All'armi...all'armi...la campana sôna! - Otello Profazio
La canzone rievoca la battaglia di Stromboli del 1561.
I turchi stanno per invadere la Sicilia e in suo aiuto intervengono i Cavalieri di Malta con sei galee, che comunque non riusciranno a fermare i Saraceni. Il canto si conclude infatti con il lamento del capitano dei Cavalieri di Malta:
"Lu capita' non chiangi li galeri,
chi su di lignu e si nni ponnu fari,
ma chiangi li so' amati cavaleri,
li chiangi occisi ed annegati a mari!"
"All'armi...all'armi...la campana sona!..." fu incisa in un 45 giri nel 1964 e poi "promossa" ed inserita di diritto nel LP monografico Storie e Leggende del Sud del 1965.
La canzone rievoca la battaglia di Stromboli del 1561.
I turchi stanno per invadere la Sicilia e in suo aiuto intervengono i Cavalieri di Malta con sei galee, che comunque non riusciranno a fermare i Saraceni. Il canto si conclude infatti con il lamento del capitano dei Cavalieri di Malta:
"Lu capita' non chiangi li galeri,
chi su di lignu e si nni ponnu fari,
ma chiangi li so' amati cavaleri,
li chiangi occisi ed annegati a mari!"
"All'armi...all'armi...la campana sona!..." fu incisa in un 45 giri nel 1964 e poi "promossa" ed inserita di diritto nel LP monografico Storie e Leggende del Sud del 1965.
All'armi...all'armi...la campana sôna! [1]
(continuer)
(continuer)
envoyé par Ermanno Profazio 13/11/2024 - 14:36
Brigante se more
CIAO A TUTTI
SONO ENZO MATARAZZO!
VORREI LASCIARE QUESTO MESSAGGIO PER R. VENTURI:
MI MERAVIGLIO CHE STASERA SU QUESTO SITO INTITOLATO: CANZONI CONTRO LA GUERRA, NON UNA PAROLA E' STATA DETTA IN MEMORIA DI FABRIZIO DE ANDRE', COLUI CHE DELLA TRAGEDIA DELLA GUERRA NE PARLO', ANZI NE CANTO'IN TEMPI NON SOSPETTI.
E' UNA GRAVE DIMENTICANZA ED IO PROTESTO IN MODO ENERGICO!!!!
DAL DISCO : NON AL DENARO NON ALL'AMORE NE AL CIELO:
"DOVE SONO I GENERALI CHE SI FREGIARONO NELLE BATTAGLIE
CON CIMITERI DI CROCI SUL PETTO.
DOVE I FIGLI DELLA GUERRA PARTITI PER UN IDEALE
PER UNA TRUFFA, PER UN AMORE FINITO MALE!
HANNO RIPORTATO A CASA LE LORO SPOGLIE NELLE BANDIERE
LEGATE STRETTE PERCHE' SEMBRASSERO INTERE!!!"
(FABRIZIO DE ANDRE' POETA ANARCHICO)
(enzo matarazzo)
Enzo, forse ti è sfuggita la "News" in homepage che è presente da stamani fino dalle 8,37. Fai un po' di attenzione,... (continuer)
SONO ENZO MATARAZZO!
VORREI LASCIARE QUESTO MESSAGGIO PER R. VENTURI:
MI MERAVIGLIO CHE STASERA SU QUESTO SITO INTITOLATO: CANZONI CONTRO LA GUERRA, NON UNA PAROLA E' STATA DETTA IN MEMORIA DI FABRIZIO DE ANDRE', COLUI CHE DELLA TRAGEDIA DELLA GUERRA NE PARLO', ANZI NE CANTO'IN TEMPI NON SOSPETTI.
E' UNA GRAVE DIMENTICANZA ED IO PROTESTO IN MODO ENERGICO!!!!
DAL DISCO : NON AL DENARO NON ALL'AMORE NE AL CIELO:
"DOVE SONO I GENERALI CHE SI FREGIARONO NELLE BATTAGLIE
CON CIMITERI DI CROCI SUL PETTO.
DOVE I FIGLI DELLA GUERRA PARTITI PER UN IDEALE
PER UNA TRUFFA, PER UN AMORE FINITO MALE!
HANNO RIPORTATO A CASA LE LORO SPOGLIE NELLE BANDIERE
LEGATE STRETTE PERCHE' SEMBRASSERO INTERE!!!"
(FABRIZIO DE ANDRE' POETA ANARCHICO)
(enzo matarazzo)
Enzo, forse ti è sfuggita la "News" in homepage che è presente da stamani fino dalle 8,37. Fai un po' di attenzione,... (continuer)
11/1/2009 - 22:36
CHIEDO UMILMENTE SCUSA.
IL MIO ERRORE E' STATO IL FATTO CHE IO APRO IL SITO DIRETTAMENTE SU BRIGANTE SE MORE.
ME NE SONO ACCORTO DOPO IL TUO GIUSTO RICHIAMO!!!
SO AMMETTERE I MIEI ERRORI.
E' LO SVISCERATO AMORE E RISPETTO VERSO DE ANDRE' CHE MI HA FATTO AGIRE D'ISTINTO.
CHIEDO SCUSA DI NUOVO!!!
ENZO MATARAZZO
IL MIO ERRORE E' STATO IL FATTO CHE IO APRO IL SITO DIRETTAMENTE SU BRIGANTE SE MORE.
ME NE SONO ACCORTO DOPO IL TUO GIUSTO RICHIAMO!!!
SO AMMETTERE I MIEI ERRORI.
E' LO SVISCERATO AMORE E RISPETTO VERSO DE ANDRE' CHE MI HA FATTO AGIRE D'ISTINTO.
CHIEDO SCUSA DI NUOVO!!!
ENZO MATARAZZO
ENZO MATARAZZO 12/1/2009 - 16:53
caro enzo l'osco era la lingua lucana e i territori dell'irpinia prima erano compresi nella terra di lucania..ma questo lo sai già vero??ah e sai cosa vuol dire lucano?ciao
crocc' 18/5/2009 - 16:40
Solo un piccolo appunto "professionale" da linguista: non si può parlare dell'osco tout court come "lingua lucana". L'osco, casomai e più propriamente, era la lingua dei Sanniti (tra le altre cose, proprio nell'osco ha probabilmente origine il nome di "Italia", con il termine Vítelíú usato ai tempi della Lega Sannita che combatté contro Roma). Appartenente al cosiddetto "ramo italico" delle lingue indoeuropee, faceva parte di un sistema che comprendeva anche l'antico umbro (lingua che, nonostante il nome, non corrisponde interamente ai confini dell'Umbria attuale); si parla spesso, infatti, di gruppo osco-umbro. Nell'antica Lucania non veniva probabilmente parlata come lingua materna, ma veniva comunque compresa e usata come lingua di prestigio. Invito quindi a maggiore attenzione prima di attribuire valenze "moderne" a quegli antichi idiomi (peraltro, e fortunatamente, ben documentati). Saluti a tutti.
Sulla lingua osca si veda questa bella pagina.
Riccardo Venturi 19/5/2009 - 13:22
scusate ma perché deve per forza esistere una sola ed unica veramente vera versione della canzone? non so se la canzone l'abbia scritta bennato o meno, ma lo ritengo poco importante, può essere, può essere che l'abbia fatta a partire da un altro canto popolare, può essere che esista un canto popolare con due versioni... una monarchica e l'altra libertaria... un po' come i marxisti leninisti che nel ritornello dell'internazionale aggiungevano "l'internazionale di lenin"... i movimenti di resistenza non sono mai stati perfettamente omogenei, non vedo perché dovrebbero esserlo in italia... durante la Resistenza al nazifascismo c'erano i cattolici, gli anarchici, i comunisti, i socialisti, gli scout, i cani sciolti... io non penso sia un "tradimento" verso i briganti mettere un verso libertario piuttosto che monarchico (e viceversa). probabilmente c'erano sia gli uni che gli altri... probabilmente... (continuer)
unghio 10/10/2009 - 18:22
English Version by Pierfrancesco La Mura
Grazie per questa ottima pagina dedicata alla bellissima "Brigante se more". Ho preparato una traduzione inglese, che a differenza di altre versioni ha il vantaggio di rispettare il metro originale, e quindi può essere cantata. Forse in futuro riuscirò a postare anche una traduzione araba, a cui sto lavorando con degli amici.
Un caro saluto,
Pierfrancesco La Mura
Grazie per questa ottima pagina dedicata alla bellissima "Brigante se more". Ho preparato una traduzione inglese, che a differenza di altre versioni ha il vantaggio di rispettare il metro originale, e quindi può essere cantata. Forse in futuro riuscirò a postare anche una traduzione araba, a cui sto lavorando con degli amici.
Un caro saluto,
Pierfrancesco La Mura
AS BRIGANDS WE DIE
(continuer)
(continuer)
NEL MAGICO CROCCO DELL'EVANESCENZA
Nel magico sacco dell’evanescenza
Torna la rabbia del brigante “Crocco”
E tra le colline in fiore
Torna mio padre contadino.
