Η σκλαβιά
anonyme
Traduzione italiana / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös / Ιταλική μετάφραση [1]
Si tratta della traduzione italiana che, per diciott’anni, ha formato una pagina autonoma che è “convissuta” con questa pagina (e che è stata oggi eliminata). La traduzione si adatta perfettamente alla versione cantata nel 1947 da Theodorakis -accompagnato da un chitarrista e fischiatore italiano, Marcello Pietropaoli); l’autore è però, almeno per ora, sconosciuto. Nel 2006 avevo ripreso questa traduzione da “La Musica dell’Altra Italia” (sezione “Canzoniere Internazionale”), che è stata una fonte importante nei primissimi anni di questo sito; come già detto, il sito non è più esistente da anni. La traduzione è quindi trasmigrata qui -anche perché, con l’eliminazione della vecchia pagina e con la scomparsa della fonte, si tratta dell’unica testimonianza rimasta di questo testo. “La Musica dell’Altra Italia” avvertiva che il testo proveniva dai “Canti della Resistenza Europea 1933-1963”, senz’altra... (continuer)
Schiavitù
(continuer)
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ "Gian Piero Testa" 26/6/2024 - 21:42
Хей, поле широко
Musica Lèna Tchentchèva
Testo Anonimo
Canti della resistenza europea Vol. 1 / a cura di Sergio Liberovici e M. L. Straniero. (1972)
In Bulgaria si canta anche Ehi, Balcani! composta dalla regista Lèna Tchentchèva nel 1943 per una compagnia teatrale, ma ben presto adottata dai partigiani, con modifiche al testo, come canto di lotta e di liberazione.
Protagonista è un giovane risoluto, disceso dai Balcani, cioè dai monti della catena di Stara Planina che attraversa il Paese, per combattere. Ha il fucile in mano e comanda un gruppo di eroici partigiani. È grazie a loro che questa terra tornerà libera dall’oppressore. Le prime formazioni partigiane si formavano nel 1941e nel 1942 già erano radunate in massa nel Fronte Patriottico. Nel ’43 le bande armate disseminate sulle montagna davano vita all’Armata Popolare di Liberazione con un comando unico.
patriaindipendente.it
Secondo la raccolta... (continuer)
Testo Anonimo
Canti della resistenza europea Vol. 1 / a cura di Sergio Liberovici e M. L. Straniero. (1972)
In Bulgaria si canta anche Ehi, Balcani! composta dalla regista Lèna Tchentchèva nel 1943 per una compagnia teatrale, ma ben presto adottata dai partigiani, con modifiche al testo, come canto di lotta e di liberazione.
Protagonista è un giovane risoluto, disceso dai Balcani, cioè dai monti della catena di Stara Planina che attraversa il Paese, per combattere. Ha il fucile in mano e comanda un gruppo di eroici partigiani. È grazie a loro che questa terra tornerà libera dall’oppressore. Le prime formazioni partigiane si formavano nel 1941e nel 1942 già erano radunate in massa nel Fronte Patriottico. Nel ’43 le bande armate disseminate sulle montagna davano vita all’Armata Popolare di Liberazione con un comando unico.
patriaindipendente.it
Secondo la raccolta... (continuer)
Хей, поле широко,
(continuer)
(continuer)
envoyé par Dq82 27/1/2021 - 09:55
Soldado sí
Questa poesia di Goytisolo non è del 1977 ma del 1958, in pieno franchismo.
Si trova infatti già in "Canti della nuova resistenza spagnola 1939-1961", di Michele Straniero e Sergio Liberovici, volume pubblicato da Giulio Einaudi nel 1962.
La traduzione italiana da quel volume, ripresa da Musica y Poesia
Si trova infatti già in "Canti della nuova resistenza spagnola 1939-1961", di Michele Straniero e Sergio Liberovici, volume pubblicato da Giulio Einaudi nel 1962.
La traduzione italiana da quel volume, ripresa da Musica y Poesia
CANZONE DI PACE
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 13/9/2020 - 16:35
Que la tortilla se vuelva
Non credo che "Que la tortilla se vuelva", altrimenti nota come "La hierba de los caminos", o "Que culpa tiene el tomate", sia una canzone composta da Ferlosio. Dovrebbe trattarsi – stando a molte fonti diverse – di una serie di coplas risalenti all'epoca della guerra civile spagnola:
"“Que la tortilla se vuelva”, canción formada por varias estrofas de coplas y fandangos populares, que se recopilaron en el llamado “Cancionero de Einaudi” (Canti della nuova resistenza spagnola 1939-1961, de Michele Straniero, Sergio Liberovici. Giulio Einaudi editore, 1962)" (Pueblo de España, ponte a cantar)
Canti della Resistenza Spagnola
La hierba de los caminos
"Es más que probable que Ferlosio cantara estas coplas (desgraciadamente no hemos podío encontrar ninguna grabación suya, a pesar de las palabras de Carrasco), pero está sabío que al menos el origen de la copla de la tortilla, incluía por el... (continuer)
"“Que la tortilla se vuelva”, canción formada por varias estrofas de coplas y fandangos populares, que se recopilaron en el llamado “Cancionero de Einaudi” (Canti della nuova resistenza spagnola 1939-1961, de Michele Straniero, Sergio Liberovici. Giulio Einaudi editore, 1962)" (Pueblo de España, ponte a cantar)
Canti della Resistenza Spagnola
La hierba de los caminos
"Es más que probable que Ferlosio cantara estas coplas (desgraciadamente no hemos podío encontrar ninguna grabación suya, a pesar de las palabras de Carrasco), pero está sabío que al menos el origen de la copla de la tortilla, incluía por el... (continuer)
B.B. 13/9/2020 - 13:56
Erode non è morto
2017
Nuovo Cantacronache Volume Uno (Materiali Musicali/Irma Group)
testo di Beppe Chierici e musica di Giuseppe Mereu
Nato nel 1957 a Torino con lo scopo di valorizzare il mondo della canzone popolare attraverso l’impegno sociale, il Cantacronache ha raccontato l’Italia del dopoguerra, attraverso le voci di Fausto Amodei, Michele Straniero, Sergio Liberovici, Emilio Jona, Margot Galante Garrone, con uno spirito critico ed anticonformista, consegnando alla memoria collettiva fatti e momenti della storia sociale e politica, ed avvalendosi della collaborazione di scrittori come Italo Calvino, Mario Pogliotti, Franco Fortini, Umberto Eco e Gianni Rodari. A distanza di sessant’anni, e con la supervisione dell’indomita Margot Galante Garrone, il Cantacronache torna in vita, grazie alla collaborazione nata tra il comitato editoriale de “Il Cenacolo di Ares”, Materiali Musicali e Irma Records,... (continuer)
Nuovo Cantacronache Volume Uno (Materiali Musicali/Irma Group)
testo di Beppe Chierici e musica di Giuseppe Mereu
Nato nel 1957 a Torino con lo scopo di valorizzare il mondo della canzone popolare attraverso l’impegno sociale, il Cantacronache ha raccontato l’Italia del dopoguerra, attraverso le voci di Fausto Amodei, Michele Straniero, Sergio Liberovici, Emilio Jona, Margot Galante Garrone, con uno spirito critico ed anticonformista, consegnando alla memoria collettiva fatti e momenti della storia sociale e politica, ed avvalendosi della collaborazione di scrittori come Italo Calvino, Mario Pogliotti, Franco Fortini, Umberto Eco e Gianni Rodari. A distanza di sessant’anni, e con la supervisione dell’indomita Margot Galante Garrone, il Cantacronache torna in vita, grazie alla collaborazione nata tra il comitato editoriale de “Il Cenacolo di Ares”, Materiali Musicali e Irma Records,... (continuer)
Erode non è morto, o allora è risorto
(continuer)
(continuer)
envoyé par Dq82 3/12/2019 - 15:40
Parcours:
Antiwar Anticléricale, Violence sur l'enfance
Terra senza Dio
2017
Nuovo Cantacronache Volume Uno (Materiali Musicali/Irma Group)
testo di Beppe Chierici e musica di Giuseppe Mereu
Nato nel 1957 a Torino con lo scopo di valorizzare il mondo della canzone popolare attraverso l’impegno sociale, il Cantacronache ha raccontato l’Italia del dopoguerra, attraverso le voci di Fausto Amodei, Michele Straniero, Sergio Liberovici, Emilio Jona, Margot Galante Garrone, con uno spirito critico ed anticonformista, consegnando alla memoria collettiva fatti e momenti della storia sociale e politica, ed avvalendosi della collaborazione di scrittori come Italo Calvino, Mario Pogliotti, Franco Fortini, Umberto Eco e Gianni Rodari. A distanza di sessant’anni, e con la supervisione dell’indomita Margot Galante Garrone, il Cantacronache torna in vita, grazie alla collaborazione nata tra il comitato editoriale de “Il Cenacolo di Ares”, Materiali Musicali e Irma Records,... (continuer)
