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Author Odetta

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Ballad of Easy Rider

Ballad of Easy Rider
[1969]
Scritta da Roger McGuinn a partire da un appunto offertogli da Bob Dylan, il quale però non volle essere accreditato coma coautore.
Brano che chiude il film di Dennis Hopper e Peter Fonda, autori e protagonisti.
Belle anche le versioni dei Fairport Convention e di Odetta

"Tutto quel che voleva era essere libero / E questo è il modo in cui è finita / Scorri fiume scorri lascia che le tue acque scorrano lavando..."

La fine del sogno della libertà, stroncato in modo violento, insensato e banale per mano di mostri bipedi spesso insignificanti che è difficile chiamare umani, gli stessi di sempre, quelli che ancora oggi continuano ad insanguinare ed insozzare l'America e il mondo, e a trasformare il sogno in incubo...
The river flows
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2020/10/15 - 18:04
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Ramblin' Round

Ramblin' Round
[1941]
Parole di Woody Guthrie
Sulla melodia di "Goodnight, Irene" incisa da Leadbelly nel 1933.
Il brano si trova in parecchie raccolte, a partire da “Columbia River Ballads” (o “Columbia River Collection”)
Interpretata anche da Bob Dylan, Odetta e Barbara Dane.
Testo trovato su woodyguthrie.org
Ramblin' around your city,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2017/2/19 - 17:25
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This Little Light of Mine

This Little Light of Mine
“This Little Light of Mine” è un gospel per bambini scritto intorno al 1920 da Harry Dixon Loes (1895-1965), un compositore di inni cristiani, un bianco.
Ma nei primi anni 50 l'inno venne adottato dal movimento per i diritti civili, in seno al quale il testo venne elaborato da attiviste afroamericane come Zilphia Horton e Fannie Lou Hamer.
Celebri le esecuzioni di Betty Fikes, The Seekers e Odetta.

Ma ho voluto attribuire il brano a Sam Cooke – che ne diede una magnifica interpretazione nello splendido “Live at The Copa”, 1964, uno dei miei dischi preferiti – perchè il grande cantautore, troppo presto scomparso, volle portare una canzone intonata nelle marce per i diritti civili all'interno dei nightclub, facendo in modo che il movimento e le sue rivendicazioni di giustizia e di pace acquistassero un audience maggiore rispetto a quella sua propria.
Una sensibilità che l'autore di A Change... (Continues)
A-amen a-amen a-amen
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2017/2/15 - 23:39
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All the Pretty Little Horses (Hush-a-Bye)

Anonymous
All the Pretty Little Horses (Hush-a-Bye)
[XIX secolo, o precedente]

Esistono molte versioni di questa celebre lullaby americana, e moltissimi gli interpreti: da Odetta a Pete Seeger, dai Chieftains a Nick Cave, da Peter, Paul and Mary a Víctor Jara... Quella qui di seguito riportata è contenuta nella raccolta “American Ballads and Folk Songs” (1934) curata da John ed Alan Lomax, padre e figlio, grandi etnomusicologi ai quali si deve in buona parte la salvaguardia del patrimonio musicale folklorico, bianco e nero, del sud degli States.

Lo stesso Alan Lomax interpreta il brano nel suo album “Texas Folk Songs”, dove è accompagnato da Guy Carawan alla chitarra e la banjo e da John Cole all'armonica.

“The slave women who worked in the fields and the house not only had to look after their own children, but those of their white mistresses as well. Thus, many Southerners remember being rocked to sleep by their "black mammies." This song,... (Continues)
Hush-a-bye, don't you cry
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/9/4 - 22:19
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Cotton Fields

Cotton Fields
[1940]
Parole e musica di Huddie Ledbetter, detto Leadbelly, che incise questo brano autobiografico nel 1940. Però i primi ad includere la canzone in album e a renderla uno standard, non solo della musica nera (dato anche il suo ritmo originario, comunque “country”) furono Odetta (“The Tin Angel”, 1954, con Lawrence B. Mohr) ed Harry Belafonte (“Belafonte Sings the Blues”, 1958).
Poi le moltissime cover, fra cui spiccano quelle dei Beach Boys e dei Creedence Clearwater Revival, nonchè quelle dei soliti “saccheggiatori” Johnny Cash ed Elvis Presley.

