La via Catara
2017
Opium populi
“Opium populi” è il primo Album dei Tazebao
“Opium Populi” è però anche un manifesto contro ogni fondamentalismo religioso ed estremismo ideologico, che parla della forza distruttiva usata contro chi non è allineato, oppure è d’intralcio al disegno di qualche potere forte. Lo fa per mezzo di uno “strumento” apparentemente anacronistico e con una vicenda lontana nel tempo: l’eresia Catara, e la nascita dell’inquisizione.
Facile pensare alla frase di Marx: “ La religione è l’oppio dei popoli!”
Come affermare il contrario in questo momento storico ?
Opium populi
“Opium populi” è il primo Album dei Tazebao
“Opium Populi” è però anche un manifesto contro ogni fondamentalismo religioso ed estremismo ideologico, che parla della forza distruttiva usata contro chi non è allineato, oppure è d’intralcio al disegno di qualche potere forte. Lo fa per mezzo di uno “strumento” apparentemente anacronistico e con una vicenda lontana nel tempo: l’eresia Catara, e la nascita dell’inquisizione.
Facile pensare alla frase di Marx: “ La religione è l’oppio dei popoli!”
Come affermare il contrario in questo momento storico ?
Appare meraviglia dall’essenza dello spirito
(continuer)
(continuer)
envoyé par Dq82 4/5/2022 - 09:58
Occitania
2017
Opium populi
“Opium populi” è il primo Album dei Tazebao
“Opium Populi” è però anche un manifesto contro ogni fondamentalismo religioso ed estremismo ideologico, che parla della forza distruttiva usata contro chi non è allineato, oppure è d’intralcio al disegno di qualche potere forte. Lo fa per mezzo di uno “strumento” apparentemente anacronistico e con una vicenda lontana nel tempo: l’eresia Catara, e la nascita dell’inquisizione.
Facile pensare alla frase di Marx: “ La religione è l’oppio dei popoli!”
Come affermare il contrario in questo momento storico ?
Opium populi
“Opium populi” è il primo Album dei Tazebao
“Opium Populi” è però anche un manifesto contro ogni fondamentalismo religioso ed estremismo ideologico, che parla della forza distruttiva usata contro chi non è allineato, oppure è d’intralcio al disegno di qualche potere forte. Lo fa per mezzo di uno “strumento” apparentemente anacronistico e con una vicenda lontana nel tempo: l’eresia Catara, e la nascita dell’inquisizione.
Facile pensare alla frase di Marx: “ La religione è l’oppio dei popoli!”
Come affermare il contrario in questo momento storico ?
Dovrei per amore dovrei per amore,
(continuer)
(continuer)
envoyé par Dq82 4/5/2022 - 09:56
Guèrra
Guèrra
[1974]
Paraulas e musica / Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel:
Jacmelina
Album: Te causissi [1974]
[1974]
Paraulas e musica / Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel:
Jacmelina
Album: Te causissi [1974]
De fusilhs an' jaupat
(continuer)
(continuer)
envoyé par Riccardo Gullotta 2/4/2021 - 23:55
Se chanta
anonyme
[Ca. XII secolo]
[Ca. 12th Century]
[Ca. 12ème siècle]
Canzone tradizionale occitana
Traditional folkson from Occitania
Chanson traditionnelle occitane
Di questa canzone esistono due chiavi di lettura (probabilmente coesistenti):
- Inno d'amore , serenata di nostalgia per la donna amata: l'amore da lontano dei trovatori che nel XII secolo percorsero le corti d'Europa cantando i valori di Jovent-Gioventù/ Jòi-Gioia di vivere/ Paratge-Lealtà/ Pretz-Valore/ Larguessa-Generosità; periodo in cui la lingua d'oc ha goduto del maggiore splendore, e che può essere comparata nell'estensione del suo uso presso tutte le corti europee, all'inglese di oggi.
- Canzone cifrata usata dai catari-albigesi per farsi coraggio e inviarsi messaggi per resistere alla grande conquista di Simone IV di Montfort, la famosa "crociata contro gli albigesi" e per raggiungere l'elevazione spirituale: Nella notte... (continuer)
[Ca. 12th Century]
[Ca. 12ème siècle]
Canzone tradizionale occitana
Traditional folkson from Occitania
Chanson traditionnelle occitane
Di questa canzone esistono due chiavi di lettura (probabilmente coesistenti):
- Inno d'amore , serenata di nostalgia per la donna amata: l'amore da lontano dei trovatori che nel XII secolo percorsero le corti d'Europa cantando i valori di Jovent-Gioventù/ Jòi-Gioia di vivere/ Paratge-Lealtà/ Pretz-Valore/ Larguessa-Generosità; periodo in cui la lingua d'oc ha goduto del maggiore splendore, e che può essere comparata nell'estensione del suo uso presso tutte le corti europee, all'inglese di oggi.
- Canzone cifrata usata dai catari-albigesi per farsi coraggio e inviarsi messaggi per resistere alla grande conquista di Simone IV di Montfort, la famosa "crociata contro gli albigesi" e per raggiungere l'elevazione spirituale: Nella notte... (continuer)
Devant de ma fenèstra
(continuer)
(continuer)
envoyé par DonQuijote82 8/1/2012 - 11:56
L'edizione inglese di Wikipedia riporta una pletora di versioni regionali occitane della canzone, delle quali è necessario tenere conto. Rimandiamo alla pagina relativa per la loro consultazione (per ogni versione è presente una traduzione inglese).
The English Wikipedia includes plenty of Occitan regional versions and variants of this song, all worth knowing and reading. We invite you to go to the relevant page for consultation (an English translation is provided for each version).
L' édition en anglais de Wikipédia contient de nombreuses versions et variantes de cette chanson, qu'il faudrait prendre en considération. Nous vous renvoyons à la page en question pour leur consultation (chaque version ou variante est accompagnée d'une traduction anglaise).
The English Wikipedia includes plenty of Occitan regional versions and variants of this song, all worth knowing and reading. We invite you to go to the relevant page for consultation (an English translation is provided for each version).
L' édition en anglais de Wikipédia contient de nombreuses versions et variantes de cette chanson, qu'il faudrait prendre en considération. Nous vous renvoyons à la page en question pour leur consultation (chaque version ou variante est accompagnée d'une traduction anglaise).
DQ82 + CCG/AWS Staff 8/1/2012 - 11:58
The song as sung by Lou Dalfin.
La chanson comme elle est chantée par Lou Dalfin.
E' una versione standard del canto in "grafia mistraliana" (presente così anche sul sito del vecchio amico Maurizio Pistone). A tale riguardo ricordo che l'occitano moderno può essere scritto in due grafie distinte: una "tradizionale" o "etimologica", basata in gran parte sull'ortografia del provenzale classico ma corrispondente abbastanza male alla realtà fonetica attuale; e l'altra detta "mistraliana", dal grande poeta Mistral che ne fu inventore e fautore, che corrisponde assai meglio alla pronuncia attuale. La prima ha senz'altro il vantaggio di "riannodare i fili" col passato; la seconda ha quello di facilitare la lettura. E' una questione tuttora importante nell'occitano di oggi, che comunque predilige oramai decisamente la grafia tradizionale etimologica (anche nei cartelli stradali, ad esempio). Come... (continuer)
La chanson comme elle est chantée par Lou Dalfin.
E' una versione standard del canto in "grafia mistraliana" (presente così anche sul sito del vecchio amico Maurizio Pistone). A tale riguardo ricordo che l'occitano moderno può essere scritto in due grafie distinte: una "tradizionale" o "etimologica", basata in gran parte sull'ortografia del provenzale classico ma corrispondente abbastanza male alla realtà fonetica attuale; e l'altra detta "mistraliana", dal grande poeta Mistral che ne fu inventore e fautore, che corrisponde assai meglio alla pronuncia attuale. La prima ha senz'altro il vantaggio di "riannodare i fili" col passato; la seconda ha quello di facilitare la lettura. E' una questione tuttora importante nell'occitano di oggi, che comunque predilige oramai decisamente la grafia tradizionale etimologica (anche nei cartelli stradali, ad esempio). Come... (continuer)
SE CHANTO
(continuer)
(continuer)
envoyé par DoNQuijote82 9/1/2012 - 19:19
Il "Se chanto", vi apparirà strano, è considerato l'inno della popolazione occitana che vive in Piemonte sul territorio delle Valli Po-Bronda e Infernotto, Varaita, Maira, Grana, Stura, Gesso-Vermenagna-Pesio, Monregalesi, Tanaro-Mongia-Cevetta in provincia di Cuneo e, nel torinese, in Val Pellice, Valli Chisone e Germanasca, Alta Valle Susa. (L'Occitania è più di una minoranza: è il collante fra la gente di queste vallate del Piemonte, il cosidetto "Midi" francese e la Val d'Aran in Catalogna).
Abituati da sempre ai canti guerrieri quali inni alla "grande nazione" e al suo popolo "eroico", ci appare forse singolare che quello degli occitani sia un canto d'amore, di un poeta per l'amata. La nostalgia di un desiderio, un affetto perduto probabilmente per sempre.
E la presenza immanente della natura dei luoghi, di quelle loro montagne tanto alte, limite invalicabile, odiate dal troppo amore,... (continuer)
Abituati da sempre ai canti guerrieri quali inni alla "grande nazione" e al suo popolo "eroico", ci appare forse singolare che quello degli occitani sia un canto d'amore, di un poeta per l'amata. La nostalgia di un desiderio, un affetto perduto probabilmente per sempre.
E la presenza immanente della natura dei luoghi, di quelle loro montagne tanto alte, limite invalicabile, odiate dal troppo amore,... (continuer)
DonQuijote82 9/1/2012 - 19:20
Come i trovatori d'antan per le loro donne viste solo in ritratto, sono sempre stato innamorato di questa canzone, ascoltata forse una volta chissà quanti anni fa - credo grazie alla Sacca del Diavolo di Radio Popolare - e non più uscitami dalla testa. Sto vivendo un'emozione fortissima, ascoltandola. Era come un amore di terra lontana, e adesso lo incontro. Grazie e grazie, don Quijote82: è incredibile quello che sto provando. E questa lingua...,che per me ha un fascino che neppure il greco. Peccato che non l'abbia coltivata, e non so se ne avrò ancora il tempo.
Gian Piero Testa 10/1/2012 - 00:40
L'analisi di Tibaldo Pianta La Vigna, lo stesso dell'analisi de Lo boièr. Traduzione da BalliFolk:
Questa canzone d'amore è originaria di Béarn (Guascogna).
Una leggenda vuole che l'autore sia Gaston III, Conte di Foix e visconte di Béarn dal 1343, detto Gaston Febus (30/04/1331 - 01/08/1391).
Il soprannome di Febo (sole) gli fu dato per i suoi capelli biondi e per il suo desiderio di potere.