Quanto dolore
Mi macera i sensi
E la guerra ritorna
Come crucco dei soldati affamati
Nella mia casa.
Quando il sole tramonta
Aspetto la luna
Quella dei ricordi
Fanciullesci
Ma lo stomaco si rivolta
Cercando un pezzo di mondo magico
Quanto il Paradiso .
Si schiude la porta infuocata
E la passione del pane dentro
Al sacco accende la magia del ritorno.
O magica luna che ti
Nascondi tra le fronde degli alberi,
Languida ti appendi
Ai sogni dei passato;
Alla spensieratezza andata
Torni ancora nei viale notturni
Con fasce di legno per il fuoco,
Torni anche
A giocare a nascondino
Quando la neve comincia a cadere
E il Sorriso dei ragazzi insieme ai passeri
Si spande tra il grigio cielo cha ha messo
Nel sacco il magico “Crocco” della nostalgia.
Nel magico sacco dell’evanescenza
Torna la rabbia del brigante “Crocco”
E tra le colline in fiore
Torna mio padre contadino.
Quanto dolore
Mi macera i sensi
E la guerra ritorna
Come crucco dei soldati affamati
Nella mia casa.
Quando il sole tramonta
Aspetto la luna
Quella dei ricordi
Fanciullesci
Ma lo stomaco si rivolta
Cercando un pezzo di mondo magico
Quanto il Paradiso .
Si schiude la porta infuocata
E la passione del pane dentro
Al sacco accende la magia del ritorno.
O magica luna che ti
Nascondi tra le fronde degli alberi,
Languida ti appendi
Ai sogni dei passato;
Alla spensieratezza andata
Torni ancora nei viale notturni
Con fasce di legno per il fuoco,
Torni anche
A giocare a nascondino
Quando la neve comincia a cadere
E il Sorriso dei ragazzi insieme ai passeri
Si spande tra il grigio cielo cha ha messo
Nel sacco il magico “Crocco” della nostalgia.
giusi pontillo 18/10/2010 - 08:58
Mi sembra che sulla storia del risorgimento stia nascendo una nuova e più assurda retorica. Quella che studiamo a scuola ci dice che anche i miseri fecero il Risorgimento e oggi sappiamo che non è così, ma vi ricordo che i contadini all'inizio accolsero Garibaldi e i Piemontesi come degli eroi, perché pensavano che gli avrebbero dato la terra ed invece non fu così. Allora si ribellarono e divennero briganti. Che poi ci fossero anche quelli che amavano Franceschiello (Francesco si firmava) non c'è dubbio.
Sono contenta dell'Unità di Italia, ma ammetto che Franceschiello è grande come personaggio storico.
Vi consiglio lo sceneggiato del 1969 "il Re Borbone",che pur prendendo le parti di Garibaldi e Co,tratta con simpatia Francesco e la moglie (la bellissima Incontrera), traditi dallo zio di Lui, che fa comunella con Bixio per mantenere i propri possedimenti
Sono contenta dell'Unità di Italia, ma ammetto che Franceschiello è grande come personaggio storico.
Vi consiglio lo sceneggiato del 1969 "il Re Borbone",che pur prendendo le parti di Garibaldi e Co,tratta con simpatia Francesco e la moglie (la bellissima Incontrera), traditi dallo zio di Lui, che fa comunella con Bixio per mantenere i propri possedimenti
irene 21/10/2010 - 16:50
Mi segnalano che Eugenio Bennato ha scritto un libro, intitolato proprio "Brigante se more" dedicato a questa canzone. Il libro, che ancora non ho potuto leggere, cita anche questo sito, pare anche rilevando qualche imprecisione di attribuzione in qualche canzone (nel caso che ci leggesse, preghiamo Bennato, un artista verso cui nutriamo la massima stima, a segnalarci direttamente le sue osservazioni!). Comunque, ed è la cosa più importante, il libro smonta sistematicamente la versione "neoborbonica" della canzone.
In attesa di poter leggere il libro, riporto un frammento tratto dal sito Il Brigante:
Questo libro racconta la storia di una sigla commissionatami nel 1979 da Anton Giulio Majano per lo sceneggiato RAI “L’eredità della priora”e diventata un inno del Sud che non ci sta…
Ma la cosa più interessante è il modo in cui si è diffusa, il tramandato orale in una sorta di passaparola... (continuer)
In attesa di poter leggere il libro, riporto un frammento tratto dal sito Il Brigante:
Questo libro racconta la storia di una sigla commissionatami nel 1979 da Anton Giulio Majano per lo sceneggiato RAI “L’eredità della priora”e diventata un inno del Sud che non ci sta…
Ma la cosa più interessante è il modo in cui si è diffusa, il tramandato orale in una sorta di passaparola... (continuer)
Lorenzo Masetti 8/2/2011 - 00:15
Ciao.. Ho avuto modo di sfogliare il libro in questione, contiene molte informazioni interessanti sulla genesi di questa e altre canzoni. Devo dire anche che purtroppo Bennato ha riportato molte informazioni e discussioni da questo sito in maniera un po' supponente e acritica...
Secondo me non ha capito l'intento di Lorenzo e Riccardo di raccogliere informazioni corrette, cosa di cui dovrebbe esser loro reso merito, come anche di tutto il loro bellissimo lavoro di traduzioni... Credo che Bennato avrebbe fatto meglio a intervenire direttamente nella discussione!
Secondo me non ha capito l'intento di Lorenzo e Riccardo di raccogliere informazioni corrette, cosa di cui dovrebbe esser loro reso merito, come anche di tutto il loro bellissimo lavoro di traduzioni... Credo che Bennato avrebbe fatto meglio a intervenire direttamente nella discussione!
Leti 8/2/2011 - 09:08
Il buon Bennato dovrebbe ripassarsi un po' di storia dato che Crocco si alleo' col generale legittimista Josè Borjes mandato da Francesco II a far insorgere i popoli delle Due Sicilie anche se i due si entrarono in contrasto fino a dividersi. Le sue dichiarazioni non provano nulla!
Ferdinando II 8/2/2011 - 19:13
Certo anche senza scomodare storici particolarmente "revisionisti", basta leggere "Storia degli italiani" di Guiliano Procacci:
E se le dottrine mazziniane potevano suscitare ancora un certo consenso tra la piccola borghesia e l'artigianato cittadino, ben scarso, per non dire inesistente, era il loro mordente nei confronti delle plebi delle città e delle moltitudini delle campagne. Queste ultime, abbandonate a se stesse, si trovarono così quasi di necessità indotte a esprimere la loro protesta e il loro rancore nelle forme più elementari e immediate.
Nell'Italia meridionale, la parte più derelitta del paese, ciò avvenne nella forma tradizionale e disperata del brigantaggio. L'appoggio dato dagli agenti borbonici e pontifici alle bande costituitesi nell'Italia meridionale sin dal periodo garibaldino, il grosso delle quali era costituito da contadini e da renitenti alla leva, non basta a... (continuer)
E se le dottrine mazziniane potevano suscitare ancora un certo consenso tra la piccola borghesia e l'artigianato cittadino, ben scarso, per non dire inesistente, era il loro mordente nei confronti delle plebi delle città e delle moltitudini delle campagne. Queste ultime, abbandonate a se stesse, si trovarono così quasi di necessità indotte a esprimere la loro protesta e il loro rancore nelle forme più elementari e immediate.
Nell'Italia meridionale, la parte più derelitta del paese, ciò avvenne nella forma tradizionale e disperata del brigantaggio. L'appoggio dato dagli agenti borbonici e pontifici alle bande costituitesi nell'Italia meridionale sin dal periodo garibaldino, il grosso delle quali era costituito da contadini e da renitenti alla leva, non basta a... (continuer)
I due versi contraffatti
estratti del capitolo 6 del libro di Eugenio Bennato Brigante se more - viaggio nella musica del Sud, Coniglio editore, 2010
A un certo punto della sua storia, Brigante se more ha subito una violenza, una contraffazione.
Un anonimo si è preso la briga di alterarla, seppur di poco, e di cambiare due versi, uno nella seconda, uno nell'ultima strofa, e allora il nostro canto ha subito un danno dal punto di vista stilistico: la versione che ne viene fuori ha peggiorato la composizione originale.
Il problema è che, per di più, la manipolazione del testo originale è avvenuta per mani inesperte e maldestre: vi assicuro che scrivere versi di carattere popolare non è un'impresa facile.
