[1804]
Versi di Friedrich Hölderlin (1770-1843), pubblicati per la prima volta nella raccolta “Taschenbuch für das Jahr 1805” dall’editore Friedrich Wilmans
Una poesia messa in musica da tantissimi compositori, da Britten a Ligeti a Wolpe, solo per citarne alcuni in un modo o nell’altro già presenti sulla CCG…
“Metà della vita”, una delle poesie più celebri di Hölderlin, che nel 1804 paradossalmente giungeva più o meno alla metà della sua vita e cominciava ad affacciarsi alla seconda parte, quella dominata dalla malattia mentale che però non lo piombò nell’oscurità mentale bensì in una diversa dimensione creativa, certamente più sofferente. E forse questo passaggio è qui già evidente nella differenza tra la prima strofa, solare, e la seconda, dove è l’inverno, l’ombra, il silenzio, il freddo, il vento.
Ho osato proporre questa poesia – e nemmeno come Extra – perché tra coloro che la misero... (Continues)
Non ci crederete ma l'intuizione del valore che “Hälfte des Lebens” di Hölderlin ebbe per Gideon Klein è stata del tutto personale.
Ed oggi ne trovo conferma in una tesi di dottorato in musica sostenuta nel 2012 da tal Galit Gertsenzon Fromm presso l'Università di Cincinnati, USA, intitolata significativamente “Musical Expressions in Times of Uncertainty: A Study Of Gideon Klein’s Songs Opus 1 (1940)”.
In “Drei Lieder op.1 Hohe Stimme und Klavier” Gideon Klein nel 1940 metteva in musica tre poesie di tre autori tedeschi: “Springbrunnen” del seicentesco Johann Klaj, “Dämmrung senkte sich von oben” del settecentesco Johann Wolfgang Von Goethe e, appunto, “Hälfte des Lebens” dell'ottocentesco Friedrich Hölderlin.
L'incertezza e la paura di Hölderlin che si affacciava sull'orlo dell'abisso della sua terribile malattia era evidentemente analoga all'incertezza e alla paura che il raffinato compositore... (Continues)
[1946]
Versi di Günter Eich (1907-1972), poeta e drammaturgo tedesco, nella raccolta “Abgelegene Gehöfte” pubblicata nel 1948.
Musica di Christoph Schmid, in “Sieben Klangspiele und Intermezzo nach Gedichten von Günter Eich” per mezzosoprano e pianoforte (sola mano sinistra).
La descrizione dettagliata, ossessiva, rivoltante della latrina di un campo di prigionia alleato pieno di soldati tedeschi – lo stesso autore vi trascorse parecchio tempo prima di riconquistare la libertà – si accompagna ad una citazione dalla poesia Andenken del grande Friedrich Hölderlin… Aggrapparsi al bello per non sprofondare nell’orrido? Può darsi, tuttavia nella terza quartina Günter Eich fece rimare “Hölderlin” con “Urin”, creando non poco scandalo fra i suoi contemporanei… Chissà che uno dei poeti più amati dai nazisti – abusato, suo malgrado – non fosse qui invece restituito alla realtà penosa e difficile... (Continues)
Über stinkendem Graben, (Continues)
Contributed by Bernart Bartleeby 2016/9/26 - 13:44
[1798]
Versi del grande poeta tedesco Friedrich Hölderlin (1770-1843), nella raccolta “Gedichte 1784-1800”.
Musica del compositore austriaco Josef Matthias Hauer (1883-1959) nella sua opera “Fünf Lieder”, 1914.
Poesia dedicata a Giulio Cesare Vanini (1585-1619), filosofo, teologo, naturalista libero pensatore originario del Salento.
Ordinato frate carmelitano, poi transitato all’anglicanesimo e quindi tornato al cattolicesimo, spirito inquieto, profondamente critico verso il papato e convinto della necessità del superamento di una teologia d’impianto ancora medievale, razionalista radicale propugnatore dell’autonomia della ragione e della natura, innovatore della tradizione cristiana considerato eversore dai tradizionalisti, Giulio Cesare Vanini visse tra Inghilterra, Francia e Italia sempre spiato e braccato dagli sgherri dell’Inquisizione, fino a quando si decisero ad arrestarlo a Tolosa... (Continues)
Den Gottverächter schalten sie dich? mit Fluch (Continues)
Testo di Erri De Luca e Marco Rovelli
Musica di Marco Rovelli, Massimo Guerrieri, Nicola Toscano e Mirko Sabatini
Ringrazio di cuore Marco Rovelli che mi ha spedito il testo di questa bellissima canzone e l'introduzione [LM].
"Qui devo parlare in prima persona. Ho conosciuto Erri anni fa, presentandomi a lui alla fine di un dibattito in una piccola libreria di Roma. Avevo letto i suoi libri, e mi avevano folgorato. In specie 'Aceto, arcobaleno': Dev'essere stato il fulmine a svegliarmi' Mi invitò a casa sua, ed io, che uscivo da una troppo lunga adolescenza, andai nella sua campagna romana.
Nel corso degli anni ho mantenuto i contatti con Erri soprattutto per lettera, con le mie 'invasioni di campo' (per rubargli un'espressione) in cerca di critiche ai miei scritti. Poi sono venuti Les Anarchistes, e ho pensato che sarebbe stato bello avere... (Continues)
Versi di Friedrich Hölderlin (1770-1843), pubblicati per la prima volta nella raccolta “Taschenbuch für das Jahr 1805” dall’editore Friedrich Wilmans
Una poesia messa in musica da tantissimi compositori, da Britten a Ligeti a Wolpe, solo per citarne alcuni in un modo o nell’altro già presenti sulla CCG…
“Metà della vita”, una delle poesie più celebri di Hölderlin, che nel 1804 paradossalmente giungeva più o meno alla metà della sua vita e cominciava ad affacciarsi alla seconda parte, quella dominata dalla malattia mentale che però non lo piombò nell’oscurità mentale bensì in una diversa dimensione creativa, certamente più sofferente. E forse questo passaggio è qui già evidente nella differenza tra la prima strofa, solare, e la seconda, dove è l’inverno, l’ombra, il silenzio, il freddo, il vento.
Ho osato proporre questa poesia – e nemmeno come Extra – perché tra coloro che la misero... (Continues)