Author Charles Mingus
Yellow Triangle
Il testo completo (reperito su “I Know what I Know: The Music of Charles Mingus”, di Todd S. Jenkins) della versione di Charles Mingus, il brano con cui si chiude il suo album dal vivo “Music Written for Monterey, 1965 ( Not Heard... Played in its Entirety, at UCLA), registrato nel 1965 e pubblicato l’anno seguente.
DON’T LET IT HAPPEN HERE
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/7/3 - 21:55
Freedom
[1962]
Parole e musica di Charles Mingus
Arrangiamento di Charles Mingus e Bob Hammer
Nell’album intitolato “Mingus Mingus Mingus Mingus Mingus” pubblicato nel 1963
Il brano fu registrato a New York il 20 settembre 1963. Con Mingus molti musicisti di prim’ordine, come Jerome Richardson (sassofonista, flautista e clarinettista), Booker Ervin (sassofonista prematuramente scomparso nel 1970, a soli 40 anni), Eric Dolphy (polistrumentista e virtuoso di tutti gli strumenti a fiato, anche lui morto prematuramente, pochi mesi dopo questa registrazione) e Jaki Byard (pianista, sassofonista e compositore).
L’incipit del brano gioca con il nome di un cocktail a base di vodka in voga negli anni 50, il “Moskow Mule”, ma nello slang americano di allora “mule”, il mulo, è il negro, la bestia da soma...
Parole e musica di Charles Mingus
Arrangiamento di Charles Mingus e Bob Hammer
Nell’album intitolato “Mingus Mingus Mingus Mingus Mingus” pubblicato nel 1963
Il brano fu registrato a New York il 20 settembre 1963. Con Mingus molti musicisti di prim’ordine, come Jerome Richardson (sassofonista, flautista e clarinettista), Booker Ervin (sassofonista prematuramente scomparso nel 1970, a soli 40 anni), Eric Dolphy (polistrumentista e virtuoso di tutti gli strumenti a fiato, anche lui morto prematuramente, pochi mesi dopo questa registrazione) e Jaki Byard (pianista, sassofonista e compositore).
L’incipit del brano gioca con il nome di un cocktail a base di vodka in voga negli anni 50, il “Moskow Mule”, ma nello slang americano di allora “mule”, il mulo, è il negro, la bestia da soma...
This mule ain’t from Moscow
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/7/3 - 21:18
Song Itineraries:
Anti-War Jazz, Racism and Slavery in the USA
The Weary Blues
[1925]
Una delle poesie più famose di questo esponente dell’«Harlem Renaissance», pubblicata per la prima volta sulla rivista di Harlem «Opportunity» e poi inclusa nellla raccolta «The Weary Blues», la prima pubblicata da Langston Hughes.
Nel 1959 il poeta stesso la interpretò, con altre sue composizioni, su musiche di Charles Mingus e Leonard Feather nel disco «Weary Blues».
Una poesia che definisce il blues come espressione del dolore e della lotta dei neri americani contro le forze di oppressione e discriminazione presenti in gran parte della società...
Una delle poesie più famose di questo esponente dell’«Harlem Renaissance», pubblicata per la prima volta sulla rivista di Harlem «Opportunity» e poi inclusa nellla raccolta «The Weary Blues», la prima pubblicata da Langston Hughes.
Nel 1959 il poeta stesso la interpretò, con altre sue composizioni, su musiche di Charles Mingus e Leonard Feather nel disco «Weary Blues».
Una poesia che definisce il blues come espressione del dolore e della lotta dei neri americani contro le forze di oppressione e discriminazione presenti in gran parte della società...
Droning a drowsy syncopated tune,
(Continues)
(Continues)
Contributed by Dead End 2013/2/18 - 11:01
Song Itineraries:
Racism and Slavery in the USA
Remember Rockefeller at Attica
[1974]
Brano strumentale da “Changes One”
Come Attica Blues, Attica State e The Hostage, un brano scritto dopo il tragico epilogo di una rivolta nel penitenziario di Attica, New York, avvenuta nel settembre del 1971.
L'effetto più immediato dell'omicidio di George Jackson fu la rivolta della prigione di Attica, nel settembre 1971: la ribellione nasceva da una lunga storia di torti profondi, ma la situazione era giunta al punto di rottura quando giunse la notizia della morte di Jackson.
Il carcere di Attica era circondato da un muro alto una decina di metri con uno spessore di oltre mezzo metro e quattordici torrette. I detenuti erano per il 54 percento neri; tutti gli agenti di custodia erano bianchi. I prigionieri passavano da quattordici a sedici ore al giorno in cella, la loro corrispondenza veniva letta, erano imposte restrizioni alle loro letture, le visite dei parenti si svolgevano... (Continues)
Brano strumentale da “Changes One”
Come Attica Blues, Attica State e The Hostage, un brano scritto dopo il tragico epilogo di una rivolta nel penitenziario di Attica, New York, avvenuta nel settembre del 1971.