Era un uomo di stato potente ed indipendente. Era anche un uomo molto colto, un mecenate circondato da una brillante corte, appassionato di caccia e... di donne.
Si dice che è sicuramente per farsi scusare le sue numerose infedeltà che scrisse questo canto destinato alla sua sposa Agnese di Navarra quando lei si ritirò presso la sua famiglia in Spagna. Dunque dall'altro lato dei Pirenei, delle montagne.
Di sicuro il canto è anteriore al quindicesimo secolo. Difatti un universitario di... (continuer)
Questa canzone d'amore è originaria di Béarn (Guascogna).
Una leggenda vuole che l'autore sia Gaston III, Conte di Foix e visconte di Béarn dal 1343, detto Gaston Febus (30/04/1331 - 01/08/1391).
Il soprannome di Febo (sole) gli fu dato per i suoi capelli biondi e per il suo desiderio di potere.
Era un uomo di stato potente ed indipendente. Era anche un uomo molto colto, un mecenate circondato da una brillante corte, appassionato di caccia e... di donne.
Si dice che è sicuramente per farsi scusare le sue numerose infedeltà che scrisse questo canto destinato alla sua sposa Agnese di Navarra quando lei si ritirò presso la sua famiglia in Spagna. Dunque dall'altro lato dei Pirenei, delle montagne.
Di sicuro il canto è anteriore al quindicesimo secolo. Difatti un universitario di... (continuer)
Bartleby 10/1/2012 - 10:35
Prima di metter mano a questa pagina come è dovuto, mi sia permesso un po' di essere fiero (di voi): ora veramente sapete camminare con le vostre zampe, peccato solo che non vogliate diventare amministratori! "Tibaldo Pianta la Vigna" poi è stupendo :-PP Un'altra cosa: trovate da qualche parte (credo che ci sia) anche la versione cantata da Véronique Chalot: so di essere fissato con quella ragazza, ma ha una voce troppo bella per non esserlo. Per il resto...complimenti e basta, anche perché non sapevo affatto che pure "Se chanto" era...catara. A questo punto il percorso è d'obbligo.
Riccardo Venturi 10/1/2012 - 11:18
Per DQ82: Aspetta a mettere le numerose altre versioni, magari sarà necessario farne una scelta come ho fatto io con Lo boièr. Pagine del genere devono essere sí "corpose" ma non troppo pesanti, è un'esigenza generale.
Riccardo Venturi 10/1/2012 - 11:24
La "versione bilingue" di Véronique Chalot
Véronique Chalot's "bilingual version"
La "version bilingue" de Véronique Chalot
La "versione bilingue" cantata da Véronique Chalot in "Chansons de Provence" (1991, ried. 1995). In essa sono cantati solo i due ritornelli per due volte, in occitano e in francese.
Véronique Chalot's "bilingual version"
La "version bilingue" de Véronique Chalot
La "versione bilingue" cantata da Véronique Chalot in "Chansons de Provence" (1991, ried. 1995). In essa sono cantati solo i due ritornelli per due volte, in occitano e in francese.
Que canto que canto
(continuer)
(continuer)
envoyé par DonQuijote82 10/1/2012 - 15:51
Ora che la pagina è stata un po' "rimessa", vorrei dire due parole su questa canzone.
Se mi è permessa un'ipotesi basata un po' sulla conoscenza di certe cose e dei meccanismi sia della genuina tradizione popolare, sia della cosiddetta "creazione della tradizione", questa canzone li rappresenta entrambi.
Non c'è alcun dubbio che si tratti di una canzone autenticamente popolare e parecchio antica; ma l'unica canzone per la quale esistono testimonianze dirette e coeve della sua diffusione presso i Catari e del suo "uso" come canzone cifrata, è Lo boièr. Non perché lo ha deciso Riccardo Venturi, ma perché c'è una documentazione ben precisa al riguardo.
Tale uso documentato, a mio parere, deve avere "trascinato" nel discorso della cifratura anche "Se chanta". A prescindere dal valore che poi ha assunto per tutta l'Occitania (è senz'altro anch'essa una "canzone identitaria"), in questo caso... (continuer)
Se mi è permessa un'ipotesi basata un po' sulla conoscenza di certe cose e dei meccanismi sia della genuina tradizione popolare, sia della cosiddetta "creazione della tradizione", questa canzone li rappresenta entrambi.
Non c'è alcun dubbio che si tratti di una canzone autenticamente popolare e parecchio antica; ma l'unica canzone per la quale esistono testimonianze dirette e coeve della sua diffusione presso i Catari e del suo "uso" come canzone cifrata, è Lo boièr. Non perché lo ha deciso Riccardo Venturi, ma perché c'è una documentazione ben precisa al riguardo.
Tale uso documentato, a mio parere, deve avere "trascinato" nel discorso della cifratura anche "Se chanta". A prescindere dal valore che poi ha assunto per tutta l'Occitania (è senz'altro anch'essa una "canzone identitaria"), in questo caso... (continuer)
Riccardo Venturi 10/1/2012 - 20:27
Credo che tu abbia ragione, Riccardo, anche il preciso Tibaldo Piantalavigna nella sua analisi non fa nessun riferimento ai catari o a simbolismi particolari e si limita a dire che, se proprio non fu composta da Gaston III de Foix-Béarn (nel secolo successivo allo sterminio degli albigesi), sarebbe anteriore al XV secolo e probabilmente originaria della Svevia e composta in un dialetto tedesco alemanno...
Però, anche se i catari non c'entrano, perchè non mettere come prima la versione più antica a noi nota, quella del 1349 attribuita a Gaston III dit Fébus?
SE CANTO
Al foun de la prado
Ay un auselou
Touto la ney canto,
Canto sa cansou
Se canto que canto,
Canto pas per you,
Canto per ma mio
Qu'ès alen de you.
Aqeros mountagnos
Que tan hautes soun,
M'empéchoun de beyre
Mas amours oun soun.
Se canto que canto,
Canto pas per you,
Canto per ma mio
Qu'ès alen de you.
Bassasbous,... (continuer)
Però, anche se i catari non c'entrano, perchè non mettere come prima la versione più antica a noi nota, quella del 1349 attribuita a Gaston III dit Fébus?
SE CANTO
Al foun de la prado
Ay un auselou
Touto la ney canto,
Canto sa cansou
Se canto que canto,
Canto pas per you,
Canto per ma mio
Qu'ès alen de you.
Aqeros mountagnos
Que tan hautes soun,
M'empéchoun de beyre
Mas amours oun soun.
Se canto que canto,
Canto pas per you,
Canto per ma mio
Qu'ès alen de you.
Bassasbous,... (continuer)
Bartleby 10/1/2012 - 22:32
Lì accanto, il paesino di Montségur è una meta turistica, in mezzo alle montagne; e ovunque si trova la puntuta croce occitana, rossa e gialla: perché l' Occitania, il paese d' Oc, è una nazione culturale che passa dal Piemonte alla Spagna, e Se chanto, l' inno occitano che traversa i tre paesi, è secondo alcuni il vero canto càtaro, pieno di riferimenti esoterici.
Articolo di "Repubblica"
Dal sito del comune di Condove
Articolo di "Repubblica"
Dal sito del comune di Condove
DonQuijote82 11/1/2012 - 09:56
Se canta (euskaraz: Kantatzen badu) edo Aquelas montanhas (Mendiok) edo La font de Nimes (Nimesko iturria) Okzitaniakoherri kanta bat da. Gaston Fèbus egile duela uste da. Okzitaniako ereserkitzat hartzen da.
Ene leihopean
(continuer)
(continuer)
envoyé par dq82 25/12/2014 - 19:01
Pregària catara
[2000]
Parole e musica di Mans de Breish ("Mani di stregone"), soprannome occitano di Gérard Pourhomme (1949), cantautore di Carcassonne.
Nell'album "Flor de luna"
Parole e musica di Mans de Breish ("Mani di stregone"), soprannome occitano di Gérard Pourhomme (1949), cantautore di Carcassonne.
Nell'album "Flor de luna"
Èri paure mai que los paures
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 27/2/2020 - 22:42
Lo boièr
anonyme
[Ca. XIII secolo]
[Env. 13ème siècle]
[Ca. 13th Century]
Tradizionale occitano
Chant traditionnel occitan
Occitan traditional folksong
“The text of this Cathar hymn contains an encoded message, Joana being the medieval cathar church, which has been weakened and finally eliminated in Southern France (Occitanie) through the horrible Albigensian crusade. The spiritual essence of the cathars is still vibrating in caves and waters.”
“Il testo di questo inno Cataro contiene un messaggio nascosto, dato che Joana è la chiesa Catara medievale che fu prima indebolita e poi eliminata nella Francia meridionale (Occitania) con l'orribile Crociata Albigese. L'essenza spirituale dei Catari vibra ancora nelle grotte e nelle acque.”
(Presentazione di un video Youtube de Lo boièr)
Si tratta di una canzone antichissima, risalente al Medioevo. In origine un canto popolare, con la guerra contro i Catari... (continuer)
[Env. 13ème siècle]
[Ca. 13th Century]
Tradizionale occitano
Chant traditionnel occitan
Occitan traditional folksong
“The text of this Cathar hymn contains an encoded message, Joana being the medieval cathar church, which has been weakened and finally eliminated in Southern France (Occitanie) through the horrible Albigensian crusade. The spiritual essence of the cathars is still vibrating in caves and waters.”
“Il testo di questo inno Cataro contiene un messaggio nascosto, dato che Joana è la chiesa Catara medievale che fu prima indebolita e poi eliminata nella Francia meridionale (Occitania) con l'orribile Crociata Albigese. L'essenza spirituale dei Catari vibra ancora nelle grotte e nelle acque.”
(Presentazione di un video Youtube de Lo boièr)
Si tratta di una canzone antichissima, risalente al Medioevo. In origine un canto popolare, con la guerra contro i Catari... (continuer)
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 4/1/2012 - 18:18
2. Il testo in grafia mistraliana (a)
Texte en graphie mistralienne (a)
Lyrics in Mistralian spelling (a)
Texte en graphie mistralienne (a)
Lyrics in Mistralian spelling (a)
Ripreso dai commenti al Video Youtube contrassegnato come 1. nel box video (al quale corrisponde). Adattato al layout testuale qui utilizzato.
LOU BOUYÈ
(continuer)
(continuer)
envoyé par CCG/AWS Staff 4/1/2012 - 19:16
2. Il testo in grafia mistraliana (b - Versione provenzale)
Texte en graphie mistralienne (b - Version provençale)
Lyrics in Mistralian spelling (b - Provençal version)
Texte en graphie mistralienne (b - Version provençale)
Lyrics in Mistralian spelling (b - Provençal version)
Ripresa da Questa pagina ZicTrad. Adattata al layout testuale qui utilizzato.