Propongo questo brano perchè, al di là del suo ritmo scanzonato, racconta della durezza della vita dei neri nel profondo sud degli USA alla fine dell’800, quando Leadbelly era un bimbo. I campi di cotone a perdita d’occhio erano il solo paesaggio, che la raccolta andasse bene e il prezioso vegetale non marcisse a causa del parassita “boll weevil”... (Continues)
When I was a little baby
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/2/8 - 22:03
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Timber (Jerry the Mule)

Timber (Jerry the Mule)
[19??]
Ancora una canzone attribuita a Josh White, da lui più volte incisa negli anni 50 e 60. Ma – come denuncia il titolo stesso del primo album di White in cui è contenuta, “Spirituals and Ballads”, pubblicato dalla Nuova Mayor di Milano (!) nel 1952 – il testo risale sicuramente ad una work song precedente di autore anonimo. Un testo simile si trova col titolo “Mule On De Mount” nella raccolta “Mules and Men”, a cura di Zora Neale Hurston, pubblicata nel 1935.

Nelle note di un altro disco, “Josh At Midnight” del 1956, si può leggere quanto segue:

When Josh and Sam Gary wrote this song over ten years ago, they had in mind the Negro convicts in country road gangs which they frequently saw in their travels. Wondering how men could take the kind of treatment at which any mule would have balked, this song was a natural expression of their feeling. It's the story of a mule who had the sense... (Continues)
Got to pull this timber 'fore the sun goes down,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/2/8 - 16:16
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Blood

Blood
"Algiers refers to the anti-colonial struggle in general. The Algerian revolution was one of the first modern anti-colonial struggles and served as an inspiration for revolutionaries from Cuba to Mozambique, Oakland to Palestine. The Panthers had an office in Algiers; Eldridge and Kathleen Cleaver were exiled there in the late 60s/early 70s. In this way, the name also refers to a dissipated notion of common cause, a truly global consciousness in opposition to the elite cosmopolitanism we see today. Of course, we learned about this through a variety of secondary sources: [Gillo] Pontecorvo's film, the Sartre and Camus debate on revolutionary violence and Fanon's Toward The African Revolution. Morricone's score to The Battle Of Algiers and Pasolini's use of African-American gospel music, most notably Odetta's version of 'Sometimes I Feel Like a Motherless Child' in Il vangelo secondo Matteo,... (Continues)
Bernart Bartleby 2016/1/6 - 16:39

I'm on My Way

I'm on My Way
[18??]
Gospel di anonimo autore afroamericano
Ad inciderlo per primi furono forse quelli della Carter Family, negli anni 30 del secolo scorso.
Ovviamente la canzone esiste in numerose versioni. E’ ispirata a brani precedenti (come “I'm On My Way to Canaan Land”, o “I'll Journey On”) e ha ispirato brani successivi, come “On My Way” di Louis Armstrong (1958)
Famose anche le versioni offerte da Odetta, Mahalia Jackson e Nina Simone.
Si tratta certamente di un inno sacro che però si riferisce a qualcosa di molto terreno, all’Undeground Railroad, cammino segreto e organizzazione di sostegno che negli precedenti l’abolizione della schiavitù negli USA consentì a molti schiavi neri di fuggire verso gli Stati del nord e la libertà.

[Giugno 1942 - Versione degli Almanc Singers]
Una canzone tradizionale afroamericana, un gospel, ripreso e arrangiato dagli Almanac Singers.
Nel loro album intitolato... (Continues)
A song from "Underground Railroad" days, as sung these days by the Almanac Singers…
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/5/12 - 13:35
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Gesang, in Augenblicken Von keinem Hauch bewegt

Gesang, in Augenblicken Von keinem Hauch bewegt
[1956]
Versi di Wolfgang Weyrauch (1904-1980), scrittore, giornalista e attore tedesco (nella sua produzione usò spesso lo pseudonimo di Joseph Scherer). Il titolo originale della poesia è
“Gesang, um nicht zu sterben”, che è anche il titolo della raccolta pubblicata nel 1956.
(Tra parentesi le strofe che Fasia Jansen non canta)

Musica di Fasia Jansen, presente nella raccolta “Die Burg Waldeck Festivals 1964 – 1969”, dedicata ai grandi festival musicali all’aperto che si tennero negli anni 60 nell’Hunsrück, una regione al confine sud orientale tedesco. Vi parteciparono importanti artisti tedeschi e non solo, come Reinhard Mey e Hannes Wader, Odetta, Phil Ochs e Guy Carawan.