[…]
Nella seconda strofa io scrissi:
E mo cantammo 'sta nova canzone
tutta la gente se l'adda 'mpara'
nun ce ne fotte d'o rre Burbone
ma a terra è a nostra e nun s'adda tucca'
Lo... (continuer)
La contraffazione neo-borbonica
Su vari siti internet si trovano i versi di questa "versione alternativa filo-borbonica" che, come ben spiega lo stesso Bennato, è evidentemente una contraffazione posteriore e anche maldestra. Ecco le notizie che anche questo sito aveva erroneamente riportato:
Si tratta in origine di un canto tradizionale del 1860, rielaborato da Eugenio Bennato, fondatore e leader di Musicanova. Il testo originale, (riportato da "Briganti e partigiani" - a cura di: Barone, Ciano, Pagano, Romano - Edizione Campania Bella) si intitola Libertà e differisce dalla versione di Bennato per due sole frasi, alla seconda e all'ultima strofa:
. E mò cantamme sta nova canzona,
tutta la gente se l'adda 'mparà,
nuie cumbattimmo p''o rre burbone
e 'a terra nosta nun s'adda tuccà!
. Ommo se nasce, brigante se more,
ma fino all'ultimo avimma sparà,
e si murimme menate nu sciore... (continuer)
Su vari siti internet si trovano i versi di questa "versione alternativa filo-borbonica" che, come ben spiega lo stesso Bennato, è evidentemente una contraffazione posteriore e anche maldestra. Ecco le notizie che anche questo sito aveva erroneamente riportato:
Si tratta in origine di un canto tradizionale del 1860, rielaborato da Eugenio Bennato, fondatore e leader di Musicanova. Il testo originale, (riportato da "Briganti e partigiani" - a cura di: Barone, Ciano, Pagano, Romano - Edizione Campania Bella) si intitola Libertà e differisce dalla versione di Bennato per due sole frasi, alla seconda e all'ultima strofa:
. E mò cantamme sta nova canzona,
tutta la gente se l'adda 'mparà,
nuie cumbattimmo p''o rre burbone
e 'a terra nosta nun s'adda tuccà!
. Ommo se nasce, brigante se more,
ma fino all'ultimo avimma sparà,
e si murimme menate nu sciore... (continuer)
Il testo e le note originali dal libretto dell'album "Briganti se more"
BRIGANTE SE MORE
(continuer)
(continuer)
Con l'esauriente confutazione della "versione filo borbonica" da parte dello stesso autore del brano, penso che la discussione sulla paternità della composizione possa dirsi conclusa. La canzone è stata scritta da Eugenio Bennato e Carlo D'Angiò nel marzo 1979. Eventuali ulteriori commenti che sostenessero il contrario non saranno certo censurati, ma dovranno essere presi per quello che sono: illazioni senza alcun fondamento.
Quello che invece può e deve continuare è il dibattito su un periodo tanto controverso della storia italiana. Riteniamo che il fatto che si sia aperto un dibattito a proposito è un grande risultato. Questa canzone ha avuto un ruolo non indifferente nello smuovere le coscienze, perché come scrive ancora Eugenio Bennato "un canto che emozioni vale più di tanti libri e dibattiti e discorsi, e quella nostra ballata ha fatto in trent'anni quello che non si era fatto nei... (continuer)
Quello che invece può e deve continuare è il dibattito su un periodo tanto controverso della storia italiana. Riteniamo che il fatto che si sia aperto un dibattito a proposito è un grande risultato. Questa canzone ha avuto un ruolo non indifferente nello smuovere le coscienze, perché come scrive ancora Eugenio Bennato "un canto che emozioni vale più di tanti libri e dibattiti e discorsi, e quella nostra ballata ha fatto in trent'anni quello che non si era fatto nei... (continuer)
CCG/AWS Staff 25/2/2011 - 23:43
Il testo della "romantica ballata" originale proposta in un primo tempo per i titoli di testa dello sceneggiato.
Il testo di Carlo D'Angiò è da cantare probabilmente sulla stessa melodia di Brigante se more, seppure in maniera più dolce.
Il testo di Carlo D'Angiò è da cantare probabilmente sulla stessa melodia di Brigante se more, seppure in maniera più dolce.
Melo-granato spuntato 'a agosto
(continuer)
(continuer)
Chanson napolitaine – Brigante se more – Musicanova
De Carlo D'Angiò et Eugenio Bennato
Être sudiste en d’autres terres.
Voilà les pensées que me suscite cette remarquable chanson.
Quoi ? Tu es du Sud... ?, toi Marco Valdo M.I. mon ami. Je ne l'aurais jamais cru. Que je sois du Sud, moi, le somaro, l'âne, enfant d'Apulée de Madaure (Tunisie, actuellement), je le comprendrais, mais toi...
Quoi ? Tu es du Sud... ?, toi Lucien l'âne mon ami. Je ne l'aurais jamais cru. Comment peux-tu prétendre cela, toi qui viens, tu l'avoues à l'instant, du Nord, de l'Afrique du Nord... Tu vois, Lucien l'âne mon ami, tout est relatif pour un enfant ou un âne du Niger ou d'Angola, du Congo ou de la Tanzanie, tu es franchement du Nord. Pareillement, un Padanien (si tant est qu'il en existe...) peut sans doute se targuer d'être du Nord, mais il est franchement du Sud quand on le regarde avec mes yeux ou avec... (continuer)
De Carlo D'Angiò et Eugenio Bennato
Être sudiste en d’autres terres.
Voilà les pensées que me suscite cette remarquable chanson.
Quoi ? Tu es du Sud... ?, toi Marco Valdo M.I. mon ami. Je ne l'aurais jamais cru. Que je sois du Sud, moi, le somaro, l'âne, enfant d'Apulée de Madaure (Tunisie, actuellement), je le comprendrais, mais toi...
Quoi ? Tu es du Sud... ?, toi Lucien l'âne mon ami. Je ne l'aurais jamais cru. Comment peux-tu prétendre cela, toi qui viens, tu l'avoues à l'instant, du Nord, de l'Afrique du Nord... Tu vois, Lucien l'âne mon ami, tout est relatif pour un enfant ou un âne du Niger ou d'Angola, du Congo ou de la Tanzanie, tu es franchement du Nord. Pareillement, un Padanien (si tant est qu'il en existe...) peut sans doute se targuer d'être du Nord, mais il est franchement du Sud quand on le regarde avec mes yeux ou avec... (continuer)
BRIGAND ON MEURT
(continuer)
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 28/2/2011 - 21:26
Riguardo la "contraffazione" della canzone: forse sarà veramente di Bennato (casi simili in ogni qual modo si sono creati anche con Il Domani appartiene a Noi, canzone simbolo dell'estrema destra ritenuta da molti inno nazista del tempo mentre alcuni ne rivendicano la "creazione") ma resta il fatto che il brigante non era una specie di "ribelle proletario". Lottava per il ritorno dei Borbone (che resero il Sud una terra prospera e importante al tempo, si vedano i 60 primati che deteneva prima dell'Unità di Italia il Meridione) e per la difesa del Cattolicesimo (che fu pesantemente disprezzato e insultato dai Savoia). Una canzone popolare di quel tempo "Garebbalde tradetore" diceva espressamente
"Ca amm’a fa de Garebbalde
ca iè mbame e tradetòre?
Nu velìme u rè Berbòne
ca respètte la religgione"
Questo fu il vero motivo per cui si ribellarono i contadini. Certo, in seguito si aggiunsero... (continuer)
"Ca amm’a fa de Garebbalde
ca iè mbame e tradetòre?
Nu velìme u rè Berbòne
ca respètte la religgione"
Questo fu il vero motivo per cui si ribellarono i contadini. Certo, in seguito si aggiunsero... (continuer)
Anonimo 27/4/2011 - 18:28
I due versi che costituiscono il pomo della discordia, che Bennato giustamente rivendica, appartengono alla cultura dei centri sociali della periferia napoletana, ma quei giovani che venivano massacrati dalle truppe piemontasi con la collaborazione della borghesia massonica meridionale, nulla hanno in comune con certi fenomeni della nostra epoca. Se si legge l'"Eredità della Priora"; di C. Alianello si vede come quelle parole stonano. Aggiungo che dalle cronache dell'epoca i cosiddetti briganti portavano sempre sotto la giacca un'immagine di un santo, in particolare di Sant'Antonio, il popolo del Sud era profondamente cattolico. Il tentativo maldestro di Bennato di rappresentare gli insorti come dei manifestanti un po' più agguerriti è veramente patetico e volgare.
