Auteur ABBA
The Ballad of Nick & Bart [Here's To You]
La "cover" tedesca di Agnetha Åse Fältskog, membro degli ABBA.
Il testo tedesco è opera di Fred Jay.
Singolo del 1972.
Il testo tedesco è opera di Fred Jay.
Singolo del 1972.
La cover, in realtà, non ha nulla a che vedere con la vicenda di Sacco e Vanzetti. Si tratta di una canzonetta d'amore (per maggiori informazioni si veda qui).
GEH' MIT GOTT
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envoyé par Bernart Bartleby 12/9/2014 - 13:54
Pick a Bale of Cotton
anonyme
Pick a Bale of Cotton è una worksong cantata dagli antichi schiavi del sud degli Stati Uniti che lavoravano nelle piantagioni. Essi infatti usavano accompagnare il loro lavoro con dei canti.
Interpretata anche da Leadbelly, Lonnie Donegan, Johnny Cash, ABBA
Pick a Bale of Cotton
From Wikipedia, the free encyclopedia
"Pick a Bale of Cotton" (sometimes "Pick a Bale o' Cotton") is a traditional American folk song and work song first recorded by Texas inmates James "Iron Head" Baker (1933) and Mose "Clear Rock" Platt (1939) and later popularized by Lead Belly (Huddie William Ledbetter). Johnny Cash, as well as others, have released adaptations of the song.
Original lyrics
One of the verses, according to John Lomax's American Ballads and Folk Songs, includes:
Dat nigger from Shiloh
Kin pick a bale o' cotton
Dat nigger from Shiloh
Kin pick a bale a day
Later versions of the folk song... (continuer)
Interpretata anche da Leadbelly, Lonnie Donegan, Johnny Cash, ABBA
Pick a Bale of Cotton
From Wikipedia, the free encyclopedia
"Pick a Bale of Cotton" (sometimes "Pick a Bale o' Cotton") is a traditional American folk song and work song first recorded by Texas inmates James "Iron Head" Baker (1933) and Mose "Clear Rock" Platt (1939) and later popularized by Lead Belly (Huddie William Ledbetter). Johnny Cash, as well as others, have released adaptations of the song.
Original lyrics
One of the verses, according to John Lomax's American Ballads and Folk Songs, includes:
Dat nigger from Shiloh
Kin pick a bale o' cotton
Dat nigger from Shiloh
Kin pick a bale a day
Later versions of the folk song... (continuer)
Jump down, turn around to pick a bale of cotton
(continuer)
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envoyé par donquijote82 6/1/2014 - 13:57
Era bello il mio ragazzo
Scopro per caso che Agnetha Fältskog, la biondissima degli ABBA, fece una “cover” in svedese di «Era bello il mio ragazzo» della Identici. S’intitola “Dröm Är Dröm Och Saga Saga” (“Un sogno è un sogno, una storia è una storia”) e l’autore del testo - che non c’entra assolutamente nulla con quello bello e straziante di Preti - è Stikkan Erik Leopold Anderson, detto “Stig”, il manager degli Abba negli anni 70 e 80 e spesso indicato come il quinto membro del gruppo svedese...
Curioso che la canzone fu registrata nel novembre del 1971 (fa parte dell’album della Fältskog intitolato “När en vacker tanke blir en sång”), quindi tre mesi prima del festival di Sanremo in cui l’Identici presentò il suo brano...
Non sto a postare il testo, visto che con le CCG mi pare non c’entri proprio nulla...
Se volete, andate a leggervelo (in svedese e inglese) su YouTube
Curioso che la canzone fu registrata nel novembre del 1971 (fa parte dell’album della Fältskog intitolato “När en vacker tanke blir en sång”), quindi tre mesi prima del festival di Sanremo in cui l’Identici presentò il suo brano...
Non sto a postare il testo, visto che con le CCG mi pare non c’entri proprio nulla...
Se volete, andate a leggervelo (in svedese e inglese) su YouTube
Dead End 9/3/2013 - 23:34
The Visitors
[1982]
Ultimo singolo e title track dell’ultimo album del quartetto vocale svedese.
