Author Bots
Zeven dagen lang [incl. Son ar chistr]
Wat zullen we drinken
(Continues)
(Continues)
Contributed by Dq82 2024/6/2 - 20:52
Song Itineraries:
The War of Labour: Emigration, Immigration, Exploitation, Slavery
Cattia Salto e Riccardo Venturi, 7-6-2024 11:27
Per sette giorni
(Continues)
(Continues)
Contributed by Dq82 2024/6/2 - 20:57
Son ar chistr: La versione di Alan Stivell (1970)
Son ar chistr: Alan Stivell's version (1970)
Album: Reflets
“La canzone del Sidro” viene dalla Bretagna, ma non è un’antica aria bretone bensì una composizione popolare di Jean-Bernard e Jean-Marie Prima due giovanissimi agricoltori di Guiscriff (Morbihan), che nel 1929 una sera dell’estate, mentre si ultimava il lavoro di trebbiatura, con una tazza di sidro in mano, davano il via alla prima strofa «Yao jistr ‘ta Laou». Il brano è successivamente pubblicato da Polig Monjarret nel 1951 con il titolo “Ev jistr’ta laou” finche negli anni 70 Alan Stivell lo registra con il titolo “Son ar chistr” e lo consegna alla popolarità sovranazionale. A quanto mi sembra di capire leggendo l’articolo pubblicato in Musique bretonne (la rivista dell’associazione Dastum) -n 136 del 1995 pag 22 – i due sono compositori per le parole e la musica del brano... (Continues)
Son ar chistr: Alan Stivell's version (1970)
Album: Reflets
“La canzone del Sidro” viene dalla Bretagna, ma non è un’antica aria bretone bensì una composizione popolare di Jean-Bernard e Jean-Marie Prima due giovanissimi agricoltori di Guiscriff (Morbihan), che nel 1929 una sera dell’estate, mentre si ultimava il lavoro di trebbiatura, con una tazza di sidro in mano, davano il via alla prima strofa «Yao jistr ‘ta Laou». Il brano è successivamente pubblicato da Polig Monjarret nel 1951 con il titolo “Ev jistr’ta laou” finche negli anni 70 Alan Stivell lo registra con il titolo “Son ar chistr” e lo consegna alla popolarità sovranazionale. A quanto mi sembra di capire leggendo l’articolo pubblicato in Musique bretonne (la rivista dell’associazione Dastum) -n 136 del 1995 pag 22 – i due sono compositori per le parole e la musica del brano... (Continues)
Son Ar Chistr
(Continues)
(Continues)
Contributed by Dq82 2024/6/2 - 20:58
Nel 1980 Angelo Branduardi canta Gulliver (testo di Luisa Zappa su musica accreditata alla canzone tradizionale bretone)
Venite tutti, che strana meraviglia il mare ci portò,
(Continues)
(Continues)
Contributed by Dq82 2024/6/2 - 21:07
Questo inserimento non sarebbe stato possibile senza l'ausilio dell'articolo di Cattia Salto in terreceltiche.
Ho inserito la versione neerlandese come primo testo, in quanto è una CCG a tutti gli effetti.
Ho inserito la versione neerlandese come primo testo, in quanto è una CCG a tutti gli effetti.
Dq82 2024/6/2 - 21:09
Secondo me un riferimento nel titolo iniziale a "Son ar Chistr" (anche solo tra parentesi) è indispensabile.
I due giovani autori all’epoca erano soliti creare canzoni per rendere meno monotono il lavoro nei campi. Scritta in bretone Vannetais, fu raccolta in una versione parzialmente modificata da Jul Gwernig, padre di Youenn, allora sacrestano presso la parrocchia di Scaër. Divenne molto popolare tra il Pays Vannetais e la Cornouaille, poi col tempo le parole verranno un po’ modificate, aggiungendo distici, fu talvolta anche cambiato l’ordine, qualcuna di esse scomparità. Dopo la pubblicazione di Polig Monjarret nel 1951 come “Yao jistr ‘ta laou”, il titolo divenne “Ev jistr ‘ta laou” e in seguito perse l’apostrofo (“Yod jist ta Laou”), quindi “Ev chistr ‘ta Laou”, “Son ar jistr” fino al 1970 quando Alan Stivell la pubblicò finalmente come “Son ar Chistr” dapprima sul lato 2 del 45 giri FONTANA “Brocéliande”, quindi nell’LP “Reflets”.