Nuovo Cantacronache Volume Uno (Materiali Musicali/Irma Group)
testo di Beppe Chierici e musica di Giuseppe Mereu
Nato nel 1957 a Torino con lo scopo di valorizzare il mondo della canzone popolare attraverso l’impegno sociale, il Cantacronache ha raccontato l’Italia del dopoguerra, attraverso le voci di Fausto Amodei, Michele Straniero, Sergio Liberovici, Emilio Jona, Margot Galante Garrone, con uno spirito critico ed anticonformista, consegnando alla memoria collettiva fatti e momenti della storia sociale e politica, ed avvalendosi della collaborazione di scrittori come Italo Calvino, Mario Pogliotti, Franco Fortini, Umberto Eco e Gianni Rodari. A distanza di sessant’anni, e con la supervisione dell’indomita Margot Galante Garrone, il Cantacronache torna in vita, grazie alla collaborazione nata tra il comitato editoriale de “Il Cenacolo di Ares”, Materiali Musicali e Irma Records,... (continuer)
Addio antica terra ostile e amara
(continuer)
(continuer)
envoyé par Dq82 3/12/2019 - 15:25
Parcours:
Guerre à la Terre
Donna stuprata
2017
Nuovo Cantacronache Volume Uno (Materiali Musicali/Irma Group)
Nato nel 1957 a Torino con lo scopo di valorizzare il mondo della canzone popolare attraverso l’impegno sociale, il Cantacronache ha raccontato l’Italia del dopoguerra, attraverso le voci di Fausto Amodei, Michele Straniero, Sergio Liberovici, Emilio Jona, Margot Galante Garrone, con uno spirito critico ed anticonformista, consegnando alla memoria collettiva fatti e momenti della storia sociale e politica, ed avvalendosi della collaborazione di scrittori come Italo Calvino, Mario Pogliotti, Franco Fortini, Umberto Eco e Gianni Rodari. A distanza di sessant’anni, e con la supervisione dell’indomita Margot Galante Garrone, il Cantacronache torna in vita, grazie alla collaborazione nata tra il comitato editoriale de “Il Cenacolo di Ares”, Materiali Musicali e Irma Records, per un progetto che vedrà succedersi ben cinque album... (continuer)
Nuovo Cantacronache Volume Uno (Materiali Musicali/Irma Group)
Nato nel 1957 a Torino con lo scopo di valorizzare il mondo della canzone popolare attraverso l’impegno sociale, il Cantacronache ha raccontato l’Italia del dopoguerra, attraverso le voci di Fausto Amodei, Michele Straniero, Sergio Liberovici, Emilio Jona, Margot Galante Garrone, con uno spirito critico ed anticonformista, consegnando alla memoria collettiva fatti e momenti della storia sociale e politica, ed avvalendosi della collaborazione di scrittori come Italo Calvino, Mario Pogliotti, Franco Fortini, Umberto Eco e Gianni Rodari. A distanza di sessant’anni, e con la supervisione dell’indomita Margot Galante Garrone, il Cantacronache torna in vita, grazie alla collaborazione nata tra il comitato editoriale de “Il Cenacolo di Ares”, Materiali Musicali e Irma Records, per un progetto che vedrà succedersi ben cinque album... (continuer)
O donna stuprata, raddrizza la testa
(continuer)
(continuer)
envoyé par Dq82 25/9/2018 - 15:11
Solcare il mare
2017
Nuovo Cantacronache Volume Uno (Materiali Musicali/Irma Group)
Nato nel 1957 a Torino con lo scopo di valorizzare il mondo della canzone popolare attraverso l’impegno sociale, il Cantacronache ha raccontato l’Italia del dopoguerra, attraverso le voci di Fausto Amodei, Michele Straniero, Sergio Liberovici, Emilio Jona, Margot Galante Garrone, con uno spirito critico ed anticonformista, consegnando alla memoria collettiva fatti e momenti della storia sociale e politica, ed avvalendosi della collaborazione di scrittori come Italo Calvino, Mario Pogliotti, Franco Fortini, Umberto Eco e Gianni Rodari. A distanza di sessant’anni, e con la supervisione dell’indomita Margot Galante Garrone, il Cantacronache torna in vita, grazie alla collaborazione nata tra il comitato editoriale de “Il Cenacolo di Ares”, Materiali Musicali e Irma Records, per un progetto che vedrà succedersi ben cinque album... (continuer)
Nuovo Cantacronache Volume Uno (Materiali Musicali/Irma Group)
Nato nel 1957 a Torino con lo scopo di valorizzare il mondo della canzone popolare attraverso l’impegno sociale, il Cantacronache ha raccontato l’Italia del dopoguerra, attraverso le voci di Fausto Amodei, Michele Straniero, Sergio Liberovici, Emilio Jona, Margot Galante Garrone, con uno spirito critico ed anticonformista, consegnando alla memoria collettiva fatti e momenti della storia sociale e politica, ed avvalendosi della collaborazione di scrittori come Italo Calvino, Mario Pogliotti, Franco Fortini, Umberto Eco e Gianni Rodari. A distanza di sessant’anni, e con la supervisione dell’indomita Margot Galante Garrone, il Cantacronache torna in vita, grazie alla collaborazione nata tra il comitato editoriale de “Il Cenacolo di Ares”, Materiali Musicali e Irma Records, per un progetto che vedrà succedersi ben cinque album... (continuer)
Vorrei solcare il mare
(continuer)
(continuer)
envoyé par Dq82 25/9/2018 - 15:05
Ya se fue el verano (El tururururú)
anonyme
Nel video da YouTube sopravvissuto a cantare è evidentemente una voce femminile, non quella di Rolando Alarcón.
Si tratta della nostra compianta Margot, da “Canti della resistenza spagnola”, 1968, (con Michele L. Straniero e Fausto Amodei), un disco che derivava da un volume del 1962, curato da Sergio Liberovici e dallo stesso Michele L. Straniero e intitolato "Canti della nuova resistenza spagnola. 1939-1961".
Si tratta della nostra compianta Margot, da “Canti della resistenza spagnola”, 1968, (con Michele L. Straniero e Fausto Amodei), un disco che derivava da un volume del 1962, curato da Sergio Liberovici e dallo stesso Michele L. Straniero e intitolato "Canti della nuova resistenza spagnola. 1939-1961".
B.B. 12/9/2017 - 19:52
Alep Syriacon Valley
2017
Nuovo Cantacronache Volume Uno (Materiali Musicali/Irma Group)
Nato nel 1957 a Torino con lo scopo di valorizzare il mondo della canzone popolare attraverso l’impegno sociale, il Cantacronache ha raccontato l’Italia del dopoguerra, attraverso le voci di Fausto Amodei, Michele Straniero, Sergio Liberovici, Emilio Jona, Margot Galante Garrone, con uno spirito critico ed anticonformista, consegnando alla memoria collettiva fatti e momenti della storia sociale e politica, ed avvalendosi della collaborazione di scrittori come Italo Calvino, Mario Pogliotti, Franco Fortini, Umberto Eco e Gianni Rodari. A distanza di sessant’anni, e con la supervisione dell’indomita Margot Galante Garrone, il Cantacronache torna in vita, grazie alla collaborazione nata tra il comitato editoriale de “Il Cenacolo di Ares”, Materiali Musicali e Irma Records, per un progetto che vedrà succedersi ben cinque album... (continuer)
Nuovo Cantacronache Volume Uno (Materiali Musicali/Irma Group)
Nato nel 1957 a Torino con lo scopo di valorizzare il mondo della canzone popolare attraverso l’impegno sociale, il Cantacronache ha raccontato l’Italia del dopoguerra, attraverso le voci di Fausto Amodei, Michele Straniero, Sergio Liberovici, Emilio Jona, Margot Galante Garrone, con uno spirito critico ed anticonformista, consegnando alla memoria collettiva fatti e momenti della storia sociale e politica, ed avvalendosi della collaborazione di scrittori come Italo Calvino, Mario Pogliotti, Franco Fortini, Umberto Eco e Gianni Rodari. A distanza di sessant’anni, e con la supervisione dell’indomita Margot Galante Garrone, il Cantacronache torna in vita, grazie alla collaborazione nata tra il comitato editoriale de “Il Cenacolo di Ares”, Materiali Musicali e Irma Records, per un progetto che vedrà succedersi ben cinque album... (continuer)
Per il sole l’uomo è uguale
(continuer)
(continuer)
envoyé par dq82 23/3/2017 - 19:47
O pescecan terribile
[primi anni del 900]
Parole e musica di Antonio Mazzuccato, direttore del Gruppo corale Borgo Vittoria di Torino negli anni tra il 1908 e il 1922, così come eseguito nel 1973 da Angelo Giorcelli, classe 1890, operaio FIAT, membro originario del coro, durante un'intervista condotta da Emilio Jona e Sergio Liberovici
In Jona, Liberovici, Castelli, Lovatto - "Le ciminiere non fanno più fumo. Canti e memorie degli operai torinesi", Donzelli 2008.
