"Li volevo mandare io, i Lou Dalfin, vabbe', come occitano c'ho poca credibilità! ma lassù ho ripreso confidenza con la cose, quindi posso dire che ci sono anche un po' nato... e allora beccate questa, con tanto di traduzione, bella faccia, eh! Questa qui, "La vacha malha", è una canzone scatenata da ballare fino a stramazza', travolgente e divertentissima, non è contro la guerra delle armi, ma contro la guerra lo è, contro tutto 'sto sistema guerresco e guerreggiante e per nulla disposto a danzare, questo sistema che (a differenza della vacca e del porco) di ingiustizie e di violenza ci si nutre...arveise, arveise... !
[Alex Agus dal NG it.fan.musica.de-andre]
Ancora dall’album "Gibous, bagase e bandì" (1995).
La Michelin ilh a patit per la crisi endustriala, (continuer)
Si tratta della traduzione occitana de L'estaca di Lluís Llach, cui rimandiamo per il testo originale catalano. Facendo parte delle "CCG primitive", la pagina autonoma è stata mantenuta per l'intangibilità delle 600 canzoni originali di questo sito.
Una canzone di identità occitana, dove la cultura millenaria occitana e montanara viene contrapposta alla cultura globalizzante delle pianure e del capitale.
Non per niente questa canzone è diventata anche un inno NO TAV
Il pezzo è La beata, che significa proprio la ghigliottina. La storia è vera, la gang imperversava a metà Ottocento e fu ghigliottinata nel 1868. Oggi si punta il dito contro nordafricani e zingari, considerati bacini di arruolamento per la bassa manovalanza criminale, ma allora quel ruolo nel Sud della Francia era spesso rivestito dai Piemontesi. Spesso erano ex soldati incapaci di reinserirsi nella società dopo le guerre. Erano dei poco di buono, ma rappresentavano a modo loro la natura posticcia dei confini tra Italia e Francia. Le nostre vallate sono un mondo unico, di qua e di là dallo spartiacque, per lingua, cultura, storia e musica.
Da questa pagina"
Premetto che alcune parole le ho tradotte "a naso": non è provenzale, non quello che conosco io quantomeno, quindi potrei essermi sbagliata.
Un'osservazione storica, invece: quella dei soldati di Solferino è una licenza di Berardo, che è un poeta: nulla infatti dimostra - almeno a quanto ne ho potuto sapere io - che Coda-Zabetta (Giuseppe Coda Zabetta, questo il nome completo del capobanda torinese) abbia combattuto a Solferino, 7 anni prima di essere ghigliottinato, senza contare che al momento della morte aveva 35 anni, cioè 29 all'epoca della battaglia di Solferino; un po' troppi, forse, per un soldato. I suoi due complici erano originari del torinese (forse canavesano), Antonio Quaranta e di Bari Felice Nardi.
Di sicuro c'è solo il massiccio afflusso di piemontesi nel Var durante la seconda metà dell'ottocento (ed oltre); emigravano per sfuggire alla miseria ed alcuni per sfuggire alla... (continuer)
Si tratta della versione occitana de Le conscrit du Languedô (Fanfan) (la cui versione originaria era in francese). Manteniamo in questo caso la divisione in due canzoni distinte. Per la traduzione italiana si veda anche il canto originale francese.(RV)
La Rivolta dei Camisard (italianizzato Camisardi) fu una guerra con caratteristiche di guerriglia che durò dal 1702 al 1705 (con qualche rigurgito di ribellione proseguito fino al 1709), e che fu condotta da gruppi di Shakers e di Ugonotti protestanti della zona montuosa delle Cevenne contro il governo del re di Francia Luigi XIV che li perseguitava.
Il nome fu attribuito nel 1685 ai protestanti cevennati della zona del Gard e della Lozère che presero le armi al momento in cui re Luigi XIV con l'Editto di Fontainebleau (18 ottobre) aveva revocato ciò che rimaneva dell'Editto di Nantes emesso circa un secolo prima da Enrico IV, invocando libertà di coscienza.Semplici artigiani e contadini tennero testa a due marescialli di Francia ed alle loro truppe, venute per convertirli con la forza o sterminarli.
Per un terzo si trattava di contadini delle Cevenne e per quasi... (continuer)
Il progetto “Gran Bal Dub” nasce dalla collaborazione tra il musicista piemontese Sergio Berardo, ben noto essere il frontman dei Lou Dalfin, e Madaski, co-fondatore degli Africa Unite considerato uno dei principali esponenti della scena dub italiana, i quali hanno unito le forze per esplorare le connessioni tra la musica delle Valli Occitane con i suoni della dancehall. La ghironda degli antichi suonatori itineranti, che fino alla metà del secolo scorso attraversavano l’Europa diffondendo le musiche identitarie della cultura d’Oc, incontra la contemporaneità dell’elettronica, dando vita a sorprendenti incroci ed attraversamenti sonori tra presente, passato e futuro. Base di partenza per il lavoro di esplorazione sonora compiuto da Sergio Berado e da Madaski sono stilemi musicali delle forme coreutiche occitane che vengono decostruite e ricomposte su ardite architetture... (continuer)
Questa canzone racconta la bellissima (seppur tristissima) storia del diciassettesimo battaglione di fanteria dell'esercito francese. Agli inizi del '900 questi soldati si rifiutarono di ubbidire agli ordini, era stato infatti loro comandato di sparare sopra un gruppo di vignaioli in protesta. I poveri soldati vennero mandati per punizione tutti nella legione straniere a morire nelle prime file durante le battaglie dell'esercito francese in Africa. - (Da Questa pagina)
La canzone narra la storia di un soldato morto annegato nella Garonna durante la battaglia di Muret, praticamente l'ultima battaglia della Crociata "contro gli Albigesi", persa dagli Occitani.
