PICCOLO GLOSSARIO ALLA CANZONE
(accoglie le Precisazioni di Umberto Cini e di Andrea)
- fagioli 'olle 'otenne = con le cotiche
- minestra in sulle palle: minestra di cavolo verza (o di cavolfiore)
- agnello in friàssea = in fricassea, con una salsa liquida d'uovo e limone.
- crògnole: pescetti da frittura, in italiano latterini
- una cèa: la "cieca", ovvero l'avannotto della anguilla che è una delle specialità della cucina livornese. La sua pesca sarebbe adesso proibitissima (si pescano solo in alcune zone a Bocca d'Arno e sul canale dei Navicelli), ma volendo...
Però sono carissime.
- verdèa: vinello di bassissima gradazione - e qualità: un vino da poveri -fatto ripigiando le uve bianche gia torchiate.
- Colline : quartiere livornese fuori dal centro storico
- Sarviano: Salviano, altro quartiere della periferia sud
- ciùa: ciuca, asina. Quella che tirava il calesse, insomma.
-... (continuer)
(accoglie le Precisazioni di Umberto Cini e di Andrea)
- fagioli 'olle 'otenne = con le cotiche
- minestra in sulle palle: minestra di cavolo verza (o di cavolfiore)
- agnello in friàssea = in fricassea, con una salsa liquida d'uovo e limone.
- crògnole: pescetti da frittura, in italiano latterini
- una cèa: la "cieca", ovvero l'avannotto della anguilla che è una delle specialità della cucina livornese. La sua pesca sarebbe adesso proibitissima (si pescano solo in alcune zone a Bocca d'Arno e sul canale dei Navicelli), ma volendo...
Però sono carissime.
- verdèa: vinello di bassissima gradazione - e qualità: un vino da poveri -fatto ripigiando le uve bianche gia torchiate.
- Colline : quartiere livornese fuori dal centro storico
- Sarviano: Salviano, altro quartiere della periferia sud
- ciùa: ciuca, asina. Quella che tirava il calesse, insomma.
-... (continuer)
Riccardo Venturi
RIND AN' BEANS IN TOMATO SAUCE
(continuer)
(continuer)
Caro Venturi, meritevole la sua riesumazione dei fagioli 'olle 'otenne, ma da nativo dell'Origine cresciuto nell'Ovo Sodo vorrei rettificare qualche lieve imprecisione nella trascrizione e nel glossario, in segno di rispetto per i nostri vecchi.
1) La cèa avannotto della razza? O quella? La cèa è l'anguilla piccina, la sanno tutti.
2) le crognole non esistono, a maggior ragione non sono granchi. Esistono invece i crognoli, pescetti da frittura, in italiano latterini.
3) "vorèi mangià" si dice a Lucca, dove l'erre è sempre scempia. A Livorno s'arrota e anche di molto, dunque dicasi: "vorrei mangià".
4) "Chiesi il menù / "ehi lei!", con voce grave" nella versione da me udita è "Chiesi 'r menù / ma lei [intendasi: l'ostessa] con voce grave"
5) "vendeva la polenda / ma cogli uccelli" nella versione da me udita è: "vendeva la pulenda [qui netta pausa con suspence] / coll'uccelli". I quali... (continuer)
1) La cèa avannotto della razza? O quella? La cèa è l'anguilla piccina, la sanno tutti.
2) le crognole non esistono, a maggior ragione non sono granchi. Esistono invece i crognoli, pescetti da frittura, in italiano latterini.
3) "vorèi mangià" si dice a Lucca, dove l'erre è sempre scempia. A Livorno s'arrota e anche di molto, dunque dicasi: "vorrei mangià".
4) "Chiesi il menù / "ehi lei!", con voce grave" nella versione da me udita è "Chiesi 'r menù / ma lei [intendasi: l'ostessa] con voce grave"
5) "vendeva la polenda / ma cogli uccelli" nella versione da me udita è: "vendeva la pulenda [qui netta pausa con suspence] / coll'uccelli". I quali... (continuer)
Questa canzone la cantava il mio nonno, Attilio Fantolini, membro della compagnia originale dello spettacolo 'O porto di livorno traditore'. L'ho sentita cantare da quando ero piccolo, e a quanto ne sappia l'ha scritta lui con alcuni amici durante una delle svariate cene con stornelli che facevano da giovani, sull'aria di non so quale altra canzone (un tango Citta?).
Nel 1984 per Fonè è stato inciso un diisco dagli unici ancora in vita della compagnia Beppe Danese, Tina Andrei, Sandro Andreini e mio nonno appunto, che raccoglie tutte le canzoni dello spettacolo andato in scena per la prima volta nel 1974. Nel CD si trovano diverse canzoni di protesta contro la guerra, sopratutto della rivoluzione del 1849, quando Livorno unica in Toscana, non si arrese agli Austriaci venendo assediata per molto tempo.