enzo vitolo 18/9/2011 - 19:56
Su questo video http://www.youtube.com/watch?v=i50EGeKnS_4
il testo in calabrese
il testo in calabrese
DoNQuijote82 27/11/2011 - 11:33
Riepilogo le date essenziali della storia della mia composizione “Brigante se more”
1979 Io e Carlo D’Angiò scriviamo la ballata (testo e musica) nell’ambito della colonna sonora dello sceneggiato televisivo “L’eredità della Priora” tratto dal romanzo omonimo di Carlo Alianello
1980 Lo sceneggiato va in onda in sette puntate per RAIUNO in prima serata. “Brigante se more” è la canzone dei titoli di testa. La versione originale è cantata da Carlo D’Angiò, e pubblicata nell’omonimo disco che appare nello stesso anno (1980) per la Polygram
1996 Viene pubblicato un libro dal titolo “I Savoia e il massacro del sud”. L’autore è Antonio Ciano, il quale riporta la mia canzone con il titolo cambiato (“Libertà” invece di “Brigante se more”) e con due versi alterati (“nui cumbattimmo p’o re burbone” in luogo dell’originale “nun... (continuer)
1979 Io e Carlo D’Angiò scriviamo la ballata (testo e musica) nell’ambito della colonna sonora dello sceneggiato televisivo “L’eredità della Priora” tratto dal romanzo omonimo di Carlo Alianello
1980 Lo sceneggiato va in onda in sette puntate per RAIUNO in prima serata. “Brigante se more” è la canzone dei titoli di testa. La versione originale è cantata da Carlo D’Angiò, e pubblicata nell’omonimo disco che appare nello stesso anno (1980) per la Polygram
1996 Viene pubblicato un libro dal titolo “I Savoia e il massacro del sud”. L’autore è Antonio Ciano, il quale riporta la mia canzone con il titolo cambiato (“Libertà” invece di “Brigante se more”) e con due versi alterati (“nui cumbattimmo p’o re burbone” in luogo dell’originale “nun... (continuer)
eugenio bennato 28/11/2011 - 13:03
Direi che l'intervento diretto di Eugenio Bennato su questa pagina (che, ovviamente, ringraziamo) pone dei fatti ben precisi che difficilmente potrebbero essere contestati. Come amministratore di questo sito sono intervenuto soltanto sporadicamente, ma lo faccio adesso per ringraziare comunque tutti coloro che hanno partecipato (e che intenderanno partecipare ancora) alla discussione che fa di questa pagina un vero e proprio "trattato" su questa importante e celeberrima canzone, una monografia che ha accolto tutte le opinioni al riguardo.
Riccardo Venturi 28/11/2011 - 14:13
Interessante la discussione, a dimostrazione che l'italia è unita nella forma ma non nella sostanza, basta veramente poco per esacerbare gli animi, dopo 150 anni, che se potessimo spararci addosso lo faremmo ancora. Nel 1860 sono venute a collisione due forme di pensiero una nazionale popolare e cattolica (Borbone) e una liberale-liberista capitalistica e massonica(Savoia). La seconda con la violenza del danaro, del tradimento e delle armi ha vinto sottoponendo il perdente a violenze fisiche, morali ed economiche tali da destrutturalizzargli l'animo. Allora la lotta era l'unica soluzione possibile; a quella civiltà che doveva moriva non venne concesso quartiere, a dimostrazione che l'invasione non fu perpetrata per donare democrazia e libertà ma fu una guerra di annessione per rubare e distruggere.Oltre ai nostri inconfutabili averi ci hanno rubato anche l'anima e la memoria quindi è doverosa... (continuer)
Luigi Bocchino -Benevento 30/12/2011 - 02:53
Mi sono letto con calma tutti i commenti a corredo di questa canzone, ed ha ragione l'amm.re del sito quando afferma che trattasi di un vero e proprio trattato. Avrebbe però fatto bene l'autore ( E.B.)a dirla tutta circa i contenuti della canzone; E' evidente che il testo è una elegia del brigantaggio come insorgenza rivoluzionaria ma è anche evidente che l'autore non ha voluto dare sponda alla dinastia dei Borbone, neanche assegnandole il motivo ispiratore. In questo io ci vedo un dolo in quanto o l'autore all'epoca volle essere politicamente corretto (e quindi non urtare la suscettibilità dei liberal-social-democratici) o effettivamente lui ritiene che della dinastia( i Borbone), non c'era niente a cui appigliarsi, in special modo in una battaglia di insorgenza; Ad ulteriore dimostrazione si conferma, quanto espresso, con la canzone di coda ( Vurria addventare). Comunque quale sia la realtà... (continuer)
Luigi Bocchino -Benevento 31/12/2011 - 14:18
ringrazio Luigi Bocchino per i suoi commenti che dimostrano due cose
1) L'argomento principale del sito, che riguardava la mia dignità artistica minacciata dall'accusa di aver dichiarato come mio un canto che mio non sarebbe stato è definitivamente superato e io sono soddisfatto di essere chiamato in causa come autore, mentre prima da alcuni ero ritenuto mistificatore
2) La questione (molto più civile e ragionevole) riguarda ora il mio verso "nun ce ne fotte d'o rre Burbone", per il quale io sono accusato, a scelta, di opportunismo politico, di superficialità o di non conoscenza della storia.
Per questo, mentre all'accusa volgare e ignorante di appropriazione indebita non ho mai risposto, ora al gentile invito di Luigi non posso sottrarmi.
E per questo vorrei raccontare a Luigi il clima in cui un canto, un testo o una musica prende vita.
Innanzitutto la committenza, che nel caso... (continuer)
1) L'argomento principale del sito, che riguardava la mia dignità artistica minacciata dall'accusa di aver dichiarato come mio un canto che mio non sarebbe stato è definitivamente superato e io sono soddisfatto di essere chiamato in causa come autore, mentre prima da alcuni ero ritenuto mistificatore
2) La questione (molto più civile e ragionevole) riguarda ora il mio verso "nun ce ne fotte d'o rre Burbone", per il quale io sono accusato, a scelta, di opportunismo politico, di superficialità o di non conoscenza della storia.
Per questo, mentre all'accusa volgare e ignorante di appropriazione indebita non ho mai risposto, ora al gentile invito di Luigi non posso sottrarmi.
E per questo vorrei raccontare a Luigi il clima in cui un canto, un testo o una musica prende vita.
Innanzitutto la committenza, che nel caso... (continuer)
eugenio bennato 3/1/2012 - 16:30
Vorrei gentilmente chiedere a Eugenio Bennato se possiamo inserire una parte di questo suo ultimo commento (esattamente quella che descrive la genesi del testo, a partire da "Innanzitutto la committenza") in un riquadro nell'introduzione principale. Mi sembrerebbe quantomeno doveroso, oltre che esauriente. Saluti e grazie.
Riccardo Venturi 3/1/2012 - 18:48
E io vorrei dire grazie a Eugenio Bennato e ai suoi compagni dei Musicanova per questo loro bellissimo disco che comprai in vinile molti anni fa, usato, in uno degli ultimi veri negozi di dischi di Torino, Verovinile del mitico Claudio Besia (oggi forse è rimasto solo Backdoor in via Pinelli a San Donato). E' uno dei pochi dischi italiani della mia piccola collezione e ce l'avevamo tutti, anche quelli votati alla psichedelia o all'hard-core punk.
Detto questo, caro Bennato, ardisco una critica o meglio, un'osservazione, al suo ultimo intervento sul "nun ce ne fotte d'o rre Burbone": leggendolo, ho avuto la sensazione che volesse in qualche modo rassicurare Luigi Bocchino di Benevento e coloro che, come lui, manifestano la loro fede neoborbonica. Dal canto mio, da piemontese ma tutt'altro che savoiardo (anche perchè originario delle valli valdesi... e niente abbiamo detto!), e per quel poco... (continuer)
Detto questo, caro Bennato, ardisco una critica o meglio, un'osservazione, al suo ultimo intervento sul "nun ce ne fotte d'o rre Burbone": leggendolo, ho avuto la sensazione che volesse in qualche modo rassicurare Luigi Bocchino di Benevento e coloro che, come lui, manifestano la loro fede neoborbonica. Dal canto mio, da piemontese ma tutt'altro che savoiardo (anche perchè originario delle valli valdesi... e niente abbiamo detto!), e per quel poco... (continuer)
Bartleby 3/1/2012 - 21:32
Però, Bartleby, mi risulta che i Barbet conservano un buon ricordo di Carlo Alberto, o no?
Gian Piero Testa 4/1/2012 - 00:43
GRAZIE EUGENIO.
e grazie anche al sig.Bartleby perchè stimolare un confronto di opinioni è sempre un passo avanti verso la libertà. Lei mi definisce neoborbonico, per me non è un'offesa ma un punto di partenza obbligato visto che la storia della mia patria li è stata interrotta. Non era l'età dell'oro, per altro non lo era da nessuna parte, ma eravamo i primi della fila ( e questo è oramai storicamente, e inconfutabilmente, accertato) ed il nostro futuro avrebbe potuto essere certamente più fulgido di come invece è stato. Ci è stato tolta la possibilità di autodeterminarci e di conquistare da soli il nostro futuro.Il nostro fu un risorgimento senza popolo (Benedetto Croce) e chi avrebbe dovuto beneficiarne ne fu invece la maggiore vittima. Per dirla con Napoleone III " gli sfasci che hanno fatto i savoia nel meridione d'italia in un anno, i Borboni non lo hanno fatto in 100". Un'ultima considerazione... (continuer)
e grazie anche al sig.Bartleby perchè stimolare un confronto di opinioni è sempre un passo avanti verso la libertà. Lei mi definisce neoborbonico, per me non è un'offesa ma un punto di partenza obbligato visto che la storia della mia patria li è stata interrotta. Non era l'età dell'oro, per altro non lo era da nessuna parte, ma eravamo i primi della fila ( e questo è oramai storicamente, e inconfutabilmente, accertato) ed il nostro futuro avrebbe potuto essere certamente più fulgido di come invece è stato. Ci è stato tolta la possibilità di autodeterminarci e di conquistare da soli il nostro futuro.Il nostro fu un risorgimento senza popolo (Benedetto Croce) e chi avrebbe dovuto beneficiarne ne fu invece la maggiore vittima. Per dirla con Napoleone III " gli sfasci che hanno fatto i savoia nel meridione d'italia in un anno, i Borboni non lo hanno fatto in 100". Un'ultima considerazione... (continuer)
Luigi Bocchino -Benevento 4/1/2012 - 00:57
4 gennaio 2011
Ελληνική μετάφραση του Ρικάρντου Βεντούρη
4 Ιανουάριου 2011
Ελληνική μετάφραση του Ρικάρντου Βεντούρη
4 Ιανουάριου 2011
Si tratta di una versione assolutamente letterale e altro non vuole essere. Una nota linguistica: poiché in greco non esiste il "si impersonale" con i verbi intransitivi (come il nostro "si muore") è necessario riportare tutto a forme personali. In greco è quindi "briganti moriamo".