LOU BOUIÉ
(continuer)
(continuer)
envoyé par CCG/AWS Staff 4/1/2012 - 19:24
1. Il testo in grafia tradizionale (b - Pirenaica)
Texte en graphie traditionnelle (b – Côté Pyrenées)
Lyrics in traditional spelling (b – Pyrenees side)
Texte en graphie traditionnelle (b – Côté Pyrenées)
Lyrics in traditional spelling (b – Pyrenees side)
LO BOIÈR
(continuer)
(continuer)
envoyé par CCG/AWS Staff 4/1/2012 - 22:12
1. Il testo in grafia tradizionale (c – Alvernia [Le Puy-en-Vélay])
Texte en graphie traditionnelle (c – Auvergne [Le Puy-en-Vélay])
Lyrics in traditional spelling (c – Auvergne [Le Puy-en-Vélay])
Texte en graphie traditionnelle (c – Auvergne [Le Puy-en-Vélay])
Lyrics in traditional spelling (c – Auvergne [Le Puy-en-Vélay])
LO BOIÈR
(continuer)
(continuer)
envoyé par CCG/AWS Staff 4/1/2012 - 22:48
Il lavoro mi sa che non è manco a un terzo, non immagini quel che sto trovando su questo canto proveniente veramente dalla notte dei tempi. Nella forma che sto presentando qui proviene sicuramente dal XIII secolo e dalla tragica epopea catara, ma il canto preesistente (poi "criptato" simbologicamente) doveva provenire, per il suo argomento stesso, da antichità remote. A pagina finita mi verrebbe da farne una versione in greco omerico: non stonerebbe, se ne fossi capace. Comunque, fa veramente venire i brividi. Sia nella versione del video 1 (che a mio parere restituisce le sonorità antiche), sia in quella cantata con il liuto dal ragazzo per le vie di Béziers...sono luoghi che conosco, nella stessa giornata dell'aprile 1992 riuscii prima a visitare Béziers (città stupenda) e poi a andare a vedere la vicina "Plage de la Corniche" sulla quale si svolge la "Supplique pour être enterré à la plage... (continuer)
Riccardo Venturi 4/1/2012 - 22:58
Mi domando a volte come si possa passeggiare sorridenti calpestando l'assurdo dolore di cui è impregnata ogni zolla della nostra Europa, tanto vecchia e feroce...
Gian Piero Testa 4/1/2012 - 23:40
a. La versione cantata da Véronique Chalot
a. La version française chantée par Véronique Chalot
a. Version sung by Véronique Chalot
Album: A l'entrée du temps clair
Véronique Chalot : voce, chitarra, dolcemelo, ghironda
Steve Lunardi : violino, bouzouki
Laurent Greppi: cornamusa, cromorno, fischio
Roli Calabro : doppio basso, basso
Paolo Casu : bendhir, tavole, ossa
Piero Bubbico : tamburo scozzese, bodhràn
Véronique Chalot: voix, guitare, dulcimer, vielle à roue
Steve Lunardi : violon, bouzouki
Laurent Greppi : cornamuse, cromorne, sifflets
Roli Calabro : double basse, basse
Paolo Casu : bendhir, tables, ossa
Piero Bubbico : tambour écossais, bodhràn
Véronique Chalot : vocals, guitar, dulcimer, hurdy-gurdy
Steve Lunardi : violin, bouzouki
Laurent Greppi : bagpipes, crumhorn, whistles
Roli Calabro: double-bass, bass
Paolo Casu: bendhir, tables, ossa
Piero Bubbico: Scottish percussion,... (continuer)
a. La version française chantée par Véronique Chalot
a. Version sung by Véronique Chalot
Album: A l'entrée du temps clair
Véronique Chalot : voce, chitarra, dolcemelo, ghironda
Steve Lunardi : violino, bouzouki
Laurent Greppi: cornamusa, cromorno, fischio
Roli Calabro : doppio basso, basso
Paolo Casu : bendhir, tavole, ossa
Piero Bubbico : tamburo scozzese, bodhràn
Véronique Chalot: voix, guitare, dulcimer, vielle à roue
Steve Lunardi : violon, bouzouki
Laurent Greppi : cornamuse, cromorne, sifflets
Roli Calabro : double basse, basse
Paolo Casu : bendhir, tables, ossa
Piero Bubbico : tambour écossais, bodhràn
Véronique Chalot : vocals, guitar, dulcimer, hurdy-gurdy
Steve Lunardi : violin, bouzouki
Laurent Greppi : bagpipes, crumhorn, whistles
Roli Calabro: double-bass, bass
Paolo Casu: bendhir, tables, ossa
Piero Bubbico: Scottish percussion,... (continuer)
LE BOUVIER
(continuer)
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 4/1/2012 - 23:53
Hai davvero ragione. Non c'è centimetro quadrato di questo continente che non sia impregnato di sangue e di dolore. E anche di storia e di bellezza. Mi sono spesso chiesto come le due cose possano convivere, ma probabilmente è perché la memoria diretta si perde rapidamente. La memoria si sedimenta davvero nella terra, nelle pietre e nell'acqua: affidandosi alle profondità della terra, i catari sterminati intendevano proprio questo. Non so se sei mai stato nell'entroterra della Francia meridionale, nell'Occitania e in Linguadoca: con un facile gioco di parole, sono posti che fanno venire la pelle d'oca. Sono luoghi che parlano. Se ti capita, vai a Montségur, a Baux, in cima al Monte Ventoso, sui vulcani alverniati, nei vicoli di Béziers: sembra ancora di sentir risuonare la terribile frase di Simon de Montfort, "Ammazzateli tutti, Dio riconoscerà i suoi".
Riccardo Venturi 5/1/2012 - 00:04
a. La versione cantata dai Malicorne (1975)
a. La version française chantée par Malicorne (1975)
a. Version sung by Malicorne (1975)
a. La version française chantée par Malicorne (1975)
a. Version sung by Malicorne (1975)
Album: Malicorne 2
* Gabriel Yacoub - chitarra classica, chitarra elettrica, spinetta dei Vosgi, voce
* Marie Yacoub - dulcimer, bouzouki, ghironda, voce
* Laurent Vercambre - violino, bouzouki, salterio, armonium, mandolino, voce
* Hughes de Courson - chitarra elettrica, basso, cromorno, percussioni, voce
* Gabriel Yacoub - chitarra classica, chitarra elettrica, spinetta dei Vosgi, voce
* Marie Yacoub - dulcimer, bouzouki, ghironda, voce
* Laurent Vercambre - violino, bouzouki, salterio, armonium, mandolino, voce
* Hughes de Courson - chitarra elettrica, basso, cromorno, percussioni, voce
LE BOUVIER
(continuer)
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 5/1/2012 - 00:42
c. Versioni in altre lingue
c. Versions en autres langues
c. Versions in different languages
L'ultimo viaggio in Francia l'ho fatto in Auvergne, dove le chiese hanno i colori vividi e cupi delle lave che hanno fatto le loro pietre infernali.
Gian Piero Testa 5/1/2012 - 01:14
5 gennaio 2011
Per la traduzione italiana ho scelto naturalmente la versione standard occitana, non tenendo conto delle altre versioni. [RV]
IL BOVARO
(continuer)
(continuer)
Grazie Riccardo per averci svelato questa incredibile canzone.
Ad ascoltarla fa davvero venire la pelle d'oca, anzi, d'Oc...
Ad ascoltarla fa davvero venire la pelle d'oca, anzi, d'Oc...
Bartleby 5/1/2012 - 10:27
La stessa reazione mia, Bartleby. Ieri non ho fatto altro che dedicarmici, di quelle pagine che mi dispiacerà lasciare quando sarà definitivamente pronta. A meno che qualcuno non abbia musicato almeno qualche brano della "Canzone della Crociata Albigese" (poema di 7000 versi circa). Poi, però, si pensa a che cosa c'è dietro questa bellezza, come osservava giustamente Gian Piero Testa. Leggo che soltanto l'assedio e il sacco di Béziers provocarono circa 20.000 morti. Ventimila morti in una città medievale significarono lo sterminio di tutta la città, a fil di spada e col fuoco. Da notare che la popolazione catara di Béziers ammontava a non più di 500 persone: i crociati sterminarono quindi in maggioranza gli stessi cattolici. Cose che ci riesce difficile immaginare persino ora, in tempi di guerra globale. Ci dovrebbe però riuscire più facile immaginare che ci sia la mano di santa madre chiesa cattolica & apostolica ecc.
Riccardo Venturi 5/1/2012 - 12:02
Ti ho appena mandato una mail sulla posta comune dei "perfidi".
Savall e sua moglie hanno scritto un'intera opera musicale sulla persecuzione dei catari: "Le Royaume oublié - La Croisade contre les Albigeois - La Tragédie cathare". Pare che sia tutta basata su antichi testi trovati in lunghe ricerche d'archivio. Ho trovato anche il libretto con i testi nelle lingue originali e la traduzione in inglese... Ti ho passato tutto...
Savall e sua moglie hanno scritto un'intera opera musicale sulla persecuzione dei catari: "Le Royaume oublié - La Croisade contre les Albigeois - La Tragédie cathare". Pare che sia tutta basata su antichi testi trovati in lunghe ricerche d'archivio. Ho trovato anche il libretto con i testi nelle lingue originali e la traduzione in inglese... Ti ho passato tutto...
Bartleby 5/1/2012 - 13:22
... e ho la sensazione che in gran parte si tratti di estratti proprio dalla "Chanson de la Croisade albigeoise" perchè vedo ricorrente il nome di Guilhèm de Tudèla...
Bartleby 5/1/2012 - 13:26
Insomma come dire...chiama e rispondi! Andrò a vedere stasera ammodino, perché ora mi chiama la militanza politica in forma di riunione e dibbàttito, ma concordo sul fatto che ci siano forti probabilità che si tratti proprio della Cançon de la Crosado. Fonte ancora più diretta. Grazie per ora, e vediamo cosa si potrà fare...
Riccardo Venturi 5/1/2012 - 13:44
Deutsche Übersetzung
«Der Text dieser katharischen Hymne enthält eine geheime Botschaft, da Joana ist die mittelalterliche katharische Kirche, die erst geschwächt, und denn beseitigt wurde in Südfrankreich (Okzitanien) mit dem schrecklichen Albigenserkreuzzug. Das geistliche Wesen der Katharen schwingt noch in den Höhlen und in den Wässern.»
«Der Text dieser katharischen Hymne enthält eine geheime Botschaft, da Joana ist die mittelalterliche katharische Kirche, die erst geschwächt, und denn beseitigt wurde in Südfrankreich (Okzitanien) mit dem schrecklichen Albigenserkreuzzug. Das geistliche Wesen der Katharen schwingt noch in den Höhlen und in den Wässern.»
Ripresa dal Video YouTube 1. e adattata al layout di questa pagina. E' presente anche una traduzione inglese di pessima qualità, non utilizzabile.