Nel CD sono presenti sia i testi che molte note biografiche relative alle origini delle... (continuer)
Nel 1984 per Fonè è stato inciso un diisco dagli unici ancora in vita della compagnia Beppe Danese, Tina Andrei, Sandro Andreini e mio nonno appunto, che raccoglie tutte le canzoni dello spettacolo andato in scena per la prima volta nel 1974. Nel CD si trovano diverse canzoni di protesta contro la guerra, sopratutto della rivoluzione del 1849, quando Livorno unica in Toscana, non si arrese agli Austriaci venendo assediata per molto tempo.
Nel CD sono presenti sia i testi che molte note biografiche relative alle origini delle... (continuer)
Daniele Cuoco 4/7/2007 - 21:37
Leggo su la Repubblica che Caterina Bueno è morta ieri.
Riporto il breve articolo che il giornale le ha dedicato.
"Caterina Bueno, ambasciatrice della musica popolare toscana nel mondo, è morta ieri all'età di 62 anni. Voce straordinaria, la Bueno ha raccolto sul campo testi e musiche di contadini e lavoratori stagionali, facendoli conoscere al grande pubblico. Un repertorio che spazia dai canti di osteria agli stornelli, dai lamenti carcerari alle filastrocche. «La sua lunga attività artistica - ha ricordato il sindaco di Firenze, Leonardo Domenici - è stata intensamente permeata da un indomito impegno civile e politico. Nelle sue canzoni si ritrovano quei valori di pace, giustizia, riscatto sociale, che caratterizzano la sua ricerca». Una vita per la musica, a maggio Firenze l'aveva già premiata con il "Fiorino d'Oro". «Un gesto di riconoscenza e di affetto - ha aggiunto Domenici - nei confronti di una grande artista rimasta per sempre legata alla sua città».
Riporto il breve articolo che il giornale le ha dedicato.
"Caterina Bueno, ambasciatrice della musica popolare toscana nel mondo, è morta ieri all'età di 62 anni. Voce straordinaria, la Bueno ha raccolto sul campo testi e musiche di contadini e lavoratori stagionali, facendoli conoscere al grande pubblico. Un repertorio che spazia dai canti di osteria agli stornelli, dai lamenti carcerari alle filastrocche. «La sua lunga attività artistica - ha ricordato il sindaco di Firenze, Leonardo Domenici - è stata intensamente permeata da un indomito impegno civile e politico. Nelle sue canzoni si ritrovano quei valori di pace, giustizia, riscatto sociale, che caratterizzano la sua ricerca». Una vita per la musica, a maggio Firenze l'aveva già premiata con il "Fiorino d'Oro". «Un gesto di riconoscenza e di affetto - ha aggiunto Domenici - nei confronti di una grande artista rimasta per sempre legata alla sua città».
Renato Stecca 17/7/2007 - 16:13
Allora, io questa canzone la sentivo effettivamente dopo la guerra, quando stavo alle case minime in Coteto e la cantava spacciandola per sua ma (potrebbe essere anche vero) un certo Papini, un omino piccolo forse anche poliomielitico (ma la memoria ora è quella che è rimasto della memoria) che andava a cantare in quel piccolo circo "Fausto e Galoppo" e spesso lui si accompagnava con la chitarra e cantava canzoni livornesi come "Com'è bella Livorno sul mare" chnon so cosa darei per scaricarla da internet.
Io abito a Gorizia quindi anche se fossero in commercio non si trovano nei negozi di questa città. Mi ritrovo a malapena 3 o 4 45 giri di Gino Lena & compagnia della commedia in vernacolo, ormai stravecchi, pazienza, se c'è qualcuno che dei ricordi di Coteto e degli anni 50, stranamente nessuna notizia di quel quartiere abitato da circa 250 famiglie.
Un salutone e grazie per il sito.
il mio indirizzo è rispla2@virgilio.it
Valter Lauri Gorizia
Io abito a Gorizia quindi anche se fossero in commercio non si trovano nei negozi di questa città. Mi ritrovo a malapena 3 o 4 45 giri di Gino Lena & compagnia della commedia in vernacolo, ormai stravecchi, pazienza, se c'è qualcuno che dei ricordi di Coteto e degli anni 50, stranamente nessuna notizia di quel quartiere abitato da circa 250 famiglie.