La corale nacque nel 1903 all’interno del Circolo Educativo Socialista di Borgo Vittoria, che poi ebbe sede presso l'imponente edificio della Casa del Popolo di Borgo Vittoria e Madonna di Campagna, costruito intorno al 1910 con il finanziamento e la forza lavoro dei circoli rionali socialisti, e incendiato dai fascisti nel 1922. In seguito, sulle sue ceneri, venne allestita una sala cinematografica, l'Apollo, con annessa sala danze. Oggi vi sorge... (continuer)
Parole e musica di Antonio Mazzuccato, direttore del Gruppo corale Borgo Vittoria di Torino negli anni tra il 1908 e il 1922, così come eseguito nel 1973 da Angelo Giorcelli, classe 1890, operaio FIAT, membro originario del coro, durante un'intervista condotta da Emilio Jona e Sergio Liberovici
In Jona, Liberovici, Castelli, Lovatto - "Le ciminiere non fanno più fumo. Canti e memorie degli operai torinesi", Donzelli 2008.
La corale nacque nel 1903 all’interno del Circolo Educativo Socialista di Borgo Vittoria, che poi ebbe sede presso l'imponente edificio della Casa del Popolo di Borgo Vittoria e Madonna di Campagna, costruito intorno al 1910 con il finanziamento e la forza lavoro dei circoli rionali socialisti, e incendiato dai fascisti nel 1922. In seguito, sulle sue ceneri, venne allestita una sala cinematografica, l'Apollo, con annessa sala danze. Oggi vi sorge... (continuer)
O pescecan terribile
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 26/10/2016 - 22:55
In Roma fu rapito
anonyme
[1924]
Una delle tante cantate che si diffusero in tutta Italia dopo il rapimento e l’assassinio del deputato Giacomo Matteotti, segretario del Partito Socialista Unitario
Riferita nel 1960 a Jona e Liberovici da alcuni informatori anonimi nel mantovano.
In “Le ciminiere non fanno più fumo - Canti e memorie degli operai torinesi”, a cura di Emilio Jona, Sergio Liberovici, Franco Castelli, Alberto Lovatto, Donzelli 2008.
Sulla stessa aria di Le ultime ore e la decapitazione di Sante Caserio
Nell’ultima strofa sono ricordati i nomi di altri due figure importanti del socialismo di allora, il pugliese Giuseppe Di Vagno e l’emiliano Antonio Piccinini.
L’avvocato e parlamentare socialista Di Vagno – che abbiamo già incontrato citato nella canzone Bandiera rossa – fu ucciso da squadristi a colpi di pistola nel 1921 durante un comizio a Mola di Bari.
Antonio Piccinini era di Reggio Emilia,... (continuer)
Una delle tante cantate che si diffusero in tutta Italia dopo il rapimento e l’assassinio del deputato Giacomo Matteotti, segretario del Partito Socialista Unitario
Riferita nel 1960 a Jona e Liberovici da alcuni informatori anonimi nel mantovano.
In “Le ciminiere non fanno più fumo - Canti e memorie degli operai torinesi”, a cura di Emilio Jona, Sergio Liberovici, Franco Castelli, Alberto Lovatto, Donzelli 2008.
Sulla stessa aria di Le ultime ore e la decapitazione di Sante Caserio
Nell’ultima strofa sono ricordati i nomi di altri due figure importanti del socialismo di allora, il pugliese Giuseppe Di Vagno e l’emiliano Antonio Piccinini.
L’avvocato e parlamentare socialista Di Vagno – che abbiamo già incontrato citato nella canzone Bandiera rossa – fu ucciso da squadristi a colpi di pistola nel 1921 durante un comizio a Mola di Bari.
Antonio Piccinini era di Reggio Emilia,... (continuer)
In Roma fu rapito
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 26/10/2016 - 16:02
A lavorare noi siam condannati (o Il contadino)
anonyme
[primi anni del 900]
Una cantata operaia riferita da Giuseppe Bertolino, classe 1895, piemontese, operaio meccanico, socialista e poi, dopo la scissione di Livorno del 1921, comunista.
Bertolino riferiva di aver imparato questo canto frequentando la Società operaia di mutuo soccorso “Fratellanza” di Mondovì, Cuneo.
In “Le ciminiere non fanno più fumo - Canti e memorie degli operai torinesi”, a cura di Emilio Jona, Sergio Liberovici, Franco Castelli, Alberto Lovatto, Donzelli 2008.
Una cantata operaia riferita da Giuseppe Bertolino, classe 1895, piemontese, operaio meccanico, socialista e poi, dopo la scissione di Livorno del 1921, comunista.
Bertolino riferiva di aver imparato questo canto frequentando la Società operaia di mutuo soccorso “Fratellanza” di Mondovì, Cuneo.
In “Le ciminiere non fanno più fumo - Canti e memorie degli operai torinesi”, a cura di Emilio Jona, Sergio Liberovici, Franco Castelli, Alberto Lovatto, Donzelli 2008.
A lavorare noi siam condannati
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 26/10/2016 - 13:05
Inno anticlericale
anonyme
[1907-08?]
Sull’aria dell’Inno di Mameli, testo reperito in un quaderno manoscritto di canzoni compilato da Emilio Grosso, operaio tessile di Vallemosso (Vercelli)
In “Le ciminiere non fanno più fumo - Canti e memorie degli operai torinesi”, a cura di Emilio Jona, Sergio Liberovici, Franco Castelli, Alberto Lovatto, Donzelli 2008.
Sull’aria dell’Inno di Mameli, testo reperito in un quaderno manoscritto di canzoni compilato da Emilio Grosso, operaio tessile di Vallemosso (Vercelli)
In “Le ciminiere non fanno più fumo - Canti e memorie degli operai torinesi”, a cura di Emilio Jona, Sergio Liberovici, Franco Castelli, Alberto Lovatto, Donzelli 2008.
Fratelli d’Italia
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 26/10/2016 - 09:55
Parcours:
Antiwar Anticléricale
Si me matan, bueno (Ante la vida, sereno)
Nel 1967 questa poesia di Miguel Hernández fu messa in musica da Sergio Liberovici nel suo album "Ogni giorno, tutti i giorni", edito da I Dischi del Sole. Il titolo del brano è "Ante la vida".
Bernart Bartleby 23/10/2016 - 21:30
Senti madre il lamento di un figlio
anonyme
[1911]
Un breve canto riferito nel 1960 dall’informatore Piero Dosio, torinese, classe 1893, e contenuto in “Le ciminiere non fanno più fumo - Canti e memorie degli operai torinesi”, a cura di Emilio Jona, Sergio Liberovici, Franco Castelli, Alberto Lovatto, Donzelli 2008.
Il canto si riferisce ad una delle tante misere avventure dell’Italia colonialista, quella del 1911, quando il governo Giolitti diede il via all’aggressione della Libia. Quell’ennesima “passeggiata militare” si concluse più di 30 anni dopo e nel totale fracasso. Si pensi che solo in quell’anno di guerra, tra il 1911 ed il 1912, le truppe d’invasione (che giunsero a controllare una porzione esigua di territorio, perennemente imboscate dalla guerriglia) persero oltre 4.000 uomini, mentre 5.000 restarono feriti e/o mutilati.
Il modulo testuale e melodico di questo brano è lo stesso di Addio padre e madre addio, un canto... (continuer)
Un breve canto riferito nel 1960 dall’informatore Piero Dosio, torinese, classe 1893, e contenuto in “Le ciminiere non fanno più fumo - Canti e memorie degli operai torinesi”, a cura di Emilio Jona, Sergio Liberovici, Franco Castelli, Alberto Lovatto, Donzelli 2008.
Il canto si riferisce ad una delle tante misere avventure dell’Italia colonialista, quella del 1911, quando il governo Giolitti diede il via all’aggressione della Libia. Quell’ennesima “passeggiata militare” si concluse più di 30 anni dopo e nel totale fracasso. Si pensi che solo in quell’anno di guerra, tra il 1911 ed il 1912, le truppe d’invasione (che giunsero a controllare una porzione esigua di territorio, perennemente imboscate dalla guerriglia) persero oltre 4.000 uomini, mentre 5.000 restarono feriti e/o mutilati.
