Lo stadio e l'isola
Per le onde del mare che ho visto crescere
(Continues)
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Contributed by Bernart Bartleby 2020/4/13 - 13:30
Rotolando per le scale
[1976]
Parole e musica di Giorgio Lo Cascio
Nell'album intitolato "Il poeta urbano"
Il racconto della fuga precipitosa o forse dell'arresto di un docente, di un professore, in un qualche paese sottoposto a dittatura, come il Cile in quegli anni...
Parole e musica di Giorgio Lo Cascio
Nell'album intitolato "Il poeta urbano"
Il racconto della fuga precipitosa o forse dell'arresto di un docente, di un professore, in un qualche paese sottoposto a dittatura, come il Cile in quegli anni...
Non mi era mai apparso così bello
(Continues)
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Contributed by Bernart Bartleby 2020/4/13 - 13:13
Il poeta urbano
[1976]
La canzone che dà il titolo all'album
Un testo forse datato (a quell'epoca), ma un sincero manifesto poetico e politico: "... aprendo gli occhi lentamente / Dai cortili alle fabbriche, alla strada / Scoprire nei discorsi della gente / Le ingiustizie imposte con la spada..."
La canzone che dà il titolo all'album
Un testo forse datato (a quell'epoca), ma un sincero manifesto poetico e politico: "... aprendo gli occhi lentamente / Dai cortili alle fabbriche, alla strada / Scoprire nei discorsi della gente / Le ingiustizie imposte con la spada..."
Sono nato in una stanza di ospedale
(Continues)
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Contributed by Bernart Bartleby 2020/4/13 - 13:01
Song Itineraries:
1968 and surroundings
Fiori chiari e fiori scuri
[1977]
Parole e musica di Giorgio Lo Cascio.
Nel disco intitolato “Cento anni ancora”
Parole e musica di Giorgio Lo Cascio.
Nel disco intitolato “Cento anni ancora”
È aspro il profumo dei vostri fiori bianchi
(Continues)
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Contributed by Bernart Bartleby 2015/4/6 - 10:53
Giorgio Lo Cascio: Saremo liberi
[1977]
Scritta da Giorgio Lo Cascio e Roberto Colombo (1951-), tastierista, arrangiatore e produttore discografico.
Nel disco intitolato “Cento anni ancora”
Scritta da Giorgio Lo Cascio e Roberto Colombo (1951-), tastierista, arrangiatore e produttore discografico.
Nel disco intitolato “Cento anni ancora”
Che fine hanno fatto
(Continues)
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Contributed by Bernart Bartleby 2015/4/6 - 10:46
Il mio fratello
1970 - Folkstudio 24-1-1970 - Registrazione dal vivo di un'esibizione tenutasi il 24 gennaio 1970 al Folkstudio, con Francesco De Gregori (voce, chitarra e armonica) e Giorgio Lo Cascio (voce, pianoforte e chitarra); in alcune canzoni è presente anche Antonello Venditti al pianoforte
Il mio fratello è l'uomo di pietra,
(Continues)
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Contributed by DonQuijote82 2012/9/15 - 10:23
Lettera dal fronte (lontano)
E' passato più di un anno
(Continues)
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Contributed by DonQuijote82 2011/5/24 - 14:01
Per liberare la mia terra
dall'LP “Il poeta urbano” (1976)
Giorgio Lo Cascio ha lasciato alcune belle canzoni, come delle facce vere, magari con il senno di poi un pochino ingenue, di quegli anni settanta che ha attraversato con una forza, una coerenza e un impegno che oggi non esistono praticamente più, spazzate via dal qualunquismo e dal nulla che ci circondano.
Giorgio, purtroppo se ne è andato troppo presto, ma non tanto da non scorgere l’attuale deriva sociale e democratica che ci sta di fronte.
Chi nel 1976 quando ascoltava questa canzone pensava al popolo cileno che cercava di riconquistare la sua terra violentata dal profitto delle multinazionali e dei loro servi.
Oggi, quando risentiamo questa canzone, possiamo solo pensare alla nostra terra massacrata dal disimpegno morale, sociale e politico.
“Nessuno ti regalerà mai la tua libertà. La tua libertà puoi soltanto prendertela tu stesso.” Dal film “Queimada” di Gillo Pontecorvo
Giorgio Lo Cascio ha lasciato alcune belle canzoni, come delle facce vere, magari con il senno di poi un pochino ingenue, di quegli anni settanta che ha attraversato con una forza, una coerenza e un impegno che oggi non esistono praticamente più, spazzate via dal qualunquismo e dal nulla che ci circondano.
Giorgio, purtroppo se ne è andato troppo presto, ma non tanto da non scorgere l’attuale deriva sociale e democratica che ci sta di fronte.
Chi nel 1976 quando ascoltava questa canzone pensava al popolo cileno che cercava di riconquistare la sua terra violentata dal profitto delle multinazionali e dei loro servi.
Oggi, quando risentiamo questa canzone, possiamo solo pensare alla nostra terra massacrata dal disimpegno morale, sociale e politico.
“Nessuno ti regalerà mai la tua libertà. La tua libertà puoi soltanto prendertela tu stesso.” Dal film “Queimada” di Gillo Pontecorvo
Ed infine ho detto addio ai miei monti,
(Continues)
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Contributed by i.fermentivivi 2010/9/21 - 05:47
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Parole e musica di Giorgio Lo Cascio
Nell'album intitolato "Il poeta urbano"
Lo stadio è quello di Santiago del Cile, l'isola quella di Dawson, nella Terra del Fuoco...