Una canzone quasi antimilitarista, benchè sia stata scritta da chi solo un anno prima componeva la retorica e patriottica “La leggenda del Piave” e di lì a poco avrebbe composto “Soldato ignoto” (1922), tutta farcita di “Vincere o morire” e “Presente!”…
Una canzone quasi antimilitarista, benchè resa celebre da quel Carlo Buti che negli anni 30 sarebbe stato il più apprezzato interprete di “Faccetta nera”, l’inno per eccellenza delle guerre coloniali fasciste…
Interpretata in seguito anche da Claudio Villa e da Milva.
[1940]
Di A. Mari - V. Raimondi
La versione di Carlo Buti fu incisa su disco Columbia nel 1941.
“Una canzone del periodo bellico che, a differenza di molte altre, in molti hanno completamente dimenticato nonostante sia stata ripresa alla fine degli anni '50 da due mostri sacri della canzone, Claudio Villa e Giorgio Consolini.
‘Addio Juna’ fu scritta nel 1940 e lanciata alla radio da Silvana Fioresi e Alberto Rabagliati.
Discograficamente la incisero un po' tutti, da Carlo Buti ad Aldo Visconti e Bruno Pallesi, facendo sì che il brano divenisse in quei tristi anni di guerra un malinconico grido di dolore e insieme di speranza per tutte le donne che, forzatamente sole, vivevano in trepidante attesa del ritorno dei propri compagni impegnati al fronte.” (da Il Discobolo)
Juna, la protagonista di questo brano, è destinata ad attendere invano il ritorno del suo compagno ma nella... (continuer)
Dalla banchina salpa la nave sul mar, (continuer)
envoyé par Bartleby 30/3/2012 - 08:57
Penso piacerà questa canzone a Raffaele e compagni, pardon, camerati... Carlo Buti fu il primo e miglior interprete di "Faccetta nera"!
Sono Elda Mari, figlia dell'autore di Addio Juna, Astro Mari. Ringraziando i creatori di questa pagina, vorrei precisare che l'ultima strofa della canzone fu fatta omettere nella prima incisione su personale richiesta di Benito Mussolini, che aveva convocato mio padre imponendogli di cancellarla, "perché i marinai d'Italia tornano sempre". Mio padre, spirito libero contrario ad ogni dittatura, finita la guerra la fece incidere completa da tanti altri cantanti.
Cara Signora Elda, la saluto e la ringrazio molto di essere intervenuta su questa pagina e della sua precisazione: se l’intervento della censura fascista nel menomare la canzone scritta da suo padre era del tutto prevedibile, non avrei mai immaginato l’intervento diretto del duce in persona! Tempi duri, e bui, anche per chi, come suo padre, si dedicava con passione e professionalità alla confezione di canzoni leggere o comunque prive di qualsivoglia contenuto politico o di critica al regime.
E scorrendo l’elenco delle oltre 400 canzoni scritte da suo padre Astro (bellissimo nome!) non mi pare di aver incontrato nemmeno un titolo che mi abbia fatto pensare a testi guerrafondai o di furiosa retorica patriottarda, anzi, trovo persino un “Ho sognato la pace”, titolo abbastanza scomodo nel 1940! E pure la più famosa “Ninna nanna in grigioverde” (1941) - interpretata da Beniamino Gigli per la... (continuer)
Salve sig.ra Elda...ci scusiamo per averla contattata tramite questo sito, ma per nobili cause!!!LA contattiamo dalla Sardegna, siamo i figli della Sig.ra Bruna di Cagliari...siete state amiche all' eta' di circa 17 anni e per qualche tempo vi siete scambiate cartoline e foto tramite posta. La Sig.ra Bruna avrebbe il desiderio di risentirla e di farle avere alcune foto legate ai vostri ricordi. Speriamo sia un piacere anche per lei! Aspettiamo un suo cenno. Grazie
Rispondo ai figli della signora Bruna di Cagliari, mia "amica-di-penna" ma anche e soprattutto amica di cuore negli anni cinquanta, quando eravamo teen-agers. Mio padre, sensibile alla mia richiesta,da Olbia dove eravamo in vacanza mi accompagnò a Cagliari per conoscere Bruna, della quale gli parlavo sempre. Era una ragazza sensibile, intelligente, simpaticissima e i suoi genitori prepararono per noi una accoglienza meraviglio, che non dimenticherò mai. Andammo anche a fare il bagno al Poetto divertendoci come matte. Una giornata incredibile. Poi crescendo con gli anni ci siamo perse di..penna, ma nel mio pensiero è sempre stata un'amica carissima. Spero di avere sue notizie da voi. Sono su Facebook e la mia email è: elda.mari@alice.it (quel segno strambo sta per chiocciola). Grazie per avermi scritto. Siete stati molto cari.
mi scusi sig.ra Elda....
avrei una curiosità da chiederle....
io mi chiamo Juna, ho 42 anni...
mia madre mi ha dato questo nome preso proprio dalla canzone....
ma non sono mai riuscita a sapere da dove viene questo nome e che cosa significa.....
lei saprebbe mica aiutarmi????
grazie....