Da questa pagina
"Fu l’anno in cui l’Occidente ordì l’unica crociata contro sé stesso anziché rivolta al Medio Oriente. Il Papa e il Re di Francia attaccarono e distrussero gli Albigesi, tutti occitani e catalani, perché non potevano tollerare la loro civiltà illuminata. La società Catara fu un esperimento prerinascimentale formidabile: tolleranza, tradizione poetica dei trovatori, diritto per le donne di prendere la parola in pubblico. Gli Occitani si difesero come poterono da quell’invasione in arrivo da paesi distanti ed estranei, l’Île-de-France e Roma. Fu l’inizio della colonizzazione."
Da questa pagina
The song as sung by Lou Dalfin.
La chanson comme elle est chantée par Lou Dalfin.
E' una versione standard del canto in "grafia mistraliana" (presente così anche sul sito del vecchio amico Maurizio Pistone). A tale riguardo ricordo che l'occitano moderno può essere scritto in due grafie distinte: una "tradizionale" o "etimologica", basata in gran parte sull'ortografia del provenzale classico ma corrispondente abbastanza male alla realtà fonetica attuale; e l'altra detta "mistraliana", dal grande poeta Mistral che ne fu inventore e fautore, che corrisponde assai meglio alla pronuncia attuale. La prima ha senz'altro il vantaggio di "riannodare i fili" col passato; la seconda ha quello di facilitare la lettura. E' una questione tuttora importante nell'occitano di oggi, che comunque predilige oramai decisamente la grafia tradizionale etimologica (anche nei cartelli stradali, ad esempio). Come... (continuer)
Title track dell'omonimo disco del 2007 è letteralmente un canto della sconfitta, “Canto delle generazioni sconfitte, delle loro aspirazioni trasformatesi lentamente in tradimenti, menzogne, rese e disperazioni. Anche in Occitania. Lo spunto viene dai campi di girasoli che “hanno abbassato la testa e guardan tutti la terra, non più l’orizzonte, sono come soldati, soldati di un esercito che ha perso la guerra”. Ghironde, archi ed elettronica cercano speranza” in questo rigodon.
da http://utenti.lycos.it/laflordelodalfi...
Testo e musica di Lluís Llach
Dall'EP "Cop de destral" (1968)
Poi nell'album "Els èxits de Lluís Llach" (1969)
Interpretata anche da Joan Manuel Serrat.
Lyrics and Music by Lluís Llach
From the EP "Cop de destral" (1968)
Then in the LP "Els èxits de Lluís Llach" (1969)
Also performed by Joan Manuel Serrat.
La canzone più famosa di Lluís Llach, e forse anche nell'intera lingua catalana. Uno dei simboli della resistenza al franchismo. Il fascismo e qualsiasi forma di oppressione vengono visti come un palo a cui tutti siamo incatenati ma che, se tiriamo forte, tutti insieme, riusciremo a far cadere. Secondo Lluís Llach stesso, nella prima stesura della canzone c'era una "colonna" (columna) al posto del palo, dell'estaca; la cambiò col palo sia perché la parola gli suonava meglio, sia perché far cascare un palo è senz'altro più facile che tirare giù una colonna. Si potrebbe... (continuer)
Lo pal - La versione occitana de "L'estaca" dei Lou Dalfin. Lo pal - The Occitan version by Lou Dalfin
)
Su questa versione, come segnalato anche nell'introduzione, esiste anche una pagina autonoma, che è stata mantenuta sia per non privare i Lou Dalfin di una canzone importante, sia perché, per motivi che non stiamo a spiegare, il suo inserimento nel sito è addirittura anteriore a quello dell' "Estaca" originale. La versione proviene dall'album "Gibous, bagase e bandì" del 1995. [CCG/AWS Staff]
" Visto che stiamo saccheggiando 'gobbi bagasce e delinquenti', béccati il pirata di Provenza, che si rompe i maroni un po' di tutto e ci lascia le piume combattendo contro gl'inglesi (una specie di irakeno della Crau, se vogliamo). "
[Marco Sopegno dal NG it.fan.musica.de-andre]
I popoli montanari sono sempre stati tra le vittime preferite delle guerre. La resistenza alla fatica e alle condizioni difficili ha sempre fatto sì che le genti di montagna fossero considerate materiale ideale per le milizie. Purtroppo le coscrizioni privavano le famiglie e le borgate delle braccia necessarie per la durissima vita alle alte quote, e se e quando gli uomini tornavano, erano spesso invalidi e inabili al lavoro, impotenti bocche da sfamare.
La prima e la seconda mondiale, con la loro incolmabile emorragia di uomini validi, sono state tra le cause principali dell'abbandono dei nostri monti.
Per la nostra gente, nessuna attenzione, ma solo pretese arrivano da tutti i padroni. I nostri ragazzi sono costretti a combattere le loro guerre, oggi per il Re, domani per il Duca o il Marchese suoi nemici.
[Marco Sopegno dal NG it.fan.musica.de-andre]
Una delle più antiche canzoni antimilitariste francesi, di epoca napoleonica.
La versione occitana, I conscrits del Lengadòc, è stata eseguita dai Lou Dalfin. Manteniamo in questo caso la suddivisione in due pagine distinte.
[Alex Agus dal NG it.fan.musica.de-andre]
Ancora dall’album "Gibous, bagase e bandì" (1995).