Il modulo testuale e melodico di questo brano è lo stesso di Addio padre e madre addio, un canto... (continuer)
Senti madre il lamento di un figlio
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 19/10/2016 - 13:11
Hijos del pueblo
La versione torinese nella lezione dell’informatore Gaetano Dassetto, classe 1906, torinese di Borgo San Paolo, falegname ed operaio, socialista, antifascista, partigiano nelle SAP (Squadre di Azione Patriottica) con il nome di battaglia di “Germinale”, delegato sindacale nella FIOM CGIL.
Da “Le ciminiere non fanno più fumo - Canti e memorie degli operai torinesi”, a cura di Emilio Jona, Sergio Liberovici, Franco Castelli, Alberto Lovatto, Donzelli 2008.
Dassetto così commentava l’esecuzione del canto:
“Viena dalla Spagna. L’ho imparata nel nostro Circolo, a Borgo San paolo, nel ’20. Era una canzone rivoluzionaria spagnola, la sapevo tutta. E quando la cantavamo in giro, se la sentiva la polizia, suonava subito, eh, e ci saltavano subito addosso.
Mi ricordo una volta, eravamo lì dove adesso è via Di Nanni, era di sera, eravamo ‘na bèla partìa (una bella compagnia), ragazzi e ragazze,... (continuer)
Da “Le ciminiere non fanno più fumo - Canti e memorie degli operai torinesi”, a cura di Emilio Jona, Sergio Liberovici, Franco Castelli, Alberto Lovatto, Donzelli 2008.
Dassetto così commentava l’esecuzione del canto:
“Viena dalla Spagna. L’ho imparata nel nostro Circolo, a Borgo San paolo, nel ’20. Era una canzone rivoluzionaria spagnola, la sapevo tutta. E quando la cantavamo in giro, se la sentiva la polizia, suonava subito, eh, e ci saltavano subito addosso.
Mi ricordo una volta, eravamo lì dove adesso è via Di Nanni, era di sera, eravamo ‘na bèla partìa (una bella compagnia), ragazzi e ragazze,... (continuer)
Bernart Bartleby 19/10/2016 - 09:17
Canzone d'Albania
Scopro leggendo l'imponente volume di Jona, Liberovici, Castelli, Lovatto intitolato "Le ciminiere non fanno più fumo. Canti e memorie degli operai torinesi" (Donzelli 2008) che c'è ancora parecchio da dire su questa canzone...
Raffaele Offidani / Spartacus Picenus ne scrisse due versioni. La prima – quella accolta su questa pagina - risale al 1920 quando, dopo la sanguinosa campagna d'Albania nel corso della Grande Guerra, il Regno d'Italia cercò di instaurare nel paese un protettorato, contro il principio dell'autodeterminazione dei popoli sancito dagli accordi di Londra, sottoscritti dall'Italia. Quando si seppe di un accordo segreto tra Italia e Grecia per sostenere i reciproci appettiti territoriali, a Valona scoppiò una violenta insurrezione anti-italiana. Il governo Giolitti decise di mandare altri contingenti militari per sedare la ribellione ma la gente, stanca di guerra, iniziò... (continuer)
Raffaele Offidani / Spartacus Picenus ne scrisse due versioni. La prima – quella accolta su questa pagina - risale al 1920 quando, dopo la sanguinosa campagna d'Albania nel corso della Grande Guerra, il Regno d'Italia cercò di instaurare nel paese un protettorato, contro il principio dell'autodeterminazione dei popoli sancito dagli accordi di Londra, sottoscritti dall'Italia. Quando si seppe di un accordo segreto tra Italia e Grecia per sostenere i reciproci appettiti territoriali, a Valona scoppiò una violenta insurrezione anti-italiana. Il governo Giolitti decise di mandare altri contingenti militari per sedare la ribellione ma la gente, stanca di guerra, iniziò... (continuer)
Bernart Bartleby 18/10/2016 - 22:33
Il canto delle tessitrici
Riprendo il commento che segue (sintetizzandolo) da “Le ciminiere non fanno più fumo - Canti e memorie degli operai torinesi”, a cura di Jona, Liberovici, Castelli e Lovatto, Donzelli 2008:
In realtà l’attribuzione di questo canto – riferito a Jona e Liberovici dall’informatrice torinese Anna Bertolina – è incerta. Il nome del Majocchi compare nel “Canzoniere sociale illustrato” curato da Arturo Frizzi (la cui prima edizione dovrebbe risalire al 1907). Ma su di un foglio volante stampato a Torino viene invece riportato il nome di Aroldo Norlenghi, figura di spicco del socialismo torinese. Anna Bertolina dichiara che il canto risale agli scioperi dei tessili ai primi del 900, per l’ottenimento delle 10 ore lavorative (pensa un po’!) e quindi l’attribuzione al Norlenghi acquista credito perché lui fu impegnato direttamente in quella vertenza.
La melodia del canto, come riferita dalla Bertolina,... (continuer)
In realtà l’attribuzione di questo canto – riferito a Jona e Liberovici dall’informatrice torinese Anna Bertolina – è incerta. Il nome del Majocchi compare nel “Canzoniere sociale illustrato” curato da Arturo Frizzi (la cui prima edizione dovrebbe risalire al 1907). Ma su di un foglio volante stampato a Torino viene invece riportato il nome di Aroldo Norlenghi, figura di spicco del socialismo torinese. Anna Bertolina dichiara che il canto risale agli scioperi dei tessili ai primi del 900, per l’ottenimento delle 10 ore lavorative (pensa un po’!) e quindi l’attribuzione al Norlenghi acquista credito perché lui fu impegnato direttamente in quella vertenza.
La melodia del canto, come riferita dalla Bertolina,... (continuer)
Bernart Bartleby 18/10/2016 - 08:44
Preti e borghesi guarda a voi
anonyme
[anni 20?]
Canzone di autore anonimo riferita nel 1959 a Emilio Jona e Sergio Liberovici dal torinese Felice Carando, classe 1902, antifascista, militante del circolo socialista Oltre Po e Ardito del Popolo contro i fascisti nei primi anni 20.
Cantata in parte sull’aria di “Funiculì funiculà”.
In “Le ciminiere non fanno più fumo - Canti e memorie degli operai torinesi”, a cura di Jona, Liberovici, Castelli e Lovatto, Donzelli 2008.
Non proprio una Canzone contro la Guerra, ma contro il capitalismo e i suoi sgherri.
Canzone di autore anonimo riferita nel 1959 a Emilio Jona e Sergio Liberovici dal torinese Felice Carando, classe 1902, antifascista, militante del circolo socialista Oltre Po e Ardito del Popolo contro i fascisti nei primi anni 20.
Cantata in parte sull’aria di “Funiculì funiculà”.
In “Le ciminiere non fanno più fumo - Canti e memorie degli operai torinesi”, a cura di Jona, Liberovici, Castelli e Lovatto, Donzelli 2008.
Non proprio una Canzone contro la Guerra, ma contro il capitalismo e i suoi sgherri.
Preti e borghesi guarda a voi
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 18/10/2016 - 08:16
La mubilia ch’a dan a le Növe
anonyme
[Primi del 900]
Canzone di autore anonimo che racconta delle condizioni dei detenuti nelle Carceri Nuove di Torino.
Riferita negli anni 60 a Jona e Liberovici dall'informatore Carlo Sacchetti, romagnolo ma sempre vissuto a Torino, di professione calzolaio, militante comunista (come il padre), arrestato dai fascisti nel 1934 e detenuto nel carcere di Castelfranco Emilia fino al 1937.
Carlo Sacchetti è lo stesso informatore della canzone E le fabbriche e le terre (parapapunzi punzi pù).
Testo trovato nel volume di Jona, Liberovici, Castelli, Lovatto intitolato "Le ciminiere non fanno più fumo. Canti e memorie degli operai torinesi" (Donzelli 2008)
Chi fossero il signor Rubiola e il signor Scaiola oggi non è più dato sapere, ma forse si trattava di personaggi locali all'epoca noti.
Canzone di autore anonimo che racconta delle condizioni dei detenuti nelle Carceri Nuove di Torino.
Riferita negli anni 60 a Jona e Liberovici dall'informatore Carlo Sacchetti, romagnolo ma sempre vissuto a Torino, di professione calzolaio, militante comunista (come il padre), arrestato dai fascisti nel 1934 e detenuto nel carcere di Castelfranco Emilia fino al 1937.
Carlo Sacchetti è lo stesso informatore della canzone E le fabbriche e le terre (parapapunzi punzi pù).
Testo trovato nel volume di Jona, Liberovici, Castelli, Lovatto intitolato "Le ciminiere non fanno più fumo. Canti e memorie degli operai torinesi" (Donzelli 2008)
Chi fossero il signor Rubiola e il signor Scaiola oggi non è più dato sapere, ma forse si trattava di personaggi locali all'epoca noti.