Una canzone contro la minaccia dell’Olocausto nucleare…
Gesang, in Augenblicken
(Continues)
2014/4/4 - 10:19
Song Itineraries: No Nukes
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Pastures of Plenty

Pastures of Plenty
The Asch Recordings Vol. 1 (1944)



Describing the travails and dignity of migrant workers in North America, it is evocative of the world described in John Steinbeck's The Grapes of Wrath. The tune is based on the ballad "Pretty Polly," a traditional English-language folk song from the British Isles that was also well known in the Appalachian region of North America.

Recorded by Pete Seeger, Harry Belafonte, Bob Dylan, Tom Paxton, Jesse Colin Young, Peter Tevis, Peter, Paul and Mary, Dave Van Ronk, Ramblin' Jack Elliot, Flatt and Scruggs, Will Geer, Kingston Trio, Country Joe McDonald, Odetta, The Alarm, Solas, Alison Krauss & Union Station, Paul Kelly, Lila Downs, Cisco Houston, Karl Denver, Scott H. Biram, The Travellers, Judy Collins, Jefferson Starship


Il pezzo fu arrangiato da Ennio Morricone e cantato da Peter Tevis per il film "Per un pugno di dollari" di Sergio Leone. (Ma Si veda qui questa osservazione di Cristian Veronesi)
It's a mighty hard row that my poor hands have hoed
(Continues)
2011/9/1 - 21:45
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Long Ago, Far Away

Long Ago, Far Away
[1962-1964]
Album "The Bootleg Series Vol. 9 – The Witmark Demos: 1962–1964" (2010)
Interpretata da Odetta

"[...] Ecco allora il punto: (a cinquant'anni di distanza), nonostante tutto, sarebbe un tradimento trattare queste canzoni solo come il reperto di un'epoca passata. Di sicuro l'America di Obama non è più quella di Emmett Till: ma, come suggerisce con amaro sarcasmo "Long Ago, Far Away", nascondersi dietro al fatto che i tempi sono cambiati non sarebbe altro che un modo per sottrarsi al cuore della questione.[...]
(Gabriele Benzing su OndaRock)
To preach of peace and brotherhood,
(Continues)
Contributed by Bartleby 2010/11/1 - 22:04
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Paths of Victory

Paths of Victory
[1963]
Si tratta di un outtake dell'album "The Times They Are A-Changin'" presente nei seguenti dischi:
"Witmark Demos", New York, December 1962 - June 1964, Off Beat Records;
"Broadside Ballads, Vol. 3: The Broadside Singers", Folkways Records, 1964;
"The Bootleg Series Volumes 1–3 (Rare & Unreleased) 1961–1991", Columbia, 1991;
Colonna sonora del film "North Country", regia di Niki Caro (2005). "Paths of Victory" è qui offerta nella versione resa da Cat Power (che – tra parentesi – mi fa abbastanza cacare...).

Una canzone sulla incessante lotta di una parte del genere umano per un mondo più giusto e più libero. Secondo me, non meno potente di A Change Is Gonna Come o di We Shall Not Be Moved o di We Shall Overcome...

Ma la versione cui Dylan stesso è forse più legato non è sua, ma di Odetta, in "Odetta Sings Dylan", RCA, 1965: "Fu Odetta ad accendere veramente il mio interesse... (Continues)
Trails of troubles,
(Continues)
Contributed by Alessandro 2010/3/26 - 22:49
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Midnight Special

Midnight Special
[1934]



Con canzoni come Chain Gang, Chimes Of Freedom, Folsom Prison Blues, I Shall Be Released, San Quentin e Walls Of Red Wing già presenti tra le CCG/AWS, beh, non poteva certo mancare questo classico che fu reso immortale da Leadbelly, ma la cui memoria si perde nelle roots americane più profonde.
Infatti le prime testimonianze scritte relative a questa “prison song” risalgono già ai primissimi anni del 900, e la prima incisione è del 1926 ad opera di Dave "Pistol Pete" Cutrell, il leader della formazione "McGinty's Oklahoma Cowboy Band". E bisogna anche dire che il primo nero ad incidere “Midnight Special Blues” non fu Leadbelly ma “Crying” Sam Collins nel 1929.
Ma nel 1934 John e Alan Lomax, i celebri cacciatori di folk songs, raccolsero la canzone dalla chitarra e dalla viva voce di un detenuto dell'Angola Louisiana State Prison, tale Huddie William Ledbetter, soprannominato "Lead... (Continues)
Well you wake up in the morning, hear the ding dong ring,
(Continues)
Contributed by Alessandro 2010/2/21 - 19:53
Song Itineraries: From World Jails
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No More Auction Block For Me (Many Thousands Gone)

Anonymous
No More Auction Block For Me (Many Thousands Gone)
Voglio salutare la bellissima canzone n. 9999 e la splendida non-canzone n.10000, tutti i collaboratori di questo magnifico sito e anche gli ineffabili Admins, pure se perfidi, con un paio di contributi.

