qui c'è un'altra canzone solo ispirata alla guerra epica tra "father and son" Link
"Ci rimane, invece, l'austera e cupa melodia su cui venivano intonate le venti strofe dello Hildebrandslied, una fra le più antiche saghe dell'epica popolare germanica." (Massimo Mila, Breve storia della musica, Einaudi 1963, p. 36).
Sfogliando l'opera del grande storico della musica, mi sono accorto di questa breve frase che non solo conferma la mia intuizione, ma addirittura informa che di questo componimento sarebbe esistita una musica originale e conservata.
Sfogliando l'opera del grande storico della musica, mi sono accorto di questa breve frase che non solo conferma la mia intuizione, ma addirittura informa che di questo componimento sarebbe esistita una musica originale e conservata.
Riccardo Venturi 9/5/2012 - 11:29
Caro "Collega",
mille grazie per aver "resuscitato" il Carme d'Ildebrando. Anch'io, nell'altro secolo (1970-74) sono stato formato come "filologo" ad ampio spettro. E grazie per avermi fatto ritrovare tanti nomi cari, a cominciare da Piergiuseppe Scardigli, che coordinò tutto il nostro lavoro, che tu hai presentato in questa originalissima forma, e che, parliamoci chiaro, fu l'insegnante che più ci formò in quegli anni, dandoci un metodo di lavoro che poi poteva essere applicato a qualsiasi disciplina, praticamente.
Ho i lucciconi agli occhi.
Il tuo collega Massimo Giachi
mille grazie per aver "resuscitato" il Carme d'Ildebrando. Anch'io, nell'altro secolo (1970-74) sono stato formato come "filologo" ad ampio spettro. E grazie per avermi fatto ritrovare tanti nomi cari, a cominciare da Piergiuseppe Scardigli, che coordinò tutto il nostro lavoro, che tu hai presentato in questa originalissima forma, e che, parliamoci chiaro, fu l'insegnante che più ci formò in quegli anni, dandoci un metodo di lavoro che poi poteva essere applicato a qualsiasi disciplina, praticamente.
Ho i lucciconi agli occhi.
Il tuo collega Massimo Giachi
Massimo Giachi 5/9/2014 - 15:48
Carissimo Massimo,
ecco la dimostrazione vivente che gli imperscrutabili meandri del destino sono più potenti di "Facebook" e diavolerie consimilari. I corsi del prof. Scardigli li ho frequentati un po' di anni dopo di te (dal 1982 al 1986), ma il materiale che "girava" era quello dei seminari dei primi anni '70 (il Carme di Ildebrando, lo Heliand, l'Atlakviða eddico...), e ce l'ho ancora tutto quanto, conservato in modo pressoché religioso. Puoi quindi immaginare il piacere (e anche il positivo stupore) che mi prende nel conoscere in questo modo una persona che ha partecipato a quei seminari e alla stesura di quei volumoni dattiloscritti.
(A dire il vero un'altra partecipante l'ho conosciuta bene, ma perché mi ha fatto per anni da lettrice di lingua svedese: la dott.sa Berit Andersson Bisacchi).
Sono ben conscio di aver presentato lo Hildebrandslied in una forma...poco ortodossa, fornendone... (continuer)
ecco la dimostrazione vivente che gli imperscrutabili meandri del destino sono più potenti di "Facebook" e diavolerie consimilari. I corsi del prof. Scardigli li ho frequentati un po' di anni dopo di te (dal 1982 al 1986), ma il materiale che "girava" era quello dei seminari dei primi anni '70 (il Carme di Ildebrando, lo Heliand, l'Atlakviða eddico...), e ce l'ho ancora tutto quanto, conservato in modo pressoché religioso. Puoi quindi immaginare il piacere (e anche il positivo stupore) che mi prende nel conoscere in questo modo una persona che ha partecipato a quei seminari e alla stesura di quei volumoni dattiloscritti.
(A dire il vero un'altra partecipante l'ho conosciuta bene, ma perché mi ha fatto per anni da lettrice di lingua svedese: la dott.sa Berit Andersson Bisacchi).
Sono ben conscio di aver presentato lo Hildebrandslied in una forma...poco ortodossa, fornendone... (continuer)
Riccardo Venturi 5/9/2014 - 17:33
Caro Amico,
solo stasera ho ripreso in mano i nostri "ricordi massonici". Tu sei giovanino in confronto a noi ma hai fatto comunque in tempo a conoscere la Berit, che adesso ha circa 80 (!!) anni e che, nonostante i suoi sforzi, in sei mesi di scandinavistica è riuscita a insegnarmi solamente "jag älskar dig" o giù di lì...
Ma lo sai che il tuo cognome non mi è sconosciuto? Hai mai frequentato la gloriosa libreria Marzocco (quella vera) dove io ho lavorato dal 1970 al 1974 e poi dal 1979 al 1985, anno in cui sono passato in Giunti e poi, molto dopo, in Casalini Libri?
Saluti cari e filologici.
Max
solo stasera ho ripreso in mano i nostri "ricordi massonici". Tu sei giovanino in confronto a noi ma hai fatto comunque in tempo a conoscere la Berit, che adesso ha circa 80 (!!) anni e che, nonostante i suoi sforzi, in sei mesi di scandinavistica è riuscita a insegnarmi solamente "jag älskar dig" o giù di lì...
Ma lo sai che il tuo cognome non mi è sconosciuto? Hai mai frequentato la gloriosa libreria Marzocco (quella vera) dove io ho lavorato dal 1970 al 1974 e poi dal 1979 al 1985, anno in cui sono passato in Giunti e poi, molto dopo, in Casalini Libri?
Saluti cari e filologici.