Un salutone e grazie per il sito.
il mio indirizzo è rispla2@virgilio.it
Valter Lauri Gorizia
Valter Lauri 25/12/2007 - 15:09
Guarda, Valter, te lo giuro, se trovo qualcosa sei la prima persona a cui lo dico e mando tutto quanto. Ma te la posso fare una domanda? D'accordo tutte le vicende della vita; ma uno che nasce e cresce in Coteto, che accidente ci sta a fà' a Gorizia?
Speriamo che la vita ti riporti a Livorno, prima o poi. Boia dé.
Speriamo che la vita ti riporti a Livorno, prima o poi. Boia dé.
Riccardo Venturi 25/12/2007 - 22:59
Caro Riccardo
é un pelo che me lo 'hiedo anch'io, cosa ci fo' qui, tu sapessi che nostalgia...comunque non sono solo, ne conosco anche altri livornesi che abitano a Gorizia, ci saremo piovuti in qualche modo, la vita ci porta dove meno ce lo aspettiamo e molte volte è quasi impossibile (per via dei figlioli, gli affetti) ritornare nella propria terra. Non sono Livornese io sono nato a Firenze, ma avevo solo 6 mesi quando da sfollati siamo venuti a Livorno io sono del '44 e poi Via del Leone, Borgo Cappuccini, Scali delle Macine (Villa Triste era chiamata l'agglomerato di famiglie, sfrattate o senza una casa) Coteto insomma ho girato un pò tutta Livorno nei 16 anni che ci ho vissuto. I più belli della mia vita anche se pieni zeppi di povertà. Ti ringrazio Riccardo per l'attenzione che mi hai riservato e ti auguro di tutto cuore tante cose, tutte quelle che vorresti ma più che altro quella... (continuer)
é un pelo che me lo 'hiedo anch'io, cosa ci fo' qui, tu sapessi che nostalgia...comunque non sono solo, ne conosco anche altri livornesi che abitano a Gorizia, ci saremo piovuti in qualche modo, la vita ci porta dove meno ce lo aspettiamo e molte volte è quasi impossibile (per via dei figlioli, gli affetti) ritornare nella propria terra. Non sono Livornese io sono nato a Firenze, ma avevo solo 6 mesi quando da sfollati siamo venuti a Livorno io sono del '44 e poi Via del Leone, Borgo Cappuccini, Scali delle Macine (Villa Triste era chiamata l'agglomerato di famiglie, sfrattate o senza una casa) Coteto insomma ho girato un pò tutta Livorno nei 16 anni che ci ho vissuto. I più belli della mia vita anche se pieni zeppi di povertà. Ti ringrazio Riccardo per l'attenzione che mi hai riservato e ti auguro di tutto cuore tante cose, tutte quelle che vorresti ma più che altro quella... (continuer)
Valter Lauri 29/12/2007 - 18:38
Salve a tutti
Deh a legge la traduzione.... e mi son sentito male, poi meno male e mi sono ripreso con la correzione (non der ponce è!).
Grazie per la citazione di eventi a me (noi) cari appartenenti si al nostro passato ma presenti sempre nei nostri cuori. Spesso navigando la rete sento forte il desiderio di trovare immagini della mia Livorno farne una raccolta non per possedere ma per condividere.
L'altra sera sono stato a teatro alla Goldonetta qui a Livorno, c'era "Gli Sfollati" mi sono divertito da matti, certi "SFONDONI", ad un tratto hanno trasmesso un filmato dei bombardamenti (Questo c'è anche su internet) ma alcune sequenze non le trovo, magari se sapete dove le posso scaricare mi fareste contento :-) grazie un augurio di Buon Anno Claudio Tonci
Deh a legge la traduzione.... e mi son sentito male, poi meno male e mi sono ripreso con la correzione (non der ponce è!).
Grazie per la citazione di eventi a me (noi) cari appartenenti si al nostro passato ma presenti sempre nei nostri cuori. Spesso navigando la rete sento forte il desiderio di trovare immagini della mia Livorno farne una raccolta non per possedere ma per condividere.
L'altra sera sono stato a teatro alla Goldonetta qui a Livorno, c'era "Gli Sfollati" mi sono divertito da matti, certi "SFONDONI", ad un tratto hanno trasmesso un filmato dei bombardamenti (Questo c'è anche su internet) ma alcune sequenze non le trovo, magari se sapete dove le posso scaricare mi fareste contento :-) grazie un augurio di Buon Anno Claudio Tonci
Claudio Tonci 31/12/2007 - 04:26
Salve a tutti, in particolar modo a Daniele, in quanto nipote dell'amico del mio babbo anch'egli facente parte della compagnia che portò la commedia in teatro la prima volta.Era Mauro Puccinelli, amico e collega di tante serate passate con la chitarra in mano tra barzellette e stornelli talvolta interpretati anche da noi bimbi (all'epoca).Non ho il CD ma il vecchio 33 giri che ascolto in particolar modo quando sento troppo il vuoto lasciato da babbo anche se al momento dell'incisione non c'era più, in quanto morto nel 1981. Però non posso fare a meno di ricordare anche gli altri due :oltre ad Attilio e Mauro c'erano Mario Casini e Elbano Scotto e guardando bene è con profondo rammarico che noto che di questi 4 non c'è più nessuno......PECCATO!!!!
