Author Uncle Tupelo
Shaky Ground
[1992]
Nell'album "March 16-20, 1992"
Nell'album "March 16-20, 1992"
In memory of a miner
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2020/10/4 - 18:26
Song Itineraries:
The War of Labour: Emigration, Immigration, Exploitation, Slavery
Criminals
[1992]
Scritta da Jay Farrar (Uncle Tupelo, Son Volt, Gob Iron e parecchi lavori da solista)
Nell'album "March 16–20, 1992"
Siamo tutti criminali in attesa di giudizio e le catene della legge le hanno forgiate uomini che hanno comprato e venduto loro stessi e che ci vorrebbero più calmi e tranquilli, ai loro piedi...
"I want a kinder, gentler nation", fu uno degli slogan di Bush Senior nella campagna del 1988 che lo portò alla presidenza degli USA l'anno seguente...
Scritta da Jay Farrar (Uncle Tupelo, Son Volt, Gob Iron e parecchi lavori da solista)
Nell'album "March 16–20, 1992"
Siamo tutti criminali in attesa di giudizio e le catene della legge le hanno forgiate uomini che hanno comprato e venduto loro stessi e che ci vorrebbero più calmi e tranquilli, ai loro piedi...
"I want a kinder, gentler nation", fu uno degli slogan di Bush Senior nella campagna del 1988 che lo portò alla presidenza degli USA l'anno seguente...
We've got two kinds here:
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2019/10/21 - 21:46
Grindstone
[1992]
Scritta da Jay Farrar (Uncle Tupelo, Son Volt, Gob Iron e parecchi lavori da solista)
Nell'album "March 16–20, 1992"
No, grazie, alla routine. No, grazie al lavorare sodo (letteralmente, la mola). No al "Prendi posto al fondo della coda, figliolo". No all'orologio della distruzione appeso sopra la testa. No ad una vita trascorsa in una nuvola di fumo, come morti viventi. No alla repressione se appena osi alzare la testa, e quelle manette strette che fanno ancora più male se non hai fatto nulla...
Scritta da Jay Farrar (Uncle Tupelo, Son Volt, Gob Iron e parecchi lavori da solista)
Nell'album "March 16–20, 1992"
No, grazie, alla routine. No, grazie al lavorare sodo (letteralmente, la mola). No al "Prendi posto al fondo della coda, figliolo". No all'orologio della distruzione appeso sopra la testa. No ad una vita trascorsa in una nuvola di fumo, come morti viventi. No alla repressione se appena osi alzare la testa, e quelle manette strette che fanno ancora più male se non hai fatto nulla...
If you find yourself standing
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2019/10/21 - 21:26
Song Itineraries:
The War of Labour: Emigration, Immigration, Exploitation, Slavery
Whiskey Bottle
[1989]
Scritta da Jay Farrar, Jeff Tweedy e Mike Heidorn
Nell'album "No Depression", 1990.
Un'altra splendida e molto politica canzone dai signori dell'alternative country... Bastano due versi, "Liquor & Guns, the sign says quite plain / Somehow life goes on in a place so insane”, ed il sogno americano è definitivamente sepolto...
C'è anche una foto sgranata che ritrae i nostri all'uscita da uno di questi empori dell'American Dream...
Jeff Tweedy, genio assoluto, lo sguardo sempre intenso, nonostante sia invecchiato parecchio...
Scritta da Jay Farrar, Jeff Tweedy e Mike Heidorn
Nell'album "No Depression", 1990.
Un'altra splendida e molto politica canzone dai signori dell'alternative country... Bastano due versi, "Liquor & Guns, the sign says quite plain / Somehow life goes on in a place so insane”, ed il sogno americano è definitivamente sepolto...
C'è anche una foto sgranata che ritrae i nostri all'uscita da uno di questi empori dell'American Dream...
Jeff Tweedy, genio assoluto, lo sguardo sempre intenso, nonostante sia invecchiato parecchio...
Persuaded, paraded, inebriated, in doubt
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2019/10/21 - 21:00
Graveyard Shift
[1989]
Scritta da Jay Farrar, Jeff Tweedy e Mike Heidorn
Nell'album "No Depression", 1990.
Una canzone potente e bellissima, nel testo e nella musica, per questi pionieri assoluti del nuovo country, poi battezzato alternative country... "Graveyard Shift" credo si traduca come "turno di notte"...
Jeff Tweedy, a fuckin' genius!
Scritta da Jay Farrar, Jeff Tweedy e Mike Heidorn
Nell'album "No Depression", 1990.
Una canzone potente e bellissima, nel testo e nella musica, per questi pionieri assoluti del nuovo country, poi battezzato alternative country... "Graveyard Shift" credo si traduca come "turno di notte"...
Jeff Tweedy, a fuckin' genius!
Hometown, same town blues
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2019/10/21 - 20:30
Song Itineraries:
The War of Labour: Emigration, Immigration, Exploitation, Slavery
Come All You Coal Miners
Il titolo completo dell'album è "Harlan County USA - Songs Of The Coal Miner's Struggle".
Incisa anche dagli Uncle Tupelo nel loro disco "March 16–20, 1992"
Incisa anche dagli Uncle Tupelo nel loro disco "March 16–20, 1992"
Bernart Bartleby 2014/7/22 - 09:57
Satan, Your Kingdom Must Come Down
Anonymous
Un blues country gospel registrato per primo nel 1931 da Blind Joe Taggart, uno dei tanti cantori/musicisti di strada ciechi degli anni 20 e 30.
Ripreso in seguito dagli Uncle Tupelo e più recentemente da Robert Plant nel suo disco “Band of Joy”, reunion con la sua band originaria pre-Led Zeppelin.
Propongo questo brano per il percorso su “Il Diavolo” ma anche per quello su “La guerra del lavoro: emigrazione, immigrazione, sfruttamento, schiavitù” perché mi pare che negli anni della Grande Depressione, quando “Satan, your kingdom must come down” fu inciso, l’invocazione fosse diretta contro la disoccupazione, la miseria, la fame che attanagliavano la popolazione americana e mondiale, mentre i ricchi che avevano fatto soldi a palate speculando sulla Grande Guerra già si preparavano alla seconda…
E poi ritengo che questa semplice preghiera – come lo sono spesso blues, gospel e spiritual... (Continues)
Ripreso in seguito dagli Uncle Tupelo e più recentemente da Robert Plant nel suo disco “Band of Joy”, reunion con la sua band originaria pre-Led Zeppelin.
Propongo questo brano per il percorso su “Il Diavolo” ma anche per quello su “La guerra del lavoro: emigrazione, immigrazione, sfruttamento, schiavitù” perché mi pare che negli anni della Grande Depressione, quando “Satan, your kingdom must come down” fu inciso, l’invocazione fosse diretta contro la disoccupazione, la miseria, la fame che attanagliavano la popolazione americana e mondiale, mentre i ricchi che avevano fatto soldi a palate speculando sulla Grande Guerra già si preparavano alla seconda…
E poi ritengo che questa semplice preghiera – come lo sono spesso blues, gospel e spiritual... (Continues)
Satan, your kingdom must come down
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/7/22 - 09:11
Song Itineraries:
The Devil, The War of Labour: Emigration, Immigration, Exploitation, Slavery
×
dal primo album della band, No Depression