ΛΗΣΤΕΣ ΠΕΘΑΙΝΟΥΜΕ
(continuer)
(continuer)
Col procedere della discussione mi sono accorto che la pagina era stata un po' trascurata nella sua componente testuale; ho provveduto quindi a ristrutturarla un po', aggiungendo anche una versione in lingua greca.
Riccardo Venturi 4/1/2012 - 07:37
Caro Luigi Bocchino, ho profondo rispetto per le sue ultime considerazioni ma tacciarmi di settarismo mi pare proprio fuori luogo. In fondo divergiamo solo su di un punto: la valutazione circa la bontà o meno del regime borbonico.
E per dimostrarle quanto poco io sia settario, la invito ad andarsi a leggere alcuni miei altri contributi (allora mi firmavo come Alessandro o The Lone Ranger o Bartolomeo Pestalozzi, gli admins possono confermarglielo), per esempio qui e qui, proprio sui fatti di Bronte da lei giustamente ricordati.
Quanto alle generalizzazioni storiche, credo che sia molto più facile incapparvi se la Storia la si legge in una prospettiva ideologizzata e, questa sì, settaria.
In ogni caso, tornando a “Brigante se more”, ho voluto semplicemente esprimere ad Eugenio Bennato – oltre alla mia ammirazione e gratitudine – che il verso famoso "nun ce ne fotte d'o rre... (continuer)
E per dimostrarle quanto poco io sia settario, la invito ad andarsi a leggere alcuni miei altri contributi (allora mi firmavo come Alessandro o The Lone Ranger o Bartolomeo Pestalozzi, gli admins possono confermarglielo), per esempio qui e qui, proprio sui fatti di Bronte da lei giustamente ricordati.
Quanto alle generalizzazioni storiche, credo che sia molto più facile incapparvi se la Storia la si legge in una prospettiva ideologizzata e, questa sì, settaria.
In ogni caso, tornando a “Brigante se more”, ho voluto semplicemente esprimere ad Eugenio Bennato – oltre alla mia ammirazione e gratitudine – che il verso famoso "nun ce ne fotte d'o rre... (continuer)
Bartleby 4/1/2012 - 08:38
Per Gian Piero.
Beh, sarei felice anch’io se, dopo oltre 300 anni di persecuzioni, uno dei miei carnefici mi dicesse: “Vebbè, se ora la smetti di rompere i coglioni, ti lascio in pace”. In fondo è solo questo che fece – storcendo per giunta il naso – Carlo Alberto: “La Religione Cattolica, Apostolica e Romana, è la sola Religione dello Stato. Gli altri culti ora esistenti sono tollerati conformemente alle leggi.”, recita l’art.1 dello Statuto Albertino, non senza poi aggiungere però che “le bibbie, i catechismi, i libri liturgici e di preghiere non potranno essere stampati senza il preventivo permesso del vescovo.”
Capirai! Gli è calata l’ernia a Carlo Alberto!
La tolleranza fu una bella cosa, ma non può essere certo considerato un risarcimento per tutto il sangue che i suoi predecessori, Vittorio Amedeo II in testa, fecero scorrere nelle mie valli!
Detto questo, non sono... (continuer)
Beh, sarei felice anch’io se, dopo oltre 300 anni di persecuzioni, uno dei miei carnefici mi dicesse: “Vebbè, se ora la smetti di rompere i coglioni, ti lascio in pace”. In fondo è solo questo che fece – storcendo per giunta il naso – Carlo Alberto: “La Religione Cattolica, Apostolica e Romana, è la sola Religione dello Stato. Gli altri culti ora esistenti sono tollerati conformemente alle leggi.”, recita l’art.1 dello Statuto Albertino, non senza poi aggiungere però che “le bibbie, i catechismi, i libri liturgici e di preghiere non potranno essere stampati senza il preventivo permesso del vescovo.”
Capirai! Gli è calata l’ernia a Carlo Alberto!
La tolleranza fu una bella cosa, ma non può essere certo considerato un risarcimento per tutto il sangue che i suoi predecessori, Vittorio Amedeo II in testa, fecero scorrere nelle mie valli!
Detto questo, non sono... (continuer)
Bartleby 4/1/2012 - 10:03
Sig. Bartleby
Non è mia intenzione operare una azione di convincimento circa le mie tesi, ma rispetto le sue nella misura in cui sono rispettate le mie. Noto, dal livore con cui si accanisce, una tendenza leghista e sopraffattiva come componente dei suoi giudizi. Comunque non soffro della sindrome di Stoccolma, vale a dire che non sono succube di chi ci ha costretti in questo stato, e non appartengo a quella classe di piagnoni che, in virtù dei quali, chiedono elargizioni, dai nuovi padroni, come compenso di quello che è stato. La invito a leggere l'ultimo libro di Pino Aprile " Giù al Sud" così potrà avere una dimensione reale del vero meridione, tale proprio in virtù di un ritrovato orgoglio dell'appartenenza, a cui ciò non avrebbe potuto realizzarsi se avessimo banalizzato la storia secondo la sua teorizzazione "che tutto era una feccia". Ritengo, invece,che un'azione programmatica debba... (continuer)
Non è mia intenzione operare una azione di convincimento circa le mie tesi, ma rispetto le sue nella misura in cui sono rispettate le mie. Noto, dal livore con cui si accanisce, una tendenza leghista e sopraffattiva come componente dei suoi giudizi. Comunque non soffro della sindrome di Stoccolma, vale a dire che non sono succube di chi ci ha costretti in questo stato, e non appartengo a quella classe di piagnoni che, in virtù dei quali, chiedono elargizioni, dai nuovi padroni, come compenso di quello che è stato. La invito a leggere l'ultimo libro di Pino Aprile " Giù al Sud" così potrà avere una dimensione reale del vero meridione, tale proprio in virtù di un ritrovato orgoglio dell'appartenenza, a cui ciò non avrebbe potuto realizzarsi se avessimo banalizzato la storia secondo la sua teorizzazione "che tutto era una feccia". Ritengo, invece,che un'azione programmatica debba... (continuer)
Luigi Bocchino -Benevento 4/1/2012 - 15:20
Chiedo per cortesia agli amministratori di questo sito di verificare se nei miei interventi diretti al sig. Luigi Bocchino io mi sai effettivamente "accanito con livore" dimostrando una "tendenza leghista e sopraffattive" perchè, se fosse vero, tali interventi andrebbero moderati ed espunti da queste pagine.
Grazie.
Grazie.
Bartleby 4/1/2012 - 18:02
A Bartleby,
ricordando la buona memoria del re Carlalberto non volevo dare la stura anche a un dibattito sui valdesi e i savoia, perché vedo che di sture te ne sei già procurate alquante, oltre a quella di Demonte che ti bagna, e stai già per essere preso per un leghista mangiaterroni. Valdese e Leghista: dovresti fare un salto a Guardia Piemontese, che lì ti sistemano.
Pensa(te) che mi sto rileggendo, dopo cinquant'anni, la Storia del Regno di Napoli di Benedetto Croce. Uno che sapeva la storia e - questa la dico al sig. Bocchino - anche l'italiano.
ricordando la buona memoria del re Carlalberto non volevo dare la stura anche a un dibattito sui valdesi e i savoia, perché vedo che di sture te ne sei già procurate alquante, oltre a quella di Demonte che ti bagna, e stai già per essere preso per un leghista mangiaterroni. Valdese e Leghista: dovresti fare un salto a Guardia Piemontese, che lì ti sistemano.
Pensa(te) che mi sto rileggendo, dopo cinquant'anni, la Storia del Regno di Napoli di Benedetto Croce. Uno che sapeva la storia e - questa la dico al sig. Bocchino - anche l'italiano.
