Author Chris Cornell
Soundgarden: Mailman
Hello, don't you know me? I'm the dirt beneath your feet
(Continues)
(Continues)
Contributed by Lorenzo Masetti 2024/3/9 - 17:40
Song Itineraries:
Mort au Travail / Death to Work
You Know My Name
[2006]
Lyrics and music / Testo e musica / Paroles et musique / Sanat ja sävel :
Chris Cornell
Album: Chris Cornell-You Know My Name
Percorso : La Guerra dell’ Informazione
nomina sunt consequentia rerum / i nomi sono conseguenti alle cose
ULTIM’ORA
Carta canusciuta
Siamo lieti di annunciare l’identità del Grande Vecchio che si occulta dietro i gruppi eurasiatisti e filorussi animati da influencer e opinionisti con connivenze sovraniste e nazionaliste, reclutati dal Cremlino, comunemente noti come “rete di Putin”. La notizia trapela da Fonti che preferiscono mantenere l’anonimato nel quadro delle trame oscure che gravano sulla Repubblica dalla sua fondazione. È più che comprensibile quindi l’assoluto riserbo e, se si renderà necessario, il legittimo uso del Segreto di Stato.
Sono allo studio tutte le misure atte a contenere le minacce ibride e le derive liberticide della disinformacija... (Continues)
Lyrics and music / Testo e musica / Paroles et musique / Sanat ja sävel :
Chris Cornell
Album: Chris Cornell-You Know My Name
Percorso : La Guerra dell’ Informazione
nomina sunt consequentia rerum / i nomi sono conseguenti alle cose
ULTIM’ORA
Carta canusciuta
Siamo lieti di annunciare l’identità del Grande Vecchio che si occulta dietro i gruppi eurasiatisti e filorussi animati da influencer e opinionisti con connivenze sovraniste e nazionaliste, reclutati dal Cremlino, comunemente noti come “rete di Putin”. La notizia trapela da Fonti che preferiscono mantenere l’anonimato nel quadro delle trame oscure che gravano sulla Repubblica dalla sua fondazione. È più che comprensibile quindi l’assoluto riserbo e, se si renderà necessario, il legittimo uso del Segreto di Stato.
Sono allo studio tutte le misure atte a contenere le minacce ibride e le derive liberticide della disinformacija... (Continues)
If you take a life do you know what you'll give?
(Continues)
(Continues)
Contributed by Riccardo Gullotta 2022/6/11 - 17:10
Misery Chain
[2013]
Scritta dal compianto Chris Cornell (1964-2017), interpretata con la cantautrice Joy Williams
Nell'album "Music from and Inspired by 12 Years a Slave", commento musicale all'omonimo film di Steve McQueen, tratto dalle memorie di Solomon Northup (1807 o 1808 - ?)
Scritta dal compianto Chris Cornell (1964-2017), interpretata con la cantautrice Joy Williams
Nell'album "Music from and Inspired by 12 Years a Slave", commento musicale all'omonimo film di Steve McQueen, tratto dalle memorie di Solomon Northup (1807 o 1808 - ?)
Won't you take one link from this misery chain?
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartelby 2022/1/8 - 18:43
Song Itineraries:
Racism and Slavery in the USA
One
Che il compianto Chris Cornell fosse un artista intelligente, versatile e anche spiritoso già lo sapevo. Ne ho trovato conferma quando mi è capitato di ascoltare questa incredibile versione di One dei Metallica cantata sulla melodia dell'omonima One degli U2. E tutto partendo su una battuta su quale fosse la canzone intitolata One più ricercata su google....
Lorenzo 2017/5/28 - 22:02
Josh White: Jesus Make Up My Dying Bed
[1933]
Un gospel/blues di autore anonimo. La prima incisione fu di Blind Willie Johnson nel 1928 ma la versione che qui propongo è quella di Josh White del 1933. Bob Dylan fece risorgere dall'oblio questo struggente brano nel suo disco d'esordio del 1962. La versione più famosa è senz'altro quella dei Led Zeppelin, intitolata “In My Time of Dying”, nell'album “Physical Graffiti” del 1975.
La morte è spesso consolatrice, spazza via il dolore e fa sì che l'uomo termini con la sua perenne guerra interiore, conficcando per sempre la spada nella sabbia vicino al fiume...
Chris Cornell, che si è dato la morte l'altro ieri a Detroit, aveva l'abitudine di inserire “In My Time of Dying” nella scaletta dei suoi concerti. Così ha fatto anche l'altra sera in chiusura della sua ultima esibizione, interpolando il brano con “Slaves & Bulldozers”, un vecchio pezzo dei Soundgarden...
Un gospel/blues di autore anonimo. La prima incisione fu di Blind Willie Johnson nel 1928 ma la versione che qui propongo è quella di Josh White del 1933. Bob Dylan fece risorgere dall'oblio questo struggente brano nel suo disco d'esordio del 1962. La versione più famosa è senz'altro quella dei Led Zeppelin, intitolata “In My Time of Dying”, nell'album “Physical Graffiti” del 1975.
