Cantava nel 1967 Tuli Kupferberg, straordinario personaggio della contro-cultura, al confine fra mondo beat e folk revival:
Kill, kill, kill for peace
Kill, kill, kill for peace
Near or middle or very far East
Far or near or very middle East.
“Ammazza, ammazza, ammazza per la pace: nel vicino o medio o molto estremo oriente, nell’estremo, vicino, o molto medio Oriente…” E continuava, scandendo sui cliché degli slogan politici e pubblicitari: “Se non li ammazzi tu li ammazzeranno los cubanos […] se non li ammazzi potrebbero sovvertire la Prussia, se non li ammazzi potrebbero amare la Russia […] ammazza, ammazza, sarà bellissimo, me l’ha promesso il mio capitano…” Kupferberg continuò ad aggiornare la canzone con nuove strofe, fino almeno alla fine degli anni ’80. Non sappiamo se ha continuato a farlo anche dopo, ma non c’è dubbio che il suo “Kill for peace” avrebbe trovato nitide risonanze nei “bombardamenti umanitari” di fine millennio.
Lo scorso 25 gennaio è morto a Belgrado il regista jugoslavo Dušan Makavejev. Aveva 87 anni.
Forse il suo film più famoso è W.R.: Mysteries of the Organism (W.R. – Misterije organizma) del 1971 per cui fu censurato e esiliato dalla Jugoslavia comunista.
Una celebre scena del film, incentrato sulle teorie dello psicologo Wilhelm Reich sulla relazione tra frustrazione sessuale, repressione della sessualità e violenza, vede Tuli Kupferberg, cantante dei Fugs, che masturba il suo fucile giocattolo, con la colonna sonora di Kill For Peace.
[1968]
Album “Tenderness Junction”
Scritta da Ed Sanders
English
Italiano
“… It seemed as if the war might become permanent, so there were big demonstrations planned for October of 1967 to surround the nerve center of the war-- the Pentagon in Washington, D.C. Somebody came up with the idea of holding an Exorcism of this mystic pentagonal citadel of napalm and incineration.
I agreed to write and create the actual Exorcism. Tuli and I rented a flat bed truck and a sound system. The Fugs and a group of San Francisco Diggers climbed aboard and joined the protest march across the bridge from D.C. to the Pentagon. We positioned ourselves on the edge of a parking lot a few hundred feet from our target, while tens of thousands of marchers walked past, and I intoned a sing-song litany of exorcism after which we all began to chant "Out, Demons, Out!" over and over for about fifteen... (continuer)
In the name of the amulets of touching, seeing, groping, hearing and loving, we call upon the powers of the cosmos to protect our ceremonies in the name of Zeus, in the name of Anubis, god of the dead, in the name of all those killed because they do not comprehend, in the name of the lives of the soldiers in Vietnam who were killed because of a bad karma, in the name of sea-born Aphrodite, in the name of Magna Mater, in the name of Dionysus, Zagreus, Jesus, Yahweh, the unnamable, the quintessent finality of the Zoroastrian fire, in the name of Hermes, in the name of the Beak of Sok, in the name of scarab, in the name, in the name, in the name of the Tyrone Power Pound Cake Society in the Sky, in the name of Rah, Osiris, Horus, Nepta, Isis, in the name of the flowing living universe, in... (continuer)
In ainm bhriochtaí an tadhaill, is an radhairc, na crúbála, na héisteachta is an ghrá, scairtimid ar chumhachtaí an chosmais chun ár gcuid deasghnátha a chosaint in ainm Shéas, in ainm Anúbais, dia na marbh, in ainm na ndaoine sin go léir a maraíodh mar nár thuigeadar, in ainm na saighdiúirí go léir i Vítneam a maraíodh de dheasca droch-karma, in ainm Aifraidíté a rugadh san fharraige, in ainm Mhagna Mater, an Mháthair Mhór, in ainm Dhinísis, Sagreus, Íosa, Iáivé, an té nach féidir a ainmniú, croí-chuspóireacht thine na Sóróstarach, in ainm Hermes, in ainm Ghob Shoc, in ainm na scairibe, in ainm an Tyrone Power Pound Cake Society sa Spéir, in ainm Rá, Óisíris, Hórais, Neiptea, Ísíse, in ainm na cruinne beo ar snámh, in ainm bhéal na habhann, glaoimid ar an spiorad chun an Peinteagán a ardú ó... (continuer)
Sembrava come se la guerra potesse diventare permanente, per cui c’erano grandi dimostrazioni previste per ottobre del 1967 con l’obiettivo di circondare il centro nevralgico della guerra, il Pentagono a Washington, D. C. A qualcuno venne l’idea di lanciare un esorcismo contro questa mistica cittadella pentagonale dedita al napalm e all’incenerimento. Fui d’accordo a […]
[1966]
Dall’album “The Fugs”, quello di Kill For Peace
Scritta da Richard Alderson, Ted Berrigan e Lee Crabtree.