Flavio Poltronieri
I due giovani autori all’epoca erano soliti creare canzoni per rendere meno monotono il lavoro nei campi. Scritta in bretone Vannetais, fu raccolta in una versione parzialmente modificata da Jul Gwernig, padre di Youenn, allora sacrestano presso la parrocchia di Scaër. Divenne molto popolare tra il Pays Vannetais e la Cornouaille, poi col tempo le parole verranno un po’ modificate, aggiungendo distici, fu talvolta anche cambiato l’ordine, qualcuna di esse scomparità. Dopo la pubblicazione di Polig Monjarret nel 1951 come “Yao jistr ‘ta laou”, il titolo divenne “Ev jistr ‘ta laou” e in seguito perse l’apostrofo (“Yod jist ta Laou”), quindi “Ev chistr ‘ta Laou”, “Son ar jistr” fino al 1970 quando Alan Stivell la pubblicò finalmente come “Son ar Chistr” dapprima sul lato 2 del 45 giri FONTANA “Brocéliande”, quindi nell’LP “Reflets”.
Flavio Poltronieri
Flavio Poltronieri 2024/6/3 - 19:48
Vorrei fare una precisazione a rigurado l'affermazione che il gwerz sia esclusivamente "un canto di stile giornalistico che riflette avvenimenti di interesse collettivo, locale, nazionale e, spesso, internazionale".
I gwerzioù sono cultura evolutiva che esprime saggezza popolare, talvolta anche a riguardo gli interrogativi o i movimenti che ritmano le stagioni e le epoche. Ciò poiché in quelle antiche società rurali dove naquero, gli individui non sempre erano in grado di svolgere da soli i compiti richiesti dalla vita agricola e vivere in società significava aiutarsi a vicenda per necessità vitali quotidiane. Ma ci sono gwerzioù che erano atti a compiere una specifica funzione in un dato momento, che avevano un senso preciso, anche riprovevole, come quello di far piangere una sposa. Alcuni gwerzioù danno voce a una espressione umana più intima, al terzo mondo dei Celti ("Ar bed arall"),... (Continues)
I gwerzioù sono cultura evolutiva che esprime saggezza popolare, talvolta anche a riguardo gli interrogativi o i movimenti che ritmano le stagioni e le epoche. Ciò poiché in quelle antiche società rurali dove naquero, gli individui non sempre erano in grado di svolgere da soli i compiti richiesti dalla vita agricola e vivere in società significava aiutarsi a vicenda per necessità vitali quotidiane. Ma ci sono gwerzioù che erano atti a compiere una specifica funzione in un dato momento, che avevano un senso preciso, anche riprovevole, come quello di far piangere una sposa. Alcuni gwerzioù danno voce a una espressione umana più intima, al terzo mondo dei Celti ("Ar bed arall"),... (Continues)
Flavio Poltronieri 2024/6/6 - 16:12
@ Flavio Poltronieri
Caro Flavio, naturalmente ho in qualche modo integrato la tua osservazione sulla natura e funzione del gwerz nell'introduzione che sto scrivendo. Dico "sto scrivendo", perché la inserisco via via che è pronta; purtroppo, sono molto lento perché sto facendo veramente una fatica del diavolo a scrivere (e a fare qualsiasi cosa compreso cuocermi il classico uovo al tegamino, sperando con questo di non dare fuoco alla casa, ai libri e a me stesso, nel qual caso ti saluto in anticipo). Visto questo inserimento a pezzi e bocconi, ti raccomando di dare costantemente un occhio (espressione che, in questo momento, è decisamente ironica) al saggio introduttivo, in modo che tu possa fare tutte le osservazioni che ritieni opportune. Grazie da Richard Le Luneux.