Gian Piero Testa 4/1/2012 - 18:03
Francamente non scorgiamo alcun livore né tanto meno leghismo nelle parole di Bartleby. Invitiamo tutti i partecipanti alla discussione a continuare lo scambio anche con passione ma senza tirare fuori accuse immotivate e gratuite. Grazie.
CCG/AWS Staff 4/1/2012 - 18:33
Già, caro Gian Piero, forse me la sono proprio cercata...
Devo però confessarti che effettivamente sono leghista almeno quanto sono valdese: i miei antenati, sotto la minaccia della spada, abiurarono il credo valdese alla fine del 600 ed io sono cresciuto in una famiglia cattolica ed oggi, grazie a Dio, sono felicemente ateo, miscredente, apostata e irretito dalla censura!
Comunque, prima di provare a sostenere ancora una discussione su questo tema, farò bene anch'io a leggermi un po' del Croce e magari anche qualcosa di Pino Aprile... Spero così che il Sig. Bocchino potrà riconciliarsi un po' con il sottoscritto, visto che - prima di perdere il controllo, tra un insulto ed un incazzo - li ha citati entrambi.
Devo però confessarti che effettivamente sono leghista almeno quanto sono valdese: i miei antenati, sotto la minaccia della spada, abiurarono il credo valdese alla fine del 600 ed io sono cresciuto in una famiglia cattolica ed oggi, grazie a Dio, sono felicemente ateo, miscredente, apostata e irretito dalla censura!
Comunque, prima di provare a sostenere ancora una discussione su questo tema, farò bene anch'io a leggermi un po' del Croce e magari anche qualcosa di Pino Aprile... Spero così che il Sig. Bocchino potrà riconciliarsi un po' con il sottoscritto, visto che - prima di perdere il controllo, tra un insulto ed un incazzo - li ha citati entrambi.
Bartleby 4/1/2012 - 18:59
A proposito del testo riportato sul brigantaggio " libertà,non e' cambiare padrone...". Vorrei specificare che quelle parole sono state tratte dal monologo di Carmine Crocco del cinespettacolo "La storia bandita". E l'autore,per tanto....non e' assolutamente Carmine Crocco! Per l'amor di Dio,correggete questo orribile falso storico.
(Adeline)
(Adeline)
La correzione è stata effettuata mediante una nota con rimando. Ringraziamo Adeline per averci fatto evitare questo orribile falso storico, peraltro non dovuto a noi ma a Aldo De Jaco. [CCG/AWS Staff]
Non credo che la falsa citazione sia da imputare a Aldo De Jaco (a cui appartiene invece il testo riportato nell'introduzione, tratto da un libro del 1969 quindi sicuramente anteriore allo spettacolo "La storia Bandita").
In effetti la citazione è riportata su diversi altri siti senza specificare che si tratta di un monologo teatrale. Certo è che qualcuno si è divertito a spacciare per originale un'opera moderna, un po' come è successo alla canzone di Bennato...
In effetti la citazione è riportata su diversi altri siti senza specificare che si tratta di un monologo teatrale. Certo è che qualcuno si è divertito a spacciare per originale un'opera moderna, un po' come è successo alla canzone di Bennato...
Lorenzo 29/10/2012 - 00:18
Salve,
Innanzitutto complimenti per il sito.
Ho letto tutto sulla disquisizione inerente alla canzone Briganti se more. Da lucana doc vorrei poter fornire notizie certe sulla veridicità di quanto affermato dal Signor Bennato. Purtroppo ho solo un ricordo molto lontano di una canzone simile cantata da mio nonno (nato nel 1889), ricordo labile perché ero solo una bambina.
Al Signor ENZO MATARAZZO però vorrei fare un appunto e forse sarebbe il caso che approfondisse la geografia: la frazione di Frusci non ha cambiato, nel corso della storia, la regione di appartenenza, si trova sempre in Basilicata o Lucania,(nome che personalmente preferisco al primo) e precisamente fa parte del comune di Avigliano in provincia di Potenza(PZ)e non della provincia di Pistoia (PT)che è in Toscana.
Vogliatemi perdonare la bacchettata ma, chi fa cultura in ogni senso, che sia musica, letteratura, storia o arte... (continuer)
Innanzitutto complimenti per il sito.
Ho letto tutto sulla disquisizione inerente alla canzone Briganti se more. Da lucana doc vorrei poter fornire notizie certe sulla veridicità di quanto affermato dal Signor Bennato. Purtroppo ho solo un ricordo molto lontano di una canzone simile cantata da mio nonno (nato nel 1889), ricordo labile perché ero solo una bambina.
Al Signor ENZO MATARAZZO però vorrei fare un appunto e forse sarebbe il caso che approfondisse la geografia: la frazione di Frusci non ha cambiato, nel corso della storia, la regione di appartenenza, si trova sempre in Basilicata o Lucania,(nome che personalmente preferisco al primo) e precisamente fa parte del comune di Avigliano in provincia di Potenza(PZ)e non della provincia di Pistoia (PT)che è in Toscana.
Vogliatemi perdonare la bacchettata ma, chi fa cultura in ogni senso, che sia musica, letteratura, storia o arte... (continuer)
BRIGANTI E PARTIGIANI
Banda POPolare dell'Emilia Rossa
da Modena, medaglia d'oro alla resistenza, un omaggio ai primi partigiani d'Italia, i briganti, costruita con in mente l'analisi di Gramsci sul risorgimento e soprattutto sulla sua celebre frase: "Lo stato italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l'Italia meridionale e le isole, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono d'infamare col marchio di briganti" (Ordine Nuovo 1920).
Medley di Brigante se more e Il bersagliere ha cento penne.
Banda POPolare dell'Emilia Rossa
da Modena, medaglia d'oro alla resistenza, un omaggio ai primi partigiani d'Italia, i briganti, costruita con in mente l'analisi di Gramsci sul risorgimento e soprattutto sulla sua celebre frase: "Lo stato italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l'Italia meridionale e le isole, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono d'infamare col marchio di briganti" (Ordine Nuovo 1920).
Medley di Brigante se more e Il bersagliere ha cento penne.
Paolo Brini 22/10/2014 - 08:48
Interessantissima la discussione sull'origine della canzone, conclusasi con intervento diretto dell'autore. Per quanto mi riguarda, aggiungerei una nota linguistica. Il testo della canzone, si dice in calce, è in "lingua napoletana"; ebbene, in napoletano il nesso "st" non viene MAI pronunciato "sht",come lascia pensare la scrittura col "gancetto" sulla s usato nel testo da voi riportato, cosa che, al contrario, è corretta per i nessi similari sp, sc ('a shcuppetta) etc. Non sono napoletano, ma ho passato sedici anni a Napoli, conosco il quartiere "Stella" e varie altre parole con tale nesso (del resto basta l'ascolto della versione originale interpretata da "Musicanova" per verificare la pronuncia). Comprendo che si tratta di questione di minima importanza rispetto a quella dell'autorialità, ma conoscendo l'acribia linguistica dell'ottimo Venturi spero che voglia accogliere questa mia precisazione. Ad maiora.
Luigi 8/11/2014 - 09:44
La accolgo senz'altro, Luigi, anche perché la mia grafia è derivata direttamente dall'ascolto della canzone; e ci sono alcune cose da dire. La prima è che sugli autori della canzone, Carlo D'Angiò e Eugenio Bennato, tutto si può discutere fuorché della loro napoletanità; la seconda è che, all'interno della napoletanità linguistica, come di ogni altra realtà del genere esistente al mondo, esiste e deve esistere il fenomeno dell' idioletto. Cosa che vivo, ad esempio, sulla mia pelle, ovviamente inserendomi in un diverso contesto: nato a Firenze, di madre dell'Isola d'Elba e vissuto a lungo a Livorno tanto da considerarmi -caratterialmente- più livornese che fiorentino, tutto questo si riflette nel mio eloquio e nel mio modo di scrivere, pur essendo perfettamente capace di esprimermi sia in fiorentino popolare, sia in livornese dello stesso timbro. Tutto questo per dirti che, in linea di massima... (continuer)
Riccardo Venturi 9/11/2014 - 01:56
Mi sono un po' perso sull'idioletto. Cioè quel che scrive Riccardo e' senz'altro vero ma ciò non toglie che Luigi abbia ragione nell'affermare che Carlo D'Angio' nella registrazione originale pronunci chiaramente 'sta e non 'šta (fra l'altro nel primo verso non c'è il segno diacritico) e soprattutto bbestemmiə e non bbeštemmiə. Dico bene?
Lorenzo 10/11/2014 - 12:59
la band rock sulcitana, reintrepreta il noto brano lucano.
I Golaseca firmano l'arrangiamento delle musiche e l'arrangiamento del testo. nel brano il featuring di Sergio Piras ,cantante dei Tamurita e di Pierpaolo Meloni al flauto traverso.
La regia del video è affidata ad Alessio Zara e la fotografia a Daniele Atzori.
I Golaseca firmano l'arrangiamento delle musiche e l'arrangiamento del testo. nel brano il featuring di Sergio Piras ,cantante dei Tamurita e di Pierpaolo Meloni al flauto traverso.
