[Torino, 25 dicembre 1846]
Parole e musica di Angelo Brofferio
Nella raccolta “Nuove canzoni piemontesi”, pubblicata per la prima volta nel 1855 e poi in molte edizioni successive.
Interpretata da Gipo Farassino nell’album “Guarda che bianca lun-a. Gipo Canta Brofferio” pubblicato nel 1974.
Angelo Brofferio (1802-1866), originario di Asti, è stato poeta ed esponente politico della sinistra nel Parlamento subalpino. Fu anticonformista, antimonarchico e anticlericale e, fra i vari anti-, si oppose pure al coinvolgimento nelle guerra di Crimea.
Nel 1831 Brofferio fu arrestato e incarcerato per via della sua adesione alla carboneria e alla società segreta massonica dei Franchi Muratori. Quindici anni dopo venne nuovamente imprigionato per “sospetta cospirazione”. Erano gli anni in cui cominciava a sbocciare la Primavera dei Popoli, esplosa poi con fragore nel 1848.
La canzone Mè ritorn viene scritta dal Brofferio un anno dopo la sua seconda incarcerazione, ed è datata 25 dicembre 1846: senza fare cenno alle reali motivazioni della sua detenzione è un inno dei perseguitati per motivi politici, per le loro idee libertarie. Brofferio fu un personaggio ottocentesco come si direbbe oggi "impegnato", molto attivo sia come giornalista, commediografo, avvocato, intellettuale d'opposizione e uomo politico, sebbene oggi venga ricordato quasi esclusivamente per le sue Canzoni piemontesi.
La sua seconda incarcerazione in età matura però fu causata dalla sua infatuazione per la giovane cantante Giuseppina Serena Zauner. Nella sua maturità Angelo Brofferio condusse due vite, una a Torino con la prima moglie e tre figli, e una nella villa La Verbanella a Minusio (Canton Ticino) con la "seconda" moglie e quattro figli naturali.
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La côpa e la gamela
[Composta tra il 1852 e il 1860]
Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Angelo Brofferio
Interpreti / Performed by / Interprétée par / Laulavat : Fausto Amodei
Brofferio fu un politico e poeta di formazione illuminista. Anticlericale senza tentennamenti, si schierò da deputato con l’opposizione di sinistra contro Cavour. Nel componimento proposto si colgono bene la propensione all’ indipendenza ed il suo anticonformismo.
[Riccardo Gullotta]
[dopo il 1856]
Versi di Angelo Brofferio, nella raccolta “Canzoni piemontesi” pubblicata nel 1886 a Torino dal libraio-editore F. Casanova (Via Accademia delle Scienze, piazza Carignano)
La lucida e sarcastica disillusione di Brofferio, repubblicano e di estrema sinistra, rispetto alla politica del vincente Cavour, monarchico e filo-francese. Brofferio, parlamentare subalpino dal 1848, combattè strenuamente per la riforma della giustizia, contro la pena di morte (difese inutilmente il generale Ramorino, che venne fucilato quale capro espiatorio per la disfatta nella prima guerra d’indipendenza), per la libertà di stampa e contro la censura imperante, per il diritto di associazione, per l'istruzione laica, obbligatoria e gratuita. Sostenne la repubblica romana del 1849, tradita e travolta dai francesi, si oppose al coinvolgimento nella guerra di Crimea e al trasferimento della capitale... (continuer)
Senza aggiungere, anzi aggiungendolo, che fosse stato per Firenze, quei poveri 52 morti torinesi sarebbero campati più che volentieri e la "capitale" sarebbe rimasta tranquillamente a Torino. Anche il prezzo pagato da Firenze fu alto. Fortunatamente, non in termini di vite umane; ma il tessuto urbano della città fu irrimediabilmente distrutto da quei pochi anni di "capitale". Il centro storico, specialmente la zona del Mercato Nuovo e dell'antico Ghetto ebraico, fu letteralmente sventrato con la scusa del "risanamento"; monumenti insigni della Firenze medievale furono demoliti senza pietà per fare posto a tronfi palazzi di stile piemontese. Cadono sotto i picconi chiese, palazzi, strade, vicoli, piazzette, logge e, più che altro, interi quartieri popolari i cui abitanti vengono letteralmente deportati con la conseguente e pesantissima speculazione edilizia.
Caddero strade dai nomi fantasmagorici,... (continuer)
[25 marzo 1831]
Versi di Angelo Brofferio, nella raccolta “Canzoni piemontesi” pubblicata nel 1886 a Torino dal libraio-editore F. Casanova (Via Accademia delle Scienze, piazza Carignano)
Come Ij fòi-fotù, anche questa canzone fu composta da Angelo Brofferio nel 1831 mentre si trovava in carcere, arrestato per via della sua adesione alla carboneria e alla società segreta massonica dei Franchi Muratori.
Angelo Brofferio (1802-1866), originario di Asti, è stato poeta ed esponente politico della sinistra nel Parlamento subalpino. Fu anticonformista, antimonarchico e anticlericale e, fra i vari anti-, si oppose pure al coinvolgimento nelle guerra di Crimea.
Parole e musica di Angelo Brofferio
Nella raccolta “Nuove canzoni piemontesi”, pubblicata per la prima volta nel 1855 e poi in molte edizioni successive.
Interpretata da Gipo Farassino nell’album “Guarda che bianca lun-a. Gipo Canta Brofferio” pubblicato nel 1974.
Angelo Brofferio (1802-1866), originario di Asti, è stato poeta ed esponente politico della sinistra nel Parlamento subalpino. Fu anticonformista, antimonarchico e anticlericale e, fra i vari anti-, si oppose pure al coinvolgimento nelle guerra di Crimea.
Nel 1831 Brofferio fu arrestato e incarcerato per via della sua adesione alla carboneria e alla società segreta massonica dei Franchi Muratori. Quindici anni dopo venne nuovamente imprigionato per “sospetta cospirazione”. Erano gli anni in cui cominciava a sbocciare la Primavera dei Popoli, esplosa poi con fragore nel 1848.