Possiamo dire che, a parte l’eccezione (che conferma la regola) di Fernando, gli ABBA arrivarono davvero un po’ tardi ai temi politici…
Questo brano, tratto non a caso dallo stesso disco in cui è contenuto anche Soldiers, parla dichiaratamente (e gli ABBA lo confermarono in varie interviste) della persecuzione dei dissidenti oltre la Cortina di Ferro. Non a caso album e canzone furono bandite dall’URSS, anche perché gli ABBA la presentarono dal vivo a “Let Poland Be Poland”, un programma TV mandato in onda nel gennaio del 1982, via satellite in tutto il mondo, dalla United States Information Agency per protestare contro l’imposizione della legge marziale in Polonia. In quell’occasione gli svedesi comparvero al fianco di personaggi come Frank Sinatra, Paul McCartney, Orson Welles ed Henry Fonda, tutti benedetti da Ronnie Reagan in persona…
Ultimo singolo e title track dell’ultimo album del quartetto vocale svedese.
Possiamo dire che, a parte l’eccezione (che conferma la regola) di Fernando, gli ABBA arrivarono davvero un po’ tardi ai temi politici…
Questo brano, tratto non a caso dallo stesso disco in cui è contenuto anche Soldiers, parla dichiaratamente (e gli ABBA lo confermarono in varie interviste) della persecuzione dei dissidenti oltre la Cortina di Ferro. Non a caso album e canzone furono bandite dall’URSS, anche perché gli ABBA la presentarono dal vivo a “Let Poland Be Poland”, un programma TV mandato in onda nel gennaio del 1982, via satellite in tutto il mondo, dalla United States Information Agency per protestare contro l’imposizione della legge marziale in Polonia. In quell’occasione gli svedesi comparvero al fianco di personaggi come Frank Sinatra, Paul McCartney, Orson Welles ed Henry Fonda, tutti benedetti da Ronnie Reagan in persona…
I hear the doorbell ring and suddenly the panic takes me
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envoyé par Bartleby 1/3/2012 - 10:42
Soldiers
[1981]
Dall’ultimo album del gruppo, “The Visitors”.
Scritta da Benny Andersson e Björn Ulvaeus
“I soldati scrivono le canzoni che soldati cantano, canzoni che tu ed io non vogliamo cantare. Non guardiamo dall’altra parte correndo il rischio, perché se il trombettiere comincia a suonare a noi pure ci tocca ballare…”
Dall’ultimo album del gruppo, “The Visitors”.
Scritta da Benny Andersson e Björn Ulvaeus
“I soldati scrivono le canzoni che soldati cantano, canzoni che tu ed io non vogliamo cantare. Non guardiamo dall’altra parte correndo il rischio, perché se il trombettiere comincia a suonare a noi pure ci tocca ballare…”
Do I hear what I think I'm hearing
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envoyé par Bartleby 16/1/2012 - 13:45
Midnight Special
[1934]
Con canzoni come Chain Gang, Chimes Of Freedom, Folsom Prison Blues, I Shall Be Released, San Quentin e Walls Of Red Wing già presenti tra le CCG/AWS, beh, non poteva certo mancare questo classico che fu reso immortale da Leadbelly, ma la cui memoria si perde nelle roots americane più profonde.
Infatti le prime testimonianze scritte relative a questa “prison song” risalgono già ai primissimi anni del 900, e la prima incisione è del 1926 ad opera di Dave "Pistol Pete" Cutrell, il leader della formazione "McGinty's Oklahoma Cowboy Band". E bisogna anche dire che il primo nero ad incidere “Midnight Special Blues” non fu Leadbelly ma “Crying” Sam Collins nel 1929.
Ma nel 1934 John e Alan Lomax, i celebri cacciatori di folk songs, raccolsero la canzone dalla chitarra e dalla viva voce di un detenuto dell'Angola Louisiana State Prison, tale Huddie William Ledbetter, soprannominato "Lead... (continuer)
Con canzoni come Chain Gang, Chimes Of Freedom, Folsom Prison Blues, I Shall Be Released, San Quentin e Walls Of Red Wing già presenti tra le CCG/AWS, beh, non poteva certo mancare questo classico che fu reso immortale da Leadbelly, ma la cui memoria si perde nelle roots americane più profonde.