La regia del video è affidata ad Alessio Zara e la fotografia a Daniele Atzori.
BANDITI SI MUORE
(continuer)
(continuer)
envoyé par dq82 11/7/2015 - 22:00
NAPOLI - È morto a causa di un cancro, Carlo D’Angiò. La faccia quieta e coraggiosa e tenace del ritmo folk di Napoli. Fondatore della Nuova Compagnia di Canto Popolare – negli anni Settanta – accanto al maestro Roberto De Simone e a Eugenio Bennato, per una ricerca essenziale e puntuale sulle radici e l’identità delle canzoni popolari, militò più tardi nel progetto Musicanova, ancora con Bennato, e poi con Teresa De Sio e Tony Esposito.
Prima di andarsene ha voluto registrare ancora una volta con Eugenio Bennato, amico e compagno di sempre, con cui aveva fondato la Nuova Compagnia di Canto Popolare e poi i Musicanova, al cui fondamentale repertorio ha fatto ricorso ancora una volta, l'ultima volta: chissà se e quando sentiremo quel pezzo. Poi se n'è andato nell'affetto dei suoi cari: la moglie Liliana, i figli Adriano e Arianna, lo stesso Bennato, Pietra Montecorvino.
Carlo D'Angiò, il... (continuer)
Prima di andarsene ha voluto registrare ancora una volta con Eugenio Bennato, amico e compagno di sempre, con cui aveva fondato la Nuova Compagnia di Canto Popolare e poi i Musicanova, al cui fondamentale repertorio ha fatto ricorso ancora una volta, l'ultima volta: chissà se e quando sentiremo quel pezzo. Poi se n'è andato nell'affetto dei suoi cari: la moglie Liliana, i figli Adriano e Arianna, lo stesso Bennato, Pietra Montecorvino.
Carlo D'Angiò, il... (continuer)
L’artista non muore, non può morire. Può trasformarsi in un mito, in una luminosa meteora che è passata e ha lasciato un segno indimenticabile.
Carlo D’Angiò, primo fra tutti, ha trasformato con la sua voce i canti antichi della tradizione del sud in espressioni vive e antagoniste del mondo contemporaneo. L’energia di quella proposta ha conquistato anime e menti, coinvolgendo nuove generazioni e dando avvio ad una vera rivoluzione di costume di cultura e di arte.
“Brigante se more” l’abbiamo scritta insieme, in una serata di primavera del 1979. Toccava a noi dare una voce alla storia negata dell’insorgenza meridionale, intervenire creativamente dove la tradizione taceva, e rompere con una semplice melodia un silenzio che durava da oltre un secolo.
Quel canto è diventato un inno, l’inno del sud cantato da milioni di spiriti ribelli, e fin quando risuonerà, Carlo sarà sempre lì, presente e sorridente accanto a noi.
Eugenio Bennato
Napoli 6 settembre 2016
Carlo D’Angiò, primo fra tutti, ha trasformato con la sua voce i canti antichi della tradizione del sud in espressioni vive e antagoniste del mondo contemporaneo. L’energia di quella proposta ha conquistato anime e menti, coinvolgendo nuove generazioni e dando avvio ad una vera rivoluzione di costume di cultura e di arte.
“Brigante se more” l’abbiamo scritta insieme, in una serata di primavera del 1979. Toccava a noi dare una voce alla storia negata dell’insorgenza meridionale, intervenire creativamente dove la tradizione taceva, e rompere con una semplice melodia un silenzio che durava da oltre un secolo.
Quel canto è diventato un inno, l’inno del sud cantato da milioni di spiriti ribelli, e fin quando risuonerà, Carlo sarà sempre lì, presente e sorridente accanto a noi.
Eugenio Bennato
Napoli 6 settembre 2016
Ho letto con interesse la discussione e penso che questa bella canzone rispecchi i sentimenti e la coscienza dei "briganti", ma allo stesso tempo, proprio perché non è una canzone dell'epoca non si può sapere se i due versi incriminati sarebbero stati accettati dalle comunità dei combattenti. Manipolare i versi di una canzone spacciandoli per originali è sempre un operazione scorretta dal punto di vista letterario e artistico, ma ciò non significa che dal punto di vista storico ciò non abbia un senso. La canzone di Bennato e D'Angiò resta una interpretazione dei fatti ben documentata, ma comunque influenzata da ideologie e giudizi che non appartengono all'epoca narrata, ma agli anni settanta in cui era difficilissimo immedesimarsi nel tipo di fede cristiana, non proprio bigotta, e di fedeltà, neanch'essa bigotta, ai Borboni. Resta interessante comunque la posizione immaginata del brigante... (continuer)
Gianlu 22/10/2016 - 10:30
7 febbraio 2019
Брошены в угол гитара и бубен
(continuer)
(continuer)
envoyé par Evgeny Vinogradov (Евгений Виноградов) 7/2/2019 - 07:22
Fannan è il terzo album dei Kunsertu pubblicato nel 1990.[Wikipedia]
BRIGANTE SE MORE
(continuer)
(continuer)
envoyé par Giovanni 26/10/2019 - 17:19
Medley di Brigante se more e Il bersagliere ha cento penne de Banda POPolare dell'Emilia Rossa
Briganti e partigiani
dall'album Rivoluzione permanente (2013)
Briganti e partigiani
dall'album Rivoluzione permanente (2013)
Dq82 28/10/2020 - 13:08
Vulesse addeventare nu brigante
I WISH I COULD BECOME
(continuer)
(continuer)
envoyé par Pierfrancesco La Mura 17/10/2010 - 09:26
Sembra che la musica non sia affatto "una tarantella del XVII secolo", da dove proviene questa informazione?
Lorenzo 8/2/2011 - 00:28
No davvero, le altre versioni in italiano sono sbagliate, lasciate solo quella di Carmen:
per' = piede, non petto;
'nguacchiare = sporcare (lett. pasticciare), non scagazzare (altrimenti si perde la finezza xD).
palomma = colomba, non gabbiano, i gabbiani stanno sulle coste, i briganti nell'entroterra, forse nessun brigante ha mai visto un gabbiano in vita sua;
tamorra = tamorra (un tipo di tamburo, in italiano si può lasciare tamorra), NON TARANTOLA per carità!
Ciao
per' = piede, non petto;
'nguacchiare = sporcare (lett. pasticciare), non scagazzare (altrimenti si perde la finezza xD).
palomma = colomba, non gabbiano, i gabbiani stanno sulle coste, i briganti nell'entroterra, forse nessun brigante ha mai visto un gabbiano in vita sua;
tamorra = tamorra (un tipo di tamburo, in italiano si può lasciare tamorra), NON TARANTOLA per carità!
Ciao
Marco 29/8/2013 - 12:10
Il testo e le note dal libretto dell'LP originale
da notare che il testo non riporta il nennane'
da notare che il testo non riporta il nennane'
VULESSE ADDEVENTARE NU BRIGANTE
(continuer)
(continuer)
Vento del sud
(1981)
Testo e musicsa di Eugenio Bennato e Carlo D'Angiò
dall'album "Festa Festa"
Eugenio Bennato e Carlo D’Angiò (voci e chitarre), Maria Luce Cangiano (voce), Pippo Cerciello (violino), Mauro Di Domenico (chitarre e mandoloncello), Riccardo Romei (basso elettrico), Alfio Antico (tamburello) e John Perilli (fiati).
Testo e musicsa di Eugenio Bennato e Carlo D'Angiò
dall'album "Festa Festa"
Eugenio Bennato e Carlo D’Angiò (voci e chitarre), Maria Luce Cangiano (voce), Pippo Cerciello (violino), Mauro Di Domenico (chitarre e mandoloncello), Riccardo Romei (basso elettrico), Alfio Antico (tamburello) e John Perilli (fiati).
A storia è cuminciata cu e Savoia e ch'amm'a fa
(continuer)
(continuer)
6/9/2016 - 15:32
J’ai traduit ce texte à partir de vagues connaissances de dialecte du sud de l’Apulie (dialecte de la ville de Canosa).
Du fait de fortes similitudes propres aux dialectes méridionaux je peux proposer cette traduction approximative.
Merci à tout contributeur qui pourra améliorer et corriger ses défauts.
Voici quelques explications sur des termes spécifiques.
Du fait de fortes similitudes propres aux dialectes méridionaux je peux proposer cette traduction approximative.
Merci à tout contributeur qui pourra améliorer et corriger ses défauts.
Voici quelques explications sur des termes spécifiques.
