Egy Spanyol földmíves sírverse
Franco tábornok besorolt ádáz katonának,
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envoyé par L.L. 6/2/2021 - 15:38
Bérmunkás-ballada
[1934]
Hordunk vinnyogó kosarat,
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envoyé par L'Anonimo Toscano del XXI secolo 30/11/2020 - 17:49
Anonimo Toscano del XXI Secolo, 30-11-2020 17:52
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Riccardo Venturi, 1-12-2020 13:01
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Caro Anonimo,
O perchè negli Extra?
O non l'è 'na ballata?
Sul tema, suggerirei anche la sua Szeretnének...
Saluzzi
O perchè negli Extra?
O non l'è 'na ballata?
Sul tema, suggerirei anche la sua Szeretnének...
Saluzzi
B.B. 1/12/2020 - 13:22
Attila József: Tiszta szívvel
[1925. március / Marzo 1925]
Versi del grande poeta ungherese Attila József (1905-1937)
Musica Márton Vizy (1977-), cantante, cantautore e compositore originario di Budapest.
A partire dal 2009 Vizy Márton e Tóth Dávid Ágoston hanno scritto lo spettacolo teatrale musicale “Én, József Attila” (Io, Attila József), che è andato in scena nel 2012 al teatro Madach di Budapest.
Versi del grande poeta ungherese Attila József (1905-1937)
Musica Márton Vizy (1977-), cantante, cantautore e compositore originario di Budapest.
A partire dal 2009 Vizy Márton e Tóth Dávid Ágoston hanno scritto lo spettacolo teatrale musicale “Én, József Attila” (Io, Attila József), che è andato in scena nel 2012 al teatro Madach di Budapest.
Nincsen apám, se anyám,
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envoyé par Bernart Bartleby 29/11/2017 - 21:43
Scusami BB se mi sono permesso di correggere la didascalia della foto: vi è ritratto Attila József insieme alla sua innamorata e musa, la poetessa e scrittrice Márta Vágó (1903-1976). Per la particolare struttura della lingua ungherese, come sai, il cognome precede sempre il nome, il quale, nella tua fonte, è al cosiddetto "caso comitativo" col suo suffisso -val. In pratica, "Vágó Mártával" significa "con Márta Vágó" (perché Márta diventi Mártá te lo risparmio). Saluti.
Venturi Riccardo 29/11/2017 - 23:50
Almeno lo facesse in ungaro
(k)
(k)
Mit akarsz, báratom? Ezt akarod, hogy valamit mondjak magyarul...? Nézz, a lengyel nyelvet nem beszélem jól,
de a magyart nagyon jól :-) Viszontlatásra és jó éjszákát!
[RV]
de a magyart nagyon jól :-) Viszontlatásra és jó éjszákát!
[RV]
Attila József: Anyám
[Jánuar 6, 1931]
[6 gennaio 1931]
Poesia di Attila József
A poem by Attila József
Confesso che ho cercato in lungo in largo in rete, sperando che qualcuno avesse messo in musica questa spaventosa e bellissima poesia; non ho trovato nulla. Pazienza, mi sono detto; ci deve stare. Non può mancare. Starà negli „Extra” in quanto poesia non musicata; il motivo tutti lo capiranno dopo averla letta e ascoltata recitata nella sua lingua originale.
Negli anni '70, quand'ero ragazzo, le poesie di Attila József erano abbastanza conosciute; non credo che lo siano ancora adesso. Tra di esse, questa: „Mia madre”. Prima di parlarne un po', è bene di parlare della breve e tragica vita del più grande poeta ungherese moderno, un comunista che nemmeno la rivoluzione anticomunista del '56 si sognò minimamente di toccare. Attila József, o meglio József Attila (come è obbligatorio dire in ungherese), era... (continuer)
[6 gennaio 1931]
Poesia di Attila József
A poem by Attila József
Confesso che ho cercato in lungo in largo in rete, sperando che qualcuno avesse messo in musica questa spaventosa e bellissima poesia; non ho trovato nulla. Pazienza, mi sono detto; ci deve stare. Non può mancare. Starà negli „Extra” in quanto poesia non musicata; il motivo tutti lo capiranno dopo averla letta e ascoltata recitata nella sua lingua originale.
Negli anni '70, quand'ero ragazzo, le poesie di Attila József erano abbastanza conosciute; non credo che lo siano ancora adesso. Tra di esse, questa: „Mia madre”. Prima di parlarne un po', è bene di parlare della breve e tragica vita del più grande poeta ungherese moderno, un comunista che nemmeno la rivoluzione anticomunista del '56 si sognò minimamente di toccare. Attila József, o meglio József Attila (come è obbligatorio dire in ungherese), era... (continuer)
A bögrét két kezébe fogta,
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envoyé par Riccardo Venturi 14/1/2014 - 19:47
Riprodotta da: Folco Tempesti, La letteratura ungherese, p. 242. Edizioni Sansoni/Accademia, Firenze-Milano 1969, Collana "Le letterature del mondo", 25.