Una canzone manifesto del movimento hippie con un chiaro riferimento alla guerra in Vietnam: “Non ho nessuna intenzione di andare in Vietnam, preferisco starmene qui a scopare tua madre”…
Più chiaro di così!?!
I got hairs growing 'round my nose and throat (continuer)
[1965]
Scritta da Naphtali "Tuli" Kupferberg (1923-2010), tra i fondatori nel 1964 della band newyorkese.
Un brano non presente nelle prime versioni del primo album de The Fugs, "The Village Fugs Sing Ballads of Contemporary Protest, Point of Views, and General Dissatisfaction", meglio noto come "The Fugs First Album"
Si trova come bonus track nella riedizione del 1993.
...His 1867 poem Dover Beach, depicted a nightmarish world from which the old religious verities have retroceded, is sometimes held up as an early, if not the first, example of the modern sensibility. In a famous preface to a selection of the poems of William Wordsworth, Arnold identified himself, a little ironically, as a "Wordsworthian." The influence of Wordsworth, both in ideas and in diction, is unmistakable in Arnold's best poetry.
...Non lasciapassare verso una conoscenza superiore, ma simbolo drammatico della precarietà dell'esistenza, la notte, in Matthew Arnold, diventa anche l'emblema della tragedia, vissuta da una generazione intera. In Dover Beach Matthew Arnold rielaborava un'immagine da lui prediletta, quella del chiaro di luna che, con i riverberi e le ombre gettati sul paesaggio, anima il paesaggio stesso... (continuer)
Le parti in caratteri normali sono riprese (con alcune modifiche) da una traduzione parziale reperibile a questa pagina (dalla quale proviene anche l'esauriente commento riportato nell'introduzione). Le parti in corsivo (in pratica tutta la parte centrale della poesia), mancanti, sono state invece tradotte da R.V. il 10 marzo 2006.
Lyrics and music by Tuli Kupferberg
Testo e musica di Tuli Kupferberg
da/from: Fugs
Kill, kill, kill for peace
Near or middle or very far East
Far or near or very middle East.
“Ammazza, ammazza, ammazza per la pace: nel vicino o medio o molto estremo oriente, nell’estremo, vicino, o molto medio Oriente…” E continuava, scandendo sui cliché degli slogan politici e pubblicitari: “Se non li ammazzi tu li ammazzeranno los cubanos […] se non li ammazzi potrebbero sovvertire la Prussia, se non li ammazzi potrebbero amare la Russia […] ammazza, ammazza, sarà bellissimo, me l’ha promesso il mio capitano…” Kupferberg continuò ad aggiornare la canzone con nuove strofe, fino almeno alla fine degli anni ’80. Non sappiamo se ha continuato a farlo anche dopo, ma non c’è dubbio che il suo “Kill for peace” avrebbe trovato nitide risonanze nei “bombardamenti umanitari” di fine millennio.