Chanson italienne – La valigia – Leo Valeriano – 1970
La question, Lucien l'âne mon ami, que je me pose… c'est : y a-t-il autant de valises dans les chansons en d'autres langues que l'italien ?
Franchement, Marco Valdo M.I. mon ami, je n'en sais rien. En fait, je ne le pense pas. J'ai même l'impression que cette foutue valise, qui tient à peine debout parfois, est le symbole-même de l'émigration italienne. C'est en tout cas, comme ça, que les immigrés ici en Wallonie le ressentent.
De fait, à propos de l'émigration des gens de tous les pays, j'ai entendu parler de bagages, de sacs, de malles, de boîtes, de caisses… de toutes sortes d'autres objets destinés à contenir les affaires de l'exil, mais pas autant de valises que chez les émigrés italiens… Faudrait voir dans d'autres émigrations et donc dans d'autres langues… Peut-être y en a-t-il chez les émigrés espagnols, portugais, grecs,... (continuer)
[1965]
Parole e musica di Leo Di Gianantonio, in arte Leo Valeriano, che negli anni 60 fu uno dei promotori della cosiddetta “musica alternativa di destra”.
(Indicate tra parentesi alcune lievi variazioni inserite in una versione successiva del brano).
Testro trovato su Lorien – Archivio storico della musica alternativa
Era il giorno di Natale del 1965 e Leo Valeriano salì su una torretta del Check Point Charlie a Berlino Ovest, imbracciò la chitarra e si mise a cantare questa sua canzone all’indirizzo dell’Est, sotto gli sguardi della Volkspolizei (i “VoPos”) della Repubblica Democratica Tedesca…
Poi andò a rendere omaggio a Peter Fechter, nel luogo in cui il giovane appena diciottenne fu colpito dai Vopos il 17 agosto 1962 mentre tentava di scavalcare il Muro, e lasciato morire dissanguato, senza assistenza medica, nella “terra di nessuno”…
L’altro nome citato nella canzone è quello... (continuer)
Questo è per un modo di rispondere al vostro commento! Ed è anche il tentativo di riproporre una canzone che avete censurato. Capisco la censura verso quell'altra, quella con la parola "camerata". È una parola che fa orrore anche a me. Malgrado anche voi l'abbiate accostata a "compagno", dicendo che non censurereste a priori nessuna delle due, devo ammettere che "compagno" non mi fa orrore, "camerata" sì. Però perché secondo voi succede questo? Forse perché abbiamo ricevuto flussi informativi diversi, non del tutto obiettivi (e questo da ben prima che un certo presidente del consiglio avesse un fratello proprietario di un Giornale di nicchia). A mio avviso, se l'informazione fosse stata giusta, ENTRAMBE le parole oggi dovrebbero darci il medesimo senso di SCHIFO. Comunque così non è e quindi è giusto che la parola "camerata" non rientri in una raccolta di canzoni pacifiste, soprattutto se... (continuer)
Personalmente non mi fa orrore nessuna parola. Sono i fatti a farmi orrore. E molti autori delle canzoni da te segnalate hanno appoggiato e militato in un movimento che NEI FATTI si è reso protagonista di guerre, sterminio, violenza e odio.
"Camerata" è una parola che ha un chiaro riferimento all'ambiente militare, nel quale il fascismo ha sempre riscosso molte simpatie e sul quale ha fondato la sua ideologia guerrafondaia. Puoi capire che in un sito che si definisce "pacifista e antimilitarista" questa parola non sia vista di buon occhio. Tanto più se, come nel caso in questione, tendeva a presentare le vicende storiche in maniera grossolanamente faziosa e platealmente falsa.
È certo vero che persone che si dicevano "compagni" si sono macchiate di crimini orrendi e non saremo certo noi a chiudere gli occhi sugli orrori dei gulag sovietici o dei campi di concentramento di altre dittatture... (continuer)
Mi dispiace immensamente che gli autori di canzoni dalle parole tanto significative, che doverosamente ci ricordano orrori che credo nessuno di noi potrebbe approvare, siano persone con le sgradevoli caratteristiche che indicate. Da parte mia eviterò però una ricerca delle caratteristiche/scheletri nell'armadio degli autori delle altre migliaia di canzoni presenti, a pieno titolo, in questo sito. Siamo in un sito di pace, non di polemiche! E se un delinquente ha scritto anche solo una parola di pace, allora è giusto che sia qui. Ad esempio non andrò sotto ad una delle canzoni aggiunte dopo le mie a scrivere che in Spagna lo schifo era Franco e non il capitale, piazzato lì forse per "licenza poetica" dell'autore (che non so chi sia e del quale non cercherò la fedina penale).