La mubilia ch’a dan a le Növe
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 14/10/2016 - 21:04
Parcours:
Des prisons du monde
E le fabbriche e le terre (parapapunzi punzi pù)
anonyme
[Anni 30]
Stornelli comunisti diffusi tra i militanti reclusi nelle carceri fasciste negli anni 30, in particolare a Castelfranco Emilia.
Testo trovato nel volume di Jona, Liberovici, Castelli, Lovatto intitolato "Le ciminiere non fanno più fumo. Canti e memorie degli operai torinesi" (Donzelli 2008)
Stornelli comunisti diffusi tra i militanti reclusi nelle carceri fasciste negli anni 30, in particolare a Castelfranco Emilia.
Testo trovato nel volume di Jona, Liberovici, Castelli, Lovatto intitolato "Le ciminiere non fanno più fumo. Canti e memorie degli operai torinesi" (Donzelli 2008)
E le fabbriche e le terre
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 14/10/2016 - 18:52
Il crack delle banche
Ne “Le ciminiere non fanno più fumo - Canti e memorie degli operai torinesi”, a cura di Emilio Jona, Sergio Liberovici, Franco Castelli, Alberto Lovatto (Donzelli 2008) il testo de "Il crak delle banche" è attribuito a Ulisse Barbieri (1833-1899), patriota indipendentista, militante socialista, drammaturgo e scrittore.
Sull'aria del valzer "O patria mia", dall'opera comica "Les cloches de Corneville" del compositore francese Robert Planquette.
Sull'aria del valzer "O patria mia", dall'opera comica "Les cloches de Corneville" del compositore francese Robert Planquette.
Bernart Bartleby 14/10/2016 - 18:31
Nati noi siam nell'umida tana
Il titolo originale dovrebbe essere "Cantata operaia"
Risale alla prima decade del 900.
Raccolta da Jona e Liberovici nel 1960 a Torino dall'autore Sacrovir Carlo Gagne, maestro dei cori legati ai circoli e alle associazioni operaie del periodo pre fascista (Il Deposito)
Testo tratto dal volume di Jona, Liberovici, Castelli, Lovatto intitolato "Le ciminiere non fanno più fumo. Canti e memorie degli operai torinesi" (Donzelli 2008)
Risale alla prima decade del 900.
Raccolta da Jona e Liberovici nel 1960 a Torino dall'autore Sacrovir Carlo Gagne, maestro dei cori legati ai circoli e alle associazioni operaie del periodo pre fascista (Il Deposito)
Testo tratto dal volume di Jona, Liberovici, Castelli, Lovatto intitolato "Le ciminiere non fanno più fumo. Canti e memorie degli operai torinesi" (Donzelli 2008)
Bernart Bartleby 13/10/2016 - 21:28
Combattete lavoratori
anonyme
[primi anni del 900]
In “Le ciminiere non fanno più fumo - Canti e memorie degli operai torinesi”, a cura di Emilio Jona, Sergio Liberovici, Franco Castelli, Alberto Lovatto, Donzelli 2008.
Credo che il Cantelli citato nella seconda strofa fosse il parmense Girolamo Cantelli (1815-1884), senatore e ministro del Regno d’Italia, promotore del cosiddetto “regolamento Cantelli”, varato intorno al 1869, che prevedeva le otto ore di lavoro giornaliere nelle risaie del vercellese e novarese, una bella conquista per quei lavoratori e lavoratrici – le mondine – in particolare. Nei decenni successivi i padroni cercarono sempre di ignorare l’esistenza e di sabotare quella previsione di legge, i lavoratori invece lottarono molto affinché quel precedente fosse esteso a tutti i lavoratori.
Si veda al proposito La conquista delle 8 ore nel 1906, articolo di Irmo Sassone, originariamente pubblicato sulla... (continuer)
In “Le ciminiere non fanno più fumo - Canti e memorie degli operai torinesi”, a cura di Emilio Jona, Sergio Liberovici, Franco Castelli, Alberto Lovatto, Donzelli 2008.
Credo che il Cantelli citato nella seconda strofa fosse il parmense Girolamo Cantelli (1815-1884), senatore e ministro del Regno d’Italia, promotore del cosiddetto “regolamento Cantelli”, varato intorno al 1869, che prevedeva le otto ore di lavoro giornaliere nelle risaie del vercellese e novarese, una bella conquista per quei lavoratori e lavoratrici – le mondine – in particolare. Nei decenni successivi i padroni cercarono sempre di ignorare l’esistenza e di sabotare quella previsione di legge, i lavoratori invece lottarono molto affinché quel precedente fosse esteso a tutti i lavoratori.
Si veda al proposito La conquista delle 8 ore nel 1906, articolo di Irmo Sassone, originariamente pubblicato sulla... (continuer)
Combattete lavoratori
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 9/8/2016 - 09:50
Con la falce e col martello
anonyme
Strofe cantate sull’aria di Giovinezza raccolte dai ricercatori Giovanni Rinaldi e Paola Sobrero nel 1977 a Cerignola, Foggia, dalla voce di Ripalta Buonomo, casalinga e dirigente dell’Unione Donne in Italia (UDI), classe 1906.
La registrazione fu inclusa nel disco “Il sole si è fatto rosso. Giuseppe Di Vittorio” pubblicato da I Dischi del Sole nel 1978.
Poi in “La memoria che resta. Vita quotidiana mito e storia dei braccianti nel Tavoliere di Puglia”, degli stessi Rinaldi e Sobrero, 1981 (ripubblicato nel 2004)
In realtà il testo del brano compare già nella ricerca “Canti di protesta” di Jona e Liberovici pubblicata sulla rivista "Il Contemporaneo" nel gennaio del 1961.
Il Caradonna citato in antitesi a Giuseppe Di Vittorio è Giuseppe Caradonna (1891-1963), fascistone cerignolese che fu vice-presidente della Camera durante la dittatura. Il figlio di lui, Giulio (1927-2009), seguì le... (continuer)
La registrazione fu inclusa nel disco “Il sole si è fatto rosso. Giuseppe Di Vittorio” pubblicato da I Dischi del Sole nel 1978.
Poi in “La memoria che resta. Vita quotidiana mito e storia dei braccianti nel Tavoliere di Puglia”, degli stessi Rinaldi e Sobrero, 1981 (ripubblicato nel 2004)
In realtà il testo del brano compare già nella ricerca “Canti di protesta” di Jona e Liberovici pubblicata sulla rivista "Il Contemporaneo" nel gennaio del 1961.
Il Caradonna citato in antitesi a Giuseppe Di Vittorio è Giuseppe Caradonna (1891-1963), fascistone cerignolese che fu vice-presidente della Camera durante la dittatura. Il figlio di lui, Giulio (1927-2009), seguì le... (continuer)
Con la falce e col martello
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 30/9/2015 - 11:14
Doina Haşului [Doina delle celle H]
anonyme
Con il titolo “Doina delle celle H”, nel disco “Canti dei lager, di esilio e di prigionia”, raccolti e annotati a cura di Sergio Liberovici, I Dischi del Sole, 1966.
Bernart Bartleby 30/9/2014 - 10:15
Stornelli di Regina Coeli
anonyme
Trovo il testo degli stornelli centrali di questa canzone su “I Giorni Cantati”, Bollettino di Informazione e Ricerca sulla Cultura Contadina e Operaia, a cura del Circolo Gianni Bosio di Roma (numero 2 - gennaio 1974).
In nota viene indicato che il brano si trova nel disco “Canti dei Lager” (I Dischi del Sole, a cura di Sergio Liberovici), interpretato da Giovanna Marini.
Nessun riferimento a Franco Antonicelli.
L’unica fonte che attribuisce gli stornelli in questione a Franco Antonicelli è Claude Torres sul suo peraltro ottimo sito “Mes musiques régénérées – Jewish Music”.
Franco Antonicelli era di Voghera. A Roma ci andò dopo l’8 settembre, fu arrestato poche settimane dopo, fu sbattuto in effetti a Regina Coeli, dove però rimase pochissimo. A febbraio del 1944 fu trasferito a Castelfranco Emilia e poi liberato il 18 aprile…
Possibile che il lombardo Franco Antonicelli componesse... (continuer)
In nota viene indicato che il brano si trova nel disco “Canti dei Lager” (I Dischi del Sole, a cura di Sergio Liberovici), interpretato da Giovanna Marini.
Nessun riferimento a Franco Antonicelli.
L’unica fonte che attribuisce gli stornelli in questione a Franco Antonicelli è Claude Torres sul suo peraltro ottimo sito “Mes musiques régénérées – Jewish Music”.