MIA MADRE
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envoyé par Riccardo Venturi 14/1/2014 - 20:56
Eh sì, Bernart, è bellissima. E lo è perché si sa bene che cosa c'era dietro. Non c'è un granello di finzione, di immaginazione. Non è il poeta borghese "ispirato" e "partecipativo" alle disgrazie altrui. E' una poesia che viene dall'interno di una classe; in Italia l'unico che mi viene a mente, ma in un contesto molto diverso (quello della campagna e dei braccianti) è Rocco Scotellaro. Anche per questo, mi sa che oggi mi dedicherò ad un'altra terrificante poesia di Attila József, "Notte di sobborgo". Mi ci esercitavo quando avevo appena cominciato a imparare l'ungherese, a 16 anni, ed è un'altra cosa che ho dentro. A presto.
Riccardo Venturi 15/1/2014 - 13:34
Forse l’ultima poesia di Attila József, datata novembre 1937, pochi giorni prima del suo suicidio.
TALÁN ELTŰNÖK HIRTELEN...
Talán eltűnök hirtelen,
akár az erdőben a vadnyom.
Elpazaroltam mindenem,
amiről számot kéne adnom.
Már bimbós gyermek-testemet
szem-maró füstön száritottam.
Bánat szedi szét eszemet,
ha megtudom, mire jutottam.
Korán vájta belém fogát
a vágy, mely idegenbe tévedt.
Most rezge megbánás fog át:
várhattam volna még tiz évet.
Dacból se fogtam föl soha
értelmét az anyai szónak.
Majd árva lettem, mostoha
s kiröhögtem az oktatómat.
Ifjúságom, e zöld vadont
szabadnak hittem és öröknek
és most könnyezve hallgatom,
a száraz ágak hogy zörögnek.
Traduzione italiana di Agnes Preszler da Poesie, racconti e fiabe ungheresi
FORSE SPARIRÒ ALL'IMPROVVISO...
Forse sparirò d'improvviso,
come le impronte nel bosco.
Ho sperperato tutto ciò
di cui dovrei rendere... (continuer)
TALÁN ELTŰNÖK HIRTELEN...
Talán eltűnök hirtelen,
akár az erdőben a vadnyom.
Elpazaroltam mindenem,
amiről számot kéne adnom.
Már bimbós gyermek-testemet
szem-maró füstön száritottam.
Bánat szedi szét eszemet,
ha megtudom, mire jutottam.
Korán vájta belém fogát
a vágy, mely idegenbe tévedt.
Most rezge megbánás fog át:
várhattam volna még tiz évet.
Dacból se fogtam föl soha
értelmét az anyai szónak.
Majd árva lettem, mostoha
s kiröhögtem az oktatómat.
Ifjúságom, e zöld vadont
szabadnak hittem és öröknek
és most könnyezve hallgatom,
a száraz ágak hogy zörögnek.
Traduzione italiana di Agnes Preszler da Poesie, racconti e fiabe ungheresi
FORSE SPARIRÒ ALL'IMPROVVISO...
Forse sparirò d'improvviso,
come le impronte nel bosco.
Ho sperperato tutto ciò
di cui dovrei rendere... (continuer)
Bernart Bartleby 19/5/2016 - 14:18
Florence, July 17, 2016, 11:38 am
MY MOTHER
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Attila József: Most a jövendő férfiakról szólok
[1923]
Versi di Attila József (1905-1937), poeta ungherese.
Quarto movimento del poema intitolato “Tanítások”
Testo trovato in “József Attila, összes költeménye” (“Tutte le poesie”)
Qualche giorno fa ho visto un bellissimo film ungherese. S’intitola “Fehér isten”, ossia “Dio bianco” ma sul nostro mercato è uscito come “White God - Sinfonia per Hagen”. La regia è di Kornél Mundruczó. Il film ha vinto un prestigioso premio a Cannes nel 2014.
Hagen è un bellissimo cane “meticcio di strada”, un bastardo. La sua giovanissima padrona, Lili, suonatrice di tromba in un orchestra classica, lo adora. I suoi genitori sono separati, lei e il cane vivono con la madre. Quando questa deve partire per un congresso all’estero, bimba e cane vengono parcheggiati a casa dell’ostico e severissimo papà, un veterinario che lavora in un macello della città, che è poi Budapest.
Negli stessi giorni, il governo... (continuer)
Versi di Attila József (1905-1937), poeta ungherese.
Quarto movimento del poema intitolato “Tanítások”
Testo trovato in “József Attila, összes költeménye” (“Tutte le poesie”)
Qualche giorno fa ho visto un bellissimo film ungherese. S’intitola “Fehér isten”, ossia “Dio bianco” ma sul nostro mercato è uscito come “White God - Sinfonia per Hagen”. La regia è di Kornél Mundruczó. Il film ha vinto un prestigioso premio a Cannes nel 2014.
