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Auteur Tri Yann

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Song For Ye, Jacobites [Ye Jacobites By Name]

Song For Ye, Jacobites [Ye Jacobites By Name]
The 18th Century Antiwar Anthem
Historyradio

Long before Bob Dylan, the 18’th century Scottish poet and song-writer Robert Burns published an anti-war anthem. Surprisingly modern sounding (video below), the song rejects contemporary war mongering and focuses on the human suffering caused by conflict. However, in order to understand the historical context of the song, we do need an expert. We asked George Mcclellan, a director of the Robert Burns Association of North America, to set the scene.

Historyradio.org: Why was “Ye Jacobites by Name” written”?

Originally to condemn the Jacobite cause. It’s necessary to understand the period following the Reformation when Great Britain became firmly anti-Catholic after years of conflict. There were two periods of Catholic rebellion, The Jacobite risings, or the Jacobite rebellions or the War of the British Succession, 1688 thru 1748, the intent... (continuer)
Riccardo Venturi 20/10/2022 - 19:53
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Before Ireland Can Go Free

Before Ireland Can Go Free
ENNEN KUIN IRLANTI VOI OLLA VAPAA
(continuer)
envoyé par Juha Rämö 20/6/2019 - 18:56
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GUILLAUME SEZNEC: [6] La Délivrance

GUILLAUME SEZNEC: [6] La Délivrance
Hondelatte raconte l'affaire Seznec

Riccardo Venturi 22/11/2018 - 14:34
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Guerre guerre, vente vent

Guerre guerre, vente vent
Riccardo, a me la melodia ricorda molto "En Passant La Riviere" che ascoltavo alla Luthrie St-Léonard di Nantes:

http://raddo-ethnodoc.com/raddo/docume...

tu che dici?
Flavio Poltronieri 23/11/2017 - 12:10
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Tri Yann: De Nivôse en Frimaire

Tri Yann: De Nivôse en Frimaire
Riccardo, tra l'altro, una curiosità: in certe parti del testo il brano seguente a questo "A matine à la télé" richiama alcune parole di "Les 7 jours de mai" dei Malicorne, brano d'apertura di "Le Bestiaire" disco tra l'altro, assolutamente assente dal sito, l'ultimo che fecero in ambito folk e in cui come fa intendere chiaramente il titolo la fanno da protagonisti gli Animali con le loro valenze simboliche e la loro magia. Mi sovviene adesso che all'epoca assistetti a un loro concerto a Milano, al Teatro Cristallo, era autunno e appunto presentavano questo disco. Erano in sette, vestiti di bianco, probabilmente per offrire una nuova identità di gruppo e presentarsi tutti allo stesso livello, dei membri originali non erano rimasti che Gabriel e Marie, curioso era che invece vennero accusati di fare setta, in Spagna addirittura in una conferenza stampa un giornalista chiese loro se appartenessero... (continuer)
Flavio Poltronieri 20/5/2017 - 14:34
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Complainte de Marion du Faouët

Complainte de Marion du Faouët
Riccardo, scusami, (non vorrei sembrarti esageratamente pignolo) ma l'ultima parola di questa canzone è "vermeil" (e non "merveille")? Anche perchè "collo" in francese è un sostantivo maschile e "collo meraviglioso" sarebbe "cou merveilleux" e non "cou merveille" che potrebbe forse essere una licenza poetica ma grammaticamente scorretto. "Collo vermiglio" è quel che cantano i Tri Yann comunque, rimando perfettamente: soleil/vermeil.

A wir galon.
F.
Flavio Poltronieri 20/5/2017 - 11:42
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Hañvezh ar bonedoù ruz

Hañvezh ar bonedoù ruz
Anche "Gwerz Goulven Salaun" dal cd "Portraits" descrive la rivolta dei “berretti rossi”, che iniziata con questo rintocco di campane, alla fine costò la vita a 30.000 Bretoni.
Flavio Poltronieri 28/2/2017 - 19:45
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Prince qu'en mains tenez

Prince qu'en mains tenez
Il titolo del disco è l'enfatico recitato posto a conclusione del medesimo con accompagnamento musicale dei Tri Yann è opera dello scrittore nantese Morvan Lebesque. Trattasi di un piccolo estratto da pagina 18 (qui sotto tradotto in italiano) del libro "Comment Peut-On Etre Breton?" pubblicato sei anni prima, nel 1970 e sottotitolato "Essai sur la démocratie française". Qui il giornalista-scrittore si interroga sull'esistenza di una reale democrazia francese nel momento in cui non vengono rispettate e addirittura sono oppresse culturalmente le minoranze e auspica un'Europa che raggruppi i veri popoli che la costituiscono. Vengono rievocati dapprima la vergogna e in seguito l'onore di essere bretoni. I Tri Yann hanno fatto di questo testo un po' il loro manifesto. Vorrei ricordare che Nantes (Naoned) si trova nel dipartimento della Loira Atlantica, non nella Bretagna geografica, bensì in... (continuer)
Flavio Poltronieri 28/2/2017 - 19:23
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Lancastria

Lancastria
se qualcuno è interessato all'argomento:
http://www.lelancastria.com
Flavio Poltronieri 28/4/2016 - 18:54
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Sein 1940

Sein 1940
C'è un'imperfezione nel testo originale:

"C'est offense, Grands de France,
que de condamner leur langue au bûcher.
C'est violence (NON RIPETE OFFENSE), Grands de France,
que de condamner leur lange au bûcher."

corretto
Flavio Poltronieri 27/2/2016 - 09:33
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Galvadeg en tri kant mil soudard

Galvadeg en tri kant mil soudard
Da notare una cosa curiosa in questa ennesima canzone bretone di coscrizione. Uno dei paesi dei coscritti si chiama in bretone "Bregel" ("Vregel" è la forma mutata), ma in francese è reso come "Brezel". Che in bretone significa, per l'appunto, "guerra". Come dire: nomen omen... Il testo della canzone è in ortografia non-standard.
Riccardo Venturi 5/1/2016 - 03:40




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