Max
Massimo Giachi 18/9/2014 - 22:16
Carissimo Massimo, poiché fra pochi giorni compio 51 anni, sentirmi dare di "giovanino" mi fa un piacere clamoroso! :-) Immaginavo che la Berit fosse sull'ottantina, era già una donna di una cinquantina d'anni al tempo del lettorato quando c'ero io; però, devo dire, lo svedese me lo ha insegnato bene (ma il lettorato l'ho fatto per anni a' su' tempi). Mi chiedi se ho frequentato la Marzocco? Ma c'ero fisso, già a partire dai tempi del liceo...! Tuttora a casa ho centinaia di libri presi alla Marzocco, che ho letteralmente svuotato di ogni cosa che riguardasse lingue e linguistica. Figurati passarci ora; già mi faceva venire il magone che ci fosse la Libreria Martelli, ma perlomeno era una libreria, figurati ora che c'è "Eataly". Lasciamo perdere, sarò giovanino rispetto a te ma anch'io ho conosciuto una Firenze scomparsa. Oltre che alla Marzocco, ero fisso alla Seeber in via Tornabuoni, pensa un po'...ora c'è Max Mara. Ricordi. Ma tu hai conosciuto per caso anche il Raschellà...?
Riccardo Venturi 18/9/2014 - 23:27
Fabrizio Domenico Raschellà deve addirittura avere un anno più di me. Quando sono entrato al seminario scardiglico sembrava già un esperto cultore della materia o, per meglio dire, "un unto del Signore", un po' per effetto di quell'imponente barbone. Credo che abbia insegnato per una vita all'Università della Tuscia.
C'è un'altra persona che vorrei rintracciare del mio gruppo di traduttori, e cioè Edith Heidegger-Moroder, che grazie al suo perfetto bilinguismo e alla sua conoscenza della storia linguistica del tedesco, è stata l'autentico motore di tutta l'operazione.
Buona serata, amico.
Max
C'è un'altra persona che vorrei rintracciare del mio gruppo di traduttori, e cioè Edith Heidegger-Moroder, che grazie al suo perfetto bilinguismo e alla sua conoscenza della storia linguistica del tedesco, è stata l'autentico motore di tutta l'operazione.
Buona serata, amico.
Max
Massimo Giachi 21/9/2014 - 17:07
Il prof. Fabrizio Domenico Raschellà insegna adesso presso l'Università di Siena, dove è libero docente di filologia germanica, Massimo; ed è tuttora la persona che mi fa più piacere ricordare di "quegli anni" (i miei, intendo ovviamente). A lui devo, fra le altre cose, questa cosa qui (che è peraltro in corso di totale rifacimento; non appena sarà finito, scrivimi e te ne regalo una copia).
Riccardo Venturi 21/9/2014 - 17:26
Grazie, caro amico, e mille scuse per il lungo silenzio, ma prima la Fiera del Libro di Francoforte e poi un altro viaggio di lavoro mi hanno impedito di dedicarmi a questa piacevole serie di scambi di ricordi e informazioni. Ho cercato in tutti i modi di mettermi in contatto con la nostra comune collega Edith Heidegger-Moroder a Bolzano ma non ci sono riuscito. Le due mail che mi hanno indicato non funzionano più e non me la sono sentita di importunarla per telefono. Certo che sarebbe forse la persona a cui queste tue note farebbero più piacere... Se lo vedi o se lo senti, o se gli scrivi, salutami tanto il mitico Fabrizio Domenico.
Max
Max
Massimo Giachi 27/10/2014 - 23:01
Carissimi tutti e due, è con grande piacere che tramite Massimo sono arrivata a questa pagina e al vostra scambio. Anch'io ho un ottimo ricordo del mitico prof.Scardigli e del suo insegnamento, e mi ricordo benissimo del Carme che Riccardo ha riesumato in modo così originale - perché no... il terribile pensiero di un figlio che non riconosce il padre o non vuole riconoscerlo e poi rimane ucciso dalla sua mano può essere davvero una canzone contro la guerra che è solo follia distruttiva. E purtroppo, sempre attuale... Ragazzi, vi auguro tutto il bene per il 2015!
Edith
Edith
Edith Heidegger Moroder 31/12/2014 - 17:46
Carissima Edith, innanzitutto cari auguri di un felice anno nuovo a te e a Massimo, che spero continui a leggere il sito. Mi fa un piacere particolare, lo potrai immaginare, che questa pagina particolare sia diventata un po' il...punto di raccolta di alcune persone che condividono una formazione e, certamente, dei ricordi assai precisi. Davvero una bella cosa, perdipiù basata su cose squisitamente inattuali e totalmente al di fuori dei canali consueti (social networks ecc.). Devo dirti, Edith, che hai -tra le altre cose- colto esattamente il senso di questa pagina; tant'è che, in questo 2015, ho intenzione di continuare a "spulciare" tra le antiche opere alla ricerca di altre cose "papabili" per un'analisi e un'interpretazione. Ancora cari saluti, Edith, e, spero, a risentirci presto.
Riccardo Venturi 1/1/2015 - 15:07
Certo che cont)inuo a consultare il sito, anzi, come vedete, sto addirittura facendo proseliti! Mi piacerebbe molto vedere, un giorno o l'altro, il commento di qualche altro filologo di professione o per passione, che so, lo stesso Fabrizio Domenico Raschellà o Leonardo Cecchini (la Edith forse lo ha intravisto in facoltà qualche volta, era uno scandinavista, anche lui un "bambino" della classe accademica 1970.... Adesso fa il docente di italianistica in Danimarca e forse in ufficio da qualche parte ho anche il suo indirizzo di posta elettronica.
Buon proseguimento di 2015, cari amici. Io nei prossimi giorni sarò un po' impegnato in degli esami clinici ma la settimana prossima mi metterò di nuovo in contatto con voi per respirare...profumo di piazza Brunelleschi.
Ciao a presto.
Massimo Giachi
Buon proseguimento di 2015, cari amici. Io nei prossimi giorni sarò un po' impegnato in degli esami clinici ma la settimana prossima mi metterò di nuovo in contatto con voi per respirare...profumo di piazza Brunelleschi.