DER OCHSENHIRT
(continuer)
(continuer)
envoyé par CCG/AWS Staff 5/1/2012 - 21:01
Ora che mi sono ricordato, in questo sito già avevamo una canzone che parlava del massacro dei Catari. Certo, potrà sembrare strano, e un po' ardito, passare ex abrupto da questo canto allo heavy metal, però la canzone è degli Iron Maiden e si chiama inequivocabilmente Montségur. Ho come una mezza idea che metterò un po' mano a quella pagina.
Riccardo Venturi 6/1/2012 - 00:39
Beh, ci sono anche 05. Prière des Albigeois e la Montsegur di Claude Marti...
Bartleby 6/1/2012 - 09:49
Qui, fra poco, c'è di che fare un percorso Càtaro....che ne dite, 'o'o fàmo..?
Riccardo Venturi 6/1/2012 - 12:20
April 17, 2012
“The text of this Cathar hymn contains an encoded message, Joana being the medieval cathar church, which has been weakened and finally eliminated in Southern France (Occitanie) through the horrible Albigensian crusade. The spiritual essence of the cathars is still vibrating in caves and waters.”
THE COWHERD
(continuer)
(continuer)
Meraviglioso. Quando ho visto che nel sito c'era un percorso "albigese" ho provato a verificare se c'era questa canzone. Le boièr io l'ho imparata anni fa grazie ai miei compagni di scavo tolosani, l'équipe del prof. Jean Guilaine. Antica, sì, inno del separatismo occitano contro l'egemonia della Francia del Nord, sì, ma non mi avevano detto che Le boièr era una canzone legata alla persecuzione dei catari... ma forse ci sarei potuta arrivare da sola :)
MLetizia Verola 24/4/2012 - 08:28
Lo boièr interpretato dagli Oxford Trobadors
Lo boièr performed by the Oxford Trobadors
Lo boièr performed by the Oxford Trobadors
Riccardo Venturi 26/3/2013 - 13:41
Thank you for this site and regards from Bosnia
Welcome to the country of “Bono Homini”
Welcome to the country of “Bono Homini”
Damir Saciragic 6/11/2019 - 17:04
...(riferito alla versione malicornina) per quel che ricordo di aver saputo io (quando bazzicavo etnomusicologia in Francia) la strofa finale di questa canzone (capre in cielo) fa preciso riferimento alla costellazione dell'Auriga....
Flavio Poltronieri 6/11/2019 - 19:31
...forse già dal titolo la canzone fa riferimento al cielo stellato visto che come esiste la costellazione di Auriga ovvero il cocchiere della biga, c'è anche il Boote, cioè il Bovaro...
???
Sarebbe allora un mezzo stilistico usato dall'anonimo poeta.
E che poeta!
???
Sarebbe allora un mezzo stilistico usato dall'anonimo poeta.
E che poeta!
Krzysiek 6/11/2019 - 20:16
Riccardo Venturi, 06-11-2019 20:25
KÚASMALINN
(continuer)
(continuer)
Bellissime le vostre osservazioni astronomiche, Krzysiek e Flavíusar.
Qui il Βοώτης ha in mano proprio il bastone da bovaro, l'agulhada del canto.
Si aggiunga che, in occitano, la costellazione del Bootes si chiama proprio Boièr.
Qui il Βοώτης ha in mano proprio il bastone da bovaro, l'agulhada del canto.
Si aggiunga che, in occitano, la costellazione del Bootes si chiama proprio Boièr.
...di cui come simbolo col tempo si è appropriata la chiesa cattolica, facendo del bastone il pastorale con tanto d'ispirazione alla giovane foglia di felce, un frattale vivente...
Grazie
Grazie
Krzysiek 6/11/2019 - 21:00
Amenon zero
(Zero-Mono-PoliTeismo).
Canzone laica, basata sull'idea che il monoteismo si è da tempo ormai palesato come una delle più basse forme di spiritualità possibile, con un bilancio tra tutti gli eventuali pro e contro decisamente scadente.
La spiritualità, comunque la si voglia vedere e considerare, è davvero tutta un'altra cosa.
Canzone laica, basata sull'idea che il monoteismo si è da tempo ormai palesato come una delle più basse forme di spiritualità possibile, con un bilancio tra tutti gli eventuali pro e contro decisamente scadente.
La spiritualità, comunque la si voglia vedere e considerare, è davvero tutta un'altra cosa.
A me non piacciono i MonoTeisti,
(continuer)
(continuer)
envoyé par Giuseppe Attili ( ZamboNoise) 8/6/2015 - 00:16
Terra 1209
[2016]
Album : Musica endemica
Album : Musica endemica
"Fu l’anno in cui l’Occidente ordì l’unica crociata contro sé stesso anziché rivolta al Medio Oriente. Il Papa e il Re di Francia attaccarono e distrussero gli Albigesi, tutti occitani e catalani, perché non potevano tollerare la loro civiltà illuminata. La società Catara fu un esperimento prerinascimentale formidabile: tolleranza, tradizione poetica dei trovatori, diritto per le donne di prendere la parola in pubblico. Gli Occitani si difesero come poterono da quell’invasione in arrivo da paesi distanti ed estranei, l’Île-de-France e Roma. Fu l’inizio della colonizzazione."
Da questa pagina
Da questa pagina
Tero, oi maleirouso tero!
(continuer)
(continuer)
envoyé par adriana 10/5/2016 - 09:15
Occitanie
[1972]
Parole di Pierre Selos (1940-), cantautore originario di Tolosa, attivo solo fino al 1974.
Musica di Pierre Selos e Bruno Bontempelli
Nel LP intitolato “L’armateur”
Parole di Pierre Selos (1940-), cantautore originario di Tolosa, attivo solo fino al 1974.
Musica di Pierre Selos e Bruno Bontempelli
Nel LP intitolato “L’armateur”
En ce temps là, chez moi, on cueillait des oranges ;
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 18/6/2015 - 16:00
Tartarassa ni voutor
[dopo il 1215]
Nell’opera di Jordi Savall “Le royaume oublié – La croisade contre les Albigeois - La tragédie Cathare” con gli ensemble di musica antica Hespèrion XXI e Capella Reial de Catalunya.
“Né i rapaci né gli avvoltoi annusano la carne putrefatta così in fretta come i preti e i predicatori annusano il ricco…”
Un altro “sirventès”, anche questo con un incipit famoso, con cui il grande trovatore provenzale lancia i suoi indignati strali contro i domenicani, il cui ordine era stato appena fondato (1215) da quel boia di papa Innocenzo III e che già si erano insediati a Tolosa e in Linguadoca sull’onda della crociata contro gli Albigesi e della guerra dei baroni francesi contro i signori occitani, e che, come rapaci e avvoltoi, se ne stavano in attesa di approfittare della caduta di questi ultimi…
E Pèire Cardenal non si limita all’invettiva ma conclude con una vera... (continuer)
Nell’opera di Jordi Savall “Le royaume oublié – La croisade contre les Albigeois - La tragédie Cathare” con gli ensemble di musica antica Hespèrion XXI e Capella Reial de Catalunya.
“Né i rapaci né gli avvoltoi annusano la carne putrefatta così in fretta come i preti e i predicatori annusano il ricco…”
Un altro “sirventès”, anche questo con un incipit famoso, con cui il grande trovatore provenzale lancia i suoi indignati strali contro i domenicani, il cui ordine era stato appena fondato (1215) da quel boia di papa Innocenzo III e che già si erano insediati a Tolosa e in Linguadoca sull’onda della crociata contro gli Albigesi e della guerra dei baroni francesi contro i signori occitani, e che, come rapaci e avvoltoi, se ne stavano in attesa di approfittare della caduta di questi ultimi…
E Pèire Cardenal non si limita all’invettiva ma conclude con una vera... (continuer)
Tartarassa ni voutor
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bartleby 23/4/2012 - 12:01
La versione occitana dei Massilia Sound System, scritta da René Mazzarino a partire dalla canzone di Peire Cardenal.
Musica di François Ridel, Laurent Garibaldi e Dominique Danger.
Dall’album “3968 CR 13” del 2001.
Dall’album “3968 CR 13” del 2001.
TARTARASSAS E VAUTORS
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bartleby 23/4/2012 - 12:04
Versione di Manu Théron, Youssef Hbeisch, Grégory Dargent - Sirventés (Accords Croisés/Ducale, 2014)
dq82 12/6/2015 - 18:00
Occitania
2004
Litania
Giovanni Lindo Ferretti - Ambrogio Sparagna: "Litania"
Serio e (a volte) anche tetro, ma dannatamente intrigante
di Giorgio Maimone
Iniziamo da un po' di storia: il connubio Sparagna/Ferretti (ex Csi e tutto il resto) non è dei più probabili sotto il cielo della musica e spesso dai connubi improbabili escono risultati sorprendenti. In questo caso il risultato del cd stupisce un po' meno, perché "Litania", prima di essere disco è stato spettacolo per lungo tempo e molti di voi lo avranno visto o al Festivaletteratura di Mantova o nel ciclo di spettacoli della "Musica dei cieli".
Dal vivo, bisogna ammetterlo, lo spettacolo funziona: ha una densa carica emotiva e una sacralità a tutta prova, che viene aiutata dagli ambienti scelti per gli spettacoli (generalmente chiese e di particolare bellezza) e dall'uso del latino, particolare non secondario, come sapeva lo stesso De... (continuer)
Litania
Giovanni Lindo Ferretti - Ambrogio Sparagna: "Litania"
Serio e (a volte) anche tetro, ma dannatamente intrigante
di Giorgio Maimone
Iniziamo da un po' di storia: il connubio Sparagna/Ferretti (ex Csi e tutto il resto) non è dei più probabili sotto il cielo della musica e spesso dai connubi improbabili escono risultati sorprendenti. In questo caso il risultato del cd stupisce un po' meno, perché "Litania", prima di essere disco è stato spettacolo per lungo tempo e molti di voi lo avranno visto o al Festivaletteratura di Mantova o nel ciclo di spettacoli della "Musica dei cieli".