Antonella Puccinelli 6/3/2008 - 00:34
Mi permetto di correggere il piccolo glossario della canzone pubblicato in apertura di pagina.
Per verdea non si intende la salsa verde ma un vino bianco dolciastro molto in uso nelle nostre terre livornesi e ormai diventato kuasi una rarità.
Per verdea non si intende la salsa verde ma un vino bianco dolciastro molto in uso nelle nostre terre livornesi e ormai diventato kuasi una rarità.
Puccinelli Antonella 14/1/2009 - 15:27
Carissima Antonella, credo che la cosa fosse stata già corretta da tempo ma comunque grazie per la precisazione!
Però, per favore, nelle nostre terre livornesi "quasi" si scrive ancora con la "Q" !
Però, per favore, nelle nostre terre livornesi "quasi" si scrive ancora con la "Q" !
CCG/AWS Staff 14/1/2009 - 15:54
A proposito fra l'altro del Torricelli: sarà anche "chiuso da quer dì", però a Livorno ci sono stato du' settimane fa, ci sono passato davanti in via Grande e era bello aperto (a meno che non si tratti di un'illusione ottica torricelliana). Certo, non sarà più il Torricelli d'una volta, però se spingevo la porta ci entravo dentro...
Riccardo Venturi 14/1/2009 - 16:11
Ciao gente, momentaneamente sono a Dubai, dove tutto e' falso, anche il mare . Sono nato in via Solfarino o Zolferino come dicevano i vecchi ( forse si riferivano piu'al fiammifero che alla battaglia) e nel corso della mia vita ho avuta la fortuna di conoscere gente "verace", credo che pochi si ricordino della Izzeri, di Mario del Ri'overo, di Fame, di Loia e di Aquila Nera.Ma piu'di tutti ricordo il mio amico Giorgio Fontanelli. Fu con lui che cantai per la prima volta "Fagioli 'olle 'otenne." Possibile che il Comune di Livorno si sia dimenticato di intitolare anche un vicolo a questo suo figlio illustre! Ormai sono tanti anni che manco. se nel frattempo avessero provveduto chiedo venia, ma se non lo avessero fatto pensateci voi miei amici, perche' le mura del futuro poggiano sulle fondamenta di questi uomini. Evviva Livorno e che renda giustizia a Giorgio.
Viviano Citi 6/7/2009 - 14:43
A quanto ne so, Viviano (e lo so per averlo visto coi miei occhi) c'è una lapide dedicata a Giorgio Fontanelli proprio davanti al teatro Goldoni; però se a Livorno gli sia stata dedicata una via non lo so davvero. Vo a Livorno sabato, casomai mi informo! Saluti cari!
Riccardo Venturi 6/7/2009 - 15:47
Ελληνική απόδοση από το Ριχάρδο Βεντούρη
Se c'è una lingua, a parte ovviamente il livornese originario, dove questa canzone...è a casa, questa è il greco. Certo, sarebbe ugualmente a casa anche in ebraico, in olandese, in armeno e nelle non so quant'altre lingue si parlavano a Livorno (compreso il giudeo-livornese, il bagitto del popolo di religione israelita). I greci, come tutte le “nazioni”, avevano e hanno tuttora a Livorno il loro cimitero (prima situato di fronte al Cisternone, e ora in via Mastacchi) e le loro chiese: la chiesa greco-ortodossa della Santissima Trinità (demolita) e la Chiesa nazionale dei Greci Uniti, di cui sopravvive la facciata settecentesca. Non solo: in alcune vecchie foto si possono vedere negozi con insegne in greco, come ad esempio una rivendita di cordami che, se ben mi ricordo, doveva trovarsi in piazza Micheli. Il greco era lingua parlata e conosciuta in... (continuer)
Se c'è una lingua, a parte ovviamente il livornese originario, dove questa canzone...è a casa, questa è il greco. Certo, sarebbe ugualmente a casa anche in ebraico, in olandese, in armeno e nelle non so quant'altre lingue si parlavano a Livorno (compreso il giudeo-livornese, il bagitto del popolo di religione israelita). I greci, come tutte le “nazioni”, avevano e hanno tuttora a Livorno il loro cimitero (prima situato di fronte al Cisternone, e ora in via Mastacchi) e le loro chiese: la chiesa greco-ortodossa della Santissima Trinità (demolita) e la Chiesa nazionale dei Greci Uniti, di cui sopravvive la facciata settecentesca. Non solo: in alcune vecchie foto si possono vedere negozi con insegne in greco, come ad esempio una rivendita di cordami che, se ben mi ricordo, doveva trovarsi in piazza Micheli. Il greco era lingua parlata e conosciuta in... (continuer)
ΦΑΣΟΛΙΑ ΜΕ ΠΕΤΣΑ
(continuer)
(continuer)
Se poi putaàso varche livornese volesse 'antalla in greco ma 'un lo sapesse legge, ecco una trascrizzione tarmente facile, 'e ni riuscirebbe a lèggela anco a 'n pisano.