Franco Antonicelli era di Voghera. A Roma ci andò dopo l’8 settembre, fu arrestato poche settimane dopo, fu sbattuto in effetti a Regina Coeli, dove però rimase pochissimo. A febbraio del 1944 fu trasferito a Castelfranco Emilia e poi liberato il 18 aprile…
Possibile che il lombardo Franco Antonicelli componesse... (continuer)
Bernart Bartleby 26/9/2014 - 11:08
Tu compagno
[1973]
Parole e musica di Sergio Liberovici
Dal disco “Alla tenda dei metalmeccanici in Piazza Maggiore” (FLM Federazione Lavoratori Metalmeccanici, Movimento Cooperativo, Quartiere Corticella, Circolo culturale “Bertolt Brecht”, ARCI, UDI)
Poi anche nel disco dello spettacolo “Tu compagno”.
Riproposta anche da Massimo Ferrante nel suo disco “Jamu” del 2009.
Testo trovato su Il Deposito
Parole e musica di Sergio Liberovici
Dal disco “Alla tenda dei metalmeccanici in Piazza Maggiore” (FLM Federazione Lavoratori Metalmeccanici, Movimento Cooperativo, Quartiere Corticella, Circolo culturale “Bertolt Brecht”, ARCI, UDI)
Poi anche nel disco dello spettacolo “Tu compagno”.
Riproposta anche da Massimo Ferrante nel suo disco “Jamu” del 2009.
Testo trovato su Il Deposito
Tu compagno; e io, e voi, e noi
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart 21/5/2013 - 15:59
Polesine (Tera e aqua)
[1961]
Parole in veneto polesano di Gigi Fossati (1900-1986), giornalista e poeta nato a Lonigo in provincia di Vicenza, poi trasferitosi a Rovigo, capoluogo del Polesine.
Musica di Sergio Liberovici
Polesine, scritta nel 1961, faceva parte dello spettacolo teatrale Canti per noi. Pubblicata (testo e musica) nel n. 1 de Il nuovo canzoniere italiano, a cura di R. Leydi e S. Liberovici (ed. Avanti!, Milano 1962).
Esecuzioni discografiche:
- Margot in Canti per noi; idem in Cantacronache 1, della Vedette; idem in Ogni giorno tutti i giorni; Daisy Lumini in Questa seta che filiamo, Gruppo Folk Internazionale in Festa popolare (1975)
- nell’album «Cantata del secolo breve» (2001), di Giovanna Marini titolo ispirato a «Il secolo breve», poderoso saggio storico sul 900 scritto dallo storico britannico Eric J. Hobsbawm.
Cantano Giovanna Marini, Francesca Breschi, Patrizia Nasini e Patrizia Bovi
- Francesco Guccini nell'album "Canzoni da intorto" con Lavinia Mancusi ai cori
Parole in veneto polesano di Gigi Fossati (1900-1986), giornalista e poeta nato a Lonigo in provincia di Vicenza, poi trasferitosi a Rovigo, capoluogo del Polesine.
Musica di Sergio Liberovici
Polesine, scritta nel 1961, faceva parte dello spettacolo teatrale Canti per noi. Pubblicata (testo e musica) nel n. 1 de Il nuovo canzoniere italiano, a cura di R. Leydi e S. Liberovici (ed. Avanti!, Milano 1962).
Esecuzioni discografiche:
- Margot in Canti per noi; idem in Cantacronache 1, della Vedette; idem in Ogni giorno tutti i giorni; Daisy Lumini in Questa seta che filiamo, Gruppo Folk Internazionale in Festa popolare (1975)
- nell’album «Cantata del secolo breve» (2001), di Giovanna Marini titolo ispirato a «Il secolo breve», poderoso saggio storico sul 900 scritto dallo storico britannico Eric J. Hobsbawm.
Cantano Giovanna Marini, Francesca Breschi, Patrizia Nasini e Patrizia Bovi
- Francesco Guccini nell'album "Canzoni da intorto" con Lavinia Mancusi ai cori
Tera e aqua, aqua e tera
(continuer)
(continuer)
envoyé par Dead End 10/11/2012 - 10:56
Io son nata 'na campagnola
anonyme
[1943-45]
In “La Resistenza nell'Emilia Romagna 1”, Dischi del Sole, 1971
Raccolta da Franco Coggiola, per tanti anni presidente dell’Istituto Ernesto De Martino, nel 1970 a Vignola, in provincia di Modena. Dieci anni prima Sergio Liberovici ne aveva raccolta una diversa e più breve versione a Trino Vercellese.
“Campagnola” può voler dire ragazza di campagna ma può anche alludere alla cittadina di Campagnola Emilia in provincia di Reggio.
“La canzone, appartenente al repertorio della Resistenza, ha ascendenze che risalgono alla guerra 1915-18, come si può rilevare più esplicitamente dalla versione raccolta da Liberovici e dalle analogie sia melodiche che testuali con canzoni della prima guerra mondiale come Monte Nero 'n dove sei (strofa 1) e La tradotta che parte da Novara (strofe 3 e 4).” (da La Musica de L’Altra Italia)
In “La Resistenza nell'Emilia Romagna 1”, Dischi del Sole, 1971
Raccolta da Franco Coggiola, per tanti anni presidente dell’Istituto Ernesto De Martino, nel 1970 a Vignola, in provincia di Modena. Dieci anni prima Sergio Liberovici ne aveva raccolta una diversa e più breve versione a Trino Vercellese.
“Campagnola” può voler dire ragazza di campagna ma può anche alludere alla cittadina di Campagnola Emilia in provincia di Reggio.
“La canzone, appartenente al repertorio della Resistenza, ha ascendenze che risalgono alla guerra 1915-18, come si può rilevare più esplicitamente dalla versione raccolta da Liberovici e dalle analogie sia melodiche che testuali con canzoni della prima guerra mondiale come Monte Nero 'n dove sei (strofa 1) e La tradotta che parte da Novara (strofe 3 e 4).” (da La Musica de L’Altra Italia)
Ed io son nata 'na campagnola
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bartleby 10/8/2011 - 15:11
Declaración
[1963]
Testo di Julián Grimau García
Musica di Sergio Liberovici
Trovata su “Cantacronache – Un’avventura politico musicale degli anni 50”, a cura di Emilio Jona e Michele L. Straniero, CREL Scriptorium 1995.
Su Julián Grimau, dirigente comunista assassinato dal regime franchista nel 1963, si vedano anche Canción de Grimau, ¿Qué dirá el Santo Padre?, Franco la Muerte e Canto per noi, quest’ultima ancora del Cantacronache.
“Julián Grimau, dirigente comunista detenido en Madrid, había sido tan salvajemente torturado que para disimularlo la policía le había arrojado por una ventana de la Dirección General de Seguridad. Grimau había sobrevivido y un tribunal militar la había condenado a muerte”.
(Juan-Ramón Capella, “Sin Ítaca. Memorias 1940-1975”, Editorial Trotta, Madrid, 2011)
“Julián si risvegliò (così mi ha scritto in seguito) in una clinica militare presso Madrid da cui, per ragioni... (continuer)
Testo di Julián Grimau García
Musica di Sergio Liberovici
Trovata su “Cantacronache – Un’avventura politico musicale degli anni 50”, a cura di Emilio Jona e Michele L. Straniero, CREL Scriptorium 1995.
Su Julián Grimau, dirigente comunista assassinato dal regime franchista nel 1963, si vedano anche Canción de Grimau, ¿Qué dirá el Santo Padre?, Franco la Muerte e Canto per noi, quest’ultima ancora del Cantacronache.
“Julián Grimau, dirigente comunista detenido en Madrid, había sido tan salvajemente torturado que para disimularlo la policía le había arrojado por una ventana de la Dirección General de Seguridad. Grimau había sobrevivido y un tribunal militar la había condenado a muerte”.
(Juan-Ramón Capella, “Sin Ítaca. Memorias 1940-1975”, Editorial Trotta, Madrid, 2011)
“Julián si risvegliò (così mi ha scritto in seguito) in una clinica militare presso Madrid da cui, per ragioni... (continuer)
Yo declaro
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bartleby 4/8/2011 - 09:08
Storia di Capodanno
[1958]
Testo di Michele L. Straniero
Musica di Sergio Liberovici
Da “Cantacronache. Un’avventura politico-musicale degli anni cinquanta”, a cura di Emilio Jona e Michele L. Straniero, CREL-Scriptorium 1995.
Fine 1957, notte di Capodanno. Angelo Favrello, un bimbo di quattro mesi, morì di freddo e di denutrizione in una “casa minima” di Orbassano. Il padre Francesco, immigrato dal Veneto, era disoccupato da mesi e la famiglia – la moglie Carla, il piccolo Angelo ed altri due bimbetti – era stata sfrattata in pieno inverno da un alloggio di via Passo Buole perché non pagava più l’affitto. Ad Orbassano i Favrello si erano sistemati in un freddo tugurio con una piccola stufa a legna, ma la legna spesso non potevano nemmeno permettersela, così come il cibo… (fonte: Archivio de La Stampa, La Nuova Stampa di mercoledì 1 gennaio 1958)
Straniero e Liberovici sul tristissimo episodio scrissero di getto questa canzone, destando grande fastidio nell’amministrazione dell’allora sindaco democristiano Amedeo Peyron.