Dal vivo, bisogna ammetterlo, lo spettacolo funziona: ha una densa carica emotiva e una sacralità a tutta prova, che viene aiutata dagli ambienti scelti per gli spettacoli (generalmente chiese e di particolare bellezza) e dall'uso del latino, particolare non secondario, come sapeva lo stesso De... (continuer)
Di là dal mio crinale
(continuer)
(continuer)
envoyé par dq82 24/12/2014 - 19:38
Les chevaliers Cathares
[1983]
Parole e musica: Francis Cabrel
Paroles et musique: Francis Cabrel
Lyrics and music: Francis Cabrel
Album "Quelqu'un de l'intérieur"
Si chiama Autoroute des deux mers e va da Tolosa fino a Narbonne; in pratica, congiunge l'Atlantico con il Mediterraneo, nel sud della Francia. Attraversa tutti i luoghi che videro la vicenda ed il massacro dei Catari; una colata di cemento e asfalto, come ultimo insulto. Anche tenendo conto del maggior “rispetto ambientale” che si ha generalmente, in Francia, rispetto a quello che si ha in Viadottonia (conosciuta anche come “Italia”), si tratta pur sempre di una puzzolentissima e mortifera autostrada, coi suoi TIR, le sue code, i suoi incidenti, le sue aree di servizio. Nient'altro. Naturalmente, nel fare le autostrade si tenta costantemente di fare anche delle pseudo-operazioni “culturali”; così, sulla “Due Mari” francese, i Catari e la loro lontana... (continuer)
Parole e musica: Francis Cabrel
Paroles et musique: Francis Cabrel
Lyrics and music: Francis Cabrel
Album "Quelqu'un de l'intérieur"
Si chiama Autoroute des deux mers e va da Tolosa fino a Narbonne; in pratica, congiunge l'Atlantico con il Mediterraneo, nel sud della Francia. Attraversa tutti i luoghi che videro la vicenda ed il massacro dei Catari; una colata di cemento e asfalto, come ultimo insulto. Anche tenendo conto del maggior “rispetto ambientale” che si ha generalmente, in Francia, rispetto a quello che si ha in Viadottonia (conosciuta anche come “Italia”), si tratta pur sempre di una puzzolentissima e mortifera autostrada, coi suoi TIR, le sue code, i suoi incidenti, le sue aree di servizio. Nient'altro. Naturalmente, nel fare le autostrade si tenta costantemente di fare anche delle pseudo-operazioni “culturali”; così, sulla “Due Mari” francese, i Catari e la loro lontana... (continuer)
Les chevaliers Cathares
(continuer)
(continuer)
envoyé par Alessandro 7/4/2009 - 09:57
Mi chiedo quante migliaia di tesori nascosti nasconda oramai questo sito. Oggi, spinto dalla Notte di San Bartolomeo, mi sono messo a ricercare anche canzoni sui Catari, e mi sono accorto che questo capolavoro di Francis Cabrel, a suo tempo spedito da Alessandro, non era stato nemmeno mai inserito nel percorso Cataro. Ma non ne faccio una colpa a nessuno, oramai questo sito avrebbe bisogno di un ufficio redazionale in piena regola per starci dietro a dovere. Si fa quel che si può in una decina di scalzi e gnudi; ma, forse, proprio questo gli dà il suo carattere davvero unico. Intanto mi dedico a rifare la pagina, compresa l'introduzione.
Riccardo Venturi 24/8/2013 - 16:37
24 agosto 2013
I CAVALIERI CATARI
(continuer)
(continuer)
Enfant de Paratge
[2013]
Album :Entre 2 Mondes
Au XIIè et XIIIè siècles notamment, le pays occitan se distingue par des valeurs humanistes fortes comme le Paratge, « noblesse de cœur ». Mais dans une lettre datée du 10 mars 1208, le pape Innocent III appelle à une croisade. Le pays d’Oc sera mis à feu et à sang. La cité de Béziers est la première sur la liste.
Album :Entre 2 Mondes
Au XIIè et XIIIè siècles notamment, le pays occitan se distingue par des valeurs humanistes fortes comme le Paratge, « noblesse de cœur ». Mais dans une lettre datée du 10 mars 1208, le pape Innocent III appelle à une croisade. Le pays d’Oc sera mis à feu et à sang. La cité de Béziers est la première sur la liste.
Dau, dau, cavalièrs de Crist Dau, anatz !
(continuer)
(continuer)
envoyé par adriana 21/4/2013 - 12:54
Au XIIè et XIIIè siècles notamment, le pays occitan se distingue par des valeurs humanistes fortes comme le Paratge, « noblesse de cœur ». Mais dans une lettre datée du 10 mars 1208, le pape Innocent III appelle à une croisade. Le pays d’Oc sera mis à feu et à sang. La cité de Béziers est la première sur la liste.
ENFANT DE "NOBLE COEUR"
(continuer)
(continuer)
Montségur
Dall'album "Dance of Death" (2003).
Ispirandosi al massacro di Montségur (una roccaforte francese sui Pirenei), compiuto nel 1244 dai Cattolici a danno dei Catari che rifiutarono di convertirsi, questa canzone parla del fanatismo religioso e delle atrocità a cui esso può portare.
I stand alone in this desolate space,
(continuer)
(continuer)
envoyé par Alberto 1/5/2008 - 13:28
05. Prière des Albigeois
[1208]
Armonizzazione di Bernard Lallement. Il testo è una traduzione dalla lingua provenzale antica.
Gli "Albigesi" erano seguaci del movimento ereticale sviluppatosi tra XII e XIII secolo nel Mezzogiorno occitanico della Francia (Linguadoca), soprattutto a Tolosa e ad Albi. Insieme ai numerosi e coevi focolai dell'Italia settentrionale, furono la principale manifestazione in Occidente della eresia orientale dei catari, già propagatasi attraverso bogomili e pauliciani nei Balcani. Il movimento si innestò sulla ripresa religiosa europea dell'XI secolo, che accompagnava la crescita economica e i suoi profondi rimescolamenti sociali. Esso però si spinse fino alla negazione completa della Chiesa, della sua liturgia e di alcuni dei suoi principali cardini teologici (divinità del Cristo, verità dell'Antico Testamento e dottrina della creazione). Le comunità ereticali trovarono un potente alleato... (continuer)
Armonizzazione di Bernard Lallement. Il testo è una traduzione dalla lingua provenzale antica.
Gli "Albigesi" erano seguaci del movimento ereticale sviluppatosi tra XII e XIII secolo nel Mezzogiorno occitanico della Francia (Linguadoca), soprattutto a Tolosa e ad Albi. Insieme ai numerosi e coevi focolai dell'Italia settentrionale, furono la principale manifestazione in Occidente della eresia orientale dei catari, già propagatasi attraverso bogomili e pauliciani nei Balcani. Il movimento si innestò sulla ripresa religiosa europea dell'XI secolo, che accompagnava la crescita economica e i suoi profondi rimescolamenti sociali. Esso però si spinse fino alla negazione completa della Chiesa, della sua liturgia e di alcuni dei suoi principali cardini teologici (divinità del Cristo, verità dell'Antico Testamento e dottrina della creazione). Le comunità ereticali trovarono un potente alleato... (continuer)
Mon Dieu, nous n’avons plus sur terre
(continuer)
(continuer)
20/5/2005 - 02:58
(12.03.06 Nizza)
PREGHIERA DEGLI ALBIGESI
(continuer)
(continuer)
envoyé par Daniel Bellucci (Nizza) 12/3/2006 - 16:59
Queste testimonianze tramandano un dolore che varca i secoli e raggiunge il nostro cuore. I misfatti della Chiesa, compiuti nel corso dei secoli, per una legge di Armonia Cosmica non possono restare impuniti. L'architettura della Chiesa a breve crollerà. In India, nel mandir di Gandhi, in quello che era il suo studio, ho avuto una visione: il crollo della Cupola di San Pietro, una metafora del crollo della Chiesa. Nella mia mente, mentre guardavo la figura di Gandhi, ho visto il percorso della sua storia personale, poi ho visto la storia della Chiesa, con tutti i suoi secolari misfatti, al termine ho visto Piazza San Pietro e la cupola implodere su se stessa.
Raccontai la cosa ad un amico ed egli mi rispose, serafico: "Sarà quello che accadrà". Ed anch'io credo che accadrà, ed anche abbastanza presto.
Raccontai la cosa ad un amico ed egli mi rispose, serafico: "Sarà quello che accadrà". Ed anch'io credo che accadrà, ed anche abbastanza presto.
Mario Chigiotti 17/3/2013 - 17:14
Egregio Sig. Chigiotti,
cosa si era fumato prima di visitare il Kirti Mandir per avere una visione del genere?
Ma si rende conto che la cupola di San Pietro è un gioiello dell'arte di ogni tempo? Lo sa, vero, che è frutto del genio di persone come Michelangelo Buonarroti, Donato Bramante, Raffaello Sanzio e Antonio da San Gallo?
La sua apocalittica visione - sicuramente generata dall'abuso di qualche sostanza psicotropa - mi ricorda tristemente scempi come la distruzione del Buddha di Bamiyan ad opera dei talebani nel 2001 od il più recente rogo della biblioteca di Timbuctù, sempre per mano di integralisti islamici che già l'anno scorso avevano lì distrutto uno dei secolari santuari di fango...
Potrebbe per cortesia smettere di farsi le canne e più semplicemente limitarsi ad invocare come molti - compreso il sottoscritto - la fine della Chiesa come istituzione di potere e di dominio?
Lasci... (continuer)
cosa si era fumato prima di visitare il Kirti Mandir per avere una visione del genere?
Ma si rende conto che la cupola di San Pietro è un gioiello dell'arte di ogni tempo? Lo sa, vero, che è frutto del genio di persone come Michelangelo Buonarroti, Donato Bramante, Raffaello Sanzio e Antonio da San Gallo?
La sua apocalittica visione - sicuramente generata dall'abuso di qualche sostanza psicotropa - mi ricorda tristemente scempi come la distruzione del Buddha di Bamiyan ad opera dei talebani nel 2001 od il più recente rogo della biblioteca di Timbuctù, sempre per mano di integralisti islamici che già l'anno scorso avevano lì distrutto uno dei secolari santuari di fango...
Potrebbe per cortesia smettere di farsi le canne e più semplicemente limitarsi ad invocare come molti - compreso il sottoscritto - la fine della Chiesa come istituzione di potere e di dominio?
Lasci... (continuer)
Dead End 17/3/2013 - 19:27
Se si dovesse chiedere il conto a tutti gli attuali diretti e indiretti eredi dei misfatti dei loro predecessori, salterebbe in aria molto più di mezza Europa, prima fra tutte la regina inglese e le altre monarchie.
Finora solo i perdenti hanno avuto la loro Norimberga.
Finora solo i perdenti hanno avuto la loro Norimberga.
Ottone 17/3/2013 - 23:38
A totas partz vei mescl' ab avarésa
[tra il 1235 ed il 1237]
Testo trovato sul sito dedicato a Pèire Cardenal
Un “sirventès”, una canzone di denuncia, una canzone “engagé” del grande trovatore occitano Pèire Cardenal, nato alla fine del XII secolo nell’Auvergne e vissuto tra le corti dei signori di Tolosa e del re Giacomo d’Aragona.