Fassòlia me pezza
madhimèna kotòpula
supa me kieftedhàkia.
Kapnistès rènghies,
kieftèdhes me patàtes.
Arnaki avgholèmono,
tris kàvures ki ena psaraki,
tighanitès patàtes ki aspro krasì,
lahtarò faì...
Pògli mu,
ipirxe mgnà taverna sta proàstia
pu mùfere apò Colline sto Salviano,
zìtissa to menù,
“Sighnòmi kirie”,
mu ipe me sovarì fognì,
“Eho mono fava.”
Èhassa to leoforìo,
mù spassan t'amaxaki,
i ghaidhara mou apovàgli.
Ki eghò horìs elpìdha
piyeno stin Ardenza.
Perno mìan odhò,
ipìrxe mgna taverna,
epèthena ap'tim bina
ki apo asitìa,
lahtarò faì...
Pògli mu,
ti ine varì na kàgnis to dhromo me ta podhia
idhikà am bethègnis apò asitìa
kie pigha ston “Gapro”, ston Torricelli,
pùglisse polenda,... (continuer)
Fassòlia me pezza
madhimèna kotòpula
supa me kieftedhàkia.
Kapnistès rènghies,
kieftèdhes me patàtes.
Arnaki avgholèmono,
tris kàvures ki ena psaraki,
tighanitès patàtes ki aspro krasì,
lahtarò faì...
Pògli mu,
ipirxe mgnà taverna sta proàstia
pu mùfere apò Colline sto Salviano,
zìtissa to menù,
“Sighnòmi kirie”,
mu ipe me sovarì fognì,
“Eho mono fava.”
Èhassa to leoforìo,
mù spassan t'amaxaki,
i ghaidhara mou apovàgli.
Ki eghò horìs elpìdha
piyeno stin Ardenza.
Perno mìan odhò,
ipìrxe mgna taverna,
epèthena ap'tim bina
ki apo asitìa,
lahtarò faì...
Pògli mu,
ti ine varì na kàgnis to dhromo me ta podhia
idhikà am bethègnis apò asitìa
kie pigha ston “Gapro”, ston Torricelli,
pùglisse polenda,... (continuer)
Riccardo Venturi 7/7/2009 - 16:44
Negli anni settanta l'ho ascoltata per la prima volta da Caterina Bueno, alla Flog di Firenze in uno spettacolo che registrai e di cui ho ancora la cassetta. Un giorno se ne farà un CD come già fatto per un altro importante spettacolo del 1975 (inaugurazione del centro FLOG, Caterina ed il Coro degli Etruschi di Roselle ecc, registrato da me e pubblicato a cura di Corrado Barontini di Grosseto). Io e Caterina avevamo iniziato a cantare contemporaneamente, eravamo ambedue nello stabile (inteso come elenco di "artisti", non come casa) del CAB 65, il primo effettivo cabaret a Firenze in via degli Alfani 65. Il primo vero fu Le polveri che però poi non aprì che per pochi giorni. Ho ancora una locandina rossa con tutti i nomi, eredità del regista Roberto Vezzosi (tramite l'amico Paolo Carcasci suo cognato) che lavorava lì con noi.
Quanti ricordi! O porto di Livorno traditore!
Quanti ricordi! O porto di Livorno traditore!
Mario Galasso 12/5/2010 - 21:10
Devo aggiungere che con Caterina per 45 anni circa abbiamo avuto un ottimo rapporto di amicizia e di comprensione. Da lei negli anni sessanta conobbi Ignazio Buttitta che mi regalò il suo libro "Lu trenu di lu suli" con una bella dedica (A Mario Galasso, oggi sconosciuto, domani grande cantastorie) che proprio 3-4-gg fa avevo tra le mani. Abitava allora in un villone ex convento alle pendici di Fiesole, preso in affitto dal babbo Xavier (si, il pittore famoso), ed io rimasi sconvolto dall'inciviltà del padre che aveva inchiodato assi sui braccioli del coro dei monaci, aveva poi messo delle reti di ferro sul davanti e nelle gabbie così ricavate ci teneva le galline! In un coro del 500! Mostruoso ed ignobile!