La morte è spesso consolatrice, spazza via il dolore e fa sì che l'uomo termini con la sua perenne guerra interiore, conficcando per sempre la spada nella sabbia vicino al fiume...
Chris Cornell, che si è dato la morte l'altro ieri a Detroit, aveva l'abitudine di inserire “In My Time of Dying” nella scaletta dei suoi concerti. Così ha fatto anche l'altra sera in chiusura della sua ultima esibizione, interpolando il brano con “Slaves & Bulldozers”, un vecchio pezzo dei Soundgarden...
In the time of dying
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2017/5/19 - 11:40
Ground Zero
Album: "Scream" (2009)
(Chris Cornell)
"To me, it's sort of about the lingering aspect of [9/11] that is used to kind of create support for things that haven't been very good for our country or the citizens of our country. I've felt like, with the Bush administration, whenever they're in crisis, they'll suddenly pull out a terror alert - a code orange scenario, which I run into constantly, because I'm in airports so often. They don't ever have to say why, just that it's a matter of national security. And with the conservative right, part of the platform right now in the election is 'Be afraid of terror, be afraid of terrorists. Look at 9/11 - we need an administration and a president who knows how to go out, kick ass, take names and keep us safe.' That's what got us into Iraq in the first place. [That tactic] certainly helped, and I think [9/11 was] a key factor in Bush winning a second term. To me, the song is about how awful 9/11 was, but stresses that we've got to let go of that to move on peacefully."
(Chris Cornell)
The speaker on?
(Continues)
(Continues)
2017/5/19 - 00:01
Song Itineraries:
September, 11: Attack on New York
Hunger Strike: alle origini del grunge
Antiwar Songs Blog
L’avventura dei Temple of the Dog cominciò quando Chris Cornell dei Soundgarden scrisse due canzoni dedicate al suo amico Andrew Wood, che era morto di un’overdose di eroina nel marzo 1990. Wood fu mantenuto in vita dalle macchine per tre giorni dopo l’overdose così che Cornell ebbe modo di vederlo prima che morisse e fu […]
Antiwar Songs Staff 2013-09-03 10:41:00
Hunger Strike
(1990)
Album: "Temple of the Dog" (1991)
Parole e musica di Chris Cornell (Soundgarden)
Chris Cornell – lead vocals, guitar
Eddie Vedder – lead vocals
Mike McCready – lead guitar
Stone Gossard – rhythm guitar
Jeff Ament – bass
Matt Cameron – drums
L'avventura dei Temple of the Dog cominciò quando Chris Cornell dei Soundgarden scrisse due canzoni dedicate al suo amico Andrew Wood, che era morto di un'overdose di eroina nel marzo 1990. Wood fu mantenuto in vita dalle macchine per tre giorni dopo l'overdose così che Cornell ebbe modo di vederlo prima che morisse e fu profondamente scioccato dall'esperienza. Wood era il cantante di una promettente band di Seattle, i Mother Love Bone in cui suonavano Stone Gossard e Jeff Ament. I due stavano formando una nuova band che si sarebbe poi chiamata Pearl Jam.
Cornell si riunì ai due ex Mother Love Bone e al chitarrista... (Continues)
Album: "Temple of the Dog" (1991)
Parole e musica di Chris Cornell (Soundgarden)
Chris Cornell – lead vocals, guitar
Eddie Vedder – lead vocals
Mike McCready – lead guitar
Stone Gossard – rhythm guitar
Jeff Ament – bass
Matt Cameron – drums
L'avventura dei Temple of the Dog cominciò quando Chris Cornell dei Soundgarden scrisse due canzoni dedicate al suo amico Andrew Wood, che era morto di un'overdose di eroina nel marzo 1990. Wood fu mantenuto in vita dalle macchine per tre giorni dopo l'overdose così che Cornell ebbe modo di vederlo prima che morisse e fu profondamente scioccato dall'esperienza. Wood era il cantante di una promettente band di Seattle, i Mother Love Bone in cui suonavano Stone Gossard e Jeff Ament. I due stavano formando una nuova band che si sarebbe poi chiamata Pearl Jam.
Cornell si riunì ai due ex Mother Love Bone e al chitarrista... (Continues)
I don't mind stealing bread
(Continues)
(Continues)
2013/9/2 - 12:33
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dall'album Superunknown dei Soundgarden pubblicato l'8 marzo 1994
Parole di Chris Cornell
Musica di Matt Cameron
In occasione dei trent'anni di un album fondamentale che, come scrisse il giornale online The A.V. Club, "ridefinisce e trascende il grunge", inseriamo questa canzone tenebrosa dalla penna e dalla voce indimenticabile del grande Chris Cornell.
La prossima canzone è un racconto che arriva da un impiegato del servizio postale statunitense. Fanno meravigliosamente il loro lavoro. Indossano pantaloncini corti d’estate, sono cortesi, attenti, sono gentili con i cani, e poi ogni tanto entrano in un ufficio postale e sparano a ogni singolo collega che incontrano. A parte questo, però, il loro lavoro viene svolto in modo esemplare.
(Chris Cornell)
“This next one is about killing your boss. It’s about coming to work early one morning cause you have a special agenda and... (Continues)