Infatti le prime testimonianze scritte relative a questa “prison song” risalgono già ai primissimi anni del 900, e la prima incisione è del 1926 ad opera di Dave "Pistol Pete" Cutrell, il leader della formazione "McGinty's Oklahoma Cowboy Band". E bisogna anche dire che il primo nero ad incidere “Midnight Special Blues” non fu Leadbelly ma “Crying” Sam Collins nel 1929.
Ma nel 1934 John e Alan Lomax, i celebri cacciatori di folk songs, raccolsero la canzone dalla chitarra e dalla viva voce di un detenuto dell'Angola Louisiana State Prison, tale Huddie William Ledbetter, soprannominato "Lead... (continuer)
Well you wake up in the morning, hear the ding dong ring,
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envoyé par Alessandro 21/2/2010 - 19:53
Parcours:
Des prisons du monde
E depois do adeus
[1974]
Letra/ Testo / Lyrics / Paroles / Sanat: José Niza
Música / Musica/ Music / Musique / Sävel: José Calvário
Questa canzone rappresenta un "unicum" in tutta la nostra raccolta, in quanto vi è ospitata non per il suo contenuto, ma per ciò che le capitò di rappresentare.
Si tratta, infatti, di una canzonetta d'amore finito, una delle tante che sono state scritte in tutti i paesi e in tutte le lingue. Scritta da José Niza e José Calvário e interpretata da Paulo de Carvalho, un noto cantante portoghese dell'epoca, parla di un uomo che si ritrova di fronte alla fine di un amore. Parla all'amata di come si sente, paragonandola a "un fiore che ho colto"; la relazione è stata quindi di breve durata. Vi è anche un originalissimo commento sulla natura dell'amore stesso che sarebbe "vincere e perdere".
La canzone, dopo aver vinto il Festival della RTP (Rádio Televisão Portuguesa, il Sanremo... (continuer)
Letra/ Testo / Lyrics / Paroles / Sanat: José Niza
Música / Musica/ Music / Musique / Sävel: José Calvário
Questa canzone rappresenta un "unicum" in tutta la nostra raccolta, in quanto vi è ospitata non per il suo contenuto, ma per ciò che le capitò di rappresentare.
Si tratta, infatti, di una canzonetta d'amore finito, una delle tante che sono state scritte in tutti i paesi e in tutte le lingue. Scritta da José Niza e José Calvário e interpretata da Paulo de Carvalho, un noto cantante portoghese dell'epoca, parla di un uomo che si ritrova di fronte alla fine di un amore. Parla all'amata di come si sente, paragonandola a "un fiore che ho colto"; la relazione è stata quindi di breve durata. Vi è anche un originalissimo commento sulla natura dell'amore stesso che sarebbe "vincere e perdere".
La canzone, dopo aver vinto il Festival della RTP (Rádio Televisão Portuguesa, il Sanremo... (continuer)
Quis saber quem sou
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envoyé par Alessandro 23/5/2006 - 23:19
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Björn Ulvæus-Benny Andersson-Stig Anderson
Può essere che il nome degli ABBA, la famosa band (ma allora si diceva ancora "complesso") svedese degli anni '60 e '70, non dica più niente -o non abbia mai detto niente- a coloro che attualmente, fortuna loro, hanno vent'anni o giù di lì. Erano un gruppo cosiddetto "internazionale", ovviamente cantavano in inglese (beh, se avessero cantato in svedese, allora, non sarebbero stati così "internazionali" e doveva ancora arrivare il tempo in cui dei Sigur Rós possono cantare tranquillamente in islandese o in "vonlenska"...) e avevano, almeno così si dice, un "sound" facile facile, di sicura presa eccetera. Mi ricordo di certe estati verso il '73 o il '74 dove non si sentiva altro, anche nell'Italietta che andava fiera che il grande complesso strafamoso avesse fatto una canzone con il titolo in italiano, "Mamma mia". Eppure, inviterei tutti... (continuer)