Caro Flavio, naturalmente ho in qualche modo integrato la tua osservazione sulla natura e funzione del gwerz nell'introduzione che sto scrivendo. Dico "sto scrivendo", perché la inserisco via via che è pronta; purtroppo, sono molto lento perché sto facendo veramente una fatica del diavolo a scrivere (e a fare qualsiasi cosa compreso cuocermi il classico uovo al tegamino, sperando con questo di non dare fuoco alla casa, ai libri e a me stesso, nel qual caso ti saluto in anticipo). Visto questo inserimento a pezzi e bocconi, ti raccomando di dare costantemente un occhio (espressione che, in questo momento, è decisamente ironica) al saggio introduttivo, in modo che tu possa fare tutte le osservazioni che ritieni opportune. Grazie da Richard Le Luneux.
Riccardo Venturi 2024/6/6 - 17:35
Caro Le Luneux
non bruciare niente poiché sono sicuro che tutto quello che ti circonda a casa è senz'altro preziosissimo e non credo di essere l'unico a pensarla così, piuttosto cibati solo di cose crude o fredde o inforca intanto fin che aspetti l'operazione, anche due fondi di bottiglia, che tanto quelle non ti mancheranno di sicuro...
Per venire ai gwerzioù utilizza pure se vuoi anche questo estratto da un mio articolo precedente su Terre Celtiche:
Denez Prigent: Il Faro Bretone
Il gwerz in antichità veniva chiamato dai cantastorie “lais” che vuol dire “poemetto”, a differenza dei canti religiosi o di leggenda, oppure dei canti di festa e d’amore che sono i “kentel” (anche “son” o “zon”). Il gwerz non è un racconto lineare, piuttosto un succedersi di quadri, divisi in atti proprio come le opere teatrali. Ascoltare un gwerz significa accettare di viverlo in prima persona, ovvero entrare... (Continues)
non bruciare niente poiché sono sicuro che tutto quello che ti circonda a casa è senz'altro preziosissimo e non credo di essere l'unico a pensarla così, piuttosto cibati solo di cose crude o fredde o inforca intanto fin che aspetti l'operazione, anche due fondi di bottiglia, che tanto quelle non ti mancheranno di sicuro...
Per venire ai gwerzioù utilizza pure se vuoi anche questo estratto da un mio articolo precedente su Terre Celtiche:
Denez Prigent: Il Faro Bretone
Il gwerz in antichità veniva chiamato dai cantastorie “lais” che vuol dire “poemetto”, a differenza dei canti religiosi o di leggenda, oppure dei canti di festa e d’amore che sono i “kentel” (anche “son” o “zon”). Il gwerz non è un racconto lineare, piuttosto un succedersi di quadri, divisi in atti proprio come le opere teatrali. Ascoltare un gwerz significa accettare di viverlo in prima persona, ovvero entrare... (Continues)
Flavio Poltronieri 2024/6/6 - 18:12
Richard Gwenndour ar Hanter Dall,
l'articolo a cui fa riferimento Dq82 in precedenza, contiene anche le note a riguardo la genesi della canzone, frutto di mie ricerche che, se ti servissero, nel dettaglio erano queste:
I due giovani autori all’epoca erano soliti creare canzoni per rendere meno monotono il lavoro nei campi. Scritta in bretone Vannetais, fu raccolta in una versione parzialmente modificata da Jul Gwernig, padre di Youenn, allora sacrestano presso la parrocchia di Scaër. Divenne molto popolare tra il Pays Vannetais e la Cornouaille, poi col tempo le parole verranno un po’ modificate, aggiungendo distici, fu talvolta anche cambiato l’ordine, qualcuna di esse scomparità. Dopo la pubblicazione di Polig Monjarret nel 1951 come “Yao jistr ‘ta laou”, il titolo divenne “Ev jistr ‘ta laou” e in seguito perse l’apostrofo (“Yod jist ta Laou”), quindi “Ev chistr ‘ta Laou”, “Son ar jistr”... (Continues)