Sulla censura della parola "camerata" mi ero già detto d'accordo. Anzi, posso aggiungere le mie scuse per non aver... (continuer)
I commenti inseriti da me e da Lorenzo Masetti si riferiscono ovviamente ai testi delle canzoni e non rappresentano certamente una polemica verso chi le ha spedite, cioè tu. Ribadisco anzi che hai fatto benissimo e spero che la tua collaborazione non si esaurisca certamente qui. Rappresentano invece delle semplicissime, e a mio parere doverose, puntualizzazioni storiche riferite a ciò che si afferma in quelle canzoni. Le quali sono in ogni caso delle testimonianze, e come tali devono essere prese. Per il resto, si può discutere all'infinito che cosa sia una "canzone contro la guerra"; ma è una domanda che rischia di rimanere eternamente senza risposta. Proprio per questo la politica di questo sito, fin dalla sua nascita, è stata quella di accogliere qualsiasi tipo di testo, senza preclusioni. Su quasi tremila canzoni inserite in neppure tre anni di vita del sito, ne saranno state rifiutate... (continuer)
Ringrazio per la risposta e per il vostro lavoro. Ringrazio anche per avermi spiegato chi sono gli autori dei testi che ho spedito. E così mi domando... come mai, a parte Guccini, per trovare riferimenti a certi fatti, ci si debba affidare ad autori dal passato e dal presente quantomeno dubbi? E' una cosa davvero preoccupante, a mio avviso... Ciao!
Molti ringraziamenti vanno anche a te per aver contribuito in modo intelligente a questioni che non sono semplici; anzi, direi, decisamente spinose. Poni tra l'altro un'ulteriore domanda alla quale mi piacerebbe rispondere. Ma penso che l'unico modo veramente degno per farlo sia quello che adottiamo ogni giorno: la ricerca. Cercare, cercare, cercare. In rete sono nascosti ancora migliaia di testi da trovare, da leggere, da tradurre. Ed è quello che continueremo a fare ogni giorno, certi di poter contare su tanti che ci aiutano. Proprio adesso ho aperta una pagina di Google sulla quale ho impostato, in ungherese (lingua che conosco) le parole "Dalok a '56 forradalomáról" (canzoni sulla rivolta del '56). Vedrai che qualcosa ne verrà fuori.
Sì, ho notato leggendo alcune traduzioni che ti destreggi bene con le lingue e le storie dell'Est, per cui attenderò di trovare i frutti delle tue ricerche (che io mai potrei riuscire a fare). Comunque resta a mio avviso inquietante come una parte della verità sia così difficile da scovare in canzoni decenti e note, a differenza dall'altra parte, che è diffusissima ovunque, in capolavori apprezzati universalmente. Ciao!
Rileggendo (e traducendo) “Budapest”
di Riccardo Venturi
Era stata anche colpa della mia imperizia se, per ora, questo sito non aveva ospitato un percorso sulla rivolta antistalinista ungherese del 1956. Adesso c'è, con alcune canzoni in ungherese (e con la famosa e terribile poesia di Gyula Illyés, Egy mondat a zsarnokságról, una delle primissime “CCG primitive” perché messa in musica e cantata proprio durante la rivolta) e con alcune altre in italiano. Quelle in italiano, come questa di Leo Valeriano che a suo tempo, come si può vedere in questa pagina, ha provocato una lunga ed accesa discussione, provengono tutte dal cantautorato di destra; sarebbe inutile, oltre che ipocrita, negarlo. Così come sarebbe ipocrita e inutile negare che la rivolta ungherese è stata una rivolta contro il regime comunista e stalinista dell'epoca e, più in profondità, una semplice rivolta per la libertà. “La... (continuer)
Vorrei segnalare questo articolo di Indro Montanelli che nel 1956 si trovava Budapest nei giorni della rivolta.Montanelli non era certo un uomo di sinistra,aveva i suoi punti di vista e,mi pare,onestamente di destra.Bene leggendo questo articolo si possono capire le enormi manipolazioni da parte della stampa Italiana sia"borghese" che "comunista",quindi non una rivolta in appoggio al capitalismo in chiave anti socialista ma una rivolta anti stalinista per un socialismo più umano e forse più consigliare. Riporto un breve capitolo:
...Montanelli si fa ugualmente venire a prendere da studenti di un collegio vicino un chilometro, per essere condotto, insieme agli altri, in qualche covo di lavoratori insorti, per raccogliere informazioni per i suoi articoli. Questi giovani del collegio sono i 'combattenti della libertà' che il regime ha addestrato alla guerra partigiana, in caso di invasione... (continuer)
“non si sarà mai dei dominatori, se non avremo la coscienza esatta di una nostra fatale superiorità. Coi negri non si fraternizza. Non si può, non si deve. Almeno finché non si sia data loro una civiltà“. (Indro Montanelli, alias: senti chi parla)