Questo è il secondo.

Prima metà del XIX secolo (?)

L’“auction block” era il luogo del mercato dove gli schiavi neri venivano battuti all’asta… la “merce” veniva fatta salire su di un masso, o un palco in pietra o legno, perché potesse essere visionata meglio dai possibili acquirenti…

Stando a quanto sostiene Alan Lomax nel suo “The Folk Songs of North America”, la canzone ebbe origine in Canada dove nell’800, attraverso la cosiddetta “Underground Railroad”, una rete segreta di strade di fuga e di case di accoglienza, si rifugiarono decine di migliaia di afroamericani provenienti dagli Stati schiavisti.
Il testo della canzone compare per la prima volta nella collezione di Negro Spirituals... (Continues)
No more auction block for me, no more, no more
(Continues)
Contributed by Alessandro 2009/12/8 - 21:18
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Another Man Done Gone

Another Man Done Gone
Una celebre "prison song" incentrata sulle terribili "chain gang", le squadre di lavoratori forzati alla catena che furono fino alla fine degli anni '30 (ma anche oltre) non solo una vera e propria barbarie ma anche uno strumento diretto di repressione razzista contro gli afroamericani...

Raccolta da Aln Lomax nel 1943 dalla voce di Vera Hall (una tra i tanti musicisti neri misconosciuti saccheggiati da Moby nei suoi campionamenti... per esempio, della Hall e non di Moby è la bellissima "Trouble So Hard").

Poi interpretata e reinterpretata da molti artisti: Woody Guthrie, Johnny Cash, Eric Clapton, Odetta, Harry Belafonte...

"Hall's record, "Another Man Done Gone", was played on the BBC in 1943 as a highlight to American folk music. Also, "Another Man Gone" was played by Congress to commemorate the 75th anniversary of the Emancipation Proclamation." (en.wikipedia)
Another man done gone
(Continues)
Contributed by Alessandro 2008/12/9 - 22:55
Song Itineraries: From World Jails
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Bourgeois Blues

Bourgeois Blues
(Huddie Ledbetter / Alan Lomax)
recorded by : Billy Childish; Ry Cooder;
Tav Falco; Arlo Guthrie; Leadbelly; Taj Mahal;
Odetta; Pete Seeger.
Me and my wife went all over town
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2008/12/3 - 19:59
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Deep Blue Sea

Deep Blue Sea
[1963]
Album: "We Shall Overcome: The Complete Carnegie Hall Concert, June 8, 1963"

Seeger ha scritto e interpretato molte canzoni per bambini.
Questa è una lullaby su musica tradizionale. Mi risulta che sia stata interpretata anche da Odetta (album "Movin' It On" del 1987)
Deep blue sea, baby, deep blue sea,
(Continues)
Contributed by Alessandro 2008/11/5 - 09:47
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One Man's Hands

One Man's Hands
[1962]

Music - Pete Seeger
Original Words - Alex Comfort

Musica : Pete Seeger
Testo originale : Alex Comfort
Broadside #2

Interpretata anche da Odetta

http://www.peteseeger.net/songsby.htm


PETE SEEGER & FRIEND SEEDS - La pace è POSSIBILE

“Un giorno qualcuno raccoglierà i frutti generati dai semi di pace che sono stati gettati”.
“Un giorno qualcuno raccoglierà i frutti generati dai semi di pace che sono stati gettati”. Così mi diceva Donovan, durante un colloquio avvenuto più di un anno fa, quando in prossimità di recrudescenze belliche, all’ombra sinistra dell’11 Settembre, gli domandavo se la grande utopia che era stata cavalcata lungo gli anni ‘60 possedesse ancora un’effettiva legittimità. Di tutto il movimento legato alla musica che si è battuto con coraggio a sostegno delle ragioni della pace, Pete Seeger, il grande vecchio, è certamente il più incrollabile vessillo.... (Continues)
One man's hands can't tear a prison down
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2006/1/2 - 22:36




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