Ataï (... – Fonimoulou, 1º settembre 1878) guerrigliero canaco della Nuova Caledonia. Originario di Komalé, presso La Foa, guidò nel 1878 l'insurrezione dei canachi contro i colonizzatori francesi. Dopo alcune importanti vittorie, che furono fonte di grande preoccupazione per l'amministrazione coloniale della Terza Repubblica, fu ucciso da un ausiliario canaco al servizio dei francesi.
Costretto dai colonizzatori francesi a lasciare Komalé, Ataï trovò rifugio nel penitenziario di La Fonwhari a Pwero (odierna La-Barrière-d'Ataï). Nel 1878, a Téremba, Ataï, svuotando un sacco di terra, disse al governatore francese Léopold de Pritzbuer "Questo è ciò che avevamo", e poi, svuotando un sacco di pietre, "Questo è ciò che mi hai lasciato". Quando de Pritzbuer gli consigliò di costruire recinzioni per proteggere le sue coltivazioni dai danni provocati dal bestiame dei coloni,... (Continues)
Sur une terre de pas plus de quarante mille âmes vivait un guerrier qu'on appelait Ataï (Continues)
En juin 2014, lors de l'opération militaire israélienne “Bordure protectrice” à Gaza, 4 enfants palestiniens sont morts sur une plage alors qu'ils jouaient au football, tués par des missiles.
Inspiré par les récentes opérations de répression menées par Tsahal au cœur de la bande de Gaza, le morceau « GAZA Soccer Beach » interroge l’auditeur sur notre capacité à se sentir concerné face à l’injustice criante vécue par les Gazaouis. Plus largement le titre « GAZA Soccer Beach » tente de susciter l’adhésion de l’opinion publique en faveur des victimes civiles palestiniennes qui ne cessent d’augmenter chaque jour et dont la grande partie s’avère être des enfants.
L’intégralité des bénéfices générés par ce morceau sera reversée à l’association NCAA qui participe à l’émancipation de la population Palestinienne en oeuvrant dans les secteurs culturel et artistique.
Un vieux ballon sur une jeune poitrine (Continues)
Con Paris, Oct61 un’altra canzone che racconta del terribile 17 ottobre 1961 a Parigi, la “nuit noire” nel corso della quale la polizia fascista e razzista del prefetto Maurice Papon (già prefetto della Gironde tra il 1942 e il 1944, durante il regime di Vichy) si scatenò contro un corteo di algerini e maghrebini che manifestava per l’indipendenza dell’Algeria (mentre erano già in corso negoziati tra Francia e FLN) e contro gli omicidi extragiudiziali compiuti quasi quotidianamente dalle forze dell’ordine contro gli immigrati nord-africani. L’ordine del massacro venne direttamente da Papon che dichiarò in radio e televisione “Per ogni colpo dato ne restituiremo dieci”… Ma fu peggio di una decimazione: ai 300 maghrebini uccisi nel corso del 1961 se ne aggiunsero altre decine (tra i 50 e i 200, non è mai stato possibile appurare il numero esatto) assassinati... (Continues)
Alger, capitale, au commencement des « sixties » (Continues)
Altra canzone dedicata a Denis Mukwege, "l'uomo che ripara le donne" vittime di violenza sessuale, violenza che durante la guerra del Congo è diventata una vera e propria arma.
E di donne violentate come arma durante la guerra se ne ha notizia dal "ratto delle Sabine" in poi...
E se talvolta la Nobelstiftelsen, la Fondazione Nobel, che assegna i premi ogni anno, ha preso delle grandi cantonate (si pensi a Kissinger o ad Obama), in questo caso non può che trovarci d'accordo
E ci piace notare che Marco Valdo M.I. già nel 2009 aveva scritta una canzone omonima che parlava di Denis Mukwege.
Che anche lui faccia parte della Fondazione?
Merci à DQ 82 et aux CCG d’avoir relevé cette « coïncidence ». J’en profite pour redire mon plein soutien au « docteur qui répare les femmes »
Cependant, je tiens à rassurer les amis, la seule fondation à laquelle Marco Valdo M.I. a apporté sa contribution est la Fondazione Carlo Levi (Roma), au temps où Guido Sacerdoti en était président.
On peut en trouver trace sur le site de la Filef, qui a repris l’intégralité du petit livre que j’avais écrit pour présenter Carlo Levi au musée de Mariemont en 2005 :
« Carlo Levi antifasciste italien – Peintre et écrivain »
[2005]
Parole e musica di Médine Zaouiche (1983-), rapper francese di origine algerina
Il brano che chiude e dà il titolo all’album “Jihad, le plus grand combat est contre soi-même”
La guerra come stato esistenziale dell’essere umano...
La stessa convinzione di Tim Buckley nella sua No Man Can Find The War...
L’unica “guerra santa” non può che essere quella contro se stessi, per sradicare l’odio ed il male che si annida nel nostro profondo...
Quelques milliards d'années pour un retour en arrière (Continues)
Album: 11 Septembre, Récit du 11ème Jour (2004)
Ft: Aboubakr
Scritta dopo l'11 settembre una risposta articolata, da parte di un musulmano, all'islamofobia dilagante in Francia e in occidente. Il gruppo condanna i terroristi responsabili dell'11 settembre ma non risparmia la società occidentale e i suoi ghetti.
Storyteller
Ataï (... – Fonimoulou, 1º settembre 1878) guerrigliero canaco della Nuova Caledonia. Originario di Komalé, presso La Foa, guidò nel 1878 l'insurrezione dei canachi contro i colonizzatori francesi. Dopo alcune importanti vittorie, che furono fonte di grande preoccupazione per l'amministrazione coloniale della Terza Repubblica, fu ucciso da un ausiliario canaco al servizio dei francesi.
Costretto dai colonizzatori francesi a lasciare Komalé, Ataï trovò rifugio nel penitenziario di La Fonwhari a Pwero (odierna La-Barrière-d'Ataï). Nel 1878, a Téremba, Ataï, svuotando un sacco di terra, disse al governatore francese Léopold de Pritzbuer "Questo è ciò che avevamo", e poi, svuotando un sacco di pietre, "Questo è ciò che mi hai lasciato". Quando de Pritzbuer gli consigliò di costruire recinzioni per proteggere le sue coltivazioni dai danni provocati dal bestiame dei coloni,... (Continues)