Cara Juna tedesca, il nome Juna è forse un nome inventato da mia padre, perché in quegli anni non esisteva. si chiama Juna anche la figlia di mio fratello, Juna Mari, in omaggio al nonno dalla sua canzone. se la cerca su FB potreste fare amicizia, dato che avete pressappoco la stessa età.
Sign.ra Elda, anche io mi chiamo Juna e anche mia madre mi diede questo nome perche sentì alla radio la canzone scritta da suo padre!La sentì tramite una trasmissione radiofonica che trasmetteva canzoni del passato...
Io sono del 1981!
Sono contenta di aver riascoltato la canzone che da sempre mi cantavano le signore di una certa età
!!!
BB ho trovato il testo di "Ho sognato la pace" di Astro Mari
Onestamente al di là del titolo quel 《Balcone》 messo tra virgolette mi fa pensare che sia un omaggio al duce. Del resto lo stesso Carlo Buti che interpreta questa canzone fu un cantore di regime (sua la prima interpretazione di Faccetta nera.)
Questa canzone la cantava la mia mamma per addormentarmi. Per me è una canzone dolcissima e mi commuove ancora che sono ormai un vecchio ottantenne alla fine della vita.Grazie
Ciao Dq82, leggo solo ora il tuo intervento del settembre 2018.
Che Buti fosse stato il primo interprete di "Faccetta Nera" l'aveo già scritto nel primo commento del 2012.
Per quanto riguarda "Ho sognato la pace", non conoscendone il testo - e ti ringrazio di averlo condiviso - mi ero limitato a sottolineare come in quegli anni anche solo pronunciare la parola "pace" potesse essere inteso come sovversivo...
Ora leggo il testo da te contribuito, ma non mi pare proprio che si tratti di un elogio del Duce: "Triste ogni casa nel muto vegliar... lo sguardo smarrito verso il "Balcone"...
Doveva essere la fine del 1939. La canzone fu poi pubblicata su Il Canzoniere della Radio dell'aprile 1940. Erano i mesi in cui l'Italia si dichiarava "non belligerante", ma poi Mussolini la sprofondò nella guerra nel successivo giugno...
Tutti quindi erano appesi a quel "Balcone" e molti, come in questa... (continuer)
[1945]
Nota anche con il titolo del verso iniziale, “Sola me ne vò per la città”
Parole di Gian Carlo Testoni
Musica di Eros Sciorilli
Incisa per la prima volta a Torino, negli studi della Cetra, il 7 luglio 1945, con l'orchestra del maestro Beppe Mojetta.
Incisero questa canzone molti altri artisti, come Dea Garbaccio, Natalino Otto, Carlastella, Carlo Buti, Teddy Reno, Jula De Palma, Nicola Arigliano, Bruno Pallesi, Gianni Morandi, Gabriella Ferri, Johnny Dorelli, Don Backy, Simona Molinari, Mariangela Melato, Iva Zanicchi...
Arrivo con qualche ora di ritardo sul 25 aprile, ma vorrei lo stesso contribuire questa canzone, per tutti coloro che quel giorno non sapevano se ridere di felicità o piangere di disperazione: un riso e un pianto comunque di Liberazione.
“Nel testo della canzone la voce della Colombo implora la vana ricerca dell'amato disperso tra il fumo della guerra. Il... (continuer)
[1944]
Testo di Peppino Fiorelli
Musica di Nicola Valente
Era il 1944, la guerra si era allontanata e Napoli si ritrovò sommersa dalle macerie e occupata da inglesi e americani. La polvere di piselli non domava la fame, la spruzzata di DDT non allontanava le malattie. Perdizione e "signorine",le donne in vendita per procurare una medicina ai genitori e un tozzo di pane ai figli. Tanti languivano,qualcuno si arricchì con il mercato nero, e lo dissero "pescecane".
Una canzone di Peppino Fiorelli, "Simme e'Napule,paisà'", si levò a esprimere la speranza. L'aveva musicata Nicola Valente sul ritmo di tarantella. Più di un libro dotto, più di un'invettiva politica, la canzone divise i napoletani, e non solo loro. I cultori (molti avevano goduto del colpo di spugna sul ventennio fascista) dissero che era un giusto appello alla rinascita. Chi aveva combatuto il regime disse che invece si trattava... (continuer)
Parole e musica di E.A. Mario
Una canzone quasi antimilitarista, benchè sia stata scritta da chi solo un anno prima componeva la retorica e patriottica “La leggenda del Piave” e di lì a poco avrebbe composto “Soldato ignoto” (1922), tutta farcita di “Vincere o morire” e “Presente!”…
Una canzone quasi antimilitarista, benchè resa celebre da quel Carlo Buti che negli anni 30 sarebbe stato il più apprezzato interprete di “Faccetta nera”, l’inno per eccellenza delle guerre coloniali fasciste…
Interpretata in seguito anche da Claudio Villa e da Milva.