Fu per questo motivo che io non andai più a trovarla a casa sua. Ma ricordo anche delle pietre scolpite, dei rospi che servivano da fermaporta. O di tante altre cose private che non sto qui a scrivere. Ormai Caterina è morta ed io non so quando la seguirò per cantare ancora con lei le nostre canzoni.
Fu per questo motivo che io non andai più a trovarla a casa sua. Ma ricordo anche delle pietre scolpite, dei rospi che servivano da fermaporta. O di tante altre cose private che non sto qui a scrivere. Ormai Caterina è morta ed io non so quando la seguirò per cantare ancora con lei le nostre canzoni.
Mario Galasso 12/5/2010 - 21:20
Mi è piaciuto molto il testo, ora scaricherò la canzone.
Sul vostro bel sito ho letto dei personaggi caratteristici che hanno segnato un epoca.
Certo che ci ricordiamo tutti della Izzeri di Mario del riovero ed altri.
Ma chi sapeva che il ciccione sempre in pantaloncini che spingeva un carretto da cenciaio era il figliolo della Izzeri ?
E chi di noi maschietti non è stato oggetto delle pericolose e turpi attenzioni di Mario la fioraia ?
Chi di noi non ha conosciuto beppe il gelataio col triclico ?
Oppure i ciuini ?
Tanti saluti bella Livorno
per ora ciò da ffà, ma verrò presto.
Livornese foravia
Sul vostro bel sito ho letto dei personaggi caratteristici che hanno segnato un epoca.
Certo che ci ricordiamo tutti della Izzeri di Mario del riovero ed altri.
Ma chi sapeva che il ciccione sempre in pantaloncini che spingeva un carretto da cenciaio era il figliolo della Izzeri ?
E chi di noi maschietti non è stato oggetto delle pericolose e turpi attenzioni di Mario la fioraia ?
Chi di noi non ha conosciuto beppe il gelataio col triclico ?
Oppure i ciuini ?
Tanti saluti bella Livorno
per ora ciò da ffà, ma verrò presto.
Livornese foravia
Vincenzo Inghilleri 19/7/2010 - 13:54
Leggo per la prima volta queste pagine (dopo aver cercato notizie si Tina Andrey). Avevo chiesto un anno fa ad un cantastorie livornese un articolo su Tina per la nostra rivista TOSCANA FOLK, siamo arrivati tardi. Chiedo (non so a chi) per il prossimo numero una bella scheda sulla sua attività e, possibilmente qualche bella foto da aggiungere. Era grande e una voce inimitabile. Oggi restano soltanto vecchi microsolco Fra cui una splendida versione di Caserio)della SONIC di Carlo Dalla che potrebbero essere rimasterizzati (ci stiamo pensando. Sulla rivista non arriva molto materiale su Livorno, ma qualcosa abbiamo pubblicato (vedere l'indice sul web)fra cui una bella ricetta del cacciucco in poesia e un ricordo delle "cacciuccate" del 35-'36 con i concorsi di poesia estemporanea.
Ringrazio tutti per queste belle pagine e invito a collaborare alla rivista TOSCANA FOLK, che esce ormai solo... (continuer)
Ringrazio tutti per queste belle pagine e invito a collaborare alla rivista TOSCANA FOLK, che esce ormai solo... (continuer)
Alessandro Bencistà 16/4/2011 - 23:33
Francesco De Gregori
CATERINA
Dall’album “Titanic” del 1982.
E arrivò il mattino e col mattino un angelo
e quell'angelo eri tu
con due spalle da uccellino in un vestito troppo piccolo
e con gli occhi ancora blu
e la chitarra veramente la suonavi molto male
però quando cantavi mi sembrava Carnevale
e una bottiglia ci bastava per un pomeriggio intero
a raccontarlo oggi non sembra neanche vero.
E la vita Caterina lo sai non è comoda per nessuno
quando vuoi gustare fino in fondo tutto il suo profumo
devi rischiare la notte il vino e la malinconia
la solitudine e le valigie di un amore che vola via
e cinquecento catenelle che si spezzano in un secondo (*)
non ti bastano per piangere le lacrime di tutto il mondo
chissà se in quei momenti ti ricordi della mia faccia
quando la notte scende e ti si gelano le braccia.
Ma se soltanto per un attimo potessi averti accanto
forse non... (continuer)
CATERINA
Dall’album “Titanic” del 1982.
E arrivò il mattino e col mattino un angelo
e quell'angelo eri tu
con due spalle da uccellino in un vestito troppo piccolo
e con gli occhi ancora blu
e la chitarra veramente la suonavi molto male
però quando cantavi mi sembrava Carnevale
e una bottiglia ci bastava per un pomeriggio intero
a raccontarlo oggi non sembra neanche vero.
E la vita Caterina lo sai non è comoda per nessuno
quando vuoi gustare fino in fondo tutto il suo profumo
devi rischiare la notte il vino e la malinconia
la solitudine e le valigie di un amore che vola via
e cinquecento catenelle che si spezzano in un secondo (*)
non ti bastano per piangere le lacrime di tutto il mondo
chissà se in quei momenti ti ricordi della mia faccia
quando la notte scende e ti si gelano le braccia.
Ma se soltanto per un attimo potessi averti accanto
forse non... (continuer)
Bartleby 22/6/2011 - 15:22
potreste dirme dove posso scaricare o comprare "fagioli 'olle cotenne"?? grazie
claudia 26/3/2012 - 22:10
Cara Claudia, per scaricare la canzone puoi cliccare in questa pagina su Scarica / Ascolta. Non so quanti dischi di Caterina Bueno siano disponibili attualmente (c'era una bella compilation edita da "Avvenimenti" Canti di Maremma e d'anarchia ma credo sia introvabile). Altrimenti esiste una versione incisa da Riccardo Tesi e Maurizio Geri nel disco tributo a Caterina Bueno "Sopra i tetti di Firenze".
Lorenzo 26/3/2012 - 22:20
Faccio riferimento a un mi' ommento del lontano 2009......e figuriamoci s'un lo so che a Livorno quasi sì dice "guasi " solo che all'époa, volendo parlà l'italiano 'orretto e scrive quasi, siccome c'avevo la tastiera 'he un ne voleva sape' dì batte né ir 2 e né la q , adopravo la "cappa" pe' sostituillo !.......Bonaaaaaa!
antonella puccinelli 18/9/2013 - 00:48
Grazie ad Antonella Puccinelli che ha ricordato che nella compagnia c'era anche il mio nonno Mario Casini...è morto nel 1976 ma nella mia vita è stato sempre presente nei racconti del mio babbo, con le sue serate tra stornelli e barzellette.
Grazie ancora..
Grazie ancora..
Valeria Casini 4/2/2014 - 12:27
La minestra in sulle palle, qualcuno sostiene, dovrebbe essere una minestra di cavolfiore. Saluti e grazie per questo bel sito.
Giacomo
Giacomo
Giacomo 17/9/2018 - 23:48
Confermo, la minestra in su le palle è la minestra di cavolo, ma non il cavalfiore, è il cavolo verza, che a Livorno si chiama appunto la palla. Per il resto concordo con le precisazioni di Umberto, che saluto con un abbraccio. Oh Riccardo, ma com'è possibile che un elbano non sappia cosa sono i crognoli?
La polenta credo proprio che fosse con gli uccelli, ma il fatto è che per il nostro povero affamato non ci sono più né polenta né uccelli. Io il racconto della canzone me lo sono sempre figurato così: un pover uomo lacero e polverso che si aggira tra le macerie con la pancia vuota. Sul filo del ricordo la fame lo porta in tutti quei luoghi dove si abbuffava prima della guerra. Torricelli vendeva la polenta sì, ma prima di essere sbriciolato dalle bombe, come il resto della città. Il verso di apertura della seconda, quarta e quinta strofa, "Città, va cantanto prolungando la "a" per staziante... (continuer)
La polenta credo proprio che fosse con gli uccelli, ma il fatto è che per il nostro povero affamato non ci sono più né polenta né uccelli. Io il racconto della canzone me lo sono sempre figurato così: un pover uomo lacero e polverso che si aggira tra le macerie con la pancia vuota. Sul filo del ricordo la fame lo porta in tutti quei luoghi dove si abbuffava prima della guerra. Torricelli vendeva la polenta sì, ma prima di essere sbriciolato dalle bombe, come il resto della città. Il verso di apertura della seconda, quarta e quinta strofa, "Città, va cantanto prolungando la "a" per staziante... (continuer)
Andrea 8/12/2020 - 23:08
Carissimo Andrea, foravia di Coteto, prima di tutto un saluto...e poi, oh, unzoccheddìtti, i crognoli proprio non li conoscevo. Come si dice...a ogni poeta gli manca un verso, e siccome io poeta non sono, mi mancava un crognolo! :-) Comunque secondo me hai scritto davvero delle belle cose, e in questi chiardiluna fa piacere doppio. Grazie ancora per le tue parole e torna a trovarci! Un abbraccio!
Riccardo Venturi 9/12/2020 - 06:07
Fagioli 'olle 'otenne (ri)attribuita a Attilio Fantolini
Approfittando del commento di Andrea, ho fatto una cosa che, secondo me, andava fatta da tempo relativamente a questa pagina oramai di lunghissima data (risale al 2004; da far notare, che in questo sito di oltre 33.000 canzoni, reca il numero 749...quasi preistoria).
Vale a dire: ho riportato la canzone, e la sua pagina, al suo autore, Attilio Fantolini. E mi sembra semplicemente doveroso, aggiungendo anche un po' di (scarsa) iconografia, quella disponibile in Rete, e modificando un po' l'introduzione (e riportandovi il commento di Daniele Cuoco, nipote di Attilio Fantolini, che in pratica ha stabilito la vera origine di questa canzone). Curioso il fatto che Attilio Fantolini (stando a quanto riportato nell'articolo del Tirreno che forma la sua biografia in questa pagina) dovrebbe essere scomparso proprio nel 2004: cioè il medesimo... (continuer)
Approfittando del commento di Andrea, ho fatto una cosa che, secondo me, andava fatta da tempo relativamente a questa pagina oramai di lunghissima data (risale al 2004; da far notare, che in questo sito di oltre 33.000 canzoni, reca il numero 749...quasi preistoria).
Vale a dire: ho riportato la canzone, e la sua pagina, al suo autore, Attilio Fantolini. E mi sembra semplicemente doveroso, aggiungendo anche un po' di (scarsa) iconografia, quella disponibile in Rete, e modificando un po' l'introduzione (e riportandovi il commento di Daniele Cuoco, nipote di Attilio Fantolini, che in pratica ha stabilito la vera origine di questa canzone). Curioso il fatto che Attilio Fantolini (stando a quanto riportato nell'articolo del Tirreno che forma la sua biografia in questa pagina) dovrebbe essere scomparso proprio nel 2004: cioè il medesimo... (continuer)
Riccardo Venturi 9/12/2020 - 08:41
Nella foto all'inizio dell'introduzione potrebbe non essere Attilio Fantolini ad accompagnare Tina Andrei, bensì Gino Lena.
B.B. 9/12/2020 - 11:24
era un trio, quello alla chitarra dovrebbe essere Attilio. Vedi ad esempio TRIO FOLK CON TINA ANDREI GIOVANNI & ATTILIO STORNELLI DELLA NONNA 45 GIRI 7 o il video Tina Andrei LA FESTA DELLE FAVE A SALVIANO.
Lorenzo 9/12/2020 - 11:47
Abbiamo contattato dopo tanti anni Daniele, il nipote di Attilio Fantolini, che ci ha inviato una foto del nonno.
CCG Staff 11/12/2020 - 13:16
Grande cosa. Ovviamente tolgo la presunta foto che avevo messo. Un saluto anche da parte mia a Daniele, il nipote di Attilio Fantolini! Con tutti i ringraziamenti e gli auguri possibili, ovviamente.
PS. Ora 'un resta 'e un mistero da risòrve'...comemmài Tina Andrei doventa "Tina Andrey" 'oll'iggrèa ner disco Fonè...!
PS. Ora 'un resta 'e un mistero da risòrve'...comemmài Tina Andrei doventa "Tina Andrey" 'oll'iggrèa ner disco Fonè...!
Riccardo Venturi 11/12/2020 - 13:53
Ecco caricato anche il video con l'interpretazione di Attilio Fantolini
CCG Staff 11/12/2020 - 18:18
Qui l'intero album O PORTO DI LIVORNO TRADITORE con l'introduzione parlata alla canzone
×
- Confronter avec l'originale
- Confronter avec une autre version
- Chercher Vidéo sur YouTube
- Chansons reliées
Scritta da Attilio Fantolini (con alcuni amici)
Written by Attilio Fantolini (with some friends)
Composée par Attilio Fantolini (avec des amis à lui)
Spettacolo / Spectacle: "O porto di Livorno traditore" [1974]
Album / Albumi: "O porto di Livorno traditore" [Fonè, 1984]
Interpretata e incisa anche da / Also performed and recorded by / Interprétée et enregistrée aussi par:
Caterina Bueno
In: Canti di Maremma e d'Anarchia
Album allegato e pubblicato dalla rivista "Avvenimenti" [1997]
E da / And also by / Et aussi par:
De' Soda Sisters
"Questa canzone la cantava il mio nonno, Attilio Fantolini, membro della compagnia originale dello spettacolo 'O porto di Livorno traditore'. L'ho sentita cantare da quando ero piccolo, e a quanto ne sappia l'ha scritta lui con alcuni amici durante una delle svariate cene con stornelli che facevano da giovani, sull'aria di non... (continuer)