Hagen è un bellissimo cane “meticcio di strada”, un bastardo. La sua giovanissima padrona, Lili, suonatrice di tromba in un orchestra classica, lo adora. I suoi genitori sono separati, lei e il cane vivono con la madre. Quando questa deve partire per un congresso all’estero, bimba e cane vengono parcheggiati a casa dell’ostico e severissimo papà, un veterinario che lavora in un macello della città, che è poi Budapest.
Negli stessi giorni, il governo... (continuer)
Ők lesznek az erő és szelidség,
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envoyé par Bernart Bartleby 19/5/2016 - 15:44
Attila József: Külvárosi éj
[1932]
Poesia di Attila József
A poem by Attila József
Se prendessi il via, temo che questo sito diventerebbe un ricettacolo delle poesie di Attila József; ma almeno una, un'altra sola, ce la voglio e ce la devo mettere. Questa. La „Notte di sobborgo”. Del 1932. Accingendomene a parlare dopo averla tradotta, mi accorgo che mi è molto difficile farlo. Troppe, troppe cose in testa; ma ci proverò.
Quando conobbi questa poesia, avevo circa sedici anni e avevo appena cominciato a imparare l'ungherese nel modo che, in questo sito, raccontai una volta proprio a un magiaro che vi era capitato. L'effetto che una poesia del genere può fare su un ragazzo di quell'età, è facilmente immaginabile, ma c'era di più. Io, certamente, non vivevo allora e non ho mai vissuto in un quartiere operaio e povero; ma mio padre sì. Nato, vissuto e lavorato a partire dai suoi tredici anni. In fabbrica a tredici... (continuer)
Poesia di Attila József
A poem by Attila József
Se prendessi il via, temo che questo sito diventerebbe un ricettacolo delle poesie di Attila József; ma almeno una, un'altra sola, ce la voglio e ce la devo mettere. Questa. La „Notte di sobborgo”. Del 1932. Accingendomene a parlare dopo averla tradotta, mi accorgo che mi è molto difficile farlo. Troppe, troppe cose in testa; ma ci proverò.
Quando conobbi questa poesia, avevo circa sedici anni e avevo appena cominciato a imparare l'ungherese nel modo che, in questo sito, raccontai una volta proprio a un magiaro che vi era capitato. L'effetto che una poesia del genere può fare su un ragazzo di quell'età, è facilmente immaginabile, ma c'era di più. Io, certamente, non vivevo allora e non ho mai vissuto in un quartiere operaio e povero; ma mio padre sì. Nato, vissuto e lavorato a partire dai suoi tredici anni. In fabbrica a tredici... (continuer)
A mellékudvarból a fény
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15/1/2014 - 13:49
15 gennaio 2014.
Come avvertito in altra pagina, per evitare ogni tipo di discussione mi sono rifatto da una parte e ho tradotto di persona la "Notte di sobborgo" di Attila József, poesia che del resto so a memoria da venticinqu'anni. Rispetto alle traduzioni esistenti, che sono comunque belle e valide, avrà forse il difetto di essere meno "poetica", e forse anche il pregio di seguire alla lettera il testo ungherese (solo con qualche piccola libertà come la "luna da ardere" e poche altre). Ad ogni modo, non posso fare a meno di inserire il video della recitazione del grande attore Luigi Vannucchi; la traduzione che legge non so di chi sia. Luigi Vannucchi incise parecchie poesie di Attila József; come lui, è morto suicida.
Come avvertito in altra pagina, per evitare ogni tipo di discussione mi sono rifatto da una parte e ho tradotto di persona la "Notte di sobborgo" di Attila József, poesia che del resto so a memoria da venticinqu'anni. Rispetto alle traduzioni esistenti, che sono comunque belle e valide, avrà forse il difetto di essere meno "poetica", e forse anche il pregio di seguire alla lettera il testo ungherese (solo con qualche piccola libertà come la "luna da ardere" e poche altre). Ad ogni modo, non posso fare a meno di inserire il video della recitazione del grande attore Luigi Vannucchi; la traduzione che legge non so di chi sia. Luigi Vannucchi incise parecchie poesie di Attila József; come lui, è morto suicida.
NOTTE DI SOBBORGO
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English translation by Michael Hamburger
Da/from: Hundred Hungarian Poems, Albion Editions, Manchester
NIGHT ON THE OUTSKIRTS
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envoyé par Riccardo Venturi 15/1/2014 - 23:32
After Crying: Külvárosi éj
Per puro caso ho trovato questo brano strumentale della progressive band ungherese After Crying (proveniente dall'album De Profundis del 1996), sicuramente ispirato alla poesia di Attila Jószef (di cui reca il titolo esatto).
Per puro caso ho trovato questo brano strumentale della progressive band ungherese After Crying (proveniente dall'album De Profundis del 1996), sicuramente ispirato alla poesia di Attila Jószef (di cui reca il titolo esatto).
Riccardo Venturi 15/1/2014 - 23:41
Grava
Il testo ungherese della poesia di Attila József:
MILYEN JÓ LENNE NEM ÜTNEK VISSZA
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envoyé par Nicola Ruggiero (tramite RV) 21/11/2005 - 18:37
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Da: Poesie, di Attila József, Milano, Lerici, 1957.