l'articolo a cui fa riferimento Dq82 in precedenza, contiene anche le note a riguardo la genesi della canzone, frutto di mie ricerche che, se ti servissero, nel dettaglio erano queste:
I due giovani autori all’epoca erano soliti creare canzoni per rendere meno monotono il lavoro nei campi. Scritta in bretone Vannetais, fu raccolta in una versione parzialmente modificata da Jul Gwernig, padre di Youenn, allora sacrestano presso la parrocchia di Scaër. Divenne molto popolare tra il Pays Vannetais e la Cornouaille, poi col tempo le parole verranno un po’ modificate, aggiungendo distici, fu talvolta anche cambiato l’ordine, qualcuna di esse scomparità. Dopo la pubblicazione di Polig Monjarret nel 1951 come “Yao jistr ‘ta laou”, il titolo divenne “Ev jistr ‘ta laou” e in seguito perse l’apostrofo (“Yod jist ta Laou”), quindi “Ev chistr ‘ta Laou”, “Son ar jistr”... (Continues)
Flavio Poltronieri 2024/6/6 - 18:36
@ Flavio Poltronieri / Flav Kadorvrec'her
Ecco, sicuramente utilizzerò tutto nel "saggio introduttivo". Oggi mi sono dilettato con tonno, fagioli e cipolle, tutto rigorosamente freddo, e con un pizzico della mia "famosa" salsina piccante che, per fortuna, avevo già preparato quando ancora non ero mezzo cecàto. Tra parentesi, un po' di sidro bretone non mi farebbe dispiacere; ma non saprei dove trovarlo nei dintorni, visto che se intendessi recarmi ora in Bretagna sbaglierei direzione e mi ritroverei in un luogo imprecisato tra Decimomannu e Perdas de Fogu. Proseguo, integro ha mersi !
Ecco, sicuramente utilizzerò tutto nel "saggio introduttivo". Oggi mi sono dilettato con tonno, fagioli e cipolle, tutto rigorosamente freddo, e con un pizzico della mia "famosa" salsina piccante che, per fortuna, avevo già preparato quando ancora non ero mezzo cecàto. Tra parentesi, un po' di sidro bretone non mi farebbe dispiacere; ma non saprei dove trovarlo nei dintorni, visto che se intendessi recarmi ora in Bretagna sbaglierei direzione e mi ritroverei in un luogo imprecisato tra Decimomannu e Perdas de Fogu. Proseguo, integro ha mersi !
Riccardo Venturi 2024/6/6 - 18:48
Bots (1980)
Album / Albumi: Aufstehn
Album / Albumi: Aufstehn
Sieben Tage lang
(Continues)
(Continues)
Contributed by Dq82 2024/7/3 - 21:45
Son ar chistr: Versione originale
Son ar chistr: Original version
1951, Polig Monjarret: "Yaouankiz a gan, 15 chants bretons harmonisés"
Per cominciare, ecco il testo (dato qui in grafia unificata) della prima versione pubblicata a stampa nel da Polig Monjarret (Yaouankiz a gan, 15 chants bretons harmonisés, ed. Kendalc’h, 1951). Il testo è stato qui dato seguendo rigorosamente il kan ha diskan (cioè, senza indicazioni tipo “bis”, “2x” ecc.). Il kan è indicato in caratteri normali, il diskan indentato e in corsivo.
Son ar chistr: Original version
1951, Polig Monjarret: "Yaouankiz a gan, 15 chants bretons harmonisés"
Per cominciare, ecco il testo (dato qui in grafia unificata) della prima versione pubblicata a stampa nel da Polig Monjarret (Yaouankiz a gan, 15 chants bretons harmonisés, ed. Kendalc’h, 1951). Il testo è stato qui dato seguendo rigorosamente il kan ha diskan (cioè, senza indicazioni tipo “bis”, “2x” ecc.). Il kan è indicato in caratteri normali, il diskan indentato e in corsivo.