VENT DU SUD
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bordiga 7/12/2019 - 18:09
Canto allo scugnizzo
Carissimo Gianfranco, come sicuramente hai visto, per Tarantella per uno scugnizzo di tanti anni fa è stata approntata una pagina autonoma. Con questo ti inviterei, quando hai canzoni come questa, a non inserirle in aggiunta a pagine già esistenti, ma a costruire a tua volta una pagina (anche gli "esterni" possono farlo agevolmente col comando Invia una nuova canzone in alto a sinistra nella homepage). Per ogni eventuale chiarimento puoi scrivere alla casella di posta, magari rivolgendoti al Webmaster che è molto più bravo e competente di me nelle questioni tecniche. Comunque, anche un po' osservando come si costruisce sia pur rapidamente una pagina (ad esempio quella sulla canzone appena inviata), credo che potrai avere qualche indicazione utile. Unica cosa che raccomando a te come a tutti: nelle pagine sono bandite le "tutte maiuscole", sia nei titoli che, soprattutto, nei testi. Altre... (continuer)
Riccardo Venturi 7/11/2014 - 19:49
Carissimo Riccardo - ti ringrazio per i consigli. Per la sintassi che ho, ad oggi, utilizzato:
- ho messo i titoli in caratteri maiuscoli se erano tali nell'originale (libri, copertine dei dischi o libretti allegati) - p.s. questo in quanto non ho l'abitudine, che io sconsiglio, di copiare testi o notizie da altri siti (specialmente se non si controlla il contenuto o se non si fanno controlli incrociati) ma li prendo, con fatica, dalla mia povera discoteca. Quindi considero l'inviarvi il titolo nel formato corretto una forma di rispetto dell'intero originale letterario, come pure i corretti salti di riga, un accurato controllo del testo etc.
- gli "effluvi" etc. sono un modo (ascii) di delimitare blocchi di testo (che però, a quanto pare, sono rimasti nel limbo ccg) e/o di richiedere se siano inseriti in un riquadro.
Naturalmente, in entrambi i casi precedenti, sono sufficienti due (ripeto... (continuer)
- ho messo i titoli in caratteri maiuscoli se erano tali nell'originale (libri, copertine dei dischi o libretti allegati) - p.s. questo in quanto non ho l'abitudine, che io sconsiglio, di copiare testi o notizie da altri siti (specialmente se non si controlla il contenuto o se non si fanno controlli incrociati) ma li prendo, con fatica, dalla mia povera discoteca. Quindi considero l'inviarvi il titolo nel formato corretto una forma di rispetto dell'intero originale letterario, come pure i corretti salti di riga, un accurato controllo del testo etc.
- gli "effluvi" etc. sono un modo (ascii) di delimitare blocchi di testo (che però, a quanto pare, sono rimasti nel limbo ccg) e/o di richiedere se siano inseriti in un riquadro.
Naturalmente, in entrambi i casi precedenti, sono sufficienti due (ripeto... (continuer)
Riturnella
anonyme
Canzone popolare calabrese
A folksong from Calabria
Chant populaire calabrais
Λαïκό τραγούδι από Καλαβρία
Interpretazioni:
- Eugenio Bennato (in "Musicanova", 1979)
- Kalamu
- Il Parto delle Nuvole Pesanti
- Antonino Cavallaro
In calabrese, la riturnella e la rìnnina sono la stessa cosa: la rondine. Ed è una rondine che dovette aspettare il grande Eugenio Bennato e il 1978, quando nello storico album Musicanova ne diede una bellissima, suggestiva interpretazione che ha dovuto aspettare quella dei Kalamu, calabresi, per avere un suo pari. Ma Riturnella è probabilmente uno dei più antichi canti popolari calabresi, e non a caso è un canto di allontanamento e di emigrazione. Come se ne parla di queste cose nella canzone popolare? Sbaglierebbe chi credesse di leggere, nella voce del popolo dei tempi andati, accenni alla durezza di questa condizione; piuttosto, l'emigrazione era vista... (continuer)
A folksong from Calabria
Chant populaire calabrais
Λαïκό τραγούδι από Καλαβρία
Interpretazioni:
- Eugenio Bennato (in "Musicanova", 1979)
- Kalamu
- Il Parto delle Nuvole Pesanti
- Antonino Cavallaro
In calabrese, la riturnella e la rìnnina sono la stessa cosa: la rondine. Ed è una rondine che dovette aspettare il grande Eugenio Bennato e il 1978, quando nello storico album Musicanova ne diede una bellissima, suggestiva interpretazione che ha dovuto aspettare quella dei Kalamu, calabresi, per avere un suo pari. Ma Riturnella è probabilmente uno dei più antichi canti popolari calabresi, e non a caso è un canto di allontanamento e di emigrazione. Come se ne parla di queste cose nella canzone popolare? Sbaglierebbe chi credesse di leggere, nella voce del popolo dei tempi andati, accenni alla durezza di questa condizione; piuttosto, l'emigrazione era vista... (continuer)
Tu rìnnina chi vai
(continuer)
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envoyé par Riccardo Venturi 11/10/2012 - 23:53
D'après la version italienne de Riccardo Venturi
d'une chanson populaire calabraise – Riturnella – anonyme
Interprétations:
- Eugenio Bennato (dans "Musicanova", 1979)
- Kalamu
- Il Parto delle Nuvole Pesanti
- Antonino Cavallaro
En calabrais, la riturnella et e la rìnnina sont la même chose : l'hirondelle. Et c'est une hirondelle qui dut attendre le grand Eugenio Bennato et 1978, quand dans son album historique Musicanova, il donna la très belle, très suggestive interprétation qui dut attendre celle de Kalamu, un groupe calabrais, pour avoir son pair. Riturnella est probablement un des plus anciens chants populaires calabrais, et ce n'est pas un hasard si c'est un chant d'éloignement et d'émigration. Comment parle-t-on de ces choses dans la chanson populaire ? Il se tromperait celui qui croirait entendre, dans la voix de peuple des temps passés, des références à la dureté de cette... (continuer)
d'une chanson populaire calabraise – Riturnella – anonyme
Interprétations:
- Eugenio Bennato (dans "Musicanova", 1979)
- Kalamu
- Il Parto delle Nuvole Pesanti
- Antonino Cavallaro
En calabrais, la riturnella et e la rìnnina sont la même chose : l'hirondelle. Et c'est une hirondelle qui dut attendre le grand Eugenio Bennato et 1978, quand dans son album historique Musicanova, il donna la très belle, très suggestive interprétation qui dut attendre celle de Kalamu, un groupe calabrais, pour avoir son pair. Riturnella est probablement un des plus anciens chants populaires calabrais, et ce n'est pas un hasard si c'est un chant d'éloignement et d'émigration. Comment parle-t-on de ces choses dans la chanson populaire ? Il se tromperait celui qui croirait entendre, dans la voix de peuple des temps passés, des références à la dureté de cette... (continuer)
RITOURNELLE
(continuer)
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envoyé par Marco Valdo M.I. 28/12/2012 - 18:04
Canzone della Basilicata
(1980)
In versione strumentale da "Briganti se more" di Musicanova (1980) con il titolo "A la terra di Basilicata"
"La Basilicata era uno dei temi musicali che mi venivano richiesti, e riguardava appunto il paesaggio, forse più precisamente il paesaggio come appare a chi viene da Napoli.
Nacque una melodia che accompagnava le panoramiche su quelle vallate e su quelle colline, una musica per quelle terre descritte dal pittore letterato Carlo Levi che vi soggiornò in confino politico e che pittoricamente le descrisse nel romanzo Cristo si è fermato a Eboli.
Alla musica aggiunsi un testo, che scrissi subito dopo per sottolineare la civiltà di quella gente che nella Storia non aveva mai portato guerra a nessuno, ma la guerra l'aveva sempre subita in casa con le invasioni e le dominazioni che nei secoli si erano succedute.
E se cito la città di Torino non è la Torino dell'intrigo di Cavour,... (continuer)
In versione strumentale da "Briganti se more" di Musicanova (1980) con il titolo "A la terra di Basilicata"
"La Basilicata era uno dei temi musicali che mi venivano richiesti, e riguardava appunto il paesaggio, forse più precisamente il paesaggio come appare a chi viene da Napoli.
Nacque una melodia che accompagnava le panoramiche su quelle vallate e su quelle colline, una musica per quelle terre descritte dal pittore letterato Carlo Levi che vi soggiornò in confino politico e che pittoricamente le descrisse nel romanzo Cristo si è fermato a Eboli.
Alla musica aggiunsi un testo, che scrissi subito dopo per sottolineare la civiltà di quella gente che nella Storia non aveva mai portato guerra a nessuno, ma la guerra l'aveva sempre subita in casa con le invasioni e le dominazioni che nei secoli si erano succedute.
E se cito la città di Torino non è la Torino dell'intrigo di Cavour,... (continuer)
E che ne saccio d'a Basilicata
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envoyé par Lorenzo Masetti 26/2/2011 - 15:35
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Una delle poche scampate all'attacco fu una giovane sposa, Cornelia Tasso. Questi avvenimenti hanno tanto impressionato suo fratello minore, il poeta Torquato Tasso, da spingerlo a scrivere la Gerusalemme Liberata.
Qui riportiamo la versione cantata da Marco Beasley nel disco "La porta d'oriente" (dal cui libretto abbiamo ripreso le informazioni qui riportate) realizzato nel 2020, con Kiya Tabassian, suonatore di setar iraniano.