Il y a cinquante ans, le 11 septembre 1973, le coup d’état militare au Chili, avec la mort du président Salvador Allende, la torture et l'assassinat de Víctor Jara et la dictature du général Pinochet. Cinquante ans plus tard, nous ne l’oublions pas. Nous ne pouvons pas l’oublier.
Riccardo Venturi 11/9/2023 - 00:22
El hombre es un creador
L'UOMO È UN CREATORE
(continuer)
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envoyé par Ferdinando Panzica 16/4/2023 - 21:18
Cueca de Joaquín Murieta
CUECA DI JOAQUÍN MURIETA
(continuer)
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envoyé par Ferdinando Panzica 12/3/2023 - 15:26
Manifiesto
Testo finlandese / Finnish lyrics / Paroles finnoises / Letra finlandesa / Suomenkieliset sanat: Timo Kiiskinen
It took more than 46 years for this first Finnish version of Victor Jara's beautiful song to appear. All I can say is that it was worth the wait.
It took more than 46 years for this first Finnish version of Victor Jara's beautiful song to appear. All I can say is that it was worth the wait.
MANIFIESTO
(continuer)
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envoyé par Juha Rämö 5/6/2019 - 19:04
Comme un guitariste chilien
(2013)
Hommage à Victor Jara par Zebda
Rielaborazione della musica de La Partida - Victor Jara (interpretata anche dagli Inti-Illimani)
Testo della seconda parte: Poussières de Juillet - poesia di Kateb Yacine, poeta algerino
La prima parte in spagnolo è trascritta all'ascolto con qualche dubbio
Hommage à Victor Jara par Zebda
Rielaborazione della musica de La Partida - Victor Jara (interpretata anche dagli Inti-Illimani)
Testo della seconda parte: Poussières de Juillet - poesia di Kateb Yacine, poeta algerino
La prima parte in spagnolo è trascritta all'ascolto con qualche dubbio
Mi tierra
(continuer)
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16/9/2018 - 16:46
Poets Fall
Song honoring anti-war & human rights activists Victor Jara & John Lennon.
8 December 1980, the poet steps out from his car
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envoyé par Michael Bell 15/12/2017 - 22:11
Parcours:
Víctor Jara
A desalambrar!
Elegia per Daniel Viglietti.
di Alessio Lega
Mentre sono in Austria a cantare Bella Ciao, mi sveglio incongruamente presto e vengo a sapere che Daniel Viglietti è morto.
Gigante della canzone di ispirazione popolare, ma di realizzazione colta - Daniel era un fenomenale chitarrista classico imprestato all’urgenza della testimonianza - i suoi quasi ottanta anni passati per il mondo, l’ultimo concerto solo pochi giorni fa. Daniel era un bengala nel buio, una risorsa, una memoria del futuro, quando questa parola ancora suonava più come speranza che come paura.
Daniel era radicalissimo nei contenuti ed estremamente complesso nei modi - i suoi accompagnamenti sono un manuale di raffinatezza e sperimentazione - uno di quelli che ha sempre pensato che i proletari meritano il massimo.
Uruguaiano fiero e rivendicativo, come solo chi ha presente le catene del colonialismo, era in realtà un patriota... (continuer)
di Alessio Lega
Mentre sono in Austria a cantare Bella Ciao, mi sveglio incongruamente presto e vengo a sapere che Daniel Viglietti è morto.
Gigante della canzone di ispirazione popolare, ma di realizzazione colta - Daniel era un fenomenale chitarrista classico imprestato all’urgenza della testimonianza - i suoi quasi ottanta anni passati per il mondo, l’ultimo concerto solo pochi giorni fa. Daniel era un bengala nel buio, una risorsa, una memoria del futuro, quando questa parola ancora suonava più come speranza che come paura.
Daniel era radicalissimo nei contenuti ed estremamente complesso nei modi - i suoi accompagnamenti sono un manuale di raffinatezza e sperimentazione - uno di quelli che ha sempre pensato che i proletari meritano il massimo.
Uruguaiano fiero e rivendicativo, come solo chi ha presente le catene del colonialismo, era in realtà un patriota... (continuer)
31/10/2017 - 09:29
Luchín
Da scaricare gratis da oggi fino al 18 settembre la bella versione di Ana Tijoux a questo indirizzo:
http://www.portaldisc.com/luchin
Ana Tijoux lanza Luchín, un homenaje a Víctor Jara y a la memoria conmemorativa de nuestro país.
http://www.portaldisc.com/luchin
Ana Tijoux lanza Luchín, un homenaje a Víctor Jara y a la memoria conmemorativa de nuestro país.