Son ar chistr
(Continues)
(Continues)
Astrakan Project [2021]
Tune : traditional / Jean Bernard and Jean-Marie Prima in 1928 (Brittany)
Lyrics : Sten Charbonneau/Yann Gourvil sur une proposition de Simone Alves (slightly inspired by Bots dutch “Zeven dagen lang”)
astrakanproject.bandcamp.com
Tune : traditional / Jean Bernard and Jean-Marie Prima in 1928 (Brittany)
Lyrics : Sten Charbonneau/Yann Gourvil sur une proposition de Simone Alves (slightly inspired by Bots dutch “Zeven dagen lang”)
astrakanproject.bandcamp.com
Seizh devezh
(Continues)
(Continues)
Contributed by Dq82 2024/7/4 - 11:11
Richard Gwenndour, 4-7-2024 16:09
Canzone del sidro (Continues)
Troidigezh italianek an droidigezh brezhonek gant Astrakan Project
Traduction italienne de la version bretonne d'Astrakan Project
Italian translation of the Breton version by Astrakan Project
Astrakan Projectin version italiankielinen käännös :
Richard Gwenndour, 4-7-2024 19:22
Non so esattamente chi sia l’autore del commento in inglese riportato da Dq82 a corredo della versione bretone di Astrakan Project, ma una cosa è certa: il commentatore non capisce nemmeno mezza parola di bretone. Altro che “slightly inspired” da Zeven dagen lang: direi che è tutto l’opposto. La versione bretone è decisamente “heavily inspired”: è un canto di lotta a tutto tondo, dove a un certo punto addirittura ci si rivolta (em sevel), anzi, si insorge. Il senso della canzone può essere meglio colto da questo ulteriore video:
Per questo motivo, ho voluto apporre qui un’immagine della lotta della GKN. Se quello... (Continues)
Traduction italienne de la version bretonne d'Astrakan Project
Italian translation of the Breton version by Astrakan Project
Astrakan Projectin version italiankielinen käännös :
Richard Gwenndour, 4-7-2024 19:22
Non so esattamente chi sia l’autore del commento in inglese riportato da Dq82 a corredo della versione bretone di Astrakan Project, ma una cosa è certa: il commentatore non capisce nemmeno mezza parola di bretone. Altro che “slightly inspired” da Zeven dagen lang: direi che è tutto l’opposto. La versione bretone è decisamente “heavily inspired”: è un canto di lotta a tutto tondo, dove a un certo punto addirittura ci si rivolta (em sevel), anzi, si insorge. Il senso della canzone può essere meglio colto da questo ulteriore video:
Per questo motivo, ho voluto apporre qui un’immagine della lotta della GKN. Se quello... (Continues)
Sette giorni
(Continues)
(Continues)
×
Nederlandstalige tekst / Testo neerlandese / Dutch lyrics / Paroles néerlandaises / Hollanninkieliset sanat:
Peter Koelewijn, Hans Sanders
Album / Albumi: Voor God En Vaderland
Son ar chistr:
Bretonse tekst / Testo bretone / Breton lyrics / Paroles bretonnes / Bretoninkieliset sanat:
Jean-Bernard Prima, Jean-Marie Prima, 1929
"Nel 1976, il gruppo olandese Bots fa una versione della canzone Bretone Son Ar Chistr, che spopola in Olanda e Germania, con il titolo "Zeven dagen lang" (For Seven Days – in italiano "Per sette giorni"). La melodia è la stessa melodia del brano bretone, ma con un testo rimaneggiato che lo fa diventare un canto sociale e politico." [Dq82]
1. Alle origini: Son ar chistr
Nella (complessa) tradizione del canto bretone, esiste una differenza fondamentale tra la son (fr. sône) e la gwerz. La prima è un canto aneddotico, che riflette -in modo generalmente... (Continues)