L'effetto più immediato dell'omicidio di George Jackson fu la rivolta della prigione di Attica, nel settembre 1971: la ribellione nasceva da una lunga storia di torti profondi, ma la situazione era giunta al punto di rottura quando giunse la notizia della morte di Jackson.
Il carcere di Attica era circondato da un muro alto una decina di metri con uno spessore di oltre mezzo metro e quattordici torrette. I detenuti erano per il 54 percento neri; tutti gli agenti di custodia erano bianchi. I prigionieri passavano da quattordici a sedici ore al giorno in cella, la loro corrispondenza veniva letta, erano imposte restrizioni alle loro letture, le visite dei parenti si svolgevano... (Continues)
[Strumentale]
Contributed by Bartleby 2011/12/22 - 14:36
Song Itineraries:
Anti-War Jazz
Original Faubus Fables
[1960]
Album "Charles Mingus Presents Charles Mingus"
Little Rock, Arkansas, 1957.
ll governatore segregazionista Orval E. Faubus si oppone alla storica decisione della Suprema Corte che intima agli Stati di integrare gli studenti afro-americani nelle scuole pubbliche.
Il braccio di ferro con il governo federale ed il dipartimento di giustizia si conclude con la sconfitta di Faubus e dei suprematisti bianchi: il 24 settembre, il presidente Eisenhower federalizza la guardia nazionale dell'Arkansas e manda i soldati a scortare gli alunni di colore che finalmente vengono ammessi alle lezioni.
Charles Mingus scrisse il pezzo "Fables of Faubus" per inserirlo nell'album "Mingus Ah Um" (1959), ma la Columbia rifiutò che il musicista lo registrasse comprensivo del testo.
Ma Mingus non si diede per vinto e ripubblicò il brano originale l'anno seguente, per la Candid Prod, intitolandolo "Original Faubus Fables".
Notizie tratte da WFMU
(Alessandro)
Album "Charles Mingus Presents Charles Mingus"
Little Rock, Arkansas, 1957.
ll governatore segregazionista Orval E. Faubus si oppone alla storica decisione della Suprema Corte che intima agli Stati di integrare gli studenti afro-americani nelle scuole pubbliche.
Il braccio di ferro con il governo federale ed il dipartimento di giustizia si conclude con la sconfitta di Faubus e dei suprematisti bianchi: il 24 settembre, il presidente Eisenhower federalizza la guardia nazionale dell'Arkansas e manda i soldati a scortare gli alunni di colore che finalmente vengono ammessi alle lezioni.
Charles Mingus scrisse il pezzo "Fables of Faubus" per inserirlo nell'album "Mingus Ah Um" (1959), ma la Columbia rifiutò che il musicista lo registrasse comprensivo del testo.
Ma Mingus non si diede per vinto e ripubblicò il brano originale l'anno seguente, per la Candid Prod, intitolandolo "Original Faubus Fables".
Notizie tratte da WFMU
(Alessandro)
Oh, Lord, don't let 'em shoot us!
(Continues)
(Continues)
Contributed by Alessandro 2008/10/7 - 15:46
Song Itineraries:
Anti-War Jazz, Racism and Slavery in the USA
Oh Lord, Dont Let Them Drop That Atomic Bomb On Me
Album "Oh Yeah" (1961)
Parole e musica di Charles Mingus
Un brano registrato agli Atlantic Studios di New York nel novembre del 1961 e poi incluso nell’album intitolato “Oh Yeah” pubblicato l’anno seguente.
Insieme a Mingus, cinque mostri sacri del jazz di allora: il polistrumentista Rahsaan Roland Kirk, il sassofono tenore di Booker Ervin, il trombonista Jimmy Knepper, il contrabbasso di Doug Watkins, la batteria di Dannie Richmond.
(Bernart Bartleby)
Una canzone surreale: credo che Mingus non volesse che la bomba atomica fosse lanciata su nessuno, ma qui chiede al Signore che non sia lanciata "su di ME".
Parole e musica di Charles Mingus
Un brano registrato agli Atlantic Studios di New York nel novembre del 1961 e poi incluso nell’album intitolato “Oh Yeah” pubblicato l’anno seguente.
Insieme a Mingus, cinque mostri sacri del jazz di allora: il polistrumentista Rahsaan Roland Kirk, il sassofono tenore di Booker Ervin, il trombonista Jimmy Knepper, il contrabbasso di Doug Watkins, la batteria di Dannie Richmond.
(Bernart Bartleby)
Una canzone surreale: credo che Mingus non volesse che la bomba atomica fosse lanciata su nessuno, ma qui chiede al Signore che non sia lanciata "su di ME".
Surreale quanto si vuole, ma in fondo Mingus ha dato qui voce alla nostra voce più interna, alla famosa "vocetta" che dice: sì, d'accordo, che non cada su nessuno 'sta bomba, ma soprattutto che io possa salvare la pellaccia mia, ché non ho che questa e mi sta dimolto cara...[RV]
Oh Lord, Dont Let Them Drop That Atomic Bomb On Me
(Continues)
(Continues)
2006/1/13 - 19:09
Song Itineraries:
Anti-War Jazz
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