Lorenzo 8/9/2016 - 08:26
All the Pretty Little Horses (Hush-a-Bye)
anonyme
[XIX secolo, o precedente]
Esistono molte versioni di questa celebre lullaby americana, e moltissimi gli interpreti: da Odetta a Pete Seeger, dai Chieftains a Nick Cave, da Peter, Paul and Mary a Víctor Jara... Quella qui di seguito riportata è contenuta nella raccolta “American Ballads and Folk Songs” (1934) curata da John ed Alan Lomax, padre e figlio, grandi etnomusicologi ai quali si deve in buona parte la salvaguardia del patrimonio musicale folklorico, bianco e nero, del sud degli States.
Lo stesso Alan Lomax interpreta il brano nel suo album “Texas Folk Songs”, dove è accompagnato da Guy Carawan alla chitarra e la banjo e da John Cole all'armonica.
“The slave women who worked in the fields and the house not only had to look after their own children, but those of their white mistresses as well. Thus, many Southerners remember being rocked to sleep by their "black mammies." This song,... (continuer)
Esistono molte versioni di questa celebre lullaby americana, e moltissimi gli interpreti: da Odetta a Pete Seeger, dai Chieftains a Nick Cave, da Peter, Paul and Mary a Víctor Jara... Quella qui di seguito riportata è contenuta nella raccolta “American Ballads and Folk Songs” (1934) curata da John ed Alan Lomax, padre e figlio, grandi etnomusicologi ai quali si deve in buona parte la salvaguardia del patrimonio musicale folklorico, bianco e nero, del sud degli States.
Lo stesso Alan Lomax interpreta il brano nel suo album “Texas Folk Songs”, dove è accompagnato da Guy Carawan alla chitarra e la banjo e da John Cole all'armonica.
“The slave women who worked in the fields and the house not only had to look after their own children, but those of their white mistresses as well. Thus, many Southerners remember being rocked to sleep by their "black mammies." This song,... (continuer)
Hush-a-bye, don't you cry
(continuer)
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envoyé par Bernart Bartleby 4/9/2016 - 22:19
Parando los tijerales
[1971]
Parole e musica di Víctor Jara
Un brano che trovo in una raccolta del 2001 intitolata “Manifiesto”
Non di certo una delle canzoni più significative di Jara, piuttosto didascalica, scritta al solo scopo di sostenere la Unidad Popular.
“Tirando su i tetti” è scritta dalla prospettiva di un operaio edile, uno che ha sempre costruito case per i ricchi e che ogni sera se ne torna nel suo “conventillo”, un misero alloggio di ballatoio con il cesso in comune. Con l’avvento di Allende finalmente l’hanno mandato a costruire una scuola, una strada, una casa vera per la gente più povera, perché ci sia più giustizia sociale…
Parole e musica di Víctor Jara
Un brano che trovo in una raccolta del 2001 intitolata “Manifiesto”
Non di certo una delle canzoni più significative di Jara, piuttosto didascalica, scritta al solo scopo di sostenere la Unidad Popular.
“Tirando su i tetti” è scritta dalla prospettiva di un operaio edile, uno che ha sempre costruito case per i ricchi e che ogni sera se ne torna nel suo “conventillo”, un misero alloggio di ballatoio con il cesso in comune. Con l’avvento di Allende finalmente l’hanno mandato a costruire una scuola, una strada, una casa vera per la gente più povera, perché ci sia più giustizia sociale…
Brindo dijo un albañil
(continuer)
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envoyé par Bernart Bartleby 8/8/2016 - 08:20
Sacando pecho y brazo
[1972]
Parole di Víctor Jara, con Alejandro Sieveking (1934-), drammaturgo cileno che fu amico e collaboratore di Jara.
Musica di Víctor Jara.
Testo trovato su Lacuerda.net – Letras y acordes
Una cueca, penultimo brano da “La población”, concept album dedicato ai campamentos, agli insediamenti spontanei che in Cile, soprattutto tra gli anni 60 e gli anni 80, sono sorti intorno alle grandi città. Quelli che in altri paesi dell’America Latina si chiamano “favelas”, “barrios bajos”, “villas miseria”, ecc., in Cile vengono chiamati “poblaciones callampa”, dove con il termine callampa ci si riferisce a tutti quei funghi che crescono nei prati dalla sera al mattino: ieri non c’erano e oggi sono lì.