Ciao a presto.
Massimo Giachi
Massimo Giachi 6/1/2015 - 21:32
Buongiorno a tutti, mi scuso di inserirmi in così personali (e bei) ricordi. Ahimè io non ho frequentato i vostri corsi ma sono particolarmente interessata a questo brano e ad alcune righe che ho trovato su questa pagina al riguardo. In particolare mi riferisco a questa "Secondo alcune ipotesi basate sulle particolari caratteristiche linguistiche del frammento, il Carme di Ildebrando potrebbe rappresentare l'unico frammento scritto della lingua Longobarda."
Essendo quel che si definisce (soprattutto fuori dall'Italia) "una ricercatrice indipendente" vi chiederei cortesemente di darmi qualche riferimento bibliografico sullo studio: in ogni testo o convegno si riferisce e ripete che non esistono testi in longobardo ma soltanto singoli sostantivi contenuti nei testi latini giuridici di Rotari e seguenti.
Grazie mille in anticipo e complimenti vivissimi per il sito.
Essendo quel che si definisce (soprattutto fuori dall'Italia) "una ricercatrice indipendente" vi chiederei cortesemente di darmi qualche riferimento bibliografico sullo studio: in ogni testo o convegno si riferisce e ripete che non esistono testi in longobardo ma soltanto singoli sostantivi contenuti nei testi latini giuridici di Rotari e seguenti.
Grazie mille in anticipo e complimenti vivissimi per il sito.
Elvira Bevilacqua (sito e pagina facebook La Storia Viva) 27/7/2015 - 12:57
Gothic Speaker [L. Trans.]
Hildibrandis liuþ
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envoyé par Riccardo Venturi 9/3/2021 - 05:36
Non sapevo dove inserire questa richiesta... lo faccio qui...
Chi saprebbe dirmi cosa c'è scritto intorno all'Yggdrasill, l'albero cosmico della mitologia norrena?
Grazie.
Chi saprebbe dirmi cosa c'è scritto intorno all'Yggdrasill, l'albero cosmico della mitologia norrena?
Grazie.
Ciao. Non si tratta di un’iscrizione dal significato particolare, bensì dell’intero alfabeto runico antico di 24 segni, detto fuþark (dalla sequenza dei primi sei segni: f, u, Þ (=th), a, r, k). Credo comunque che si tratti di un’immagine moderna creata “ad hoc”. Le autentiche iscrizioni runiche, tra le altre cose, hanno perlopiù fini molto pratici, tipo quella del famoso “marchio di fabbrica” sui perduti corni d’oro di Gallehus:
La lingua, come sicuramente saprai, è l'antico nordico runico, fase assai vicina al protogermanico. I corni di Gallehus risalgono circa al V secolo d.C.. Saluti!
ᛖᚲᚺᛚᛖᚹᚨᚷᚨᛊᛏᛁᛉ᛬ᚺᛟᛚᛏᛁᛃᚨᛉ᛬ᚺᛟᚱᚾᚨ᛬ᛏᚨᚹᛁᛞᛟ
ek hlewagastiR holtijaR horna tawido
“Io, Lægast di Holt, fabbricai i corni”
ek hlewagastiR holtijaR horna tawido
“Io, Lægast di Holt, fabbricai i corni”
La lingua, come sicuramente saprai, è l'antico nordico runico, fase assai vicina al protogermanico. I corni di Gallehus risalgono circa al V secolo d.C.. Saluti!
Riccardo Venturi 20/3/2024 - 23:23
Ho chiesto sapendo delle vostre competenze linguistiche...
Volevo evitare di esporre una patch, molto bella nel soggetto, ma che poteva avere una scritta non appropriata...
In effetti, l'intero alfabeto runico non è molto appropriato ad accompagnare l'Albero Cosmico, però quanto meno non si tratta di una frase insensata o, peggio, neonazista o similare.
Volevo evitare di esporre una patch, molto bella nel soggetto, ma che poteva avere una scritta non appropriata...
In effetti, l'intero alfabeto runico non è molto appropriato ad accompagnare l'Albero Cosmico, però quanto meno non si tratta di una frase insensata o, peggio, neonazista o similare.
Beh, diciamo che quel che sappiamo effettivamente dell'antico nordico runico è affidato a un corpus di iscrizioni su pietra o altri materiali duri dalla consistenza assai limitata. Al massimo una frase, tipo il "marchio di fabbrica" dei corni ritrovati a Gallehus da una contadina; ma, il più delle volte, si tratta di una sola parola (spesso di difficile interpretazione), di mezze parole e non di rado di singoli segni sparsi dai quali non si interpreta proprio un bel niente.
Sarebbe quindi difficile "scrivere" alcunché in antico nordico runico, né frasi insensate, né messaggi neonazisti o di natura consimilare. L'alfabeto runico è, tra le altre cose, una dimostrazione pratica di meticciato, chiamamolo così. Non rappresenta alcun "mistero" con connotazioni mistiche, esoteriche, o via discorrendo. E' un alfabeto di chiarissima derivazione meridionale, anzi, propriamente etrusca. Non bisogna... (continuer)
Sarebbe quindi difficile "scrivere" alcunché in antico nordico runico, né frasi insensate, né messaggi neonazisti o di natura consimilare. L'alfabeto runico è, tra le altre cose, una dimostrazione pratica di meticciato, chiamamolo così. Non rappresenta alcun "mistero" con connotazioni mistiche, esoteriche, o via discorrendo. E' un alfabeto di chiarissima derivazione meridionale, anzi, propriamente etrusca. Non bisogna... (continuer)
Riccardo Venturi 21/3/2024 - 12:52
De rerum natura Liber V, 1283-1307
[I secolo a.C / 1st Century b.C. / 1er siècle a.Ch.]