Sintetizzò il suo programma artistico in questi versi:
“Tostemps vir cuidar en sabér
E camgi so cug per so sai,
E lais mentir per dire vér, […]”
“Ho sempre cercato di sostituire la conoscenza alle credenze
e cambio ‘io credo’ con ‘io so’
e rinuncio alla menzogna per la verità, […]
E’ indicato da alcuni studiosi – ma senza che ve ne sia certezza documentale – pure come l’autore della parte anonima della “Canso de la Crosada”, il poema che descrive i primi dieci anni (dal 1208 al 1218) della terribile crociata scatenata da papa Innocenzo III contro i càtari o albigesi.
Si... (continuer)
Testo trovato sul sito dedicato a Pèire Cardenal
Un “sirventès”, una canzone di denuncia, una canzone “engagé” del grande trovatore occitano Pèire Cardenal, nato alla fine del XII secolo nell’Auvergne e vissuto tra le corti dei signori di Tolosa e del re Giacomo d’Aragona.
Sintetizzò il suo programma artistico in questi versi:
“Tostemps vir cuidar en sabér
E camgi so cug per so sai,
E lais mentir per dire vér, […]”
“Ho sempre cercato di sostituire la conoscenza alle credenze
e cambio ‘io credo’ con ‘io so’
e rinuncio alla menzogna per la verità, […]
E’ indicato da alcuni studiosi – ma senza che ve ne sia certezza documentale – pure come l’autore della parte anonima della “Canso de la Crosada”, il poema che descrive i primi dieci anni (dal 1208 al 1218) della terribile crociata scatenata da papa Innocenzo III contro i càtari o albigesi.
Si... (continuer)
A totas partz vei mescl' ab avarésa
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bartleby 13/4/2012 - 10:56
d'une chanson provençale du XIII ième siècle – A totas partz vei mescl' ab avarésa - Pèire Cardenal – vers 1235.
Un “sirventès”, une chanson de dénonciation, une canzone engagée du grand troubadour ou trouvère occitan Pèire Cardenal, né à la fin du XII ième siècle en Auvergne et qui vécut aux cours des seigneurs de Toulouse et du Roi Jacques d’Aragon.
Il synthétisa son programme artistique dans ces vers :
« Tostemps vir cuidar en sabér
E camgi so cug per so sai,
E lais mentir per dire vér, […] »
« J'ai toujours cherché à substituer la connaissance aux croyances
Et je remplace « je crois » par « je sais »
Et je renonce au mensonge pour la vérité... ».
Il est signalé par certains érudits – mais sans certitude documentaire – comme étant l'auteur de la partie anonyme de la « Canso de la Crosada », le poème qui décrit les dix premières années ( 1208-1218) de la terrible croisade... (continuer)
Un “sirventès”, une chanson de dénonciation, une canzone engagée du grand troubadour ou trouvère occitan Pèire Cardenal, né à la fin du XII ième siècle en Auvergne et qui vécut aux cours des seigneurs de Toulouse et du Roi Jacques d’Aragon.
Il synthétisa son programme artistique dans ces vers :
« Tostemps vir cuidar en sabér
E camgi so cug per so sai,
E lais mentir per dire vér, […] »
« J'ai toujours cherché à substituer la connaissance aux croyances
Et je remplace « je crois » par « je sais »
Et je renonce au mensonge pour la vérité... ».
Il est signalé par certains érudits – mais sans certitude documentaire – comme étant l'auteur de la partie anonyme de la « Canso de la Crosada », le poème qui décrit les dix premières années ( 1208-1218) de la terrible croisade... (continuer)
DE TOUS CÔTÉS, MÊLÉE À L'AVARICE
(continuer)
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 12/6/2012 - 14:41
Ai ! Tolosa e Provença…
Cantat per Patric,
Paraulas de Bernat Sicart de Maruèjols
La cançon que si presenta aicì, cantada per Patric, es una adaptacion en lenga occitana modernisada del tèxt original de Bernart Sicart de Maruèjols, escrich en Occitan de l'Edat mejana.
Resta un dels crits mai ponhents contra la Crosada dels Albigeses e la repression que se'n siguèt.
Paraulas de Bernat Sicart de Maruèjols
La cançon que si presenta aicì, cantada per Patric, es una adaptacion en lenga occitana modernisada del tèxt original de Bernart Sicart de Maruèjols, escrich en Occitan de l'Edat mejana.
Resta un dels crits mai ponhents contra la Crosada dels Albigeses e la repression que se'n siguèt.
Aquesta satira la fau lo còr dolent
(continuer)
(continuer)
envoyé par Nicolas Aurelhan 3/6/2012 - 15:13
Atressi com per fargar
[1212-13]
Testo trovato sul sito dedicato a Pèire Cardenal
Un “sirventès”, un’invettiva scagliata contro gli sterminatori crociati che solo qualche anno prima avevano massacrato gli abitanti di Béziers (almeno 5.000 morti) che avevano rifiutato di arrendersi e di consegnare i pochi eretici catari presenti in città…
La dedica, in particolare, sembra sia per Bertrand de Chalençon, vescovo-guerriero di Puy-en-Velay - la città natale di Pèire Cardenal - che si era distinto per ferocia nelle prime fasi della crociata contro gli albigesi… Ma la canzone potrebbe essere indirizzata addirittura ad Arnaud Amaury in persona, il monaco cistercense rappresentante di papa Innocenzo III nella crociata, quello che proprio a Béziers pronunciò la storica – ed agghiacciante – frase “Uccideteli tutti, Dio riconoscerà i suoi” …
A pochi passi dal mercante, Uberto e Willalme contemplavano il... (continuer)
Testo trovato sul sito dedicato a Pèire Cardenal
Un “sirventès”, un’invettiva scagliata contro gli sterminatori crociati che solo qualche anno prima avevano massacrato gli abitanti di Béziers (almeno 5.000 morti) che avevano rifiutato di arrendersi e di consegnare i pochi eretici catari presenti in città…
La dedica, in particolare, sembra sia per Bertrand de Chalençon, vescovo-guerriero di Puy-en-Velay - la città natale di Pèire Cardenal - che si era distinto per ferocia nelle prime fasi della crociata contro gli albigesi… Ma la canzone potrebbe essere indirizzata addirittura ad Arnaud Amaury in persona, il monaco cistercense rappresentante di papa Innocenzo III nella crociata, quello che proprio a Béziers pronunciò la storica – ed agghiacciante – frase “Uccideteli tutti, Dio riconoscerà i suoi” …
A pochi passi dal mercante, Uberto e Willalme contemplavano il... (continuer)
Atressi com per fargar
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bartleby 4/5/2012 - 11:51
De sirventes faire no-m tuèill
[intorno al 1250]
Testo trovato sul sito dedicato a Pèire Cardenal
Il grande trovatore originario di Puy-en-Velay in Alvernia scrisse questa invettiva ormai settantenne, ad un età che già consente qualche bilancio:
“Non posso impedirmi di comporre invettive, e vi dirò perché: perché odio il Torto, come sapete, ed amo la Ragione, ed è sempre stato così. Ho un senso di giustizia profondo, cosa per cui gli ingiusti sono miei nemici e mi odiano, ma poco importa… Più i miei occhi guardano il genere umano, meno stimo gli uomini; più mi accompagno a loro e più mi fanno incazzare, e più li ascolto meno credo loro; e più frequento le loro case meno son contento.. Ah, se solo potessi vivere di quel che ho, non andrei certo a sedermi accanto ai loro focolari!”
E come dargli torto!
Nato nel 1880, nel pieno della sua lunga vita artistica Pèire Cardenal fu testimone sia della preparazione,... (continuer)
Testo trovato sul sito dedicato a Pèire Cardenal
Il grande trovatore originario di Puy-en-Velay in Alvernia scrisse questa invettiva ormai settantenne, ad un età che già consente qualche bilancio:
“Non posso impedirmi di comporre invettive, e vi dirò perché: perché odio il Torto, come sapete, ed amo la Ragione, ed è sempre stato così. Ho un senso di giustizia profondo, cosa per cui gli ingiusti sono miei nemici e mi odiano, ma poco importa… Più i miei occhi guardano il genere umano, meno stimo gli uomini; più mi accompagno a loro e più mi fanno incazzare, e più li ascolto meno credo loro; e più frequento le loro case meno son contento.. Ah, se solo potessi vivere di quel che ho, non andrei certo a sedermi accanto ai loro focolari!”
E come dargli torto!
Nato nel 1880, nel pieno della sua lunga vita artistica Pèire Cardenal fu testimone sia della preparazione,... (continuer)
De sirventes faire no-m tuèill
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bartleby 4/5/2012 - 11:04
Quascus plor e planh son dampnatge
[1209?]
Parole di Guilhem Augier Novella
Su di una melodia attribuita a Giraut de Bornelh, attivo tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo e morto probabilmente nel 1220, il “maestro dei trovatori” indicato anche da Dante come uno dei massimi poeti provenzali.
La canzone racconta di fatti avvenuti nel 1209, ma potrebbe essere stata scritta diversi anni dopo quando Novella si trovava già esule in Italia, accolto alla corte dell'imperatore Federico II.
Nell’opera di Jordi Savall “Le royaume oublié – La croisade contre les Albigeois - La tragédie Cathare” con gli ensemble di musica antica Hespèrion XXI e Capella Reial de Catalunya.
Questa non è un’invettiva, un “sirventès”, ma un’orazione funebre, un “planh” in morte di Raimond-Roger Trencavel, un importante signore della Linguadoca (visconte di Albi, di Béziers e di Carcassonne, fra le altre) che fu tra le prime vittime... (continuer)
Parole di Guilhem Augier Novella
Su di una melodia attribuita a Giraut de Bornelh, attivo tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo e morto probabilmente nel 1220, il “maestro dei trovatori” indicato anche da Dante come uno dei massimi poeti provenzali.
La canzone racconta di fatti avvenuti nel 1209, ma potrebbe essere stata scritta diversi anni dopo quando Novella si trovava già esule in Italia, accolto alla corte dell'imperatore Federico II.
Nell’opera di Jordi Savall “Le royaume oublié – La croisade contre les Albigeois - La tragédie Cathare” con gli ensemble di musica antica Hespèrion XXI e Capella Reial de Catalunya.
Questa non è un’invettiva, un “sirventès”, ma un’orazione funebre, un “planh” in morte di Raimond-Roger Trencavel, un importante signore della Linguadoca (visconte di Albi, di Béziers e di Carcassonne, fra le altre) che fu tra le prime vittime... (continuer)
Quascus plor e planh son dampnatge,
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bartleby 17/4/2012 - 10:49
Le canzoni trobadoriche che ho postato nei giorni scorsi le ho attribuite alla lingua occitana, pensando che la voce contenesse anche l'antico occitano... Ora scopro che c'è anche il provenzale antico (fino al 1500), voce che credo più specifica, per cui mi sembra sia meglio attribuirle così... Che dite?
