Aggiungiamo una nuova canzone alla collezione di pezzi contro la monarchia spagnola (vedi anche Una historia real o Jo vull ser rei). Per canzoni come questa il rapper catalano Pablo Hasél ha subito in Spagna numerose condanne come anche un altro rapper spagnolo Valtonyc.
Vuelvo a desmontar ese cuento para niños de que "el rey puso freno al fascismo" (Continues)
2018/4/9 - 23:15
La cosiddetta "democrazia" spagnola può vantare il singolare primato del primo musicista incarcerato in Europa per i testi delle sue canzoni.
Spagna, arrestato il rapper Hasel barricato all'università di Lleida Condannato a 9 mesi per "esaltazione del terrorismo e ingiurie alla corona", sarebbe dovuto entrare in carcere venerdì scorso ma non si è presentato. Un manifesto di solidarietà firmato da 200 personalità del mondo della cultura, da Pedro Almodóvar a Javier Bardem e Fernando Trueba
"BARCELLONA - "E ora vengano a prendermi". Per dare ancora maggiore risonanza al suo caso, che già da giorni sta facendo molto discutere non solo in Spagna ma anche all'estero, il rapper Pablo Hasel si è barricato da ieri mattina nell'edificio del rettorato dell'Università di Lleida, la sua città, capoluogo di una delle quattro pronvince catalane. Così è stato: nelle prime ore della mattina oggi la polizia ha lanciato un'operazione per catturarlo e lo ha portato in cella.
Letras y música / Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel :
Pablo Hasél
* Dal fumetto Atado y bien atado. La Transición golpe a golpe (1969-1981)
La narrazione a fumetti di Rubén Uceda illustra i principali avvenimenti politici in Spagna dal discorso di Franco ( cfr. più avanti) nel 1969 al golpe del colonnello Tejero nel 1981
An if we live, we live to tread on kings;
If die, brave death, when princes die with us!
Now, for our consciences, the arms are fair,
When the intent of bearing them is just.
Se viviamo è per marciare sulla testa dei Re.
Se moriamo, o che bella morte, quando i Principi muoiono con noi.
Ora per le nostre coscienze le armi sono giuste.
Quando l’intenzione nel portarle è ragionevole
Si nous vivons, nous vivons pour marcher sur la tête des rois;
si nous mourons, il est beau de mourir,... (Continues)
O DEJARON TODO ATADO Y BIEN ATADO, (Continues)
Contributed by Riccardo Gullotta 2021/2/23 - 23:33
Non c’è, in fondo, molto da aggiungere a quel che è stato già detto. E non è una cosa che riguarda solo lo stato spagnolo, i re e le corone. Riguarda il fondamento stesso di ogni stato: se lo attacchi nei suoi cardini e nelle sue figure “istituzionali”, persino con delle canzoni, quantomeno rischi la […]
Letras y música / Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique /Sanat ja sävel:
Pablo Hasél
* Il murale dipinto dall’artista Roc Blackblock era stato rimosso l’8 Febbraio “per errore”, il giorno dopo che era stato realizzato. Dopo le proteste la sindaca di Barcellona Ada Colau ha riconosciuto che il murale non avrebbe dovuto essere rimosso e si è scusata: ” Ahir vam reconèixer una actuació errònia de l’administració municipal, quan vam saber que s’havia esborrat un mural a favor de la llibertat d’expressió.” L’artista è stato invitato a ridipingere, si è impegnato a realizzarne un altro, diverso da quello cancellato, domenica 21 Febbraio nel quadro di una manifestazione a favore di Pablo Hasel titolata "Totes som Hasél. Contra la censura i l'autocensura " .
Libertà di espressione nella Spagna di oggi
Il rapper Valtonyc ha trovato riparo in Belgio... (Continues)
La inmensa mayoria dice lo que la gente quieren oir (Continues)
Contributed by Riccardo Gullotta 2021/2/17 - 18:24
Precisazione doverosa: come c'era da aspettarsi, Pablo Hasel non ha mai appoggiato Al Qaeda anzi ha denunciato la complicità della monarchia borbonica con il regime dell'Arabia Saudita, principale sponsor del cosiddetto Stato Islamico. Correggo quindi nell'introduzione per non alimentare questo equivoco.
La precisazione è essenziale e benvenuta come la rettifica. Sono giunto alla conclusione che si tratti di qualcosa che va ben oltre “l’equivoco”, perciò intervengo.
Premessa
Ho preso la notizia in questione da La Vanguardia, quotidiano catalano liberal, certamente non di destra. A seguito delle perplessità e della mia tendenza al confronto con altre fonti di diverso orientamento (escludendo fascisti e assimilati), mi ero preso la briga di consultare altri organi di informazione. Dato il carattere ideologico della materia mi sono rivolto alla stampa distante da posizioni di conservatorismo. El Pais , nella ancora più attenta edizione inglese, confermava la notizia con un riferimento esplicito alla centrale jiahadista. Anche El Periódico de Catalunya confermava. Che fare? In mancanza di informazioni diverse e di tempo per approfondire non me la sono sentita, sia pure a malincuore, di riportare... (Continues)
Il cantate del gruppo Bakis Beks non poteva certo immaginare che “Messaggio”, la canzone di protesta che riporta le storiche rivendicazioni contro la presenza dei poligoni militari in Sardegna, potesse finire sulla scrivania dei magistrati del tribunale di Nuoro.
[...]
Una serata di fine estate che né i Bakis Beks, né due suoi ammiratori, in particolare, dimenticheranno più. Anche perché ad essere incriminati, oltre ai versi della canzone dal ritmo serrato e coinvolgente, è anche la coreografia che accompagnava il testo musicale: il linguaggio proibito del corpo, il dito medio alzato in segno di protesta contro il sistema, comune espressione di denuncia degli artisti rap. “Messaggio”, invece, che è stato interpretato come un insulto rivolto ad alcuni poliziotti presenti durante l’esibizione musicale. È da lì che sono iniziati i guai per il musicista e due fan, raggiunti poi da un... (Continues)
C'è una terra invasa da stranieri non comunitari (Continues)
Música Clara Peya | Juan Pablo Balcázar | Antonio Torres | Roger Martínez
(feat. Frank T, Sara Hebe, Elphomega, Rapsusklei, Tribade, Def Con Dos, La Raíz, Ira Feminista, ZOO, Los Chikos del Maíz, Machete en Boca, Noult, Homes Llúdriga)
In seguito alle condanne di Valtonyc e di Pablo Hasél per canzoni in cui criticavano la casa reale, 13 rapper della scena spagnola uniti intorno all'etichetta catalana Propaganda pel fet hanno inciso una canzone e registrato un videoclip di auto-incriminazione musicale collettiva per rivendicare la libertà di espressione e contro la repressione.