De rerum natura 1283-1307
Non è qui, naturalmente, questione di addentrarci nella natura ritmica della poesia classica, e ancor di meno sul suo legame comunque indissolubile con la musica; se almeno un'intera parte della poesia antica era fin nel suo nome connessa con il canto e con l'accompagnamento musicale (sto ovviamente parlando della poesia lirica, destinata alla recitazione con la lira o altro strumento consimilare), si deve comunque ricordare che ogni tipo di componimento in versi era recitato ad alta voce (la lettura silente e personale cominciò a diffondersi in periodi molto tardi) ed anche che la natura prosodica stessa delle lingue classiche era basata su accenti non percussivi ma tonali, quindi musicali, e che la versificazione e la recitazione obbedivano a criteri di canto, o di cantillazione. Lo stesso nome della “poesia”... (continuer)
De rerum natura 1283-1307
Non è qui, naturalmente, questione di addentrarci nella natura ritmica della poesia classica, e ancor di meno sul suo legame comunque indissolubile con la musica; se almeno un'intera parte della poesia antica era fin nel suo nome connessa con il canto e con l'accompagnamento musicale (sto ovviamente parlando della poesia lirica, destinata alla recitazione con la lira o altro strumento consimilare), si deve comunque ricordare che ogni tipo di componimento in versi era recitato ad alta voce (la lettura silente e personale cominciò a diffondersi in periodi molto tardi) ed anche che la natura prosodica stessa delle lingue classiche era basata su accenti non percussivi ma tonali, quindi musicali, e che la versificazione e la recitazione obbedivano a criteri di canto, o di cantillazione. Lo stesso nome della “poesia”... (continuer)
[1283] Arma antiqua manus ungues dentesque fuerunt
(continuer)
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envoyé par L'Anonimo Toscano del XXI Secolo 6/2/2017 - 09:01
È ripresa da questa pagina del sito "Latinovivo". Del poema di Lucrezio sono presenti le seguenti traduzioni italiane integrali:
- La Natura, Versione di Camillo Giussani, Milano, Mondadori, 1949.
- La Natura, traduzione di e note di Balilla Pinchetti, Collana BUR n.603-605, Milano, Rizzoli, 1953. - Introduzione di Luca Canali, Collana Classici, BUR, 1976.
- Della Natura, Versione, introduzione e note di Enzio Cetrangolo, con un saggio di Benjamin Farrington, Collana Le voci del mondo, Firenze, Sansoni, 1969.
- Della natura delle cose, traduzione di Alessandro Marchetti, Collezione di poesia, Torino, Einaudi, 1975.
- La Natura, a cura di Armando Fellin, revisione critica di Antonio Barigazzi, Collezione Classici Latini n.18, Torino, UTET, 1976 [I° ed. 1963].
- La natura delle cose, traduzione di Luca Canali, introd. di Gian Biagio Conte, testo e commento a cura... (continuer)
- La Natura, Versione di Camillo Giussani, Milano, Mondadori, 1949.
- La Natura, traduzione di e note di Balilla Pinchetti, Collana BUR n.603-605, Milano, Rizzoli, 1953. - Introduzione di Luca Canali, Collana Classici, BUR, 1976.
- Della Natura, Versione, introduzione e note di Enzio Cetrangolo, con un saggio di Benjamin Farrington, Collana Le voci del mondo, Firenze, Sansoni, 1969.
- Della natura delle cose, traduzione di Alessandro Marchetti, Collezione di poesia, Torino, Einaudi, 1975.
- La Natura, a cura di Armando Fellin, revisione critica di Antonio Barigazzi, Collezione Classici Latini n.18, Torino, UTET, 1976 [I° ed. 1963].
- La natura delle cose, traduzione di Luca Canali, introd. di Gian Biagio Conte, testo e commento a cura... (continuer)
Armi furono in antico le mani, le unghie e i denti
(continuer)
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envoyé par L'Anonimo Toscano del XXI Secolo 6/2/2017 - 09:13
Fra le recenti traduzioni in Italiano del De Rerum Natura, mi permetto di segnalare la mia, pubblicata nel 2001 da Bonanno Editore - Acireale, col titolo Il "Poema della Natura", volume che accompagna l'altro su I "Templa serena" e il pessimismo di Lucrezio - echi lucreziani nella letteratura.
La traduzione del poema latino è metricamente regolare, vale a dire, musicale, fluida, limpida e puntualmente fedele al testo latino, in un linguaggio elegante, ma non aulico, cioè obsoleto.
La traduzione del poema latino è metricamente regolare, vale a dire, musicale, fluida, limpida e puntualmente fedele al testo latino, in un linguaggio elegante, ma non aulico, cioè obsoleto.