Testo di Michele L. Straniero
Musica di Sergio Liberovici
Da “Cantacronache. Un’avventura politico-musicale degli anni cinquanta”, a cura di Emilio Jona e Michele L. Straniero, CREL-Scriptorium 1995.
Fine 1957, notte di Capodanno. Angelo Favrello, un bimbo di quattro mesi, morì di freddo e di denutrizione in una “casa minima” di Orbassano. Il padre Francesco, immigrato dal Veneto, era disoccupato da mesi e la famiglia – la moglie Carla, il piccolo Angelo ed altri due bimbetti – era stata sfrattata in pieno inverno da un alloggio di via Passo Buole perché non pagava più l’affitto. Ad Orbassano i Favrello si erano sistemati in un freddo tugurio con una piccola stufa a legna, ma la legna spesso non potevano nemmeno permettersela, così come il cibo… (fonte: Archivio de La Stampa, La Nuova Stampa di mercoledì 1 gennaio 1958)
Straniero e Liberovici sul tristissimo episodio scrissero di getto questa canzone, destando grande fastidio nell’amministrazione dell’allora sindaco democristiano Amedeo Peyron.
Schioccano i tappi dello spumante
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bartleby 29/7/2011 - 13:25
Mottetto n.1
[composta tra il 1958 e il 1962]
Parole di Michele L. Straniero
Musica di Sergio Liberovici
Testo trovato su “Cantacronache – Un’avventura politico musicale degli anni 50”, a cura di Emilio Jona e Michele L. Straniero, CREL Scriptorium 1995.
Parole di Michele L. Straniero
Musica di Sergio Liberovici
Testo trovato su “Cantacronache – Un’avventura politico musicale degli anni 50”, a cura di Emilio Jona e Michele L. Straniero, CREL Scriptorium 1995.
Meglio vivere un sol giorno da leone
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bartleby 27/6/2011 - 11:36
Canzone dei fiori e del silenzio
[1958]
Parole di Emilio Jona
Musica di Sergio Liberovici
Testo trovato su “Cantacronache – Un’avventura politico musicale degli anni 50”, a cura di Emilio Jona e Michele L. Straniero, CREL Scriptorium 1995.
Interpretata da Margot nell’album “Canti per noi” del 1964.
Canzone manifesto del Cantacronache…
Parole di Emilio Jona
Musica di Sergio Liberovici
Testo trovato su “Cantacronache – Un’avventura politico musicale degli anni 50”, a cura di Emilio Jona e Michele L. Straniero, CREL Scriptorium 1995.
Interpretata da Margot nell’album “Canti per noi” del 1964.
Canzone manifesto del Cantacronache…
Ci dicono cantate
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bartleby 27/6/2011 - 10:53
Inno nazionale
[composta tra il 1958 e il 1962]
Parole di Franco Fortini
Musica di Sergio Liberovici
Testo trovato su “Cantacronache – Un’avventura politico musicale degli anni 50”, a cura di Emilio Jona e Michele L. Straniero, CREL Scriptorium 1995.
Parole di Franco Fortini
Musica di Sergio Liberovici
Testo trovato su “Cantacronache – Un’avventura politico musicale degli anni 50”, a cura di Emilio Jona e Michele L. Straniero, CREL Scriptorium 1995.
Fratelli d’Italia,
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bartleby 27/6/2011 - 10:40
Parcours:
Hymnes et contre-hymnes
Teddy-boy
[composta tra il 1958 e il 1962]
Parole di Giorgio De Maria
Musica di Sergio Liberovici
Non credo che sia mai stata incisa.
Testo trovato su “Cantacronache – Un’avventura politico musicale degli anni 50”, a cura di Emilio Jona e Michele L. Straniero, CREL Scriptorium 1995.
Cantacronache
Si vedano anche I Teddy Boys e E poi poi poi ci chiamavano teddy boys
Parole di Giorgio De Maria
Musica di Sergio Liberovici
Non credo che sia mai stata incisa.
Testo trovato su “Cantacronache – Un’avventura politico musicale degli anni 50”, a cura di Emilio Jona e Michele L. Straniero, CREL Scriptorium 1995.
Cantacronache
Si vedano anche I Teddy Boys e E poi poi poi ci chiamavano teddy boys
Camminavano a braccetto lenti lenti,
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bartleby 27/6/2011 - 10:29
Canzone di viaggio
Scritta da Emilio Jona e Sergio Liberovici.
Si trova nel cd allegato al libro di Jona e Liberovici "Cantacronache. Un'avventura politico-musicale degli anni Cinquanta", 1995, CREL Scriptorium
(Roberta)
Contenuta nel disco del gruppo vocale Quartetto Urbano "Mentre corre cielo e terra" (2008), con l'arrangiamento di Xavier Rebut.
Si trova nel cd allegato al libro di Jona e Liberovici "Cantacronache. Un'avventura politico-musicale degli anni Cinquanta", 1995, CREL Scriptorium
(Roberta)
Contenuta nel disco del gruppo vocale Quartetto Urbano "Mentre corre cielo e terra" (2008), con l'arrangiamento di Xavier Rebut.
Io traverso a primavera
(continuer)
(continuer)
envoyé par Alessandro 18/4/2010 - 12:35
A un pescatore di voci bianche
Pescatore che stai all'altare
(continuer)
(continuer)
envoyé par adriana 28/3/2010 - 16:01
Parcours:
Violence sur l'enfance
Una canción (Pueblo de España ponte a cantar)
Parole di Jesús López Pacheco su di una melodia tradizionale spagnola.
Pacheco scrisse questa poesia probabilmente alla fine degli anni '50. Infatti essa appare (attribuita ad anonimo, per proteggere il suo autore) nel libro "Canti della resistenza spagnola 1940-1961" di Michele Straniero, Sergio Liberovici e Margherita Galante Garrone (aka Margot).
Successivamente Adolfo Celdrán metterà la poesia in musica, pubblicandola prima nell'album "Silencio" (1970) e poi in "Denegado" (1977).
Pacheco scrisse questa poesia probabilmente alla fine degli anni '50. Infatti essa appare (attribuita ad anonimo, per proteggere il suo autore) nel libro "Canti della resistenza spagnola 1940-1961" di Michele Straniero, Sergio Liberovici e Margherita Galante Garrone (aka Margot).
Successivamente Adolfo Celdrán metterà la poesia in musica, pubblicandola prima nell'album "Silencio" (1970) e poi in "Denegado" (1977).
¡Pueblo de España
(continuer)
(continuer)
envoyé par Alessandro 29/9/2009 - 13:54
Cadono le famiglie
[1959]
Testo di M. Pogliotti
Musica: Cantacronache (Sergio Liberovici)
Testo di M. Pogliotti
Musica: Cantacronache (Sergio Liberovici)
Testo ripresto da: Cantacronache, Un'avventura politico-musicale degli anni cinquanta, a cura di Emilio Jona e Michele L. Straniero, Crel-Scriptorium 1995, p. 171.
Cadono le famiglie - come foglie d'autunno
(continuer)
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 23/6/2009 - 00:27
La ballata del now
[1966]
Testo e musica di Sergio Liberovici
interpretata da Valeria Moriconi
Nel 1966 Sergio Liberovici, da solo, compose e fece eseguire a vari artisti l'album "Ogni giorno tutti i giorni" (Dischi del Sole DS 134/36). Ne riprendiamo questa "Ballata del now" scritta su un episodio realmente accaduto: un ragazzo negro di sedici anni ucciso a San Francisco da un poliziotto bianco perché, impaurito, non si era fermato all'alt. Così, senza che avesse fatto niente di male. Un episodio "d'ogni giorno tutti i giorni", proprio da questa canzone Liberovici trasse il titolo dell'album.
Dopo l’assassinio del sedicenne Matthew Johnson, ucciso con un colpo sparatogli alla schiena da un agente, la comunità nera dell’Hunters Point di San Francisco si ribellò contro la brutalità della polizia. I disordini durarono tre giorni ed il sindaco e il governatore non trovarono di meglio da fare che mettere... (continuer)
Testo e musica di Sergio Liberovici
interpretata da Valeria Moriconi
Nel 1966 Sergio Liberovici, da solo, compose e fece eseguire a vari artisti l'album "Ogni giorno tutti i giorni" (Dischi del Sole DS 134/36). Ne riprendiamo questa "Ballata del now" scritta su un episodio realmente accaduto: un ragazzo negro di sedici anni ucciso a San Francisco da un poliziotto bianco perché, impaurito, non si era fermato all'alt. Così, senza che avesse fatto niente di male. Un episodio "d'ogni giorno tutti i giorni", proprio da questa canzone Liberovici trasse il titolo dell'album.