Al proposito si veda l’introduzione a La bala.
“Dicono che i riccastri, e 'sti cazzi! / sono molto sorpresi / Dicono perchè i pezzenti, a 'sti cazzi! / si sono ribellati...” E' ora che anche noi... (continuer)
Parole di Víctor Jara, con Alejandro Sieveking (1934-), drammaturgo cileno che fu amico e collaboratore di Jara.
Musica di Víctor Jara.
Testo trovato su Lacuerda.net – Letras y acordes
Una cueca, penultimo brano da “La población”, concept album dedicato ai campamentos, agli insediamenti spontanei che in Cile, soprattutto tra gli anni 60 e gli anni 80, sono sorti intorno alle grandi città. Quelli che in altri paesi dell’America Latina si chiamano “favelas”, “barrios bajos”, “villas miseria”, ecc., in Cile vengono chiamati “poblaciones callampa”, dove con il termine callampa ci si riferisce a tutti quei funghi che crescono nei prati dalla sera al mattino: ieri non c’erano e oggi sono lì.
Al proposito si veda l’introduzione a La bala.
“Dicono che i riccastri, e 'sti cazzi! / sono molto sorpresi / Dicono perchè i pezzenti, a 'sti cazzi! / si sono ribellati...” E' ora che anche noi... (continuer)
- Popeye oh, alcánzame los clavos de una y media que tenís ahi
(continuer)
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envoyé par Bernart Bartleby 7/8/2016 - 22:02
En el río Mapocho
[1972]
Parole di Víctor Jara, con Alejandro Sieveking (1934-), drammaturgo cileno che fu amico e collaboratore di Jara.
Musica di Víctor Jara.
Seconda canzone da “La población”, un concept album dedicato ai campamentos, agli insediamenti spontanei che in Cile, soprattutto tra gli anni 60 e gli anni 80, sono sorti intorno alle grandi città. Quelli che in altri paesi dell’America Latina si chiamano “favelas”, “barrios bajos”, “villas miseria”, ecc., in Cile vengono chiamati “poblaciones callampa”, dove con il termine callampa ci si riferisce a tutti quei funghi che crescono nei prati dalla sera al mattino: ieri non c’erano e oggi sono lì.
Al proposito si veda l’introduzione a La bala.
E si sa, i funghi crescono meglio dove è umido. Sicchè le “callampas” spesso spuntavano lungo le sponde del fiume che attraversa la regione metropolitana di Santiago del Cile, il río Mapocho. Nelle sue acque... (continuer)
Parole di Víctor Jara, con Alejandro Sieveking (1934-), drammaturgo cileno che fu amico e collaboratore di Jara.
Musica di Víctor Jara.
Seconda canzone da “La población”, un concept album dedicato ai campamentos, agli insediamenti spontanei che in Cile, soprattutto tra gli anni 60 e gli anni 80, sono sorti intorno alle grandi città. Quelli che in altri paesi dell’America Latina si chiamano “favelas”, “barrios bajos”, “villas miseria”, ecc., in Cile vengono chiamati “poblaciones callampa”, dove con il termine callampa ci si riferisce a tutti quei funghi che crescono nei prati dalla sera al mattino: ieri non c’erano e oggi sono lì.
Al proposito si veda l’introduzione a La bala.
E si sa, i funghi crescono meglio dove è umido. Sicchè le “callampas” spesso spuntavano lungo le sponde del fiume che attraversa la regione metropolitana di Santiago del Cile, il río Mapocho. Nelle sue acque... (continuer)
En el río Mapocho
(continuer)
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envoyé par Bernart Bartleby 6/8/2016 - 23:13
Pepe mendigo (o Cuento de Navidad)
[1965]
Parole e musica di Víctor Jara, che compose la canzone per uno spettacolo del teatro dei mimi di Enrique Noisvander.
Poi inclusa in una riedizione del 2001 dell’album “Canto por travesura”, originariamente pubblicato giusto nel settembre del 1973.
Testo trovato su Cancioneros.com
Parole e musica di Víctor Jara, che compose la canzone per uno spettacolo del teatro dei mimi di Enrique Noisvander.
Poi inclusa in una riedizione del 2001 dell’album “Canto por travesura”, originariamente pubblicato giusto nel settembre del 1973.