Enrico Fichera P.za Sgriccio 14 Biancavilla (CT) 8/3/2017 - 10:20
d’après la traduction italienne reprise du site “Latinovivo”
des vers 1283-1307 du Livre V de De rerum natura — Lucrèce (Titus Lucrecius Carus) — ca. -50
« aux bœufs lucaniens, redoutables, au corps tourmenté,
À la trompe serpentine, les Puniques ont appris à supporter
Les blessures de guerre et à défaire
Les grandes armées de Mars. »
Il serait trop long, et peut-être inutile, d’introduire en détail le De rerum natura de Lucrèce. Usuellement décrit comme un « poème didactique de nature épico-philosophique », il appartient à un genre difficile pour la modernité (dont un exemple récent ne peut être comparé qu’à la Petite Cosmogonie portative de Queneau), qui le trouve d’une lecture très difficile (sans parler du latin dans lequel il est écrit, pas pour les débutants, pour ne pas dire plus). Dans ce poème, le philosophe et poète latin se fait le porte-parole des théories épicuriennes concernant... (continuer)
des vers 1283-1307 du Livre V de De rerum natura — Lucrèce (Titus Lucrecius Carus) — ca. -50
« aux bœufs lucaniens, redoutables, au corps tourmenté,
À la trompe serpentine, les Puniques ont appris à supporter
Les blessures de guerre et à défaire
Les grandes armées de Mars. »
Il serait trop long, et peut-être inutile, d’introduire en détail le De rerum natura de Lucrèce. Usuellement décrit comme un « poème didactique de nature épico-philosophique », il appartient à un genre difficile pour la modernité (dont un exemple récent ne peut être comparé qu’à la Petite Cosmogonie portative de Queneau), qui le trouve d’une lecture très difficile (sans parler du latin dans lequel il est écrit, pas pour les débutants, pour ne pas dire plus). Dans ce poème, le philosophe et poète latin se fait le porte-parole des théories épicuriennes concernant... (continuer)
DE LA NATURE DES CHOSES — LA GUERRE
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envoyé par Marco Valdo M.I. 6/3/2023 - 10:13
La Remontée des cendres [extrait]
Poème / Poesia / A Poem by / Runo:
Tahar Ben Jelloun
Musique / Musica / Music / Sävel:
Symphony No. 6 in B minor, Op. 74 'Pathétique', IV. Finale- Adagio lamentoso
italiano
français
Prefazione dell'autore a "La Remontée des cendres"
Ufficialmente la Guerra del Golfo è finita. Il Kuwait non è più occupato. L'Iraq è in gran parte distrutto. E i morti sono sepolti. Non tutti. Gli occidentali hanno contato i loro morti e li hanno rimpatriati. Alla loro partenza si sono lasciati dietro migliaia di vittime. Non sapremo forse mai quante persone, civili e militari, sono state uccise dalle tonnellate di bombe sganciate sull'Iraq. Sono questi corpi anonimi, questi corpi carbonizzati di cui abbiamo visto brevemente le immagini in televisione, a cui questo testo vorrebbe rendere omaggio. Vorrebbe dare loro dei nomi e inscriverli su una stele per ricordo. Senza odio. Con dignità. Gettati... (continuer)
Tahar Ben Jelloun
Musique / Musica / Music / Sävel:
Symphony No. 6 in B minor, Op. 74 'Pathétique', IV. Finale- Adagio lamentoso
italiano
français
Prefazione dell'autore a "La Remontée des cendres"
Ufficialmente la Guerra del Golfo è finita. Il Kuwait non è più occupato. L'Iraq è in gran parte distrutto. E i morti sono sepolti. Non tutti. Gli occidentali hanno contato i loro morti e li hanno rimpatriati. Alla loro partenza si sono lasciati dietro migliaia di vittime. Non sapremo forse mai quante persone, civili e militari, sono state uccise dalle tonnellate di bombe sganciate sull'Iraq. Sono questi corpi anonimi, questi corpi carbonizzati di cui abbiamo visto brevemente le immagini in televisione, a cui questo testo vorrebbe rendere omaggio. Vorrebbe dare loro dei nomi e inscriverli su una stele per ricordo. Senza odio. Con dignità. Gettati... (continuer)
Ce corps qui fut un corps
(continuer)
(continuer)
envoyé par Riccardo Gullotta 23/9/2022 - 08:29
А зима будет большая
A zima budet bolʹšaja
[1967]
Текст и музика / Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel :
Jurij Vizbor
в исполнении / Interpreti / Performed by / Interprétée par / Laulavat:
1. Jurij Vizbor
альбом / Album : Как Хочется Прожить Еще Сто Лет...
2. Varvara Vizbor [Варва́ра Серге́евна Ви́збор]
альбом / Album : А зима будет большая...
3. Gruppa Guljaj Pole [Группа "Гуляй Поле"]
Gelo umano e guerra del gelo
Dietro la rassegna delle stagioni con le connotazioni climatiche, la canzone sottintende vicende della condizione umana. A sovrastare è l’inverno descritto con immagini semplici e suggestive compenetrate da una melodia altrettanto coinvolgente. La forza espressiva era scontata: chi propose la canzone quasi mezzo secolo fa in piena era sovietica fu Jurij Vizbor, noto cantautore moscovita, poeta e attore.
Di madre ucraina, conobbe con i genitori... (continuer)
[1967]
Текст и музика / Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel :
Jurij Vizbor
в исполнении / Interpreti / Performed by / Interprétée par / Laulavat:
1. Jurij Vizbor
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2. Varvara Vizbor [Варва́ра Серге́евна Ви́збор]
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3. Gruppa Guljaj Pole [Группа "Гуляй Поле"]
Gelo umano e guerra del gelo
Dietro la rassegna delle stagioni con le connotazioni climatiche, la canzone sottintende vicende della condizione umana. A sovrastare è l’inverno descritto con immagini semplici e suggestive compenetrate da una melodia altrettanto coinvolgente. La forza espressiva era scontata: chi propose la canzone quasi mezzo secolo fa in piena era sovietica fu Jurij Vizbor, noto cantautore moscovita, poeta e attore.
Di madre ucraina, conobbe con i genitori... (continuer)
А зима будет большая [1]
(continuer)
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envoyé par Riccardo Gullotta 15/9/2022 - 10:16
Riccardo Gullotta
E L'INVERNO SARÀ GRANDE
(continuer)
(continuer)
envoyé par Riccardo Gullotta 15/9/2022 - 10:59
Elegia I, 10: Quis fuit, horrendos primus qui protulit enses?
Prima d'esser presi da facili entusiasmi per questi antichi e bei versi pacifisti latini, sarà bene situarli ammodo, seppur brevemente, nel loro tempo. Albio Tibullo, la cui parabola si svolse tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C., fu contemporaneo di Virgilio e visse, quindi, in piena epoca Augustea. Operò, esattamente come Virgilio, nel circolo di un potentissimo patrono (Mecenate per Virgilio, Messalla Corvino per Tibullo; quale liceale non si ricorda dell'incipit Ìbitis Aegaeàs sine mè Messàlla per ùndas...?); fu il “principe” del distico elegiaco. “Epoca Augustea” significa principalmente Pax Romana, la “chiusura del tempio di Giano” del 27 a.C., l'inizio di una nuova epoca di pace -al prezzo, ovviamente, della soppressione totale di tutte le libertà repubblicane, già iniziata e realizzata da Giulio Cesare-, lo stabilirsi dell' imperium, che a lungo altro non fu che un termine militare... (continuer)
Quis fuit, horrendos primus qui protulit enses?