(Bartleby)
(Bartleby)
Sí, effettivamente penso che sia meglio attribuirle al provenzale antico se sono anteriori a una certa data. Anche se un occitano di oggi ci tirerebbe il collo: in una delle mie grammatiche occitane guai a parlare di "provenzale" antico e moderno, esiste soltanto l'occitano nelle sue varie fasi. La cosa ha una sua ragion d'essere, comunque; a noi non salterebbe mai di dire "italiano antico" per Dante, anche se lo è. [RV]
Ma uno che non sa di lingue come te, come li distingue tra loro l'occitano, il provenzale antico, il francoprovenzale e - magari pure - il francitano?
Bartleby 23/4/2012 - 13:51
Uno che non sa queste cose ha due soluzioni: o lo chiede a qualcuno che le sa, oppure fa come vuole. La seconda soluzione, per me, è sempre raccomandabile. Se poi mi accorgo di certe cose magari le correggo e cerco di spiegarle, ma rispetto chiunque si fa un mazzo (come te) e lo invito a non preoccuparsi troppo di questioni che sono in sottordine rispetto alle canzoni e ai testi. Per mettere la "lingua giusta" c'è sempre tempo, e comunque -almeno in gran parte- le "suddivisioni" tra i vari linguaggi sono costruzioni teoriche recenti (spesso di persone che in quei linguaggi non saprebbero chiedere nemmeno del cesso). Ne ho conosciuti di persona di simili teorici, sovente palloni gonfiati che scrivevano gran libri pieni di emerite cazzate. Io sono convinto che i "francoprovenzali" non lo sapevano nemmeno di parlare il "francoprovenzale" fino a pochi anni fa...parlavano semplicemente la lingua dei loro antenati. Saluti!
Riccardo Venturi 23/4/2012 - 22:04
Ab greu cossire fau sirventes cozen
[1229-30]
Sulla falsariga e sulla melodia della più celebre “Lo dous cossire” del trovatore catalano Guillem de Cabestany
“Una grave preoccupazione ha ispirato questa cocente invettiva” è l’unico componimento a noi giunto di questo trovatore occitano.
Questo “sirventès” è un vero e proprio commentario sulla crociata albigese e sulla cultura perduta della Linguadoca. Si tratta non solo di un attacco pieno di rabbia e odio contro i carnefici, i crociati francesi, gli ordini militari dei templari e ospitalieri e i chierici che predicavano la crociata e sostenevano il papato: è pure una lamentazione piena di tristezza ma anche di sarcasmo verso i nobili occitani che si sono piegati ed umiliati al “Sire” dei francesi pur di veder salvo qualche loro bene e privilegio…
L’invettiva può essere datata con relativa certezza perché vi si fa riferimento alla definitiva vittoria dei... (continuer)
Sulla falsariga e sulla melodia della più celebre “Lo dous cossire” del trovatore catalano Guillem de Cabestany
“Una grave preoccupazione ha ispirato questa cocente invettiva” è l’unico componimento a noi giunto di questo trovatore occitano.
Questo “sirventès” è un vero e proprio commentario sulla crociata albigese e sulla cultura perduta della Linguadoca. Si tratta non solo di un attacco pieno di rabbia e odio contro i carnefici, i crociati francesi, gli ordini militari dei templari e ospitalieri e i chierici che predicavano la crociata e sostenevano il papato: è pure una lamentazione piena di tristezza ma anche di sarcasmo verso i nobili occitani che si sono piegati ed umiliati al “Sire” dei francesi pur di veder salvo qualche loro bene e privilegio…
L’invettiva può essere datata con relativa certezza perché vi si fa riferimento alla definitiva vittoria dei... (continuer)
Ab greu cossire fau sirventes cozen
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bartleby 18/4/2012 - 12:04
Del tot vey remaner valor
[dopo il 1229]
Nell’opera di Jordi Savall “Le royaume oublié – La croisade contre les Albigeois - La tragédie Cathare” con gli ensemble di musica antica Hespèrion XXI e Capella Reial de Catalunya.
Un “sirventès” in cui la tragedia dei catari è ormai solo sullo sfondo, il che fa supporre che sia stato composto dopo la “pace” di Meaux-Paris con cui (ma solo formalmente) si concluse la crociata contro gli albigesi. Quel trattato vide anche sancire un compromesso tra il vincitore, il re di Francia Luigi IX (figlio del Luigi che aveva condotto l’ultima fase della crociata e dell’occupazione della Linguadoca) e lo sconfitto, il conte di Tolosa Raimondo VII (citato nell’ultima strofa, figlio del Raimondo che era riuscito per anni a tenere testa ai crociati): quest’ultimo dovette cedere molti territori alla chiesa e divenire vassallo del re.
“Ricordati, prode conte di Tolosa, quel... (continuer)
Nell’opera di Jordi Savall “Le royaume oublié – La croisade contre les Albigeois - La tragédie Cathare” con gli ensemble di musica antica Hespèrion XXI e Capella Reial de Catalunya.
Un “sirventès” in cui la tragedia dei catari è ormai solo sullo sfondo, il che fa supporre che sia stato composto dopo la “pace” di Meaux-Paris con cui (ma solo formalmente) si concluse la crociata contro gli albigesi. Quel trattato vide anche sancire un compromesso tra il vincitore, il re di Francia Luigi IX (figlio del Luigi che aveva condotto l’ultima fase della crociata e dell’occupazione della Linguadoca) e lo sconfitto, il conte di Tolosa Raimondo VII (citato nell’ultima strofa, figlio del Raimondo che era riuscito per anni a tenere testa ai crociati): quest’ultimo dovette cedere molti territori alla chiesa e divenire vassallo del re.
“Ricordati, prode conte di Tolosa, quel... (continuer)
Del tot vey remaner valor,
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bartleby 18/4/2012 - 10:45
La traduzione italiana l’ho trovata qui come attribuita a Zambon, ma è sicuramente parziale perché il testo originale (trovato invece qui) ha due strofe in più.
Bartleby 18/4/2012 - 10:56
Clergue si fan pastór
“I preti si fanno passare per pastori, ma non sono che degli assassini…”
Uno dei “sirventès”, delle invettive più conosciute del grande trovatore occitano, anche questa contro il papato e la terribile crociata contro gli Albigesi e la conquista francese della Linguadoca.
Nell’opera di Jordi Savall “Le royaume oublié – La croisade contre les Albigeois - La tragédie Cathare” con gli ensemble di musica antica Hespèrion XXI e Capella Reial de Catalunya.
Nella prima strofa, a proposito dei preti che sono lupi sotto le mentite spoglie di agnelli, si fa riferimento al lupo Ysengrin, personaggio del “Roman de Renart”, raccolta di storie medievali del XII e XIII secolo.
La quinta strofa fa riferimento al tentativo di conquista del regno di Sicilia da parte delle truppe pontificie mentre il reggente, l’imperatore Federico II, si trovava impegnato in una “crociata” (pacifica questa,... (continuer)
Uno dei “sirventès”, delle invettive più conosciute del grande trovatore occitano, anche questa contro il papato e la terribile crociata contro gli Albigesi e la conquista francese della Linguadoca.
Nell’opera di Jordi Savall “Le royaume oublié – La croisade contre les Albigeois - La tragédie Cathare” con gli ensemble di musica antica Hespèrion XXI e Capella Reial de Catalunya.
Nella prima strofa, a proposito dei preti che sono lupi sotto le mentite spoglie di agnelli, si fa riferimento al lupo Ysengrin, personaggio del “Roman de Renart”, raccolta di storie medievali del XII e XIII secolo.
La quinta strofa fa riferimento al tentativo di conquista del regno di Sicilia da parte delle truppe pontificie mentre il reggente, l’imperatore Federico II, si trovava impegnato in una “crociata” (pacifica questa,... (continuer)
Clergue si fan pastór
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bartleby 17/4/2012 - 12:47
D'un sirventes far en est son que m 'agenssa
[1227-1229]
Sulla melodia della canzone mariana “Flors de paradis, Regina de bon aire”
Testo trovato su “I trovatori e la Crociata contro gli Albigesi” (Carocci editore), introduzione, traduzione e note di Francesco Zambon, ordinario di filologia romanza all’Università di Trento.
Il “sirventès” si trova anche nell’opera di Jordi Savall “Le royaume oublié – La croisade contre les Albigeois - La tragédie Cathare” con gli ensemble di musica antica Hespèrion XXI e Capella Reial de Catalunya.
Una feroce invettiva contro il papato, avido di potere e crudele nella repressione dei veri credenti, ed il suo strumento di dominio e di persecuzione prediletto all’epoca, la crociata, con cui, a colpi di minacce di scomunica e di promesse di conquiste e prebende, il papa radunava intorno a sé gli eserciti di questo e di quell’altro prelato, re o signore per lanciarli contro gli “eretici”... (continuer)
Sulla melodia della canzone mariana “Flors de paradis, Regina de bon aire”
Testo trovato su “I trovatori e la Crociata contro gli Albigesi” (Carocci editore), introduzione, traduzione e note di Francesco Zambon, ordinario di filologia romanza all’Università di Trento.
Il “sirventès” si trova anche nell’opera di Jordi Savall “Le royaume oublié – La croisade contre les Albigeois - La tragédie Cathare” con gli ensemble di musica antica Hespèrion XXI e Capella Reial de Catalunya.
Una feroce invettiva contro il papato, avido di potere e crudele nella repressione dei veri credenti, ed il suo strumento di dominio e di persecuzione prediletto all’epoca, la crociata, con cui, a colpi di minacce di scomunica e di promesse di conquiste e prebende, il papa radunava intorno a sé gli eserciti di questo e di quell’altro prelato, re o signore per lanciarli contro gli “eretici”... (continuer)
D'un sirventes far en est son que m 'agenssa
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bartleby 16/4/2012 - 10:35
CONTRO ROMA (NON VOGLIO PIÙ TARDARE NÉ ESITARE ANCORA)
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bartleby 16/4/2012 - 11:03
L’ensemble di musica medievale LiliumLyra (Simone Bruno, Mario Cottura e Davide Di Giannantonio) ha nel suo repertorio una versione del “sirvantès” contro Roma di Guilhem Figueira semplificata e più breve, così come contenuta negli atti di un processo per eresia celebrato nel 1274, cinquantanni dopo la sua composizione:
“Toulouse, Anno Domini 1229: le truppe Francesi, nel corso della Crociata contro gli Albigesi, tentano ancora una volta di impadronirsi della città, difesa da quel che rimane della nobiltà del Midi. Forse proprio in questa occasione, all'interno della città assediata, il trovatore Guilhem Figueira compone le parole terribili che caratterizzano questa canzone. La crociata è quasi alla fine: ben presto i Francesi occuperanno e controlleranno ogni contea e roccaforte, dando il colpo di grazia alla civiltà cortese del Midi.
Quasi cinquant'anni dopo, il 25 settembre 1274, un uomo di nome Bernard-Raimond Baragnon, interrogato dall'Inquisizione di Tolosa, confessa di aver molte volte cantato e udito cantare in pubblico una canzone chiamata "Roma Trichairitz": si tratta proprio della canzone di Guilhem Figueira.
La canzone, composta con irriverenza sulla melodia di un inno mariano,... (continuer)
Quasi cinquant'anni dopo, il 25 settembre 1274, un uomo di nome Bernard-Raimond Baragnon, interrogato dall'Inquisizione di Tolosa, confessa di aver molte volte cantato e udito cantare in pubblico una canzone chiamata "Roma Trichairitz": si tratta proprio della canzone di Guilhem Figueira.
La canzone, composta con irriverenza sulla melodia di un inno mariano,... (continuer)
ROMA TRICHAIRITZ
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bartleby 16/4/2012 - 13:50
Pels clercs es apellatz herege…
[1229]
Testo trovato sul sito dedicato a Pèire Cardenal
Moltissimi, e tutti assai feroci, i “sirventès”, le invettive del grande trovatore Pèire Cardenal all’indirizzo della Chiesa e dei suoi funzionari, senza eccezione alcuna visti come avidi uomini di potere, impostori, mercanti e persecutori sanguinari.
E quello di Pèire Cardenal non era un semplice pregiudizio.
Intanto, egli fu testimone diretto dell’unica crociata scatenata da cristiani contro altri cristiani, quella con cui Innocenzo III e suoi successori, tra il 1208 ed il 1229 (con poi le “code” costituite dall’assedio a Montsegur nel 1244 ed il grande rogo degli ultimi eretici sopravvissuti allestito nell’Arena di Verona nel 1278), sterminarono i Catari…
In secondo luogo, l’anno del componimento di questa invettiva è proprio quello in cui il papato, sterminata la maggior parte degli albigesi, istituzionalizzò... (continuer)
Testo trovato sul sito dedicato a Pèire Cardenal
Moltissimi, e tutti assai feroci, i “sirventès”, le invettive del grande trovatore Pèire Cardenal all’indirizzo della Chiesa e dei suoi funzionari, senza eccezione alcuna visti come avidi uomini di potere, impostori, mercanti e persecutori sanguinari.
E quello di Pèire Cardenal non era un semplice pregiudizio.
Intanto, egli fu testimone diretto dell’unica crociata scatenata da cristiani contro altri cristiani, quella con cui Innocenzo III e suoi successori, tra il 1208 ed il 1229 (con poi le “code” costituite dall’assedio a Montsegur nel 1244 ed il grande rogo degli ultimi eretici sopravvissuti allestito nell’Arena di Verona nel 1278), sterminarono i Catari…
In secondo luogo, l’anno del componimento di questa invettiva è proprio quello in cui il papato, sterminata la maggior parte degli albigesi, istituzionalizzò... (continuer)
Pels clercs es apellatz herege qui ne jura
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bartleby 13/4/2012 - 14:14
Montsegur
[1972]
Album "Montsegur"
Testo trovato qui
Si veda anche l'omonima canzone degli Iron Maiden
Nell'Europa tra il XII e il XIII secolo ebbe breve vita un movimento religioso pauperista chiamato catarismo. I càtari erano anche chiamati albigesi perchè è nella città di Albi, in Francia, che il movimento ebbe inizio. Gli albigesi erano un po' manichei, un po' fissati; pensavano che solo ciò che era spirituale, ciò che promanava da Dio, fosse ascrivibile al Bene, mentre, gioco forza, tutto ciò che era terreno costituisse il Male. Pazienza l'Eucarestia, il battesimo e il matrimonio, ma pure il sesso! Al tempo stesso i càtari vivevano seguendo una regola di povertà, umiltà e carità a quei tempi rivoluzionaria, che certo li avvicinava alla massa dei diseredati più di quanto non riuscissero a fare i grassi e opulenti prelatoni cattolici... Quindi, tra le loro eresie dottrinarie ed il loro rigore... (continuer)
Album "Montsegur"
Testo trovato qui
Si veda anche l'omonima canzone degli Iron Maiden
Nell'Europa tra il XII e il XIII secolo ebbe breve vita un movimento religioso pauperista chiamato catarismo. I càtari erano anche chiamati albigesi perchè è nella città di Albi, in Francia, che il movimento ebbe inizio. Gli albigesi erano un po' manichei, un po' fissati; pensavano che solo ciò che era spirituale, ciò che promanava da Dio, fosse ascrivibile al Bene, mentre, gioco forza, tutto ciò che era terreno costituisse il Male. Pazienza l'Eucarestia, il battesimo e il matrimonio, ma pure il sesso! Al tempo stesso i càtari vivevano seguendo una regola di povertà, umiltà e carità a quei tempi rivoluzionaria, che certo li avvicinava alla massa dei diseredati più di quanto non riuscissero a fare i grassi e opulenti prelatoni cattolici... Quindi, tra le loro eresie dottrinarie ed il loro rigore... (continuer)
Daissatz-me contar l’istoria
(continuer)
(continuer)
envoyé par Alessandro 5/4/2009 - 19:50
Ora e sempre : Resistenza !
Ainsi Parlait Marco Valdo M.I.
Ainsi Parlait Marco Valdo M.I.
MONTSÉGUR
(continuer)
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 6/4/2009 - 10:24
Montségur. La stele che ricorda il rogo degli ultimi càtari dell'Occitania, marzo 1244.
Il luogo ancora oggi si chiama "Pratz dels Crematz", in francese "Champ des Cremats"...
Il luogo ancora oggi si chiama "Pratz dels Crematz", in francese "Champ des Cremats"...
Alessandro 7/4/2009 - 10:36
Un interessante scritto sulla persecuzione contro i càtari francesi (albigesi)...
Un altro scritto sul dimenticato assedio di Sirmione, nel 1276, quando Mastino della Scala catturò tutti i càtari lombardi che lì si erano rifugiati per sfuggire alle persecuzioni. Gli "eretici" furono fatti marcire per due anni nelle prigioni di Verona e poi, nel 1278, in 200 furono bruciati nell'Arena, in un solo gigantesco rogo...
Un altro scritto sul dimenticato assedio di Sirmione, nel 1276, quando Mastino della Scala catturò tutti i càtari lombardi che lì si erano rifugiati per sfuggire alle persecuzioni. Gli "eretici" furono fatti marcire per due anni nelle prigioni di Verona e poi, nel 1278, in 200 furono bruciati nell'Arena, in un solo gigantesco rogo...
Alessandro 7/4/2009 - 11:19
Molto interessante questa notizia riguardante la drammatica fine dei Catari di Sirmione; mi chiedo però perchè non venga indicato lo scritto dal quale Alessandro ha tratto l'informazione che lui fornisce; deve rimanere un segreto? Non credo. Saluti
Dr Luigi Andreozzi 12/4/2012 - 17:51
Dr. Andreozzi, lo scritto a cui lei si riferisce era indicato con tanto di link... Il fatto è che, passati tre anni, quel collegamento non è più disponibile e io forse non sono più in grado di reperirlo... Comunque ora ci provo, se il ricordo mi assiste...
In ogni caso, cerco sempre di citare le fonti su cui mi documento...
In ogni caso, cerco sempre di citare le fonti su cui mi documento...
Bartleby aka Alessandro 13/4/2012 - 09:09
Dr Andreozzi, credo di aver nuovamente reperito l'indirizzo dello scritto citato...
Si tratta di "Regni il Silenzio nell'Arena! Il funesto rogo di Verona" a firma di Antares666, pubblicato in data 13.02.2009 sul blog Il Volto Oscuro della Storia.
Se le interessa il tema del catarismo, le suggerisco anche la lettura del libro di Francesco Zambon "La cena segreta. Trattati e rituali catari" pubblicato da Adelphi. Mi è stato regalato qualche giorno fa, ho appena iniziato a leggerlo ma lo trovo molto interessante.
Saluti
Si tratta di "Regni il Silenzio nell'Arena! Il funesto rogo di Verona" a firma di Antares666, pubblicato in data 13.02.2009 sul blog Il Volto Oscuro della Storia.
Se le interessa il tema del catarismo, le suggerisco anche la lettura del libro di Francesco Zambon "La cena segreta. Trattati e rituali catari" pubblicato da Adelphi. Mi è stato regalato qualche giorno fa, ho appena iniziato a leggerlo ma lo trovo molto interessante.
Saluti
Bartleby 13/4/2012 - 09:26
Comme quoi, le massacre de Vérone et plus généralement des cathares et des Vaudois se poursuit aujourd'hui avec la même logique... dans les formes nouvelles de la Guerre de Cent Mille Ans - par exemple, la chasse au terroristes... et on trouve toujours au centre du jeu la figure du grand Inquisiteur (l'actuel Benoît XVI) et les grandes figures des puisances temporelles...
Ce qu'on a voulu détruire (vers 1200) en persécutant Valdo et ses amis, ce n'est pas tellement la transmission de l'évangile en langue vernaculaire, mais bien la Fraternité des Pauvres. Toujours cette Guerre que les riches font aux pauvres afin d'assurer meiux leur prise, d'accroître leur butin et l'exploitation des populations...
Voici ce qu'en dit le grand musicien catalan Jordi Savall, parlant des Cathares :
"La terrible amnésie des hommes est certainement l’une des principales causes de leur incapacité
à apprendre... (continuer)
Ce qu'on a voulu détruire (vers 1200) en persécutant Valdo et ses amis, ce n'est pas tellement la transmission de l'évangile en langue vernaculaire, mais bien la Fraternité des Pauvres. Toujours cette Guerre que les riches font aux pauvres afin d'assurer meiux leur prise, d'accroître leur butin et l'exploitation des populations...
Voici ce qu'en dit le grand musicien catalan Jordi Savall, parlant des Cathares :
"La terrible amnésie des hommes est certainement l’une des principales causes de leur incapacité
à apprendre... (continuer)
Marco Valdo M.I. 13/4/2012 - 11:57
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I Catari di Monforte a Milano
testo di Giovanni Berchet
Il percorso artistico di Cesare Malfatti, storico componente dei La Crus, si arricchisce di un nuovo album che, come il precedente “La storia è adesso” ruota intorno ad un una narrazione unitaria legata alle vicende della sua famiglia. Se, infatti, quest’ultimo era dedicato alla figura di Valeriano Malfatti, podestà di Rovereto, il nuovo disco “I Catari di Monforte a Milano” è ispirato al saggio omonimo, scritto nel 1979 dal nonno Domenico Garelli, nel quale è ripercorsa la storia dei catari di Monforte d’Alba (Cuneo), condannati al rogo a Milano nel 1028 e la cui riedizione fa da compendio al disco. Complici di Malfatti in questa nuova avventura discografica sono Luca Morino, Alessandro Grazian, Gianluca Massaroni, e Vincenzo Vasi che cofirmano alcuni dei dodici brani nei quali spicca la partecipazione alla voce di Chiara Castello.... (continuer)