Testo trovato su Cancioneros.com
Vamos a contarles la historia de Pepe "el Flaco", una historia generosa, poco habitual. Sucedió cuando el pino se cubre de algodón y luces de colores alegran a los niños. La casa del rico se llena de regalos y el tarro de basura es más codiciado por el pobre. Una historia que sucedió en mi ciudad…
(continuer)
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envoyé par Bernart Bartleby 4/8/2016 - 09:13
Cuando voy al trabajo
[1973]
Parole e musica di Víctor Jara
Nel disco intitolato “Tiempos que cambian”, pubblicato postumo nel 1974
L’album è noto anche con i titoli alternativi di “Tiempos nuevos”, “Canciones póstumas”, “Manifiesto” e “Presente”.
“Cuando voy al trabajo” è una canzone d’amore ma fu composta da Jara in omaggio all’amico Roberto Ahumada, ucciso da un cecchino fascista durante una manifestazione nel maggio del 1973 a Santiago. Lo slogan della mobilitazione era “No a la guerra civil!” ma quando il corteo stava percorrendo l’Avenida O’Higgins (che i locali chiamano La Alameda) qualcuno comincià a sparare sui manifestanti dalle finestre della sede del partito democristiano.
A principios de 1973, la situación de conflicto que vivía el país se había agudizado considerablemente. Para evitar el peligro de un golpe de estado, Allende había otorgado varias carteras ministeriales a algunos militares... (continuer)
Parole e musica di Víctor Jara
Nel disco intitolato “Tiempos que cambian”, pubblicato postumo nel 1974
L’album è noto anche con i titoli alternativi di “Tiempos nuevos”, “Canciones póstumas”, “Manifiesto” e “Presente”.
“Cuando voy al trabajo” è una canzone d’amore ma fu composta da Jara in omaggio all’amico Roberto Ahumada, ucciso da un cecchino fascista durante una manifestazione nel maggio del 1973 a Santiago. Lo slogan della mobilitazione era “No a la guerra civil!” ma quando il corteo stava percorrendo l’Avenida O’Higgins (che i locali chiamano La Alameda) qualcuno comincià a sparare sui manifestanti dalle finestre della sede del partito democristiano.
A principios de 1973, la situación de conflicto que vivía el país se había agudizado considerablemente. Para evitar el peligro de un golpe de estado, Allende había otorgado varias carteras ministeriales a algunos militares... (continuer)
Cuando voy al trabajo
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(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 4/8/2016 - 08:53
El lazo
[1967]
Parole e musica di Víctor Jara
In un disco senza titolo pubblicato nel 1967, noto anche come El aparecido o “Desde Lonquén hasta siempre”, titolo quest'ultimo assegnatogli in edizioni successive a partire dal 1980.
Lonquén (“luogo in basso”, in lingua mapuche) è il nome di una località nel municipio di Talagante, nella regione metropolitana di Santiago del Cile. Lonquén è anche il nome di una delle due grandi haciendas del posto, latifondi che nell'800 furono persino di proprietà di un grosso politico conservatore, brevemente alla presidenza del Cile.
Pochi giorni dopo l'assassinio di Víctor Jara, detenuto nell'Estadio de Chile, a Lonquén gli stessi militari golpisti assassinarono 15 contadini che avevano tratto in arresto poco prima. I loro resti furono ritrovati nel 1978. Solo nel 2010 a quei resti sono state restituite le rispettive identità, cosicchè il 26 marzo si è potuto... (continuer)
Parole e musica di Víctor Jara
In un disco senza titolo pubblicato nel 1967, noto anche come El aparecido o “Desde Lonquén hasta siempre”, titolo quest'ultimo assegnatogli in edizioni successive a partire dal 1980.
Lonquén (“luogo in basso”, in lingua mapuche) è il nome di una località nel municipio di Talagante, nella regione metropolitana di Santiago del Cile. Lonquén è anche il nome di una delle due grandi haciendas del posto, latifondi che nell'800 furono persino di proprietà di un grosso politico conservatore, brevemente alla presidenza del Cile.
Pochi giorni dopo l'assassinio di Víctor Jara, detenuto nell'Estadio de Chile, a Lonquén gli stessi militari golpisti assassinarono 15 contadini che avevano tratto in arresto poco prima. I loro resti furono ritrovati nel 1978. Solo nel 2010 a quei resti sono state restituite le rispettive identità, cosicchè il 26 marzo si è potuto... (continuer)
Cuando el sol se inclinaba
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 2/8/2016 - 23:07
Lo único que tengo - Tonada
[1972]
Parole di Víctor Jara, con Alejandro Sieveking (1934-), drammaturgo cileno che fu amico e collaboratore di Jara.