(continuer)
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envoyé par Riccardo Venturi 1/10/2021 - 15:48
Chi fu colui, che per primo inventò le terribili armi?
(continuer)
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envoyé par Riccardo Venturi 1/10/2021 - 16:16
A Cold Coming
[1991]
A Poem by / Poesia / Poème / Runo:
Tony Harrison
*La didascalia della foto riportava testualmente: The real face of war. Price of victory : The charred head of an Iraqi soldier leans through the windscreen of his burnt - out vehicle , attacked during the retreat from Kuwait
Premessa
Il pentagramma di questa canzone è diverso dai tanti soliti in cui le note si snodano tra una linea e l’altra. Le note di questo sono sulla stessa linea, c’è una sola frequenza. E’ la durata delle note ad animare il pentagramma. Il compositore Tony Harrison ha scelto di farlo scorrere attraverso dei dimetri giambici, come a ricongiungere il presente con il passato remoto, la storia e il suo paradigma. Ci viene in mente l’immagine nota ai frequentatori di CCG, La guerra dei centomila anni.
Accanto alla dimensione diacronica c’é l’altra, sincronica, talmente forte e densa da sollecitare, diremmo... (continuer)
A Poem by / Poesia / Poème / Runo:
Tony Harrison
*La didascalia della foto riportava testualmente: The real face of war. Price of victory : The charred head of an Iraqi soldier leans through the windscreen of his burnt - out vehicle , attacked during the retreat from Kuwait
Premessa
Il pentagramma di questa canzone è diverso dai tanti soliti in cui le note si snodano tra una linea e l’altra. Le note di questo sono sulla stessa linea, c’è una sola frequenza. E’ la durata delle note ad animare il pentagramma. Il compositore Tony Harrison ha scelto di farlo scorrere attraverso dei dimetri giambici, come a ricongiungere il presente con il passato remoto, la storia e il suo paradigma. Ci viene in mente l’immagine nota ai frequentatori di CCG, La guerra dei centomila anni.
Accanto alla dimensione diacronica c’é l’altra, sincronica, talmente forte e densa da sollecitare, diremmo... (continuer)
A cold coming we had of it.
(continuer)
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envoyé par Riccardo Gullotta 1/8/2021 - 17:39
Massimo Bacigalupo, Docente di letteratura inglese e americana
UN FREDDO VENIRE
(continuer)
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envoyé par Riccardo Gullotta 1/8/2021 - 17:48
@Riccardo Gullotta
Abbiamo letto il tuo messaggio informale, ma la fotografia è al massimo ingrandimento possibile. Saluti.
Abbiamo letto il tuo messaggio informale, ma la fotografia è al massimo ingrandimento possibile. Saluti.
Riccardo Venturi 13/8/2021 - 11:18
@Riccardo Gullotta
La fotografia è stata reinserita nel formato maggiore che hai inviato. Purtroppo l'ho dovuta ancora un po' ridurre: nel formato 800 x 1200 sarebbe comunque "schizzata fuori" dalla maggior parte degli schermi. L'inserimento attuale è 800 x 900. Saluti cari.
La fotografia è stata reinserita nel formato maggiore che hai inviato. Purtroppo l'ho dovuta ancora un po' ridurre: nel formato 800 x 1200 sarebbe comunque "schizzata fuori" dalla maggior parte degli schermi. L'inserimento attuale è 800 x 900. Saluti cari.
Riccardo Venturi 14/8/2021 - 00:25
Carmen Lustrale
anonyme
[Testimonianza: II secolo a.C.
Marco Porcio Catone, De Agri Cultura, 141, 2-3]
Origini: VI/VII sec. a.C. (?)
Una lontana canzoncina di Salvatore Adamo, Sortir de l'ordinaire, ci parla di quelle che sono senz'altro state le origini della guerra: stanno nei campi, nei terreni, nelle zolle, nel bestiame, nei maiali e nei bovi. Stanno nella cosiddetta fertilità che è condizione necessaria per la vera rovina del mondo in tutte le epoche: l'agricoltura. L'impadronirsi delle terre e la loro difesa dal vicino che, a sua volta, le vuole. Come si è visto nel Carmen Arvale, non è certo un caso che il dio Marte, vale a dire il “dio della guerra” per eccellenza (con tutto il suo corollario lessicale derivato), sia in realtà un dio agricolo, associato alla fertilità, al tuono e alla pioggia, e di orizzonti assai ristretti: il campo più o meno vasto, all'occorrenza da difendere dai nemici umani e naturali,... (continuer)
Marco Porcio Catone, De Agri Cultura, 141, 2-3]
Origini: VI/VII sec. a.C. (?)
Una lontana canzoncina di Salvatore Adamo, Sortir de l'ordinaire, ci parla di quelle che sono senz'altro state le origini della guerra: stanno nei campi, nei terreni, nelle zolle, nel bestiame, nei maiali e nei bovi. Stanno nella cosiddetta fertilità che è condizione necessaria per la vera rovina del mondo in tutte le epoche: l'agricoltura. L'impadronirsi delle terre e la loro difesa dal vicino che, a sua volta, le vuole. Come si è visto nel Carmen Arvale, non è certo un caso che il dio Marte, vale a dire il “dio della guerra” per eccellenza (con tutto il suo corollario lessicale derivato), sia in realtà un dio agricolo, associato alla fertilità, al tuono e alla pioggia, e di orizzonti assai ristretti: il campo più o meno vasto, all'occorrenza da difendere dai nemici umani e naturali,... (continuer)
Mars pater te precor quaesoque
(continuer)
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envoyé par Riccardo Venturi 6/7/2018 - 12:22
L'origine dei Brebus e il Carmen Lustrale
Video 1:
Il professor Toto Putzu parla del significato e dell'origine storica dei brebus.
Per l'origine dei brebus dobbiamo risalire molto lontano nei tempi, fino ai babilonesi, e far finta che il tempo non sia passato perché in ciò che è magia, religione o superstizione i secoli non contano e quindi tutto passa ma tutto resta, anzi noi in Sardegna e a Gonnos abbiamo conservato cose che si sono perse nel corso della storia.
Già la parola sarda brebu se si cerca una traduzione in italiano non la si trova; tra i giovani parecchi non ne conoscono più il significato, mentre gli anziani ancora ne ricordano il senso ma comunque usano la parola abrebebau per indicare una persona un po' impacciata, maldestra, incapace, ecc... ma quasi sicuramente non sanno che deriva dalla parola brebus e che quindi abrebebau significa essere colpiti dai brebus.
Brebu deriva... (continuer)
Video 1:
Il professor Toto Putzu parla del significato e dell'origine storica dei brebus.
Per l'origine dei brebus dobbiamo risalire molto lontano nei tempi, fino ai babilonesi, e far finta che il tempo non sia passato perché in ciò che è magia, religione o superstizione i secoli non contano e quindi tutto passa ma tutto resta, anzi noi in Sardegna e a Gonnos abbiamo conservato cose che si sono perse nel corso della storia.
Già la parola sarda brebu se si cerca una traduzione in italiano non la si trova; tra i giovani parecchi non ne conoscono più il significato, mentre gli anziani ancora ne ricordano il senso ma comunque usano la parola abrebebau per indicare una persona un po' impacciata, maldestra, incapace, ecc... ma quasi sicuramente non sanno che deriva dalla parola brebus e che quindi abrebebau significa essere colpiti dai brebus.
Brebu deriva... (continuer)
Deus Marte, deu ti pregu e t'imploru
(continuer)
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 6/7/2018 - 19:59
Carmen Arvale
anonyme
[V/IV secolo a.C. / 5th / 4th century b.C.]
Redazione nota / Known version:
Acta Fratrum Arvalium, I sec. d.C. / 1st century.
Armonizzazioni moderne:
a) Paulo Stekel, Qadosh, 2009
b) Hildigunnur Runarsdóttir, per coro / choir, 2013
L'iscrizione degli Acta Fratrum Arvalium ritrovata nel 1778. Il Carmen Arvale è nella parte evidenziata.
A proposito di Marte e di guerra per la capezzagna.
dell'Anonimo Toscano del XXI Secolo, 6 febbraio 2017.
“C'è chi la capezzagna difende”; così ha tradotto Krzystof Wrona nella Piosenka walcząca, dalla sua lingua materna, obbligandomi a andare a vedere che cosa fosse, questa “capezzagna”. "Ciascuna delle due strisce di terreno che rimangono da arare alle estremità del campo, dove l'aratro inverte la marcia; anche capitagna, cavedagna.". E così, poiché si procede sempre per associazione d'idee (la quale è, in generale, la più fertile attività dell'intelletto... (continuer)
Redazione nota / Known version:
Acta Fratrum Arvalium, I sec. d.C. / 1st century.
Armonizzazioni moderne:
a) Paulo Stekel, Qadosh, 2009
b) Hildigunnur Runarsdóttir, per coro / choir, 2013
L'iscrizione degli Acta Fratrum Arvalium ritrovata nel 1778. Il Carmen Arvale è nella parte evidenziata.
A proposito di Marte e di guerra per la capezzagna.
dell'Anonimo Toscano del XXI Secolo, 6 febbraio 2017.
“C'è chi la capezzagna difende”; così ha tradotto Krzystof Wrona nella Piosenka walcząca, dalla sua lingua materna, obbligandomi a andare a vedere che cosa fosse, questa “capezzagna”. "Ciascuna delle due strisce di terreno che rimangono da arare alle estremità del campo, dove l'aratro inverte la marcia; anche capitagna, cavedagna.". E così, poiché si procede sempre per associazione d'idee (la quale è, in generale, la più fertile attività dell'intelletto... (continuer)
Enos Lases iuuate.
(continuer)
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envoyé par L'Anonimo Toscano del XXI Secolo 6/2/2017 - 11:30
Armonizzazione: Hildigunnur Runarsdóttir
Interpreti: Gradualekor Langholkskirkju (Islanda)
Direzione: Jón Stefansson
Chiesa di Sant Gaietà, Barcellona, 10 giugno 2013.
Come detto, "tradurre" il Carmen Arvale non è possibile con certezza; da specificare che alla sua interpretazione, a volte con risultati sorprendenti (come nel caso del Nacinovich) sono stati dedicati saggi interi, e ponderosi assai. Non è qui il caso di sottilizzare, naturalmente, e la traduzione che propongo si limita all'interpretazione generalmente accettata.
CARME DEI FRATELLI ARVALI
(continuer)
(continuer)
Χελιχελώνη: La Chelichelona, o Gioco della Tartaruga
anonyme
[ - - - ]
Julii Pollucis Onomasticum in libris X
Liber IX, Cap. VII, Segm. 125
Giulio Polluce (in greco: 'Ιούλιος Πολυδεύκης) fu un grammatico e lessicografo greco alessandrino, nato a Naucrati (circa 80 km a sud di Alessandria d'Egitto). Vissuto nel II secolo d.C. (se ne hanno notizie certe in vita nell'anno 183), fu discepolo del retore Adriano di Tiro presso Atene, che sostituì nella sua cattedra attorno al 192. Giulio Polluce morì durante il regno dell'imperatore Commodo (che era stato suo allievo) all'età di 58 anni; tra i suoi avversari, contrari al suo genere di eloquenza, vi furono Frinico Arabio e, soprattutto, il celebre Luciano di Samosata, l'autore della Storia Vera in cui di vero non c'è assolutamente e volutamente niente, e che è da non pochi considerata la bis-bisavola della fantascienza (con tanto di viaggio sulla Luna).
La produzione di Giulio Polluce ci è giunta perlopiù... (continuer)
Julii Pollucis Onomasticum in libris X
Liber IX, Cap. VII, Segm. 125
Giulio Polluce (in greco: 'Ιούλιος Πολυδεύκης) fu un grammatico e lessicografo greco alessandrino, nato a Naucrati (circa 80 km a sud di Alessandria d'Egitto). Vissuto nel II secolo d.C. (se ne hanno notizie certe in vita nell'anno 183), fu discepolo del retore Adriano di Tiro presso Atene, che sostituì nella sua cattedra attorno al 192. Giulio Polluce morì durante il regno dell'imperatore Commodo (che era stato suo allievo) all'età di 58 anni; tra i suoi avversari, contrari al suo genere di eloquenza, vi furono Frinico Arabio e, soprattutto, il celebre Luciano di Samosata, l'autore della Storia Vera in cui di vero non c'è assolutamente e volutamente niente, e che è da non pochi considerata la bis-bisavola della fantascienza (con tanto di viaggio sulla Luna).
La produzione di Giulio Polluce ci è giunta perlopiù... (continuer)
ἡ δὲ χελιχελώνη, παρθένων ἐστὶν ἡ παιδιά, παρόμοιόν τι ἔχουσα τῇ χύτρᾳ· ἡ μὲν γὰρ κάθηται καὶ καλεῖται χελώνη, αἱ δὲ περιτρέχουσιν ἀνερωτῶσαι·
(continuer)
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 9/9/2016 - 19:20
Uomo del mio tempo
[1947]
Dalla raccolta “Giorno dopo giorno”
Musica di Enrico Mainardi (1897-1976), violoncellista, direttore d’orchestra e compositore italiano.
Lezione di Luigi Gaudio sulla poesia (formato wma)
(giorgio)
interpretata anche dagli Altera
Dalla raccolta “Giorno dopo giorno”
Musica di Enrico Mainardi (1897-1976), violoncellista, direttore d’orchestra e compositore italiano.
Lezione di Luigi Gaudio sulla poesia (formato wma)
(giorgio)
interpretata anche dagli Altera
Sei ancora quello della pietra e della fionda,
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bartleby 24/12/2010 - 08:43
Chanson italienne – Uomo del mio tempo – Salvatore Quasimodo – 1947
Musique d'Enrico Mainardi (1897-1976), violoncelliste, directeur d’orchestre et compositeur
Musique d'Enrico Mainardi (1897-1976), violoncelliste, directeur d’orchestre et compositeur
HOMME DE MON TEMPS
(continuer)
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envoyé par Marco Valdo M.I. 15/5/2013 - 20:23
Sortir de l'ordinaire
[2001]
Paroles et musique: Salvatore Adamo
Testo e musica: Salvatore Adamo
Album: "Par les temps qui courent"
Questa canzone reca, tra tutte le CCG, il n° 118: segno che è tra quelle originarie, o "primitive" come siamo soliti definirle. E' anche la prima canzone di Salvatore Adamo inserita nel sito. Anni dopo il suo inserimento ci piace ricordare la persona che ce la fece conoscere ed ascoltare, Joëlle, in una stanzetta nel "luogo natio" delle CCG, Bruay-sur-l'Escaut. Siamo dunque legatissimi a questa canzone, bella in sé, ma anche, a modo suo, "storica" per il nostro sito. Anche un modo per fare un omaggio al grande Salvatore Adamo. Consigliamo peraltro di scaricare il divertente video "semi-animato" della canzone.
Paroles et musique: Salvatore Adamo
Testo e musica: Salvatore Adamo
Album: "Par les temps qui courent"
Questa canzone reca, tra tutte le CCG, il n° 118: segno che è tra quelle originarie, o "primitive" come siamo soliti definirle. E' anche la prima canzone di Salvatore Adamo inserita nel sito. Anni dopo il suo inserimento ci piace ricordare la persona che ce la fece conoscere ed ascoltare, Joëlle, in una stanzetta nel "luogo natio" delle CCG, Bruay-sur-l'Escaut. Siamo dunque legatissimi a questa canzone, bella in sé, ma anche, a modo suo, "storica" per il nostro sito. Anche un modo per fare un omaggio al grande Salvatore Adamo. Consigliamo peraltro di scaricare il divertente video "semi-animato" della canzone.
Je suis ce poisson qui un jour
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Risale probabilmente al marzo 2003.
FUORI DALL'ORDINARIO
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Veramente una bellissima Canzone, peccato che ADAMO non si sia più interessato del Italia.
Davide
Stavo cercando alcune vecchie cose di Adamo non conoscendo quasi per niente le sue canzoni in francese vecchie e nuove...questa è davvero magnifica, un gioiello...
Anna Sandulli 10/12/2006 - 12:17
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Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Piero Galli
Album / Albumi: Le canzoni dei dinosauri
Ed eccoci alla riconosciuta “specialità” di Piero Galli, vale a dire i dinosauri. In effetti, come meglio interessare alla scienza dei bambini delle classi elementari se non coi dinosauri? Lo ripeterò ad nauseam: i dinosauri sono un punto fermo dell’infanzia, altro che Babbo Natale (che, magari, era un dinosauro pure lui). Io stesso, ascoltando questa canzoncina, ho fatto veramente un viaggio nel tempo, andando indietro a parecchi anni fa e a quando, come tutti, chiamavo lo stegosauro stRegosauro (lampante esempio di Volksetymologie generalizzata…) perché, come le streghe, era brutto e cattivo…
Questo amarcòrd di un piccolo Riccardino non è fine a se stesso; serve anche ad introdurre l’approccio di Piero Galli ai dinosauri per bambini, in un intero album... (continuer)