Dopo l’assassinio del sedicenne Matthew Johnson, ucciso con un colpo sparatogli alla schiena da un agente, la comunità nera dell’Hunters Point di San Francisco si ribellò contro la brutalità della polizia. I disordini durarono tre giorni ed il sindaco e il governatore non trovarono di meglio da fare che mettere... (continuer)
Il ventotto di settembre sessantasei
(continuer)
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 1/5/2006 - 09:27
Festa d'aprile
[1948]
Di Sergio Liberovici e Franco Antonicelli
Interpretata originariamente da Giovanna Daffini poi anche dagli Yo Yo Mundi, dai Gang e dalle De' Soda Sisters
...con un grande saluto da parte nostra a Paolo Archetti Maestri
Di Sergio Liberovici e Franco Antonicelli
Interpretata originariamente da Giovanna Daffini poi anche dagli Yo Yo Mundi, dai Gang e dalle De' Soda Sisters
...con un grande saluto da parte nostra a Paolo Archetti Maestri
"Divertente" canzone composta da Sergio Liberovici e Franco Antonicelli, elaborando i testi degli stornelli che venivano mandati in onda dall'emittente partigiana Radio Libertà (che trasmetteva da Sala Biellese). Gli Yo Yo Mundi trasformano l'epica atmosfera della canzone in una ballata combat folk piena di contagiosa energia.
dal sito degli Yo Yo Mundi
dal sito degli Yo Yo Mundi
È già da qualche tempo che i nostri fascisti
(continuer)
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envoyé par Riccardo Venturi 27/4/2006 - 21:19
Canto per noi
Testo di Franco Fortini
Musica di Sergio Liberovici
Un'altra canzone dedicata a Julián Grimau ed al suo assassino da parte dello stato franchista. Testo ripreso dalla "Musica dell'altra Italia".
Julián Grimau.
Julián Grimau García, nato a Madrid nel 1911, fu militante della Gioventù socialista unificata e poi del Partito comunista spagnolo. Partecipò alla guerra civile come soldato e come funzionario del governo e delle organizzazioni popolari e fu agente del SIM, il Servizio di Informazione Militare repubblicano incaricato di eliminare gli agenti franchisti. Nel 1939 riparò prima in America Latina e poi in Francia, dove visse per qualche tempo nel campo di concentramento di Argelès.
Eletto membro del Comitato Centrale del Partito comunista spagnolo, nel 1954 venne delegato al lavoro politico in Spagna; nel 1959 assunse la direzione di tutte le attività del partito in Spagna. Arrestato... (continuer)
Musica di Sergio Liberovici
Un'altra canzone dedicata a Julián Grimau ed al suo assassino da parte dello stato franchista. Testo ripreso dalla "Musica dell'altra Italia".
Julián Grimau.
Julián Grimau García, nato a Madrid nel 1911, fu militante della Gioventù socialista unificata e poi del Partito comunista spagnolo. Partecipò alla guerra civile come soldato e come funzionario del governo e delle organizzazioni popolari e fu agente del SIM, il Servizio di Informazione Militare repubblicano incaricato di eliminare gli agenti franchisti. Nel 1939 riparò prima in America Latina e poi in Francia, dove visse per qualche tempo nel campo di concentramento di Argelès.
Eletto membro del Comitato Centrale del Partito comunista spagnolo, nel 1954 venne delegato al lavoro politico in Spagna; nel 1959 assunse la direzione di tutte le attività del partito in Spagna. Arrestato... (continuer)
State a sentire. Grimau era nostro
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envoyé par Riccardo Venturi 14/11/2005 - 13:55
Ascoltate amici cari
anonyme
da "La musica dell'Altritalia"
Canzone sui disagi della vita militare, raccolta da Sergio Liberovici, 1967, Ronco Canavese, Torino, inf. Recrosio Besso.
Incisioni:
- Il 29 luglio del 1900 (reg. orig.)
Fonti:
- G. Vettori - Il folk italiano. Canti e ballate popolari
- Opuscolo all. al disco "Il 29 luglio del 1900" (m)
- R. Leydi - Canti sociali italiani
Canzone sui disagi della vita militare, raccolta da Sergio Liberovici, 1967, Ronco Canavese, Torino, inf. Recrosio Besso.
Incisioni:
- Il 29 luglio del 1900 (reg. orig.)
Fonti:
- G. Vettori - Il folk italiano. Canti e ballate popolari
- Opuscolo all. al disco "Il 29 luglio del 1900" (m)
- R. Leydi - Canti sociali italiani
Ascoltate, amici cari
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31/1/2005 - 23:05
Oltre il ponte
[1958]
Testo di Italo Calvino
Musica di Sergio Liberovici.
Prima Incisione: "Cantacronache 1", 1961.
Lyrics by Italo Calvino
Music by Sergio Liberovici.
First Recording: "Cantacronache 1", 1961.
Un bellissimo testo di Calvino, nato ovviamente dall'esperienza di Cantacronache, ricorda la sua militanza nella Resistenza e la necessità di tramandare alle future generazioni i valori che stavano alla base di quella scelta.
Nel 2005 per il 60° anniversario dalla Liberazione è stato interpretato da Moni Ovadia insieme ai Modena City Ramblers nell'album collettivo "Appunti Partigiani" (con un arrangiamento musicale ispirato alla musica originale di Sergio Liberovici e al tradizionale irlandese "The Blacksmith"). Ancora più recentemente è entrato a far parte, con risultati straordinari, del repertorio degli Apuamater Indiesfolk di Davide Giromini, che la propongono spesso durante i loro... (continuer)
Testo di Italo Calvino
Musica di Sergio Liberovici.
Prima Incisione: "Cantacronache 1", 1961.
Lyrics by Italo Calvino
Music by Sergio Liberovici.
First Recording: "Cantacronache 1", 1961.
Un bellissimo testo di Calvino, nato ovviamente dall'esperienza di Cantacronache, ricorda la sua militanza nella Resistenza e la necessità di tramandare alle future generazioni i valori che stavano alla base di quella scelta.
Nel 2005 per il 60° anniversario dalla Liberazione è stato interpretato da Moni Ovadia insieme ai Modena City Ramblers nell'album collettivo "Appunti Partigiani" (con un arrangiamento musicale ispirato alla musica originale di Sergio Liberovici e al tradizionale irlandese "The Blacksmith"). Ancora più recentemente è entrato a far parte, con risultati straordinari, del repertorio degli Apuamater Indiesfolk di Davide Giromini, che la propongono spesso durante i loro... (continuer)
O ragazza dalle guance di pesca,
(continuer)
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envoyé par Riccardo Venturi
Sentite buona gente (Il Prigioniero)
anonyme
[1918]
Canto composto dalle mondine di Ramezzana, vicino a Trino Vercellese.
Il brano dà il titolo alla raccolta di registrazioni effettuate tra il 1960 ed il 1978 da diversi ricercatori nel vercellese e poi montate da Cesare Bermani e Franco Coggiola nel 1979.
Testo trovato su Voci di Mezzo
La quarta e l’ultima strofa sono riportate invece nel volume intitolato “Senti le rane che cantano: canzoni e vissuti popolari della risaia”, di Franco Castelli, Emilio Jona e Alberto Lovatto.
Non so perché ma nei crediti del disco testo e musica sono attribuiti a tal Cuppone.
Una canzone contro la guerra che non poteva mancare sulle CCG/AWS, una complainte verso il “nemico” prigioniero, contro la brutalità del connazionale secondino, al quale si giunge ad augurare la morte al fronte o davanti ad un plotone d’esecuzione. In definitiva, una canzone che dimostra come, al di là di ogni descrizione... (continuer)
Canto composto dalle mondine di Ramezzana, vicino a Trino Vercellese.
Il brano dà il titolo alla raccolta di registrazioni effettuate tra il 1960 ed il 1978 da diversi ricercatori nel vercellese e poi montate da Cesare Bermani e Franco Coggiola nel 1979.
Testo trovato su Voci di Mezzo
La quarta e l’ultima strofa sono riportate invece nel volume intitolato “Senti le rane che cantano: canzoni e vissuti popolari della risaia”, di Franco Castelli, Emilio Jona e Alberto Lovatto.
Non so perché ma nei crediti del disco testo e musica sono attribuiti a tal Cuppone.
Una canzone contro la guerra che non poteva mancare sulle CCG/AWS, una complainte verso il “nemico” prigioniero, contro la brutalità del connazionale secondino, al quale si giunge ad augurare la morte al fronte o davanti ad un plotone d’esecuzione. In definitiva, una canzone che dimostra come, al di là di ogni descrizione... (continuer)
Sentite buona gente
(continuer)
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envoyé par Riccardo Venturi + Bartleby
Parcours:
La Grande Guerre (1914-1918)
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