Musica di Víctor Jara. Il ritmo è quello della “tonada”, genere musicale folklorico risalente al dominio spagnolo e ancora oggi molto presente in Argentina, Cile e Venezuela.
Nell’album intitolato “La población”, dove la canzone è interpretata da Isabel Parra
“Lo único que tengo” è la canzone che apre “La población”, un concept album dedicato ai campamentos, agli insediamenti spontanei che in Cile, soprattutto tra gli anni 60 e gli anni 80, sono sorti intorno alle grandi città. Quelli che in altri paesi dell’America Latina si chiamano “favelas”, “barrios bajos”, “villas miseria”, ecc., in Cile vengono chiamati “poblaciones callampa”, dove con il termine callampa ci si riferisce a tutti quei funghi che crescono nei prati dalla sera al mattino: ieri non c’erano e oggi... (continuer)
Parole di Víctor Jara, con Alejandro Sieveking (1934-), drammaturgo cileno che fu amico e collaboratore di Jara.
Musica di Víctor Jara. Il ritmo è quello della “tonada”, genere musicale folklorico risalente al dominio spagnolo e ancora oggi molto presente in Argentina, Cile e Venezuela.
Nell’album intitolato “La población”, dove la canzone è interpretata da Isabel Parra
“Lo único que tengo” è la canzone che apre “La población”, un concept album dedicato ai campamentos, agli insediamenti spontanei che in Cile, soprattutto tra gli anni 60 e gli anni 80, sono sorti intorno alle grandi città. Quelli che in altri paesi dell’America Latina si chiamano “favelas”, “barrios bajos”, “villas miseria”, ecc., in Cile vengono chiamati “poblaciones callampa”, dove con il termine callampa ci si riferisce a tutti quei funghi che crescono nei prati dalla sera al mattino: ieri non c’erano e oggi... (continuer)
Quién me iba a decir a mí
(continuer)
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envoyé par Bernart Bartleby 1/8/2016 - 09:07
Los Salieris de Charly
[1992]
Parole e musica di León Gieco
Nell’album intitolato “Mensajes del alma”.
Come già La memoria e tante altre canzoni di León Gieco, anche questa è un’epopea, un poema narrativo di un’epoca sordida, l’ennesima per un’Argentina ancora alle prese con gli spettri (piuttosto concreti) della dittatura sanguinaria conclusasi nel 1982-83. Il punto di vista è quello del cantautore e dei suoi amici musicisti, tutti in qualche modo debitori e modesti allievi dell’innarivabile maestro Charly García, così come si dice (ma sarà poi vero?) che Antonio Salieri lo sia stato di Wolfgang Amadeus Mozart.
Una canzone di feroce protesta da parte di un gruppo di artisti che hanno molto da dire perchè nel decennio precedente hanno dovuto mangiare morte e silenzio, e sono sopravvissuti, ed ora sono costretti ad assistere allo stupro della memoria, all’insulto a tutti quei morti desaparecidos e assassinati,... (continuer)
Parole e musica di León Gieco
Nell’album intitolato “Mensajes del alma”.
Come già La memoria e tante altre canzoni di León Gieco, anche questa è un’epopea, un poema narrativo di un’epoca sordida, l’ennesima per un’Argentina ancora alle prese con gli spettri (piuttosto concreti) della dittatura sanguinaria conclusasi nel 1982-83. Il punto di vista è quello del cantautore e dei suoi amici musicisti, tutti in qualche modo debitori e modesti allievi dell’innarivabile maestro Charly García, così come si dice (ma sarà poi vero?) che Antonio Salieri lo sia stato di Wolfgang Amadeus Mozart.
Una canzone di feroce protesta da parte di un gruppo di artisti che hanno molto da dire perchè nel decennio precedente hanno dovuto mangiare morte e silenzio, e sono sopravvissuti, ed ora sono costretti ad assistere allo stupro della memoria, all’insulto a tutti quei morti desaparecidos e assassinati,... (continuer)
Somos campesinos de la raza de altroque
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 20/3/2016 - 17:23
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Anche l'interpretazione di Victor, asciutta e appassionata, resta inarrivabile e si stacca da quella di molte sue altre composizioni, che pur belle vennero spesso riarrangiate e reinterpretate (dagli Inti ma non solo) con risultati più apprezzabili.
Anni fa in Chile orecchiai in una radio la Plegaria in versione rock e ne rimasi colpito, perché pur snaturata nello stile ne manteneva afflato e spirito. Non sono mai riuscito a capire chi la cantava, ma questa versione del Chancho en Piedra la ricorda molto: